Capire tu non puoi, tu chiamala se vuoi… incoerenza

E’ paradossale che chi e’ cosi’ legato ai ruoli mostri un interesse per i servizi di social network che, almeno nelle intenzioni, accorciano le distanze fra le persone.

Conosco persone che nemmeno negli hobby personali sanno rinunciare alla visione di se’ sul ponte di comando. Sul lavoro lo sono: loro dirigono una realta’ sociale, mal tollerano chi deve dirigere loro, e gli altri sono fruitori o collaboratori. A casa, nei loro hobby e passioni, finiscono per fare lo stesso, pensando di avere ruoli di controllo e gestione insindacabile e che chiunque si accosti a loro e magari li aiuti per anni… non possa essere altro che un aiutante.

Poi nella vita di questa gente irrompono i social network. Ne sentono parlare ovunque, ci si iscrivono e scoprono che tanta gente che conoscono li usa. E iniziano a dire che son belli, che se usati con la testa van bene, che se milioni di persone li usano…

Ecco, al di la’ delle considerazioni sui social network in se’ (ne ho scritto piu’ volte) forse queste persone dovrebbero rendersi conto che una delle finalita’ di questi sistemi e’ accorciare le distanze!
In un social network non c’e’ un capo e altri che fruiscono o collaborano. In un social network c’e’ una certa uguaglianza perche’ tutti possono fare tutto. Cosa c’entra questo con una visione del mondo cosi’ limitante che trasporta perfino nella vita privata il gioco dei ruoli? Cosa faranno queste persone quando si accorgeranno che fra i loro contatti nesssuno deve accettare le loro pretese e sono tutti uguali?

E’ proprio vero che questa nostra umanita’, che tutti noi dobbiamo farne di strada…

Sostengo e apprezzo la protesta in Egitto!

Lo scrivo in modo elegante: fatela vedere al potere corrotto, violento e censore!

La Tunisia e ora l’Egitto…
Davvero l’Africa dovrebbe rivoltarsi contro quanti, spesso purtroppo scelti e appoggiati dall’occidente, da mezzo secolo la dominano e la rovinano in cerca di un potere fatuo e materiale sulla pelle di milioni di persone.

Ed e’ incredibile che in Italia chi cerca giustificazioni per uscire dai guai in cui si trova, evochi una parentela di una ragazza proprio con il presidente egiziano. Magari lei avrebbe anche dovuto offendersi ;-)

Chi manifesta viene arrestato, le unita’ speciali scendono in strada, la polizia che colpisce ad altezza d’uomo, Internet censurata, gli SMS bloccati…
Una escalation di barbaria che portera’ inevitabilmente, prima o poi (speriamo prima) alla caduta di chi con la prepotenza vuole mettere a tacere la gente.

Forza popolo d’Egitto! Le mie preghiere e quelle di ogni persona per bene sono con voi!

E siccome io ventunanni fa c’ero, in questo momento sto sentendo la stessa aria di rivoluzione che nell’89 attraversava i paesi dell’est.

Sappiamo tutti come andarono le cose. Non so pero’ cosa accadra’ ora. I rischi sono enormi, a partire dall’islamizzazione di piu’ paesi. Certo, se la fine dell’URRS fu determinato dal crollo del sistema economico socialista, quel che sta succedendo in Africa ora e’, mi par di capire, figlio della crisi economica dell’occidente che sta togliendo il pane alla gente in mezzo mondo.
Cosa succedera’?

La crisi dell’uomo d’oggi fra pubblico e privato

Nuova telefonata in diretta a un programma che riferiva dell’inchiesta in cui e’ coinvolto il Presidente del Consiglio. Questa volta non e’ venuta da lui ma dai vertici della TV pubblica. Il link e’ al canale ufficiale RAI sul tubo.

Ammiro Santoro che ha mantenuto il sangue freddo e ha saputo mettere in difficolta’ chi con prepotenza prima dice che la trasmissione “viola” dei regolamenti (minuto 1.12) e poi si contraddice e afferma che li “potrebbe violare”… (minuto 2.29).

