Venezia (e Mestre) hanno la loro Street map!

Un anno fa aveva suscitato grande clamore nella blogosfera (qui la notizia riportata da ManteBlog) l’avvistamento a Venezia di un operatore dotato di fotocamera panoramica simile a quelle installate sulle “Google car”.
Tutti pensavamo si trattasse di un ampliamento del servizio Street View di Google… ma cosi’ non era.

Effettivamente Google aveva immortalato le strade principali di Mestre ed il Ponte della Liberta’ a settembre 2008 (ho visto passare l’auto) ma, forse a causa dei tanti cantieri allora aperti per il tram, non e’ andato molto oltre. Di Venezia non ne parliamo: qualche area raggiungibile in auto ma null’altro.
Miglior lavoro ha fatto il sito TuttoCitta’ delle Pagine Gialle, con le immagini a buona qualita’ (e soprattutto migliorate come vividezza rispetto a quelle di Google) di molte strade mestrine e soprattutto di alcuni percorsi di Venezia. Fino ad ora era il migliore tanto che me ne sono servito anche nei laboratori Internet al GREST.

Tutto questo, come ho detto, fino ad ora.
Da pochi giorni e’ partito maps.veniceconnected.it

Voluto dal Comune di Venezia, e’ stato realizzato dall’azienda che aveva mandato i propri operatori in giro per la citta’ l’estate scorsa.

Per le immagini aeree usa le foto di TuttoCitta’ (dotate di minor inclinazione rispetto a quelle del 2007 di Google, quindi in parte piu’ chiare seppur meno recenti) mentre per la “Street Map” offre immagini totalmente autoprodotte di ogni calle di Venezia (!) e praticamente di tutta Mestre.
Su Mestre (scusate ma e’ la mia citta’ ;) poi c’e’ da aver paura! Alcune aree sono state riprese veramente da poco, tanto che mostrano persino il container che la mia parrocchia usa per conservare i prodotti della Bottega Solidale e che e’ stato spostato a fine maggio!

Mestre a parte, il lavoro a Venezia e’ imponente e impressionante. Immagini di alta qualita’ di ogni dove, col proposito di immortalare anche gli interni di edifici commerciali o di interesse e un certo supporto alla comunita’ con la possibilita’ per gli utenti di inviare contributi.

L’unico punto negativo, non indifferente a mio avviso ma e’ presto per lamentarsene, riguarda l’impossibilita’ di integrare le immagini o farvi riferimento in sito esterni.
Non esiste un modo per linkare a una specifica immagine e men che meno c’e’ un’API o anche un semplice sistema di inclusione via iframe. Il sito insomma e’ bello da vedere ma poco interoperabile.
Spero migliorino questo aspetto perche’ per chi gestisce siti su Venezia o Mestre (tipo Mestre Semplice e Mestre Solidale ;-) )sarebbe davvero utile… anche solo poter linkare una specifica locazione!

A parte questo comunque si tratta di un lavoro davvero spettacolare che merita d’essere visto e lodato!

Un pensiero per Pietro Taricone

Francamente non sono mai stato un grande ammiratore di Pietro Taricone, ne’ quand’era al Grande Fratello 1 ne’ in seguito, anche se ha fatto bene le sue parti in vari telefilm che ho seguito.

Umanamente sono pero’ colpito dal suo grave incidente e prego per lui e per i suoi familiari e spero che anche i miei lettori lo faranno (e’ tutta energia positiva che fluisce… indipendentemente dalle convinzioni religiose personali).

Far del bene?

Fai del bene e torna indietro dice la regola karmika. Ci credo e lo faccio e funziona, ma non e’ sempre diretto. Vuol dire che non sempre il bene che fai a una persona ti torna da quella persona. Per un po’ succede ma poi magari no.
E c’e’ quella persona che si scorda di farti perfino gli auguri una volta l’anno perche’ dopo anni d’amicizia ora se il tuo comply nn e’ negli “eventi” di fb lei non lo sa. Quella che per tanti anni c’e’ poi altre cose la portano via e le dispiace ma cosi’ e’. Poi c’e’ quello che per farsi i fatti propri ti rende complicato un lavoro e poi si scusa se ti ha dato problemi… per fare una cosa che non serviva fare! E si potrebbe andare avanti…

Insomma, vien da chiedersi se far del bene conviene perche’ capita e capitera’ sempre di sentirsi ignorati nel momento del bisogno.
La mia risposta pero’ resta si’. Si’ perche’ non farlo non fa stare meglio.
Si’ perche’ siamo tutti fragili e sbagliamo (e quanto sbagliamo! Io per primo…).
Si’ perche’ piano piano chi riceve del bene ne impara il valore. Poi a volte lo si dimentica per un po’ ma e’ una lezione che resta.

