La storia di Mordechai Vanunu

Mordechai Vanunu e’ un ex tecnico nucleare israeliano. Nel 1986 in un’intervista a Londra svelo’ al mondo che Israele aveva un progetto per realizzare armamenti nucleari. Dalle informazioni e immagini fornite, gli esperti stabilirono che Israele doveva avere fra 100 e 200 testate nucleari.

E’ stato attirato con l’inganno a Roma dove i servizi segreti israeliani lo hanno rapito e portato in Israele. Una volta nella sua terra e’ stato condannato a 18 anni di prigione, di cui 11 passati in completo isolamento. Rilasciato nel 2004 e’ stato arrestato molte volte per violazione dei “democratici” e “civili” termini della sua liberta’, qui riportati (fonte Wikipedia):

  • non può avere contatti con cittadini di altri paesi che non siano Israele
  • non può avvicinarsi ad ambasciate e consolati
  • non può possedere un telefono cellulare
  • non può accedere ad Internet
  • non può lasciare lo stato di Israele

A oggi, con ritardi e rinvii continui, proseguono i suoi processi e appelli contro ulteriori pene legate a violazioni di questi termini. Molte associazioni (fra cui spicca Amnesty International) e istituzioni sovranazionali hanno gia’ protestato per questo trattamento. La Norvegia ha mosso recentemente dei passi per offrirgli asilo politico. Tutto pero’ resta in mano ad Israele.

E’ piu’ che giusto e normale per tutti avercela con i terroristi che si fanno esplodere e ammazzano i civili quindi capisco perche’ in molti preferiscano Israele altri Stati dell’area mediorientale, tuttavia e’ forse accettabile che uno Stato tratti cosi’ un suo cittadino?
Se anche si vuole chiudere gli occhi su quello che Israele fa ai civili palestinesi “per difendersi dai terroristi”, bisognerebbe guardare alla vicenda di Mordechai Vanunu e chiedere chiaramente alle autorita’ israeliane se questa e’ la loro idea di democrazia e rispetto dei diritti umani e civili.

Per chi volesse saperne di piu’:

E noi cosa possiamo fare? Parlarne!

Forse si vuole usare Mordechai Vanunu come esempio di cosa succede a chi non e’ fedele ai piani di Israele qualsiasi essi siano? Il suo trattamento serve a evitare che altri, seguendo la propria coscienza e non gli ordini superiori, facciano come lui in Israele prendano le distanze dalla politica attuale? Bene, noi parliamone, tanto ma talmente tanto che non si possa piu’ pensare a Israele senza pensare a Mordechai Vanunu, condannato per aver detto al mondo che Israele aveva un armamento atomico.

Potevi essere tu

Ho sempre detto che Fabri Fibra non mi piaceva.
Oggi ho dovuto sentire alcuni suoi brani (storia lunga…) e ad ogni strofa mi convincevo sempre piu’ della mia idea, fino a quando non e’ partita “Potevi essere tu”, dedicata al piccolo Tommaso Onofri.

Mette i brividi, e’ bella, non e’ per stomaci sensibili come non lo e’ stata la vicenda del bambino.

Non sono del tutto pronto a cambiare idea sul sig. Fibra ma questa canzone merita un 10.

Alcune delle probabili novita’ in Photoshop CS4

Ecco alcune delle probabili novita’ piu’ interessanti di Photoshop CS4. Le ho raccolte cercando su vari siti dedicati a PS.

