Fermati, leggi, diffondi. E’ importante.
Fermiamo insieme la strage degli agnelli.
Puoi farlo anche tu, ora. Leggi e decidi col cuore.
Fermati, leggi, diffondi. E’ importante.
Fermiamo insieme la strage degli agnelli.
Puoi farlo anche tu, ora. Leggi e decidi col cuore.
Sentirti ridere
Tu che hai provato uno dei dolori piu’ grandi che un bambino possa vivere. Un dolore che ti ha perfino cambiato la voce.
Oggi mentre rientravi e passavi sotto la mia finestra eri felice, serena, iper coccolosa con i tuoi nonni. Una preghiera per te. Che il cielo azzurro di questi giorni resti azzurro nel tuo cuore e ti sostenga nei giorni piu’ difficili.
Vederti giocare.
Un altro angioletto. Giugno 2003. Avevi 5 anni, ci dissi tu o la tua mamma. Ora ne avrai 13, bimba incontrata per caso in un giardino a Venezia. Per caso. Ai Giardini Santa Chiara e Chiara era il tuo nome. Un caso che segnava il tempo a venire. E tu bimbetta che avevi “catturato” 4 grandi (io, Maf, un suo amico e il buon Manuel) sfiniti da ore a piedi per Venezia. Ci sedemmo su una panchina e tu giocasti a fare la piccola attrice perche’ ti sorridevamo e battevamo le mani. E non volevi piu’ farci andare via e quando infine ci alzammo ci seguisti finche’ la tua mamma non ti chiamo’, scusandosi con noi (e di cosa, signora?) Spero tu sia cresciuta allegra e serena come allora.
Piccoli angeli che attraversano le nostre vite, che incontriamo o possiamo anche non incontrare mai. Creature sofferenti o serene a cui augurare ogni bene, da proteggere anche solo nella preghiera.
Una piccola attenzione verso il prossimo
Ieri di ritorno dal cimitero stavo per inciampare su una pietra rotta di un marciapiede. Son tornato indietro e l’ho sistemata alle bene e meglio perche’ nessuno inciampi. Una signora mi ha detto “non tutti hanno le sue viste purtroppo”. Non si poteva certo riferire agli occhi ma al cuore. E infatti io cerco di guardare con il cuore. Di ascoltare con il cuore. Di agire con il cuore. Spesso fallisco, mi lascio prendere, cado, sono egoista, ma ambisco a guardare con il cuore.
E’ solo guardando il mondo con il cuore che si da’ peso alle piccole cose e i ricordi preziosi sono anche quelli di una piccola peste che fa la matta con 4 ragazzi che ridono e la applaudono stremati su una panchina in una sera di giugno prima della tempesta.
Le immagini attuali di Mestre su Google Street View sono incomplete, soffrono di una pessima illuminazione e sono state realizzate nel 2008 nel pieno dei cantieri del tram. Decisamente migliori quelle di Visual Pagine Gialle e soprattutto di Venice Connected voluto dal Comune, con una copertura quasi totale e un’ottima illuminazione. Peccato che tali servizi, a differenza di Google Street View, non offrano la possibilita’ di integrare in altri siti il navigatore o link diretti alle varie immagini.
Qualcosa potrebbe presto cambiare. Un pao di settimane fa degli amici hanno visto la Google Car girare per le strade di Mestre, anche quelle secondarie. Dunque Google sta aggiornando le immagini della citta’. Se faranno lo stesso per Venezia ci sara’ da esultare… anche se dubito si raggiungera’ mai il livello del sito realizzato da GeoMondo per il comune e a cui va ogni volta che lo uso la mia ammirazione.
In ogni caso e’ sempre meglio avere piu’ scelta quindi aspetto con ansia i 2 o 3 mesi necessari all’aggiornamento e poi vedremo cosa ci dara’ Google! Senza dimenticare che prima o poi arrivera’ StreetSide di Microsoft…
E pensare che una decina d’anni fa ortofoto del Portale Cartografico Nazionale erano il massimo che potevamo desiderare (ed erano comunque rilevanti, sia chiaro: lo navigammo per ore e ore con gli amici…). E prima ancora c’era lo storico Terra Server di Microsoft (mi pare) con foto satellitari in bianco e nero davvero minuscole.
Fra un po’ chissa’ dove arriveremo…
Era dicembre 1990, lo ricordo bene.