Bravo Santoro!
Non mi e’ una persona che mi e’ sempre piaciuta ma oggi si’ e moltissimo.
Anzi devo dire che vorrei aver avuto in certe occasioni il suo autocontrollo quando ho trattato con persone prepotenti e incapaci di ammettere di aver sbagliato ma anzi pronte a imporre le proprie idee e peggio che mai a proporle agli altri come verita’.

Ma e’ l’essenza assurda dell’umanita’. Critichiamo i metodi di chi non ci piace (ad esempio i politici) e nel nostro piccolo talvolta finiamo per agire allo stesso modo.

Quanti di noi vorrebbero poter zittire chi dice cio’ che non ci piace? Quanti di noi, invidiosi o gelosi del successo di qualcosa o di qualcuno, vorrebbero veder cadere in disgrazia il soggetto della loro tensione emotiva?
E’ umano! Sbagliato ma umano. Capita a volte, a me per primo. Non sto facendo prediche ma considerazioni che a tratti negli anni hanno riguardato anche me. Guai a non pensarci e sentirsi sempre nel giusto!

Ecco, in questa riflessione a cavallo fra problemi politici e considerazioni sulla natura umana mi trovo a pensare che in fondo oggi, nel nostro povero paese, la politica sia diventata una lotta di potere al pari dei conflitti fra individui.

Non si opera piu’ per il bene comune ma per “averla vinta”, attaccando e rispondendo colpo su colpo con polemiche sempre piu’ feroci.
Un politico irritato che chiama una trasmissione e proferisce un mucchio di offese, un direttore generale del servizio pubblico che in tre minuti dice una cosa e, incalzato, passa alla forma condizionale. Politici che si insultano vicendevolmente. Giornali e TV usati come clave contro l'”avversario”. Non rimpiango le tribune politiche del secolo scorso ma qui abbiamo banalizzato il confronto politico facendolo somigliare a una lite fra persone comuni!

Quando la prepotenza e l’impuntarsi per averla vinta prevalgono sul dialogo costruttivo tutto e’ destinato ad andare a rotoli e questo vale per le amicizie, le societa’, i siti… e purtroppo anche per il paese.

Nell’ambito privato talvolta dalle ceneri rinascono fenici migliori di cio’ che e’ andato perso, ma qui e’ in gioco il futuro dell’Italia e non basta dormirci su e aspettare un altro mattino rinvigorente.
Forse arrivati a questo punto non basta nemmeno che gli scandali attuali portino il Premier a dare le dimissioni. Forse l’Italia oggi ha bisogno di un totale ricambio degli obiettivi politici. Dalle lotte di posizione all’impegno per il bene comune. Una legislatura costituente, per dirla in termini politici. Tutti insieme senza etichette. Niente destra, sinistra e centro, solo persone volonterose che si rispettano e lavorano per la collettivita’.
Un obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti ma che gia’ nel privato, come ho detto, spesso passa in secondo piano… povera Italia!

E intanto in Africa c’e’ la miccia della rivoluzione e noi pensiamo a parteggiare per questo o per quello e a imporre le nostre idee giuste o sbagliate che siano… poveri noi!

Marchionne ha vinto?

No, non sono impazzito. Lo so che gli impiegati FIAT di Mirafiori hanno votato in massa SI: loro non sono toccati dalla modifica dei turni o della durata delle pause durante la massacrante catena di montaggio. Lo so che i numeri sono 54% per il SI e 46% per il NO.
Ma in quel 46% c’e’ chi le auto le fa, chi fa il lavoro duro. E la maggioranza di loro, nonostante il ricatto (o accetti o si investe altrove) ha detto NO.

A chi vuole stravolgere questo paese, a chi vuole negare i diritti ai lavoratori e aumentare quelli dei padroni, a chi pretende che i lavoratori vivano solo per l’azienda e finche’ servono (straordinari prima, cassaintegrazione poi), a chi da’ ragione a queste posizioni, oggi dedico questo brano di Giovanna Marini.
Perche’ la protesta (civile) e’ un diritto che nessun accordo ingiusto potra’ mai cancellare.

Forza FIOM e forza operai, nella speranza che un domani i partiti in parlamento aprano gli occhi e capiscano chi sostenere.
L’attuale premier si definiva un “presidente operaio”. Bene, vada a lavorare in catena di montaggio un mese. Lui e tutti quelli che si sono schierati per un accordo che cambia in peggio la vita di migliaia di famiglie solo per arricchire i soliti.