  1. Uso intensivo della GPU quindi operazioni a video sulle immagini piu’ veloci.
  2. Nuova interfaccia opzionale piu’ semplice e basata su schede (tipo firefox) per non avere mille finestre (qui un video dimostrativo).
  3. Possibilita’ di ruotare l’immagine come in Corel Paint Shop cosi’ se si deve fare una cosa in diagonale si inclina l’immagine, si lavora in orizzontale e poi la si rimette come prima. Comodo!
  4. Resize liquido (ecco cos’e’).
  5. Maschere di livello con densita’ per mostrare “solo in parte” quel che c’e’ sotto (non ne capisco a fondo l’utilita’, si puo’ gia’ fare cambiando l’opacita’ del pennello, ma forse mi sfugge qualcosa…).
  6. Versione a 64bit per Windows Vista.
  7. Ultimo ma forse piu’ importante (per gli imbranati come me ;) ): lo strumento “Selezione rapida” potra’ estrarre correttamente peli e capelli senza rovinare le immagini! Adesso per farlo bisogna lavorare con i canali, le maschere di livello, ecc…

Si dice che la nuova Creative Suite 4 uscira’ entro l’anno. Vedremo!

InDesign e i crash che si dovrebbero evitare

Adobe fa dei programmi fantastici, e’ indubbio, ma non mi pare bello che un po’ po’ di applicativo DTP ultra-costoso e ultra-professionale quale e’ InDesign CS3 debba crashare se si tenta di aprire un file .indd corrotto.

E il bello e’ che e’ un problema che capita da varie versioni e in piu’ circostanze, come una ricerca su Google del nome dell’errore dimostra.

Son cose…

La bandiera della pace? No, la croce!

Fa caldo e leggo troppe notizie che hanno a che fare con la Chiesa -non con Dio, con la Chiesa- che mi fanno ribollire il sangue.

Una, in particolare: la bandiera della pace, secondo l’agenzia di stampa della Congregazione vaticana di Propaganda Fide, avrebbe a che fare con gli omosessuali, con altre religioni, ecc e non andrebbe quindi usata nelle chiese. Come simbolo di pace meglio la Croce.

Premesso che non amo la bandiera della pace per i fini politici con cui e’ stata proposta (no alle guerre “amerikane”, ecc ecc), trovo la tesi assurda e mi ha rinfrancato e rinfrescato l’anima la risposta molto franca di un sacerdote, si’ di un sacerdote, a queste considerazioni.

Comunione ai divorziati

Una piccola precisazione sul dibattito sviluppatosi in questi giorni.

La Comunione non e’ vietata a tutti i divorziati ma solo a quelli che hanno SCELTO di divorziare e ai risposati.

In parole povere: se una persona subisce il divorzio ma continua a vivere come se fosse sposata (quindi non intraprende nuove relazioni, non si risposa, non convive) puo’ ancora avere accesso alla Comunione. Chi invece ha voluto divorziare non potra’ avere accesso al Sacramento.

Non lo dico io, l’ha detto il Patriarca di Venezia Angelo Scola durante la visita pastorale a Carpenedo. Trovate l’audio in questa pagina (quinto file, “Domande delle famiglie e risposte del Patriarca”, a partire dal minuto 39).

Non condivido la scelta della Chiesa cattolica di escludere i divorziati risposati dall’Eucaristia (anche se in questo file audio il Patriarca di Venezia da’ la spiegazione teologica del perche’) ma trovo bello e giusto che chi ha subito il divorzio POSSA fare la Comunione (a meno che non sussistano altri peccati, ovvio).

A maggio sentendo la registrazione sono stato felice di sapere che una mia amica che ha subito un divorzio puo’ ancora fare la Comunione. Bisognerebbe divulgare meglio queste notizie ed e’ quel che cerco di fare con questo post.

Nel farlo non posso che rilevare come altre chiese abbiano scelto diversamente e il mondo non sia per questo caduto. Chissa’ cosa ne dice nostro Signore e se tanti “no” vengono davvero da lui o sono frutto di ragionamenti e scelte dell’uomo. Credo che se tornasse quaggiu’ forse alcune sue risposte non ci piacerebbero, ma forse non piacerebbero nemmeno alle gerarchie religiose.

Quanto lontani siamo da te, Signore?

Invisibili

Trovo su OKNotizie. Apro. Leggo le prime righe. Conosco, passo oltre.
No, col cavolo. Voglio sapere.