Controvoglia, per l'”ostinazione” benedetta dei miei medici, ero ancora una volta in ospedale, a curare il glaucoma di un occhio capace di distinguere solo luci e ombre. Io che da poco piu’ di un anno avevo dovuto affrontare lo sdoppiamento e avrei voluto curare quello. Ma non era il tempo purtroppo.
Controvoglia ma ero la e ricordo che poche ore dopo l’intervento mi concessero di tenere -basse basse- le cuffie per sentire da un walkman la musica. La musica dei miei amati Pooh che gia’ 2 giorni prima avevo sentito provenire da una TV e mi aveva curato -almeno per un attimo- il cuore.
Stanotte e’ tutto diverso. Sono nella mia stanza, davanti a un 22″ colorato e magnifico. Me li godo a pieno schermo da YouTube in una registrazione fatta da qualche fan della magnifica parte strumentale di “Dove comincia il sole”, con le divine dita di Dodi in primo piano per tutto il tempo.
Auricolari buoni, e questo pezzo di assolo+coro che mi tocca fino al cuore e lo cura -almeno per un attimo.
Siete una costante della mia vita e non smettero’ mai di dirvi grazie, anche se oggi ascolto piu’ musica, anche se alcune cose che fate non mi piacciono. Grazie per esserci e contribuire a curarmi il cuore in certi momenti.
E adesso andiamo avanti che c’e’ un fil di lana da finire di avvolgere per creare parte del mio domani!
Io sono una persona abitudinaria, vuoi per scelta vuoi per necessita’. Vedendo poco prediligo percorsi noti. Ma a volte mi viene voglia di evadere dalla routine, nonche’ di mettermi alla prova, nonche’ di cercare nuovi stimoli.
L’occasione ieri me l’ha data il convegno Internet: diritto costituzionale che si teneva proprio qui a Mestre. Occasione ghiotta, anche perche’ il convegno vedeva protagoniste persone che ammiro molto come l’assessore Bettin e soprattutto Stefano Rodota’, noto ai piu’ per essere stato il garante della privacy e agli informatici meno giovani per la sua partecipazione alla piattaforma telematica Agora’). Occasione per andare in un posto diverso, fra gente diversa, rivedere Davide, e…
Sono stato fra i primi a provare il tram di Mestre all’inaugurazione di febbraio 2010 e sono fra gli ultimi a salirci nel servizio regolare. Comodo e veloce. Arrivo alla fermata e il display dice che mancano 7 minuti al passaggio. Arriva preciso e 7 minuti dopo sono alla mia destinazione, abbastanza distante. Viaggio veloce, il tram ha la precedenza su tutti e puo’ far diventare verdi i semafori. Grandi vetrate per guardare fuori e passare il tempo. Sedili enormi ma si sta bene anche in piedi. Due frugoletti seduti poco piu’ in la’ ridono, si divertono a guardare fuori e fare il verso alla voce che annuncia la fermata successiva. E’ strano guardarsi attorno e vedere cosi’ tanta gente. Diversi nuclei di amici che parlano fra loro. E’ bello non doversi spostare verso la porta d’uscita. Dove sali, poi scendi. Il tram rallenta, si illumina un pallino verde e si sente un suono. Una vecchietta davanti a me senza esitazione preme e la porta si apre. Vedo salire senza difficolta’ una signora con una carrozzina, del resto non c’e’ dislivello fra tram e piattaforma. Luminoso, comodo e bello. Per chi ama la vita, l’ambiente e guarda con gioia al futuro.
In compenso l’i.mob resta scomodo e poco accessibile, il piccolo display con caratteri grigi su fondo verde a me e’ invisibile. Ci passo davanti la tessera regalando agli astanti il mio nome e cognome. Bip, lucina gialla. Vado a memoria per indicargli il tipo di biglietto da convalidare. Tasto + e tasto OK. Bip, lucina verde. Andata. Assurdo e scomodo soprattutto quando un negoziante ti informa che per dirti quanti biglietti ti restano deve caricartene. Mh, all’inizio non era cosi’…
Bello. Lunghino e prolisso. Rodota’ e’ un politico ed e’ abituato a parlare. Non ha detto cose che non conoscevo ma a me interessava riscoprire il web spiegato a un pubblico non tecnico. E in questo ho avuto piena soddisfazione dal convegno.
