E’ paradossale che chi e’ cosi’ legato ai ruoli mostri un interesse per i servizi di social network che, almeno nelle intenzioni, accorciano le distanze fra le persone.
Conosco persone che nemmeno negli hobby personali sanno rinunciare alla visione di se’ sul ponte di comando. Sul lavoro lo sono: loro dirigono una realta’ sociale, mal tollerano chi deve dirigere loro, e gli altri sono fruitori o collaboratori. A casa, nei loro hobby e passioni, finiscono per fare lo stesso, pensando di avere ruoli di controllo e gestione insindacabile e che chiunque si accosti a loro e magari li aiuti per anni… non possa essere altro che un aiutante.
Poi nella vita di questa gente irrompono i social network. Ne sentono parlare ovunque, ci si iscrivono e scoprono che tanta gente che conoscono li usa. E iniziano a dire che son belli, che se usati con la testa van bene, che se milioni di persone li usano…
Ecco, al di la’ delle considerazioni sui social network in se’ (ne ho scritto piu’ volte) forse queste persone dovrebbero rendersi conto che una delle finalita’ di questi sistemi e’ accorciare le distanze!
In un social network non c’e’ un capo e altri che fruiscono o collaborano. In un social network c’e’ una certa uguaglianza perche’ tutti possono fare tutto. Cosa c’entra questo con una visione del mondo cosi’ limitante che trasporta perfino nella vita privata il gioco dei ruoli? Cosa faranno queste persone quando si accorgeranno che fra i loro contatti nesssuno deve accettare le loro pretese e sono tutti uguali?
E’ proprio vero che questa nostra umanita’, che tutti noi dobbiamo farne di strada…