La storia degli invisibili operai, quelli che muoiono ogni giorno e di cui il TG ci da notizia. Link per stomaci forti. Se non ve la sentite o siete abbastanza giovani da non guidare il motorino passate oltre, avrete tempo per sapere e lottare (spero) per un mondo meno cieco.

Gli invisibili

37

Non mi sento 37 anni e non credo di essere saggio, maturo, sistemato, ecc. Ne’ in fondo lo vorrei del tutto… e poi sono punti di vista, no?

Da piccolo l’eta’ adulta per me era “24 anni”, l’eta’ di un amico di famiglia contadino che vedevo guidare un grande trattore. Oggi l’amico Firmo mi ha detto che sono giovanissimo. Don Danilo mi ha abbracciato e degli angioletti arrivati in terra avanti-ieri mi hanno riempito di doni in forma di mega blog di auguri. Senza contare l’happening di stanotte organizzato credo da Marco e che e’ avvenuto quando stavo proprio pensando ai tempi in cui si facevano quelle cose.

E’ bello sentirsi apprezzati, piu’ di quanto poi io apprezzi me stesso, ma forse e’ un buon modo per restare coi piedi per terra e continuare a migliorarsi, a scoprire nuove cose e impararle come quando si era piccoli.

Quindi… GRAZIE a chi ha reso speciale questo giorno.
Nonche’ ovviamente a chi mi ha messo al mondo e a chi, come disse don Danilo, “ora fa il tifo per me da lassu'”.

Questa sera alle 20 al telefono iniziera’ una vecchia-nuova avventura: vecchia perche’ torno a collaborare anche con una persona che ammiro tanto, nuova in per come voglio affrontarla e gestirla (un indizio nel post precedente).
E’ il giorno piu’ adatto perche’ tanti gesti mi hanno reso sereno e felice.

Fai da te o fai per me?

In occasione del mio compleanno (domani) volevo regalarmi una galleria di immagini online in cui pubblicare le foto che ormai da piu’ di un anno realizzo, nonche’ le mie piccole (sicuramente indegne) opere di ritocco con Photoshop.

Ho ceduto alla tentazione: invece di migliorare un mio precedente programma ho installato ZenPhoto, una galleria abbastanza famosa e fra l’altro apprezzata per l’efficienza con cui e’ progettata.
In fondo avrei avuto un sistema “chiavi in mano”, senza fatica, potendomi concentrare sulla realizzazione delle foto. Il programma infatti supporta di tutto: commenti, feed RSS, geotagging, archivio basato su database con ricerche per tag, cronologia, dati, ecc… e’ piu’ di quel che penso serva in una galleria ma lo stile con cui e’ implementato mi piace.

Ho configurato il nuovo sotto-dominio e nel giro di 10 minuti stavo gia’ inviando alcune immagini.
Tutto funzionava bene, tutto era carino. 4 secondi per visualizzare una pagina piuttosto piena. Non e’ tanto (anche contando che si passa per l’Atlantico), pero’… il mio software di galleria, pur essendo piu’ semplice, impiega 0.4secondi e ha il pregio di essere molto ma molto piu’ personalizzabile, nel senso che posso adattarlo per fare qualsiasi cosa.
Certo, Zenphoto e’ ancora li e posso installare il plugin per fare in modo che le pagine restino nella cache del browser dell’utente, nonche’ altri trucchi per velocizzare il tutto (chissa’ se esiste qualcosa come wp-cache), pero’ dipendere dai programmi scritti da altri mi fa sentire con le mani legate e sebbene Zenphoto sia GPL, mettere le mani su programmi altrui resta forse piu’ complesso che scriverseli da zero.

A differenza del passato oggi non sono contrario per principio all’uso nei miei siti di software gia’ fatti, per esempio WordPress, il programma con cui gestisco questo blog, e’ un prodotto eccellente, potente e complesso: se l’avessi dovuto scrivere da solo avrei perso piu’ tempo a programmare che a… bloggare.