Rodota’ ha saputo trasmettere l’emozione vibrante data dall’innovazione culturale e sociale introdotta dalla Rete. Valori che troppo spesso anche chi vive queste realta’ tende a dimenticare o sottovalutare, magari iscrivendosi a un social network ma restando mentalmente vincolato a separazioni di ruoli che grazie a Internet possono essere superate a vantaggio di una societa’ migliore e piu’ equa. E’ quello che voglio fare e insegnare e in questo senso riscoprire la Rete spiegata al grande pubblico da Rodota’ mi ha dato ulteriori stimoli e nuove prospettive per proseguire nei miei progetti. Attuali, in corso e futuri…
All’ingresso del Centro Santa Maria delle Grazie mi aspetta l’amico Davide. E’ un pezzo che non ci vediamo e penso sia qui tanto per il convegno quanto per stare con me. Un addetto, bravo, cortese e molto gentile lo aiuta a salire le scale con l’apposito montacarichi dimostrando che il centro culturale mantiene le promesse in termini di accessibilita’.
Finito il convegno riusciamo a salutare al volo Rodota’ (apprezzo il suo “ciao”, evidentemente dimostro davvero meno anni di quelli che ho) e ce ne andiamo in piazza. Un po’ di vasche per parlare dopo tanto poi decido che ho voglia di stare ancora con lui e lo accompagno verso casa “per un tratto di strada” che poi si rivelera’ essere tutta fino in fondo. E’ stato bello ritrovarsi, parlare, ricordare persone incontrate ieri e a volte perse, scambiare le esperienze che oggi ognuno di noi fa. Potrebbe essere pure nato qualcosa di speciale per uno dei miei siti ma ne parlero’ a cose fatte.
Davide mi ha donato il piu’ prezioso dei complimenti ieri: “quando ti ho conosciuto non avresti fatto quello che fai ora“. Si riferiva al decidere di accompagnarlo fino a casa in una zona di Mestre che conosco poco, di sera poi. Beh, gli ho detto, per meta’ e’ merito della dottoressa Franch e della fiducia in me che mi ha regalato l’intervento, ma per l’altra meta’… non sarei qui senza il GPS nel mio buon Nokia E52 ;-)
E cosi’ mentre arrivavamo a casa sua ho avviato il fix dei satelliti. Ci ha messo 5 minuti buoni ma l’A-GPS costa e avevo poco credito, quindi meglio attendere un po’. Ho scelto l’opzione “a piedi” e “vai a casa” e mi ha calcolato il percorso. Ci salutiamo e mi avvio.
Il percorso sembra piu’ lungo che all’andata ma e’ anche vero che prima stavo chiacchierando. Imparo a mie spese che la posizione corrente rilevata via GPS e’ abbastanza approssimativa e che, almeno la versione di Nokia Maps che ho io, non ti dice in che strada sei ma verso che strada sei diretto (il che forse e’ giusto).
Momento di panico a un incrocio: la freccia sul display indica una strada ma nei cartelli vedo che sono in un’altra e il mio puntino rosso non e’ nel percorso indicato. Buio, nessun punto di riferimento e qualche timore per i rischi da tanti paventati a Mestre (anche se erano solo le 20.30). Sentirsi persi. Poi razionalizzo. Se non ho certezza di dove sono posso sempre usare la bussola integrata per capire se sto andando nella direzione giusta. Lo faccio. Giro un po’ e alla fine mi ritrovo sul rassicurante percorso indicato in blu. Seguendo pazientemente la via (col cell che ogni tanto vibra e la voce sintetizzata di Silvia mi dice fra quanti metri devo svoltare…) arrivo in una strada che almeno riconosco. E’ sempre buio e non ho punti di riferimento ma almeno ora so dove sono. Continuo a seguire il percorso. Eccomi in una zona che conosco e in cui posso muovermi autonomamente. Fatta!
Per divertimento mi lascio guidare comunque, anche se scelgo una strada piu’ illuminata di quella proposta e lascio il cellulare a ricalcolare il percorso. 1km piu’ in la’ vengo informato, non me ne fossi accorto, che sono a destinazione. Il Nokia oggi s’e’ ripagato il costo in-te-ra-men-te. E io ammiro un mondo nel quale la tecnologia non e’ fine a se stessa ma e’ immersa nella nostra vita e ci aiuta e semplifica nelle cose. E ammiro il coraggio di aver affrontato questa piccola prova.
E anche il buon Davide s’e’ viziato con un tablet. Occasione per provare pochi minuti una cosa che non mi serve direttamente ne’ mi piace (non considero il touch comodo, ma capisco che per alcuni lo sia) ma che mi affascina come ogni sviluppo tecnologico.