Cio’ detto, e’ umano e comprensibile auspicare che il bene prima di tutto ci torni dalle persone cui l’abbiamo fatto.
E qui riprendo il titolo di una vecchia canzone: “Se la gente usasse il cuore”. Di piu’, molto di piu’, nella vita di ogni giorno. Magari saremmo tutti piu’ felici.

Varie e veloci

I laboratori di Internet al GREST a Carpenedo sono stati bellissimi. Alcuni ragazzi sono stati un po’ pesti-feri ma i piu’ erano adorabili, hanno ascoltato, imparato, si sono divertiti e han fatto contenta la loro umile guida nel web. Mi sono poi lanciato nel DTP e ho creato il mio primo volume con inDesign. Non e’ certo perfetto ma ne sono davvero orgoglioso ed e’ piaciuto a tutti! Migliorero’ strada facendo ma come inizio e a cappello di questa esperienza devo dire che sono felice. Vedrete presto l’opuscolo anche online ovviamente, sia sul sito della parrocchia sia sulla Girandola visto che le due realta’ hanno collaborato.

Oggi ho provato Thunderbird 3.1. Per non incasinare il profilo principale ho scaricato la versione portatile e ho copiato tutto il mio profilo in data\profile. Avviato e ha importato tutto senza batter ciglio. Uno spettacolo! Solo che non funziona l’estensione QuickText quindi per adesso resto con TB2.0.qualcosa.

La nazionale ha perso. Meritato. Cio’ che non meritano e’ di essere strapagati. E’ immorale che la gente debba fare sacrifici e gente che tira calci a un pallone guadagni milioni e milioni. Ma il calcio e’ diventato ben piu’ di un gioco (quale e’), per questo non mi piace. Sarebbe bello che i media non facessero tragedie per un gioco.

E per oggi e’ tutto ma mi riprometto di scrivere piu’ spesso. ;-)

Tanti giri del mondo

Siamo a 39. Se il cron fa il suo dovere, nel momento in cui questo post vedra’ la luce saranno 39 giri sulla terra attorno al sole da quando sono nato.
Son tanti, ma valgono?
Ho vissuto sei anni piu’ di Cristo e piu’ di tanta gente che ha fatto piu’ di me e meglio.

Io compio questo traguardo (traguardo?) mentre attraverso due esperienze molto diverse fra loro ma accomunate dall’essere molto formative. Una e’ dolorosa e ne sono artefice e causa. Una e’ gioiosa anche se faticosa.

Una si traduce in un torto, fatto per affetto ma sempre un torto, fatto a una persona molto cara. Un torto che e’ stato terribilmente doloroso per questa persona e di cui pentirsi non basta perche’ c’e’ da ricostruire un legame prezioso. E si sbaglia anche dopo che la terra ha girato 39 volte attorno al sole. E se credete che sia piu’ difficile che l’eta’ dia saggezza sbagliate. Quella la danno solo le esperienze, quelle piu’ dolorose.

Poi c’e’ la seconda esperienza che mi vede in un’aula del patronato seduto davanti al mio portatile con un proiettore davanti e seduti attorno i ragazzini della parrocchia nel pieno del loro GREST, che stanno ad ascoltarmi parlare di sicurezza online ma anche di come usare Wikipedia per le ricerche senza farsi sgamare… o di come migliorarla rispettandola… o di come stare attenti in chat sia al fatto che gli altri potrebbero essere malintenzionati sia al fatto che sono persone reali, magari bimbi come loro, da rispettare, quindi da rispettare e con cui costruire amicizie vere non a colpi di “aggiungi un amico”.