D’altra parte una galleria, almeno come la intendo io, richiede un programma meno complicato e che in parte ho gia’ realizzato. Installare Zenphoto mi ha aperto gli occhi su come risolvere alcuni problemi e quindi penso che in questo caso mi concentrero’ sul mio programma (gia’ in uso per un sotto-sito della Girandola), aggiungendo il supporto a SQLite (del resto ormai PHP5 -che lo integra di serie- e’ il presente e il futuro e non ho speso tre mesi della mia vita a imparare i DB per niente, no?). Il risultato magari tardera’ un po’ e non sara’ pieno di funzioni come Zenphoto, pero’ rispondera’ alle mie necessita’ e lo potro’ usare anche in altri siti senza impazzire per adattarlo alle specifiche necessita’.

Detto questo, nel futuro di due siti con cui ho a che fare ci sono WordPress e Joomla, proprio a dimostrazione che in questo ambito non si devono prendere decisioni assolute ma bisogna scegliere caso per caso. Almeno quando se ne ha la possibilita’… e sono contento di conoscere PHP e SQL (oltre a varie altre cose) e quindi poter decidere.

Comunque grazie a Zenphoto ho scoperto la magnifica Exifixer Library per estrarre in modo corretto le tag EXIF dalle foto. E’ rilasciata sotto GPL quindi la usero’ nel mio programma, tanto e’ scontato che quando (se) lo rilascero’ al pubblico usero’ la stessa licenza.
Direi che e’ valsa la pena provarlo!

15 giugno

15 giugno 2008 – 15 giugno 1996.
12 anni. Perche’ questa data? Perche’ quel giorno io finivo la prima versione di un programma che sarebbe andato in un pacchetto commerciale (HTTX per i piu’ curiosi). Ero all’apice della felicita’ e mi aspettava un bel periodo, intenso e stimolante.
Tutto stava cambiando. persone frequentate, conoscenti, anche il modo di chattare. Non contava tanto il compleanno imminente, contava quello che ero riuscito a fare. Da li’ tante esperienze, siti, amici, riviste online e poi cartacee.
Ero sereno (anche se non me ne rendevo conto) e un po’ rompipalle nei newsgroup.
Vivevo con mia madre, con mia nonna che era anziana ma ancora incredibilmente in gamba, con il mio gatto; andavo ogni anno dal prof. Rama a controllare gli occhi… e avevo la certezza che tutto sarebbe rimasto cosi’.

Non mi rendevo conto, non immaginavo, vivevo i cambiamenti e sentivo malinconia per le persone con cui ci si allontanava, online e offline. Di allora il bravo “Don’t touch” di Dalla.
E non sapevo, non immaginavo, non volevo immaginare, non volevo credere eppure l’avrei scoperto poi. Tutto cambia, tutto muore. Muoiono i medici che ti hanno dato la vista, muoiono gli amici, muoiono le amicizie per inedia o trascuratezza, muoiono le nonne.

Non sapevo quanti legami sarebbero nati e poi dissolti. Mi illudevo che fossero esperienze del passato, che sarei stato capace di gestire diversamente i rapporti, che non avrei permesso ne’ subito piu’ certe cose.

Stamattina vicino a un cassonetto ho rivisto la bicicletta per bambini che qualcuno con poco senso civico ha abbandonato li. Ogni giorno e’ piu’ mal ridotta. Chissa’ quante corse, sorrisi, emozioni ha regalato, chissa’ se chi la guidava poteva immaginare che un giorno l’avrebbe abbandonata li’ fra i rifiuti. Eppure succede perche’ il tempo scorre inesorabile e quando ce ne accorgiamo e’ troppo tardi. L’orologio ha fatto il giro. Il tram e’ al capolinea. Le fermate perse non tornano. Se ne possono avere di nuove, si incontra sempre gente nuova, talvolta splendida, ma il tempo perso non si recupera e chi non per fatalita’ ma per scelta decide di andarsene per la sua strada (fino a ieri amici x sempre, oggi ti cerco se mi servi o per le feste comandate) e’ un assassino di affetti. Ce n’e’ tanti. Una volta li puoi giustificare ma poi capisci che non e’ il mezzo che cambia e’ la gente. A volte penso che se perdessi di colpo tutte le mie capacita’ (in primis di cercare info su Google) in pochi mi cercherebbero piu’. Quei pochi sono persone preziose… ma rispetto al passato so che nulla e’ per sempre con nessuno. Forse solo con Dio e con alcuni amici piu’ veri.

