The world outside here

Io sono una persona abitudinaria, vuoi per scelta vuoi per necessita’. Vedendo poco prediligo percorsi noti. Ma a volte mi viene voglia di evadere dalla routine, nonche’ di mettermi alla prova, nonche’ di cercare nuovi stimoli.

L’occasione ieri me l’ha data il convegno Internet: diritto costituzionale che si teneva proprio qui a Mestre. Occasione ghiotta, anche perche’ il convegno vedeva protagoniste persone che ammiro molto come l’assessore Bettin e soprattutto Stefano Rodota’, noto ai piu’ per essere stato il garante della privacy e agli informatici meno giovani per la sua partecipazione alla piattaforma telematica Agora’). Occasione per andare in un posto diverso, fra gente diversa, rivedere Davide, e…

Il tram

Sono stato fra i primi a provare il tram di Mestre all’inaugurazione di febbraio 2010 e sono fra gli ultimi a salirci nel servizio regolare. Comodo e veloce. Arrivo alla fermata e il display dice che mancano 7 minuti al passaggio. Arriva preciso e 7 minuti dopo sono alla mia destinazione, abbastanza distante. Viaggio veloce, il tram ha la precedenza su tutti e puo’ far diventare verdi i semafori. Grandi vetrate per guardare fuori e passare il tempo. Sedili enormi ma si sta bene anche in piedi. Due frugoletti seduti poco piu’ in la’ ridono, si divertono a guardare fuori e fare il verso alla voce che annuncia la fermata successiva. E’ strano guardarsi attorno e vedere cosi’ tanta gente. Diversi nuclei di amici che parlano fra loro. E’ bello non doversi spostare verso la porta d’uscita. Dove sali, poi scendi. Il tram rallenta, si illumina un pallino verde e si sente un suono. Una vecchietta davanti a me senza esitazione preme e la porta si apre. Vedo salire senza difficolta’ una signora con una carrozzina, del resto non c’e’ dislivello fra tram e piattaforma. Luminoso, comodo e bello. Per chi ama la vita, l’ambiente e guarda con gioia al futuro.

In compenso l’i.mob resta scomodo e poco accessibile, il piccolo display con caratteri grigi su fondo verde a me e’ invisibile. Ci passo davanti la tessera regalando agli astanti il mio nome e cognome. Bip, lucina gialla. Vado a memoria per indicargli il tipo di biglietto da convalidare. Tasto + e tasto OK. Bip, lucina verde. Andata. Assurdo e scomodo soprattutto quando un negoziante ti informa che per dirti quanti biglietti ti restano deve caricartene. Mh, all’inizio non era cosi’…

Il convegno

Bello. Lunghino e prolisso. Rodota’ e’ un politico ed e’ abituato a parlare. Non ha detto cose che non conoscevo ma a me interessava riscoprire il web spiegato a un pubblico non tecnico. E in questo ho avuto piena soddisfazione dal convegno.

Rodota’ ha saputo trasmettere l’emozione vibrante data dall’innovazione culturale e sociale introdotta dalla Rete. Valori che troppo spesso anche chi vive queste realta’ tende a dimenticare o sottovalutare, magari iscrivendosi a un social network ma restando mentalmente vincolato a separazioni di ruoli che grazie a Internet possono essere superate a vantaggio di una societa’ migliore e piu’ equa. E’ quello che voglio fare e insegnare e in questo senso riscoprire la Rete spiegata al grande pubblico da Rodota’ mi ha dato ulteriori stimoli e nuove prospettive per proseguire nei miei progetti. Attuali, in corso e futuri…

Ritrovarsi

All’ingresso del Centro Santa Maria delle Grazie mi aspetta l’amico Davide. E’ un pezzo che non ci vediamo e penso sia qui tanto per il convegno quanto per stare con me. Un addetto, bravo, cortese e molto gentile lo aiuta a salire le scale con l’apposito montacarichi dimostrando che il centro culturale mantiene le promesse in termini di accessibilita’.

Finito il convegno riusciamo a salutare al volo Rodota’ (apprezzo il suo “ciao”, evidentemente dimostro davvero meno anni di quelli che ho) e ce ne andiamo in piazza. Un po’ di vasche per parlare dopo tanto poi decido che ho voglia di stare ancora con lui e lo accompagno verso casa “per un tratto di strada” che poi si rivelera’ essere tutta fino in fondo. E’ stato bello ritrovarsi, parlare, ricordare persone incontrate ieri e a volte perse, scambiare le esperienze che oggi ognuno di noi fa. Potrebbe essere pure nato qualcosa di speciale per uno dei miei siti ma ne parlero’ a cose fatte.