Uhm, io che insegno? Lo faccio su LG da anni ma “de visu” e’ diverso. E in questi giorni e’ anche difficile perche’ devo farlo nonostante un dolore (arrecato e vissuto). Devo andare la’ sorridere e dedicarmi due ore a loro. Ma e’ appunto molto formativo. Insegna a portare avanti i propri impegni anche se dentro si sta male (ci sono tante persone piu’ brave di me in questo… io lavorando quasi sempre al PC ho avuto la vita piu’ facile). Insegna che se anche ti senti una cacca devi andare avanti perche’ puoi dare agli altri.
Magari nessuno di quei ragazzi evitera’ di usare cose illegali… nessuno alla fine sara’ piu’ prudente… o forse uno si? Due si’? E allora ne sara’ valsa la pena! Oltre al fatto che e’ divertente e mi fa sentire utile e star bene!

E questo e’ il bilancio… una fase molto intensa emotivamente, prove difficili ma formative e che spero mi rendano una persona migliore… o almeno mi evitino di fare altri errori, di fare altro male. Tanta acqua e’ passata sotto i ponti della mia vita (che metafora… brr…) e forse a volte mi credo migliore di quello che in effetti sono.
Mi spiace che a pagarne le conseguenze siano persone care. E vale per la persona che ho ferito ieri ma anche per tutte quelle che in qualche modo ho ferito prima, magari omettendo un SMS, una parola, rispondendo troppo tardi a una mail. Niente scuse del tipo “beh lo faccio dopo”. Le cose vanno fatte subito. I rapporti umani prima di tutto.

Auguri a me… di crescere, che non si smette mai di farlo nonostante gli anni. E grazie a chi c’e’, a chi mi ha accompagnato in questi mesi. Anche a chi se n’e’ andato. Non vi giudico, forse non sono cosi’ migliore di voi come a volte mi illudo d’essere.
OK, scritto troppo.
Fra 13 ore, quando usciro’ dalle mia due ore con le pesti, andro’ a prendere una bella torta. Quella e’ una costante e ci deve essere. Ma basta una candela grossa perche’ 39 fanno un certo effetto, soprattutto se non te li senti e pensi d’avere ancora tanta tanta strada davanti.

PS: se questo post e’ scritto meglio degli altri e’ grazie a una persona stupenda che e’ rimasta a leggerlo mentre nasceva. Grazie! Significa molto…

…sul latte versato

Se vi fanno una domanda a cui non avreste voluto rispondere non girateci attorno, non pensate “oddio ‘mo che faccio?”! Anche se siete stati presi alla sprovvista evitate di tergiversare. Il trucco di non dire ne’ si ne’ no (quindi tecnicamente non mentire) funziona solo nei film. A voi crollera’ addosso e i danni che fara’ saranno dolorosi per voi e per la persona che vi ha fatto la domanda e che tiene a voi.
E tu, scusa davvero…

Per la serie “consigli pratici di vita”, che si danno sempre per senso di colpa dopo aver fatto qualche disastro e che nessuno segue pensando vengano dai soliti sapientoni.

Countdown

Mancano sette giorni al mio ultimo compleanno prima degli “anta” e tanto per sentirmi giovane… ne mancano quattro al mio primo grest, ove insegnero’ alle pesti della mia parrocchia a usare in modo sicuro il web evitando sia di svendere la propria privacy sia di cadere nelle facili tentazioni della pirateria in favore di tutto il gratuito legale che il web offre e che puo’ ben sostituire tante cose illegali ma anche quelle a pagamento con cui si cerca di coinvolgere sempre piu’ i ragazzi di oggi rendendoli vittime del consumismo sfrenato.

Perche’ pagare per uno sfondo per il cell quando c’e’ Stock.XCHNG? Perche’ pagare per qualche assurda suoneria quando c’e’ Freesound? Perche’ commettere un reato e rischiare un virus quando per la maggior parte dei programmi a pagamento di uso comune ci sono alternative gratuite reperibili su siti come SnapFiles? E l’elenco di domande potrebbe continuare…

Sara’ divertente e sara’ un gran bel gioco, anche perche’ avremo un proiettore, il buon Google Earth per girare il mondo e il tuttocitta’ online per girare per Mestre (si’ perche’ si puo’ fare anche questo con Internet… e mentre vediamo quanto e’ divertente capiamo che a dare troppe notizie di noi sui social network rischiamo che qualcuno ci trovi… davvero).