Credo e vado ripetendo che cio’ che mi rende ancora un buon informatico sia l’essere affascinato dalle cose nuove. Posso leggerle, capirle, ma se mi trovo a usarle mi ci diverto con lo stupore di un bambino. E finisce che scopro cose che il proprietario non sapeva, come la rotazione della mappa con due dita :)
Per altro covavo l’idea di comprare un tablet per permettere a mia madre di avvicinarsi al web che la attrae anche se non tramite un PC. Forse per lei un’interfaccia touch screen puo’ essere effettivamente comoda. L’averne usato uno aumenta questa voglia di regalargielo e descrivendogliene l’interfaccia ne resta affascinata. Prima di decidere aspetto un paio di mesi per sapere da una persona competente se il WI-FI puo’ farle male (io posso temerlo o sospettarlo ma alla fine un medico ha piu’ basi per dirlo, anche sapendo in casa gia’ mi arrivano, pur a potenza ridotta, varie reti dei vicini). A meno di non trovarne uno con presa Ethernet, anche se l’idea dei cavi non le piace.
Resta che ho provato una cosa nuova che mi da’ spunti di crescita.
Insomma, una bella giornata che ha schiuso pensieri, obiettivi, voglia di continuare a camminare, crescere e costruire. Rigenerante, anche se e’ bello poi tornare a casa, alla vita e alle cose di tutti i giorni.
W Mestre, il tram, Internet e le piccole sfide a se stessi! ;-)
Premetto che questo non e’ un pesce d’aprile. E’ invece una critica alla societa’ Adobe Systems i cui programmi della serie Creative Suite CS5 oltre a essere tanto belli e tanto costosi, sono anche tanto… inadatti agli ipovedenti.
Photoshop CS5, Premiere Pro CS5 e After Effects CS5 ignorano le impostazioni DPI di Windows e non ingrandiscono testi ed elementi dell’interfaccia anche se l’utente aumenta il valore dei DPI per propria necessita’ o cambia i font. Solo li contenuto dei menu varia, ma neppure le relative etichette. Stessa cosa per Catalyst e Media Encoder. Dei programmi che ho si salva solo Illustrator la cui interfaccia si apre ingrandita e apparentemente funziona correttamente.
Nel forum Adobe non mancano critiche e segnalazioni al riguardo ma nulla, si vede che non e’ un problema sentito…
Il guaio e’ che dopo il danno arriva la beffa!
Dopo la delusione con i prodotti CS5 ho scoperto che InDesign CS4 rispetta i DPI e si ingrandisce, pulsanti dell’interfaccia compresi. Ero cosi’ contento… almeno un programma, dicevo!
Beh, mi sbagliavo. Non avevo visto che molti elementi dell’interfaccia non erano piu’ cliccabili. Un po’ di ricerche su Google e ho scoperto l’amara verita’: secondo Adobe InDesign puo’ presentare problemi in presenza di una impostazione DPI troppo elevata (di default e’ 96, io ho 135). Qui la fonte.
Siccome mi guardo bene dal ridurre i DPI, ho dovuto far girare InDesign in modalita’ compatibilita’ escludendo appunto il supporto DPI (l’alternativa di disattivare AERO, suggerita nella pagina, non ha effetti).
Bene, brava Adobe. Non solo non supporti quelli che vedono poco ma complichi loro la vita. Un patch per risolvere questi problemi, no vero? Meglio inventarsi altre fantasticherie da vendere a carissimo prezzo fra 6/12 mesi.
E’ vero che i programmi Adobe hanno pochi rivali ma e’ altrettanto vero e scandaloso che software commerciali iperprofessionali non abbiano nemmeno la possibilita’ di essere ingranditi un po’, quando in programmi totalmente liberi come Firefox e Thunderbird si arriva a poter personalizzare l’interfaccia modificando semplici file di testo…
NO COMMENT…
L’Italia e’ un bel paese. Io per fortuna ieri sera ero fra gente che nonostante viva in un Veneto dominato da valori sempre meno equi, si impegna per il prossimo in difficolta’.
Mi sono risparmiato i TG della sera, non ho visto che un Ministro della Repubblica ha fatto quel che ha fatto usando i toni che ha usato. Non ho visto la discesa del premier a Lampedusa, dove gia’ che c’era ha comprato un’altra casa (che razza di segnale e’ ai poveri e a chi e’ arrivato in un barcone?!).
Ieri sono stato nel mondo reale, giusto, bello. di chi si impegna e non si considera piu’ importante degli altri per una poltrona, un ruolo, la paternita’ di un’idea.