Davide mi ha donato il piu’ prezioso dei complimenti ieri: “quando ti ho conosciuto non avresti fatto quello che fai ora“. Si riferiva al decidere di accompagnarlo fino a casa in una zona di Mestre che conosco poco, di sera poi. Beh, gli ho detto, per meta’ e’ merito della dottoressa Franch e della fiducia in me che mi ha regalato l’intervento, ma per l’altra meta’… non sarei qui senza il GPS nel mio buon Nokia E52 ;-)

Guidato dal cielo (dai satelliti)

E cosi’ mentre arrivavamo a casa sua ho avviato il fix dei satelliti. Ci ha messo 5 minuti buoni ma l’A-GPS costa e avevo poco credito, quindi meglio attendere un po’. Ho scelto l’opzione “a piedi” e “vai a casa” e mi ha calcolato il percorso. Ci salutiamo e mi avvio.

Il percorso sembra piu’ lungo che all’andata ma e’ anche vero che prima stavo chiacchierando. Imparo a mie spese che la posizione corrente rilevata via GPS e’ abbastanza approssimativa e che, almeno la versione di Nokia Maps che ho io, non ti dice in che strada sei ma verso che strada sei diretto (il che forse e’ giusto).

Momento di panico a un incrocio: la freccia sul display indica una strada ma nei cartelli vedo che sono in un’altra e il mio puntino rosso non e’ nel percorso indicato. Buio, nessun punto di riferimento e qualche timore per i rischi da tanti paventati a Mestre (anche se erano solo le 20.30). Sentirsi persi. Poi razionalizzo. Se non ho certezza di dove sono posso sempre usare la bussola integrata per capire se sto andando nella direzione giusta. Lo faccio. Giro un po’ e alla fine mi ritrovo sul rassicurante percorso indicato in blu. Seguendo pazientemente la via (col cell che ogni tanto vibra e la voce sintetizzata di Silvia mi dice fra quanti metri devo svoltare…) arrivo in una strada che almeno riconosco. E’ sempre buio e non ho punti di riferimento ma almeno ora so dove sono. Continuo a seguire il percorso. Eccomi in una zona che conosco e in cui posso muovermi autonomamente. Fatta!

Per divertimento mi lascio guidare comunque, anche se scelgo una strada piu’ illuminata di quella proposta e lascio il cellulare a ricalcolare il percorso. 1km piu’ in la’ vengo informato, non me ne fossi accorto, che sono a destinazione. Il Nokia oggi s’e’ ripagato il costo in-te-ra-men-te. E io ammiro un mondo nel quale la tecnologia non e’ fine a se stessa ma e’ immersa nella nostra vita e ci aiuta e semplifica nelle cose. E ammiro il coraggio di aver affrontato questa piccola prova.

Gadget tecnologici

E anche il buon Davide s’e’ viziato con un tablet. Occasione per provare pochi minuti una cosa che non mi serve direttamente ne’ mi piace (non considero il touch comodo, ma capisco che per alcuni lo sia) ma che mi affascina come ogni sviluppo tecnologico.

Credo e vado ripetendo che cio’ che mi rende ancora un buon informatico sia l’essere affascinato dalle cose nuove. Posso leggerle, capirle, ma se mi trovo a usarle mi ci diverto con lo stupore di un bambino. E finisce che scopro cose che il proprietario non sapeva, come la rotazione della mappa con due dita :)

Per altro covavo l’idea di comprare un tablet per permettere a mia madre di avvicinarsi al web che la attrae anche se non tramite un PC. Forse per lei un’interfaccia touch screen puo’ essere effettivamente comoda. L’averne usato uno aumenta questa voglia di regalargielo e descrivendogliene l’interfaccia ne resta affascinata. Prima di decidere aspetto un paio di mesi per sapere da una persona competente se il WI-FI puo’ farle male (io posso temerlo o sospettarlo ma alla fine un medico ha piu’ basi per dirlo, anche sapendo in casa gia’ mi arrivano, pur a potenza ridotta, varie reti dei vicini). A meno di non trovarne uno con presa Ethernet, anche se l’idea dei cavi non le piace.
Resta che ho provato una cosa nuova che mi da’ spunti di crescita.

Insomma, una bella giornata che ha schiuso pensieri, obiettivi, voglia di continuare a camminare, crescere e costruire. Rigenerante, anche se e’ bello poi tornare a casa, alla vita e alle cose di tutti i giorni.

W Mestre, il tram, Internet e le piccole sfide a se stessi! ;-)

Un commento su “The world outside here”

  1. Ehehe mi sembra siano passati solo dei mesi, eppure ho avuto modo di conoscerti ormai…15 anni fa.Ti ho ricordato come una persona forte e sicura di te, stratosferica.. e ti ho conosciuto umano fino al midollo. La vita è sempre quella cara amica che si diverte a metterci nei guai, che ci tende tranelli oppure che ci regala soddisfazioni incredibili.E’ quella cara amica che , davanti a una birra, ci presenta a degli altri amici,che prima non conoscevamo, e che poi spesso perdiamo.E’ anche quella stessa amica che ci consente di andare avanti e di sfidare ogni giorno se stessi e il mondo.Sono contento che, quel pomeriggio, ella abbia deciso di farci incontrare e farci attraversare un lungo tratto di vita da fratelli, quali siamo.
    Un abbraccio

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