Poi, credo che con l’occasione arrivera’ qualcosa che cambiera’ per sempre il sito della parrocchia, senza schiacciare nessuno, nel rispetto di tutti ma anche senza restare ancorati al passato e una modalita’ comunicativa a senso unico.
E forse qualcosa cambiera’ anche il mio muro.
Vedremo :)

Ah, oggi ho regalato un po’ di quello che ho imparato a fare in questi anni a una persona che e’ stata molto importante nella mia infanzia. La sua gioia e’ stata una soddisfazione davvero grande. Quindi… sono proprio felice! E’ bello ritrovare qualcuno di cosi’ vicino (e senza bisogno di Facebook!) e dopo aver ricordato il passato donargli qualcosa di cio’ che siamo diventati negli anni in cui ci si e’ persi di vista. Ti fa guardare indietro a chi eri, a dov’eri e a dove sei adesso. E pur con tutte le mie angosce e ansie (molte delle quali mi hanno tenuto lontano da questo blog di recente), credo di star percorrendo una buona strada.

Der Fürst und das Mädchen

Alle 20 c’e’ il TG1. Una volta lo guardavo ma adesso proprio no e non credo serva spiegare perche’.
Beh, e’ stato un bene: mi godo Blob e poi la bellissima serie tedesca di cui nel titolo del post e che in Italia e’ stata tradotta ne “Il principe e la fanciulla”.
Si tratta di una produzione tedesca della durata di circa 20 minuti a episodio. La considero una via di mezzo fra Dallas e una soap, con gli intrighi d’affari del primo e alcuni elementi da soap. Molti esterni, set di lusso, panoramiche che regalano respiro alle scene, momenti divertenti e drammi. Ne sono state prodotte tre stagioni fra il 2002 ed il 2007 e temo siamo agli sgoccioli (ma potrei sbagliare) ma la consiglio ugualmente!

Qui alcune informazioni:
Wikipedia in italiano
Wikipedia in tedesco (voce piu’ completa, casomai usate Google translator)
Youtube (qui trovate la sigla di apertura, stupenda e che mi ha attratto per prima e spinto a guardare le puntate…)

Bravi i tedeschi, fra questo, Alarm für Cobra 11 – Die Autobahnpolizei (Squadra Speciale Cobra 11) e il vecchio ma sempre bello Die Schwarzwaldklinik (La clinica della foresta nera) da anni riescono a coinvolgermi fin quasi piu’ degli statunitensi!

Occhi… OK

Il titolo dice tutto, grazie a chi mi ha scritto e a chi mi ha pensato oggi ;-)
E’ stata anche l’occasione per risentire alcune persone via SMS.

PS: solo a me puo’ capitare che la mia oculista, parlando a un collega, dica “chiediglielo, e’ lui che ci ha fatto mettere Firefox!” ;-)

Una interessante discussione… aperta

Segnalo una bella discussione su FB nel blog di Massimo Mantellini. Non parla tanto di privacy e altre cose che ben sappiamo tutti, quando di target e dinamiche sociali online.

Puo’ leggerla e parteciparvi chiunque, non bisogna essere pseudo-amici dell’autore per dire la propria. E a margine questa per me e’ la principale differenza fra il web sociale, aperto, e la chiusura di FB, tanto aperto al suo interno quanto chiuso verso l’esterno, quasi a voler creare un nuovo microcosmo e obbligare chi vuol accedervi a regalare informazioni sulla propria vita all’azienda.

Rapporti sociali nell’era delle reti sociali

E’ sconcertante rendersi conto di come taluni siano riusciti a sfruttare i desideri delle persone per profitto.

Oggi se da una parte passiamo il tempo a firmare documenti sulla privacy per fare qualsiasi cosa, dall’altra in tanti fanno a gara per regalare la propria vita (e spesso anche quella dei propri conoscenti) ai social network, esponendosi a una gran quantita’ di rischi passati e futuri (per esempio quando un datore di lavoro scoprira’ che amano dar di matto alle feste o una fidanzata praticante vedra’ le loro opinioni di 5 anni prima su certi temi etici…).

Fin qui uno potrebbe, entro certi limiti, pensare “fatti loro”.
Poi pero’ la voglia di emancipazione (“il mio spazio, senza intermediari”), di notorieta’ (“tutti vedranno quel che faccio”) e soprattutto di approvazione e appartenenza (“sono nel gruppo, il gruppo e’ con me”) porta a vere esagerazioni. Cosi’ nasce e si diffonde il fenomeno del “o con noi o lontano da noi”.