Ieri sono stato fra gente che guarda il tuo lavoro e lo apprezza, ma soprattutto che apprezza le persone per cio’ che sono prima che per cio’ che sanno fare. Fra gente che fa grandi sogni, spesso molto piu’ grandi di loro. Ed e’ il solo modo per realizzarli: guardare lontano, smettere di accontentarsi, di fare solo cio’ che non ci costa fatica. Faticare, impegnarci, perche’ cosi’ noi possiamo cambiare in meglio la vita degli altri.
E ieri ho seminato. Ho seminato il lavoro che ho fatto in questi mesi (e che apriremo presto al pubblico) e ho accennato alcuni propositi. Propositi che piacciono, propositi per fare qualcosa di piu’ per crescere e far crescere.
E so gia’ che il mio progetto, che lentamente sta prendendo corpo, piace e tocchera’ di sicuro due continenti grazie anche a questi nuovi amici.
E’ questo il lato bello. E’ prendere le proprie forze e usarle per fare qualcosa di buono. Per se’, per le persone a cui teniamo dal profondo del cuore ma non solo, anche per chi non conosciamo. Anche per chi forse non incontreremo mai ma che grazie al nostro impegno trarra’ un giovamento per la propria vita, foss’anche solo un sorriso in piu’.
E ieri ho capito che al di la’ dei siti e delle cose che so fare, dentro me ho molto da dare. Me l’ha fatto capire anzi riscoprire quella sala di gente che mi ascoltava e ascoltava il mio sogno di usare il web per far crescere il loro sogno.
I complimenti sono belli e ne ho ricevuti tanti ed essere li’ e’ stata un’emozione per i motivi esposti nel post precedente. Ma e’ stato ancora piu’ bello sentire che in quella sala stavamo costruendo qualcosa e stava rinascendo qualcosa nel mio animo come l’anno scorso al mio laboratorio al GREST.
Autostima e sogni. Sogni non fini a se’ stessi ma proiettati verso chi ha bisogno. Bisogno di cibo, di un tetto, della corrente elettrica o anche solo di un “di piu'” nella vita nella sua agiata citta’.
Si uniranno i miei e i loro sogni che in comune hanno la voglia di darsi agli altri. Io ho donato loro la mia disponibilita’ prima che la mera competenza, loro mi hanno donato la voglia di tornare a guardare lontano, oltre la realta’ e lo stato delle cose attuale.
Domani sara’ piu’ bello anche se i sogni richiedono sacrifici. Se smettessi di sognare e restassi fermo a cio’ che ho starei come negli ultimi mesi, impegnato a difendere progetti ormai persi. Se piaccio a qualcuno e soprattutto piaccio a me e’ perche’ amo sognare e donarmi agli altri. Come ho scritto ieri, il cuore e’ grande e c’e’ posto per tutti!
Una premessa: cio’ di cui qui parlero’ non fa venir meno l’amore con cui mi occupo dei tanti altri siti solidali, da Carpenedo e relativo Gruppo Missioni (il mio fiore all’occhiello) al don Vecchi, alla Banca del Tempo Libero di Mestre. Il cuore e’ grande e c’e’ posto per tutti!
Un paio di mesi fa ho ricevuto una chiamata inaspettata: era Lucia Trevisiol, la storica caposala dell’oculistica di Mestre che io ho ben conosciuto per tanti anni.
Suo fratello don Armando, che aiuto da anni, le ha indicato me come “genio del computer” a cui chiedere di rifare il sito dell’associazione con cui lei porta avanti il progetto di aiuto al villaggio di Wamba avviato tanto tempo fa dal professor Rama (altra figura chiave per me)
Cosi’ mi son messo al lavoro, ho aggiornato alcuni dei miei programmi PHP e composto un sito che chi fra gli amici ha gia’ visto, ha gia’ definito bello. E soprattutto che piace a quanti nel comitato direttivo dell’associazione, l’hanno visto.
E stasera dovro’ presentarlo loro, di persona, alla riunione dell’associazione. E’ una grande emozione, perche’ rivedro’ Lucia, perche’ so di agire per aiutare qualcosa voluto da colui che mi ha salvato gli occhi e di cui fra l’altro fa parte anche la dottoressa Franch (che e’ stata felicissima di sapere che me ne occupo io).