Gli EROI del 2011

Io non so se il NO al ricatto (o rinunci ai diritti o investiamo altrove) vincera’ ma se nel 2010 l’uomo a cui avrei stretto la mano era Julian Assage di Wikileaks, oggi sono gli operai che hanno avuto il coraggio e l’altruismo di votare NO contro un ricatto che aprirebbe le porte a una devastante catena di nuovi contratti con diritti limitati e doveri incrementati. E questo sotto la minaccia di perdere il lavoro e avendo contro ministri e premier di questa nazione devastata e intontita dalla TV (del premier).

Non so se il NO vincera’ ma se l’amministratore FIAT dovesse davvero minacciare di andarsene un governo serio troverebbe il modo di fermarlo. Ecco, io lo minaccerei di chiedergli indietro tutti i finanziamenti pubblici che la sua azienda ha ricevuto negli anni. Ma dubito che questo governo (o l’attuale opposizione, se e’ per questo) lo farebbe. E allora se se ne andasse la FIAT, vorrei che i politici la seguissero. Via lontano.

Io continuo a cliccare la diretta di Repubblica con un’immensa ammirazione per chi, a rischio del lavoro, ha votato NO.
A loro stringerei la mano, ripeto.

PS: chi non sa cos’e’ ll lavoro in fabbrica legga un po’ qua.

Il ricatto e il precipizio

Questa sera gli operai (mestiere che farei fare per un mese a ogni politico prima di assegnargli ruoli decisionali in Parlamento) della FIAT di Mirafiori dovranno firmare SI a un referendum che chiede loro se vogliono accettare meno diritti e piu’ ore di lavoro. La posizione FIAT: se il referendum non passa investiremo altrove. Un ricatto: o accetti che ti tolga diritti (i dettagli nel link piu’ su) o non lavori. E ai sindacati che non hanno firmato l’accordo viene negato anche il diritto di rappresentanza.

Un governo un po’ piu’ sensibile, magari di gente che ha lavorato in catena di montaggio, metterebbe i bastoni fra le ruote a FIAT e di modi ce ne sarebbero visto che e’ un’azienda italiana e deve sottostare alle nostre leggi e se ne possono fare di nuove. Il premier, che e’ un imprenditore, invece dice che l’amministratore delegato di FIAT ha ragione a pensare di andarsene a investire altrove se le sue condizioni non vengono accettate.

L’esito del referendum non e’ imprevedibile, come non lo e’ l’abisso verso il quale scivola un paese dove aumentano i diritti e la discrezionalita’ per i datori di lavoro e si comprimono quelli dei lavoratori.

Spero davvero che il PD si riprenda, anzi che si divida perche’ e’ stato un fallimento con tutto l’annesso bipolarismo. Qui servono una sinistra, un centro-sinistra, un centro e un centro-destra. Serve un’opposizione che sappia fare proposte che vadano oltre “Berlusconi non ha diritto di governare” o “Berlusconi deve dimettersi” (la non accettazione dell’avversario ne fa la fortuna!) che sappia riportare un po’ di giustizia sociale in questo paese!
Questa sera non si gioca solo il futuro dei dipendenti Mirafiori ma quello di tutti i lavoratori e anche se capisco chi votera’ “si” la mia speranza e’ che il no sia forte. No a questi ricatti oggi e no a chi li ha accettati quando, spero presto, voteremo per un paese piu’ equo.

La normalita’

Polemiche, proteste, lamentazioni e urla sono il passato.

Dal 20 dicembre il presente di Mestre e’ quel “siluro” rosso di 30 metri che piega alla propria volonta’ i semafori (non sempre ma qualche intoppo e’ normale), che va veloce quando puo’ e fa le curve molto piu’ facilmente degli autobus.

E’ stato ben accolto dalla gente fin da subito e ha sempre viaggiato con un buon carico di persone a bordo.
Arriva alla fermata. Chi deve, scende, chi deve, sale. E riparte.
Da vicino non e’ piu’ rumoroso di un vecchio autobus mentre da lontano si sente appena. E non ha scarichi ricolmi di sostanze inquinanti!

