Polemiche, proteste, lamentazioni e urla sono il passato.
Dal 20 dicembre il presente di Mestre e’ quel “siluro” rosso di 30 metri che piega alla propria volonta’ i semafori (non sempre ma qualche intoppo e’ normale), che va veloce quando puo’ e fa le curve molto piu’ facilmente degli autobus.
E’ stato ben accolto dalla gente fin da subito e ha sempre viaggiato con un buon carico di persone a bordo.
Arriva alla fermata. Chi deve, scende, chi deve, sale. E riparte.
Da vicino non e’ piu’ rumoroso di un vecchio autobus mentre da lontano si sente appena. E non ha scarichi ricolmi di sostanze inquinanti!
Questi i fatti, ben noti. Da molti apprezzati, da altri contestati perche’ si sa’, c’e’ sempre da criticare, pure per i marciapiedi troppo larghi o i sensi unici che darebbero respiro alle strade.
Pero’ al di la’ delle contrapposizioni e’ bello vedere il domani che usa il tram.
Mestre, un di’ di gennaio, ore 12 e qualcosa. Madre con frugoletta in rosa. Avra’ avuto 4 o 5 anni, penso. Arriva il tram. Si avvicinano alla porta e salgono senza troppa emozione ne’ difficolta’, grazie al piano continuo fra pensilina e tram.
Il tram? C’e’, si usa. Per i bimbi e’ gia’ normalita’. Dentro ci si puo’ sedere (anzi e’ meglio farlo) e guardare dalle enormi vetrate il mondo che scorre fuori.
Lasciamo i polemisti di professione al passato. I cittadini di Mestre, quelli attuali e quelli del domani, sembra abbiano gia’ scelto. Il tram e i marciapiedi larghi. Una citta’ meno inquinata e piu’ semplice.
Grazie, tram!