Non so se e’ piu’ emozionante andare a parlare in pubblico o il contesto nel quale lo sto per fare, ma so che sono carico e felice e spero che questa carica mi aiuti a portare a termine un certo altro progetto. Di cui fra parentesi stasera parlero’ perche’ ho una certa idea di cooperazione con il Kenya al riguardo…
Poi, appena avro’ il via libera vedrete tanto il nuovo sito (per ora e’ ancora online il vecchio, non fatto da me) e a breve spieghero’ qual e’ questo progetto (non) tanto misterioso a cui sto lavorando e cosa c’entra il Kenya… ;-)
Insomma… sono carico!
Il che non cancella tutti i problemi ma forse mi dara’ la forza per affrontarli meglio.
E alla fin fine sono riuscito a scegliere un monitor nuovo!
Si tratta del DELL 2209wa, un 22″ E-IPS da 1680×1050 con dot pitch 0.28 e aspect ratio 16:10 molto piu’ adatto all’uso del PC di un 16:9 secondo me.
L’ho ordinato sul sito DELL domenica 13 marzo, ha viaggiato dalla Spagna e mercoledi’ 16 verso sera era al centro di smistamento UPS di Mogliano Veneto. Il giorno dopo era festa e quindi me lo hanno consegnato venerdi’ mattina. Essendo un giorno pieno, l’ho installato sabato 19.
Direi che per me e i miei occhi e’ stato un ottimo acquisto sebbene l’adattamento abbia richiesto un po’ di tempo complice anche il periodo: ho sviluppato una ipersensibilita’ al pollini, visto che ogni anno in questa stagione i miei occhietti, gia’ provati, si affaticano facilmente. Fortunatamente poi giovedi’ scorso la mia meravigliosa e inimitabile oculista mi ha dato un collirio che ha sistemato le cose.
Torniamo al monitor.
Il DELL 2209WA ha un pennello E-IPS che mantiene le promesse: ottimi angoli di visione e colori fedeli. Direi che questo e’ il solo degno erede del mio povero CRT Philips da 17″ ed e’ su un altro pianeta rispetto ai tanti monitor TN che ho visto e usato in tanti posti.
La resa dei colori forse potrebbe perfino migliorare con un calibratore ma non l’ho e inoltre di solito, ehm, li regolo generalmente in base a come vedo l’immagine e alle necessita’ dei miei occhietti.
Nelle recensioni si parla anche di un input lag basso ma presente. Essendo il mio primo LCD, temevo il problema ma sinceramente non lo percepisco. Probabilmente il mio hardware (mente / mano / occhio) ha piu’ millisecondi di latenza del monitor. ;-)
Sempre sulla base delle recensioni e dei commenti sui forum temevo la presenza di pixel bruciati, un problema intrinseco nel processo produttivo dei pannelli LCD e che le aziende tengono in seria considerazione. La DELL, come altre aziende, ad esempio offre la sostituzione del monitor in presenza di un pixel o di alcuni subpixel (non ricordo quanti) bruciati. Fortunatamente non ce ne sono… o almeno io non ne vedo, quindi lode alla DELL e ai miei occhi :)
Temevo inoltre le scie tipiche dei primi LCD. Ebbene… non ce ne sono, nemmeno con lo scroll di scritte chiare su fondo scuro (problema dato dall’overdrive di certi monitor, come quello dell’amico Oreste). Anzi c’era piu’ persistenza dell’immagine nel CRT collegato via VGA che in questo collegato in DVI! I primi giorni notavo un po’ di sfocatura in alcuni movimenti veloci delle finestre o del mouse (ma non, ad esempio, nello scroll del testo) ma forse l’occhio ci si e’ abituato e ora non ci faccio piu’ caso.
Che dire poi della base? Posso alzarlo, inclinarlo in orizzontale, per mostrare l’immagine a qualcuno o guardare qualcosa dal letto, inclinarlo in verticale (raro ma ho notato che a vole torna utile). In sostanza non sono piu’ io che devo adattare la mia postura al monitor, con un tocco posso adattare lui. La schiena ringrazia. Se mi servisse potrei anche ruotarlo in posizione pivot ma non ne sento l’esigenza nemmeno nell’uso con InDesign.
Ovviamente il 2209WA ha anche i suoi difetti: l’angolo di visione del nero e’ limitato, ma si tratta di un limite della tecnologia IPS che si presenta in assenza di filtro di polarizzazione (usato, par di capire, in pannelli assai piu’ costosi). E’ comunque sopportabilissimo e nei film basta allontanarsi un po’ dallo schermo e svanisce.