Sempre piu’ spesso vengo a sapere di persone, giovanissimi ma non solo, isolate dai propri conoscenti perche’ non si piegano a raccontare la propria vita al mondo e ad un’azienda offrendo dati, foto, attivita’, frequentazioni e soprattutto relazioni. Sei stato malato e vuoi i compiti della settimana? Se non sei su FB sei fuori. Vuoi sapere quando si terra’ la prossima festa? La organizziamo su FB, iscriviti cara o stattene a casa sola. E via cosi’…

Da questa situazione ci sono tre vie d’uscita.

1) la persona e’ forte e resiste o catalizza comunque l’interesse del gruppo o parte di esso (compagni di scuola, colleghi, soci del club di bocce, ecc…).quindi puo’ benissimo resistere alle pressioni.

2) la persona cede, rinnega scelte liberamente fatte (per gusti, buon senso, precauzione o quant’altro) e insegue il gruppo, contribuendo a peggiorare lo stato di chi si trova nella terza situazione.

3) la persona non cede o non puo’ farlo (situazione economica, divieti famigliari per i piu’ giovani, limiti fisici, ecc), si trova isolata e ne soffre, con parte del gruppo che per trovare conferma alla propria scelta di seguire gli altri acuisce l’isolamento con comportamenti o frasi di critica.

Volete vedere alla prova il meccanismo? Dite ai vostri amici che non vi piacciono certi social network. O vi salteranno addosso o vi derideranno. Siete voi che non avete capito niente e vi isolate. I cool sono tutti li! ;-)

Sette anni fa la parrocchia con cui collaboro aveva un esercito di chierichetti. A un certo punto pensammo anche di creare uno spazio online per favorire il dialogo fra loro. A fermarci la consapevolezza che alcuni non avevano ne’ avrebbero potuto avere un computer e la connessione. Decidemmo quindi di evitare di creare quelli che definii “due cerchi concentrici”, uno dei ragazzi continuamente in contatto fra loro e quindi piu’ vicini e l’altro degli esclusi.

Dagli insegnanti ci si aspetterebbe lo stesso buon senso di un gruppo di volontari parrocchiani, non che diano i compiti sul gruppo della classe (w la privacy sui luoghi frequentati…).
Bisogna disincentivare questo effetto perverso per cui la vita di una classe o di un ufficio ruota attorno alla disponibilita’ di tutti di determinate risorse! Altrimenti ci va di mezzo non solo chi fa scelte diverse (e ne ha tutto il diritto e secondo alcuni anche molte ragioni di farle) ma anche chi non puo’, perche’ meno agiato o frenato da altre difficolta’.

A tratti mi sembra che queste reti sociali portino con se’ molto isolamento, complici anche scelte avventate di chi resta abbagliato dalle novita’ senza analizzarne le conseguenze… sociali.

Still alive, vigilia, cambiamenti

Sono ancora vivo, eh!
Cambiano abitudini, frequentazioni e magari la sera resta meno tempo o voglia di scrivere qui dopo che hai commentato su qualche sito di quotidiani locali, scritto in qualche forum o dato il tuo contributo a it.wiki.

Domani, dopo tanto, test del campo visivo.
Quanta acqua e’ passata sotto i ponti dall’ultimo. Ci saranno nuove persone che mi chiederanno com’e’ andata e altre che non lo sapranno nemmeno. Ma e’ la vita credo e nonostante il periodo, quest’anno, i pensieri e tutto, mi sento bene, ho ancora tante nuove idee e sono soddisfatto di cio’ che faccio.
Al punto che stasera mi regalo, cosa rara per me, un po’ di normalita’ e dopo il film della sera (l’ultima puntata di RIS) me ne vado a letto per farmi serenamente otto ore di sonno.

Ouch! Aruba, MySQL e InnoDB!

20/7/2012: rispetto a quanto scritto in questo post di due anni fa e’ giusto dire che da dicembre 2011 Aruba supporta le tabelle InnoDB: leggi qui.

Aruba non supporta le tabelle di tipo InnoDB per i database MySQL.
Un poveraccio che deve fare un programma che usa un db da mettere su un sito ospitato da Aruba non puo’ quindi usare ne’ transazioni ne’ tabelle con chiavi esterne.

