Fine di un incubo durato 17 anni
Settembre 1989 – Agosto 2006
Settembre 1989, 18 anni compiuti da 3 mesi. Entro in un ambulatorio dell’ospedale di Mestre. Devo fare un’iridectomia all’occhio destro, l’unico con un grado di vista utile, per ridurre la pressione oculare alta a causa di un glaucoma. Non mi hanno detto altro se non che si usa il laser e non e’ la prima seduta.
Lampi di luce e colori bellissimi, un po’ di fastidio, una seduta un po’ lunga. Fine. Accendono le luci.
Vedo tutto sdoppiato. Ogni oggetto appare due volte, una dove dovrebbe essere e una poco piu’ a sinistra. Si sovvrappongono. Un incubo. Leggere e’ un incubo. Guardare la TV e’ un incubo. Andare per strada e’ un incubo. E i medici per un anno mi ripetono che e’ una mia impressione, che non puo’ essere stata l’iridectomia, che c’e’ del liquido nell’occhio…
E’ stata l’iridectomia. e’ un buco fatto sull’iride e da questo buco entra luce che si sovvrappone a quella che passa dalla pupilla. Me l’ha spiegato un caro amico nel ’92 (grazie ancora, Khriss). E mi ha anche spiegato che gli effetti collaterali dell’iridectomia praticata in determinati punti dell’occhio sono noti da decenni, da prima che si usasse il laser.
Passano gli anni, il cervello cerca di adattarsi e intanto imparo alcuni trucchi (per esempio “coprire” il buco con la palpebra inferiore) con cui riesco a eliminare lo sdoppiamento quando voglio leggere o vedere la tv, ma la vita e’ comunque dura.
Nel 1997 la prima speranza: sul newsgroup alt.support.glaucoma racconto la mia situazione e un medico americano mi risponde che non servono interventi, bastano degli speciali occhiali con un indice di rifrazione diverso. Una gioia immensa, la luce alla fine di un tunnel.
I miei medici di allora cadono dalle nuvole. Passano altri tre anni e il prof. Rama mi fa cambiare medico e mi affida alle cure della dottoressa Franch. Sente la mia storia, osserva l’iridectomia che trova effettivamente “grande” e mi prescrive subito questi benedetti occhiali. Sono solo per “lontano” ma mi cambiano la vita da cosi’ a cosi’. Per le strade vedo meglio, non devo impazzire per attraversare una strada o per riconoscere chi mi viene incontro, posso vedere la TV senza piu’ fastidi ecc. L’ho ringraziata per anni ogni volta che la incontravo.
Pero’… pero’ per ridurre lo sdoppiamento questi occhiali riducono anche la vista (e ne ho gia’ pochissima per girare per strada) e quando leggo, uso il computer o semplicemente sto senza occhiali il mondo mi appare ancora sdoppiato e non e’ una vita facile, anche se col tempo mi ci sono un po’ abituato.
Ne parlo alla dottoressa e la convinco che la situazione mi pesa. Decide di fare un tentativo e proviamo una speciale lente a contatto con un punto scuro in corrispondenza del buco dell’iridectomia (che, capiamoci, e’ minuscolo). E’ un test, lo so bene ma…
Dio mio che emozione! Vederci bene, senza sdoppiamento, girare con “gli occhiali da vicino”, senza occhiali… la prova e’ durata una ventina di minuti, mi ha anche fatto uscire… che meraviglia! Certo l’occhio non era a suo agio (non ho mai portato lenti a contatto, ne’ potrei) ma e’ stato… bellissimo! Dalle 18:40 alle 19 di oggi sono rinato.
Ovviamente era una prova e la lente e’ stata poi rimossa. Ora pero’ si sa cosa fare: una piccola sutura dell’iride. Intervento piccolissimo, “a bulbo chiuso” (quindi non troppo invasivo). Posso farlo.
Io posso telefonare, prenotarlo, andare in ospedale due o tre giorni, entrare in sala operatoria e svegliarmi vedendoci come tutti, senza pericoli per la vista, per il glaucoma, ecc. E’ una tecnica gia’ usata. Si fa. Posso farla.
Non lo faro’ subito perche’ prima ci sono cose importanti e non voglio “sparire ora” ma posso. Oggi, domani, fra un mese, fra un anno.
Io posso tornare a vederci bene!!!