C’e’ chi dice che ha un nero troppo chiaro. Beh io sul CRT usavo molta luminosita’, forse troppa, quindi mi cambia poco…
Un problema piu’ pratico e’ che scalda e siccome la parte interessata al calore mi e’ piu’ vicina rispetto al CRT ove era sul fondo, beh, diciamo che non avro’ freddo ne’ ora ne’ questa estate (argh!). Dovrei tenerlo piu’ lontano ma cosi’ avrei problemi con gli occhi. Per altro tenerlo vicino (25-30cm a occhio) aumenta l’angolo di visione verso le parti piu’ periferiche facendo perdere un minimo di contrasto, ma e’ proprio minimo. Il mio vecchio CRT ha avuto fin dall’inizio problemi di uniformita’ del colore assai piu’ rilevanti (penso a causa di campi magnetici), quindi per me e’ comunque un passo avanti. Oltretutto quando lavoro ho sempre la finestra principale in linea con lo sguardo e se guardo un video generalmente mi allontano quindi il problema viene meno.
L’ultimo dei difetti e’ che non usando una retroilluminazione LED ma a lampade, queste impiegano alcuni minuti a scaldarsi e finche’ non sono a regime la luminosita’ e’ piu’ bassa e va in crescendo.
In conclusione, sicuramente la tecnologia LCD ha ancora dei passi avanti da fare per eguagliare la fluidita’ e la resa dei colori di un CRT, ma il passaggio da un monitor consumer a un semi-pro come questo mi ha regalato sorprese e soddisfazioni sinceramente inattese. Sono contento della scelta e del fatto che vadano diffondendosi a prezzi accessibili dei pannelli di qualita’ piu’ evoluta dei pannelli TN. Vuol dire che in futuro le cose miglioreranno ancora.
Sono stato a lungo un die hard fan del CRT ma francamente a distanza di 9 giorni dall’installazione non saprei piu’ tornare indietro.
Questo spazio dovrebbe contenere un post a cui tengo molto ma i miei occhi ancora in fase di adattamento al nuovo monitor mi spingono a rinviarlo a domani… ;)
Non avevo mai cantato con tanta gioia l’Inno d’Italia, che pur amo, come con loro! Grazie Roby, Red e Dodi! Come ha commentato qualcuno “siete il fiore all’occhiello del paese” e potete cantare TUTTO (e finalmente live)!
E per citare Dodi: “Viva l’Italia UNITA!”
Senza ripetermi, che sono pigro: ho fatto il grande salto. Ed e’ davvero grande: 51cm per 36cm, per una diagonale di 56cm ;-)
Un incidente, un atto terroristico o una catastrofe naturale.
Tre fattori imprevedibili e nessuno davvero evitabile.
Quel che e’ successo a Chernobyl lo sappiamo.
Il rischio di attentati c’e’ sempre.
I terremoti non sono evitabili e spesso non si puo’ far fronte nemmeno alle altre catastrofi naturali.
E IL CENTRO-DESTRA VUOLE RIPORTARCI AL NUCLEARE?
Io nell’87 ero minorenne e non ho potuto votare al referendum contro il nucleare ma la maggior parte degli italiani ha votato per il NO e oggi sarebbe un atto antidemocratico imporre per legge un ritorno all’energia che tanta morte puo’ portare.
Quel che fatico a concepire e’ come un paese che ha subito due bombe atomiche possa aver consapevolmente scelto di riempirsi di centrali nucleari.
Prego per le vittime della natura e ancor piu’ che non si aggiungano vittime delle sconsiderate scelte umane. E prego di non trovarmi domani nella loro situazione a causa di scelte fatte senza consultare i cittadini.
Devo riprendere a scrivere qui un po’ di piu’ :) PS: altra nuova versione di WP… funziona tutto?
E’ iniziato il valzer delle indiscrezioni sull’esame del corpo. E ci raccontano cosa ti hanno fatto. Come sei morta. Che ti sei difesa. O almeno, piccola stella, ci hai provato. E dovremmo capire che chi l’ha fatto non merita tutta la violenza del mondo rovesciata su di lui se no diverremmo violenti anche noi. Dovremmo. Io provo una rabbia immane per lui e una tristezza immensa per te. E per tutte le Yara del mondo che non conosciamo ma a cui accade lo stesso. Mondo cinico cattivo insensibile!
Oggi quando ho letto su Televideo che i tuoi genitori si stavano dirigendo a Milano per il riconoscimento non ho potuto che pregare. Subito e immediatamente e a lungo per loro, perche’ fossero sostenuti dagli angeli e da Dio in questa prova.