Come cambia il tempo. Il mio amico Cristiano quando aveva l’eta’ che oggi ho io diceva che “Amici x sempre” e’ una canzone utopistica. Adesso che ho vissuto qualche esperienza in piu’ so che aveva ragione.

So che delle belle persone stanno preparandomi una sorpresa per il 18 e le ringrazio sin d’ora dal profondo del cuore. Il regalo in fondo me l’hanno gia’ fatto rendendo piu’ leggeri giorni e settimane che tanti “vuoti” e “silenzi” avrebbero reso ancora piu’ tristi e cupi.

Spiace dirlo ma e’ vero: finche’ non si fanno certe esperienze non si capisce il valore di cio’ che si ha, del patrimonio umano che si ha. Auguro a chi non lo sa di capirlo il piu’ lontano possibile nel tempo. Fino a quel momento per chi mi cerchera’ ci saro’, perche’ io penso sia giusto darsi per gli altri, col bello e col cattivo tempo. Ed e’ cosi’ che passero’ anche il mio prossimo comply, cercando di fare un dono a un amico in difficolta’ in questo periodo.

60 anni di massacri

Ho visto un articolo con IMMAGINI di cio’ la politica “di autodifesa” israeliana fa vivere ai bambini palestinesi. Non lo linko perche’ e’ un pugno nello stomaco e alcuni potrebbero starci male, comunque lo trovate su OKNOtizie di oggi.

Dopo averlo visto ho sentito il bisogno di PREGARE e poi di postare e gridare che io non trovo che ci sia alcunche’ da festeggiare per i 60 anni di Israele. Uno Stato che esiste al prezzo del massacro sistematico di tanta gente, che si attribuisce la liberta’ di violare convenzioni e risoluzioni ONU, che non dice mai “basta, parliamo, cerchiamo altre soluzioni, cambiamo politica”.

Ora ripeto un concetto chiaro: nessuno si azzardi a darmi dell’antisemita perche’ critico la politica militare israeliana!
Non ho nulla contro gli ebrei! NULLA! Pero’ ho tutto contro chi massacra la gente, siano ebrei, cristiani, islamici, ecc ecc ecc. Solo che lo Stato di Israele chiama gli altri terroristi e si definisce democratico, giustificato, ecc. E NON LO E’. NON E’ GIUSTIFICATO. Nessuno ha diritto di massacrare sistematicamente i civili per poter esistere. A questo prezzo non vale la pena! Lo si diceva della Cecenia all’epoca del rapimento/massacro nella scuola russa: “ma ha senso vivere in un paese reso libero a questo prezzo?” scrisse una utente sul sito della CNN (mi pare). E per quanto mi riguarda vale per Israele. Il massacro dei civili palestinesi vale lo Stato di Israele? Non c’e’ davvero un’altra strada?

E se non ci si puo’ sedere a un tavolo e discutere senza PIU’ armi (ne’ da una parte ne’ dall’altra, non basta imporlo ai palestinesi) perche’ non si cerca un’altra via? Perche’ la SOCIETA’ CIVILE israeliana non si mobilita per dire NO a questa politica di morte e per cercare alternative possibili o utopiche? Perche’ la loro Chiesa non interviene? Dio puo’ essere felice di tanto dolore?

Perche’?