Questi i fatti, ben noti. Da molti apprezzati, da altri contestati perche’ si sa’, c’e’ sempre da criticare, pure per i marciapiedi troppo larghi o i sensi unici che darebbero respiro alle strade.

Pero’ al di la’ delle contrapposizioni e’ bello vedere il domani che usa il tram.
Mestre, un di’ di gennaio, ore 12 e qualcosa. Madre con frugoletta in rosa. Avra’ avuto 4 o 5 anni, penso. Arriva il tram. Si avvicinano alla porta e salgono senza troppa emozione ne’ difficolta’, grazie al piano continuo fra pensilina e tram.
Il tram? C’e’, si usa. Per i bimbi e’ gia’ normalita’. Dentro ci si puo’ sedere (anzi e’ meglio farlo) e guardare dalle enormi vetrate il mondo che scorre fuori.

Lasciamo i polemisti di professione al passato. I cittadini di Mestre, quelli attuali e quelli del domani, sembra abbiano gia’ scelto. Il tram e i marciapiedi larghi. Una citta’ meno inquinata e piu’ semplice.

Grazie, tram!

La famiglia Durante

Il 4 gennaio di tre anni fa una famiglia con padre, madre e due bambine di sei e otto anni e’ sparita nel nulla
L’areo su cui si trovavano, durante un soggiorno turistico in Venezuela, e’ svanito dai radar facendo perdere le tracce degli occupanti, fra cui altri italiani e persone di altre nazionalita’.

Sono state effettuate si’ ricerche ma non si e’ trovato assolutamente niente e si sono anzi incontrate resistenze e lentezze, oltre a stranezze che fanno pensare a qualcosa di opaco in questa storia.

Dal 2008 a oggi sono cambiati due governi in Italia. Prima c’era Prodi e si pensava che un governo di Centro-Sinistra potesse avere un rapporto facilitato con il Presidente venezuelano Hugo Chávez. Poi c’e’ stato il “Governo del fare”. Nessuno pero’ ha ottenuto nulla di concreto e i dubbi e le “cose che non quadrano” sono aumentate.

A distanza di anni i parenti degli scomparsi e anche chi non li conosceva ma si e’ interessato alla vicenda (come il sottoscritto che ha creato e inserito il banner in cima al sito) restano senza risposte.
In questo anniversario voglio pregare per loro e invitarvi a leggere la loro storia e magari scrivere due righe di incoraggiamento nel guest-book del sito http://www.famigliadurante.org/.

Col cuore.
Gabriele

Un altro inizio

Dunque… che dire?
Cos’e’ successo sin qui?
Piu’ cose di quante me ne capitino di solito!

Venerdi’ pomeriggio sono passato nel mio posto preferito a fare gli auguri e prendere dei file che mi servivano per aggiornare il nostro sito. Gia’ che c’ero ho effettuato alcuni controlli sulle impostazioni di rete e… risolto la mia parte di un lavoro iniziato con un’altra persona. Tentavamo di farlo da mesi senza capire perche’ non andasse. Torno a casa e… magia, funziona!
Bene, adesso si lavora bene.

Poi venerdi’ sera motivi familiari mi hanno impedito di passare una notte di bagordi e festa. Ho quindi scelto di mettermi al servizio degli altri e fare un lungo lavoro per la mia Comunita’ che da tempo era necessario e che portera’ i suoi frutti (anzi li ha gia’ iniziati a portare, mi dicono) nel facilitare il lavoro, ben piu’ utile del mio, di altre persone.

Sapete, io spesso non ci faccio caso perche’ alla fine ti abitui a tutto anche al bene, ma se penso che grazie al mio saltellar fra i tasti qualcuno puo’ fare qualcosa o puo’ anche solo semplificarsi la vita, provo una grande emozione e gratitudine per l’onore che ho di servire in diverse realta’, da siti per ragazzi a organizzazioni solidali, a parrocchie.

C’e’ chi ieri mi ha detto che e’ disgustoso che io mi consideri buono, utile e al servizio del prossimo. Io non mi ci considero, semplicemente cerco di esserlo e spesso cado o sbaglio ma miro a questo modo di vivere!
Non sono molto fedele ai dettami della Chiesa ma credo che l’affermazione “siamo tutti figli e fratelli” indichi il passo all’uomo che dovrebbe vivere ponendosi in apertura, accettazione, ascolto ed al servizio degli altri. Lasciamo la ricerca del potere e le distinzioni fra esseri umani ai potenti del mondo, che infatti creano spesso tanta ingiustizia.