A questo punto se uno non prevede grossi carichi di lavoro e soprattutto si aspetta molte consultazioni e pochi update concorrenziali, quasi gli conviene usare SQLite che e’ integrato in PHP5 e dalla 3.6.22, presente in PHP 5.3.2, gestisce le chiavi esterne.

Come sono contento di essere su DreamHost…
Intanto pero’, devo fare salti mortali extra…
Intanto googlo e vedo se trovo alternative per usare le chiavi esterne senza InnoDB (si’ lo so, i trigger, ma un altro motore che le offre e che e’ disponibile su Aruba ci sara’…)

Edit del 16 aprile: no, MySQL5 richiede il privilegio SuperUser quindi niente Trigger…

Il 3 aprile

Quante cose da scrivere anche se e’ un po’ che trascuro questo blog. Troppi pensieri, impegni e stress
Ma di questo voglio parlare, quindi mi ritaglio una mezzora per scrivere.
Scrivere che il 3 aprile non era Pasqua, era la vigilia, ma e’ stato un giorno speciale, sereno e bello per tre ragioni.

Ho incontrato due persone deliziose di cui una tanto tanto cara e buona che praticamente e’ venuta a Venezia piu’ per me che per la citta’ (l’azienda del turismo dovrebbe pagarmi ;) e l’altra tanto tanto buona che a VE ce l’ha portata :)
E’ stato bello, rasserenante, divertente e commovente anche se il tutto e’ iniziato con istinti omicidi visto che ho atteso 25 minuti in quel delle fondamenta Santa Lucia (davanti alla stazione di VE, per i profani). Poco male, di solito il ritardatario sono io quindi credo di aver pagato un pegno cumulativo!
Abbracciarsi e stritolarsi e’ una cosa che resta sempre impagabile. Coinvolgere negli incontri anche altri amici via cellulare, poi, e’ delizioso (W le chiamate gratuite). E’ un po’ come quando ai concerti si chiamano gli amici per condividere un attimo di gioia.

Sabato ho messo in pratica una consapevolezza da poco acquisita: il senso del regalo. Andare in un negozio, comprare un oggetto, far fare un pacchetto. Bello, veloce, ma e’ un vero regalo? Non tanto. Ben diverso e’ prendere un proprio oggetto, magari cui si e’ legati da un vincolo affettivo, e donarlo a qualcuno cui si tiene, tornare a casa e percepirne l’assenza nella consapevolezza che e’ in mano e sara’ usato da una persona cui si e’ legati. Ecco, ho voluto sperimentare questo e ne sono particolarmente felice. Ho donato alla persona che ho incontrato una penna USB che avevo acquistato nel 2007, nel pieno della mia rinascita dopo l’intervento agli occhi. Niente di stratosferico (pero’ son pur sempre 4gb) ma sono stato tanto felice di dargliela. Le sara’ utile ed e’ in buone mani :)

E poi c’e’ la terza cosa, che la mia amica non puo’ sapere e che confido a questo blog. Trovarsi con lei non e’ stato bello solo per l’incontro in se’ ma per la mia autostima. Mai e poi mai in passato avrei potuto con tanta tranquillita’ prendere l’autobus fino a Venezia, cavarmela con quel pasticcio della validatrice iMob (che richiede articolate iterazioni fra pulsanti + e OK se si sono caricati differenti tipi di biglietti sulla scheda, il tutto in equilibrio precario con l’autobus in movimento, la gente e un display poco leggibile), arrivare a Piazzale Roma, fare mente locale di dove andare per ritrovare l’autobus al ritorno, andare alla stazione e aspettare con serenita’. Mai e poi mai avrei potuto farlo con lo sdoppiamento. Era difficile perfino andare alla stazione di Mestre! E prima dello sdoppiamento ero ragazzino ed era diverso. Insomma, ho di nuovo toccato con mano quanto l’intervento della dottoressa Franch tre anni fa mi ha cambiato. Sempre poca vista ma non e’ confusa e mi sento piu’ sicuro e posso pescare un angelo e stritolarlo :)

E questa e’ stata la vigilia di Pasqua che ha reso sereni anche i giorni successivi. Primavera, impegni e stress vari stanno colpendo duro ma mi basta tornare indietro per sentirmi davvero felice e sereno. E so chi devo ringraziare :)