E prego per te… che lassu’ tu stia serena, che la pace del mondo astrale (che so bene esserci) ti faccia dimenticare quella notte di paura e dolore…
Ti penso. Non ti dimentico solo perche’ i media oggi parlano di altro.
Questo volevo scriverti proprio oggi a tre mesi dalla tua scomparsa, pensandoti, sperandoti viva, illudendomi che lo fossi. Rapita? Portata via da conoscenti? Dove, chissa’, ma viva.
Ma non lo sei. Oggi, per una coincidenza che appare in effetti strana, hanno trovato cio’ che di materiale resta di te.
La tua anima e’ altrove, forse da tempo. Sapremo, ci diranno, faranno inchieste e programmi d’approfondimento, inutili e indagatori.
Il fatto resta. Non sei piu’ qui. Perdonaci. Perdona questa societa’ che puo’ perdere una tredicenne in una sera di novembre. Perdonaci e veglia sui tuoi genitori e i tuoi fratelli. Hanno bisogno di sentire che ci sei e che non li abbandonerai.
Prego per te che la vita nel mondo astrale sia di sollievo da cio’ che hai vissuto e che non mancheranno di scoprire, sia esso incidente o…
Ciao Yara…
Gheddafi, che essere infame.
Provo orrore a pensare che il mio Stato l’ha accolto e ci ha fatto trattati!!!
Meglio mille, diecimila, centomila, un milione di clandestini a Lampedusa che un essere come lui, capace di tali massacri, nel nostro territorio, accolto con ogni onore.
Ma non sapevano chi era? Ma non capivano chi era?
Hanno fatto fare all’Italia patti con un essere simile per cosa? Per frenare l’immigrazione? Per soldi, insanguinati soldi e altrettanto insanguinato petrolio?
Che vergogna!!!
Se questo paese fosse serio tutti i contratti verrebbero congelati in attesa che la Libia torni a essere governata da persone degne di rappresentare un popolo.
Qualche ora fa volevo fare un post chiedendomi dove se ne sarebbe scappato Gheddafi. Ora c’e’ chi ipotizza la cosa piu’ orripilante. Mah! Dai miei governanti mi aspetto di tutto ma se fanno questo spero che il vento inizi a soffiare anche da noi!
E intanto ribadisco che cio’ che l’Italia ha detto e soprattutto non ha sin qui detto sul mostruoso massacro libico, e’ stato fatto NON IN NOME MIO.
E vedo che non sono l’unico a dirlo…
Quando leggo che a Tripoli i manifestanti vengono bombardati e che il governo del mio paese non ha il coraggio di gridare il proprio sdegno e avviare azioni dirette in favore dei dimostranti, provo vergogna di essere rappresentato da questa gente.
Esprimo qui il mio piu’ totale disprezzo verso il dittatore libico Gheddafi che come altri dell’area sta massacrando la sua stessa gente “rea” di protestare contro la sua dittatura.
Straziante pensare al silenzio dei suoi “amici” in altri stati come purtroppo nel nostro. Amici che quando trattano con lui accordi come quello indegno sul “controllo dei flussi” (che ha avuto conseguenze umanitarie devastanti) NON LO FANNO NEL MIO NOME.
Non conta niente, lo so! La mia e’ solo una piccola voce nel mare digitale, ma avendo la possibilita’ di esprimerla voglio gridare la mia distanza dall’amicizia e dai rapporti del governo in carica e del premier con quel dittatore.
Essere amici del popolo libico e’ doveroso, soprattutto dopo il male che l’Italia di ieri ha fatto in quella nazione, ma il popolo e’ una cosa, altra cosa e’ quel pericoloso dittatore che arrivo’ a rischiare una catastrofe per una puerile ripicca!
Se i nostri rappresentanti politici fossero amici del popolo libico, prenderebbero posizione contro la repressione e non dovremmo sentire frasi come “‘No, non l’ho sentito. La situazione e’ in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno‘ (fonte ANSA). Non lo vogliono disturbare e si preoccupano, ma per ben altri motivi…
Quindi ribadisco da qui la mia personale distanza dalla politica del mio paese nei confronti del colonnellodittatore Gheddafi, cui auguro la stessa sorte toccata ai suoi omologhi di altri stati della regione.
Con amicizia, affetto e preghiera sincera per il popolo libico e per i tanti che si sacrificheranno per la giusta causa di far finire una dittatura.
FORZA POPOLO LIBICO!!!