Ieri pero’ non e’ stata solo una giornata di amarezza per certi tristi attacchi personali. Ieri e’ anche successo qualcosa che mi fa capire che al di la’ dei miei dubbi e delle mie cadute, qualcuno lassu’ vuole aiutarmi (non solo me ma tutti quanti, eh!) e basta che io apra il mio cuore per trovare la strada che mi viene indicata.

Ieri di colpo la cosa che avevo fatto funzionare venerdi’ s’e’ bloccata. Sono stato un po’ a pensarci poi ho deciso di andare a sistemarla. Potevo, era nel mio diritto, nelle mie competenze e anche se era festa e in teoria non avrei trovato nessuno ho le chiavi.
Insomma, volevo andare in un’altra delle realta’ dove il mio impegno e’ rispettato e apprezzato, forse piu’ che altrove. Ci sono andato e a sorpresa ho trovato un amico, li’ nonostante il giorno di festa per servire la Comunita’ e affrontare una necessita’ urgente. E’ una persona per me molto preziosa che mi e’ stata vicina in momenti difficili. Ieri l’ho lasciato lavorare e intanto ho cercato di risolvere il problema. Che non si risolveva indipendentemente dai miei tentativi e dalle dritte dell’altro creatore del sistema, con cui ero in contatto via SMS.
E poi tutto ad un tratto cosi’ come si era presentato il problema e’ svanito. Mi ha scritto via SMS che dai monti dov’era ha provato (e l’ha fatto per me) e funzionava tutto.
Mistero? Bug? Coincidenza? Credete alle coincidenze?

Poi ho potuto vivere un momento molto sereno con l’amico li’ presente che aveva appena finito il suo lavoro (la tempistica delle coincidenze…). Gli ho confidato che ero li per rendermi utile, per sentirmi a casa ma soprattutto per scacciare i sentimenti negativi dal mio cuore.
L’ha apprezzato molto, m’ha esortato a continuare cosi’, a non lasciare che il male si metta sulla mia strada. E ha ribadito il suo apprezzamento per quanto faccio, come lo faccio e per il mio modo di pormi. Del resto proprio lui ha assistito ai miei laboratori di giugno ed e’ stato insegnante e direttore quindi il suo giudizio mi lusinga.

Io sono uscito purificato, emozionato, rasserenato da questa esperienza.
Vedete, io non sono perfetto, non mi ritengo perfetto. Non do’ soddisfazioni al mio amico parroco per quanto concerne la frequentazione delle Messe, cado e mi lascio prendere troppe volte da sentimenti negativi. Ma aspiro, auspico e cerco di agire per il bene insieme agli altri. Credo sia l’unico modo di vivere giusto, almeno per me.

E credo che questi segni, questo inizio di anno particolare, in parte angoscioso, in parte amaro ma in parte splendido siano la rotta, qualcuno mi sta indicando che strada prendere, come vivere i prossimi giorni, mesi.
Poi magari ricadro’ e saro’ punto e a capo ma oggi voglio seguire quella strada.

Un amico il 31 dicembre 2009 mi invio’ questo SMS:
Questo anno nuovo e’ come un libro con 365 pagine vuote… fai di ogni giorno il tuo capolavoro… usa tutti i colori della vita e mentre scrivi sorridi!

L’ho fatto mio nel 2010 e cerchero’ di farlo mio ancor di piu’ quest’anno in cui, era gia’ deciso, tante cose cambieranno spero in meglio per tutti e per questo daro’ il mio contributo.

Buon anno a chi ha ancora voglia di leggermi e a chi e’ capitato qui per caso. A chi condivide e a chi pensa che siano tutte sciocchezze. A chi mi apprezza un po’, a chi non lo ha mai fatto e a chi magari domani mi insegnera’ a essere una persona migliore umanamente o per competenze.

Buon anno a due care grandi amiche che per un’altra… coincidenza si sono incontrate e ora vivranno meglio e credo aiuteranno anche me in questo nuovo cammino che mi aspetta.

E’ tempo di volare
qui niente cambia mai…