Signore veglia sulle anime dei bambini e degli uomini vittime in Israele ed in Palestina di tanta sordita’ e prepotenza.

Internet oggi: parole… scolpite nella pietra

Mettiamo da parte tutti i discorsi sul web2.0. Non serve reinventare la realta’: le reti sociali online sono versioni semplificate delle reti sociali offline che non si chiamano neppure cosi’ ma esistono da quando esiste l’uomo (in realta’ anche gli animali che vivono in branchi creano reti sociali). Una piazza piena di ragazzi non e’ diversa da MySpace anzi forse ha anche piu’ sostanza. Una rubrica telefonica nella sede di un’associazione non e’ diversa da una paginetta su qualche social network e forse e’ anche piu’ pratica e priva dei banner pubblicitari…

Dicevo, mettiamo da parte questo approccio da “stiamo facendo una rivoluzione sociale, contribuisci!” e guardiamo Internet per quel che e’: un media collettivo a cui tutti possono partecipare nella forma e nel modo a loro piu’ congeniale in base anche alle capacita’ tecniche accumulate. Le vere differenze con il mondo reale sono l’assenza di confini geografici e la rilevanza che ogni evento puo’ assumere.

Facciamo qualche esempio.
Se una persona compra un prodotto dall’azienda X, si trova male e lo racconta agli amici un certo numero di persone sapra’ che quella persona ha avuto un’esperienza negativa e a seconda di vari fattori (importanza dell’acquisto, fiducia nella sua opinione, reazione della societa’ allo scontento) ci sara’ un numero variabile di potenziali clienti che evitera’ quell’azienda. La cosa comunque restera’ confinata nella sfera di relazioni sociali di chi vive l’evento, generalmente limitata entro precisi confini geografici.

Se pero’ la persona riporta la sua esperienza sul web ci saranno due importanti differenze e forse una terza. All’inizio saranno coinvolte le persone che conosce direttamente ma poi, talvolta contemporaneamente, arrivera’ Google, indicizzera’ il sito e da quel momento una vicenda privata acquistera’ rilevanza nazionale, mondiale. Questa e’ la prima differenza. La seconda e’ che l’evento non sara’ volatile. Magari gli amici del cliente ne parleranno nei loro siti per un po’ e successivamente dimenticheranno la cosa ma del tutto restera’ traccia su Google e sugli altri sistemi di indicizzazione del web.

Un’esperienza riportata online quindi diventa un episodio permanente nella vita della societa’ coinvolta. Chi cerchera’ notizie su quell’azienda leggera’ non solo i messaggi pubblicitari positivi (come avviene per esempio sfogliando le pagine gialle, i giornali, i siti ufficiali o media come il vecchio Videotel o il Minitel francese) ma anche i commenti del cliente e presumibilmente di altri su blog, forum e siti come ciao.it o Yahoo Answers.

E qui puo’ verificarsi il corto-circuito: il responsabile della ditta lo viene a sapere (direttamente o dopo una ricerca del marchio sul web) e si rende conto che online non ci sono solo pareri positivi ma anche critiche, magari piu’ diffuse e visibili del suo stesso sito. Se non conosce i meccanismi che sto illustrando reagisce con la querela, come sta succedendo in questo periodo al cliente di un’azienda di mobili, diventata famosissima in negativo non per le parole del cliente deluso ma per la querela sporta con richiesta di risarcimento stratosferico.

La conseguenza della querela oggi e’ diversa da ieri. Non e’ un atto privato fra un’entita’ (persona/azienda) e un’altra. E’ un atto di cui vengono immediatamente a conoscenza tante altre persone, o perche’ il querelato lo dice o perche’ il suo sito viene sostituito da un avviso di sequestro preventivo da parte dell’Autorita’ Giudiziaria. Siccome quest’atto generalmente va a colpire una persona, percepita come piu’ vicina e fragile rispetto a una societa’ (a quanti interessa se un giornale viene querelato per un articolo?), ecco che scatta la solidarieta’ anche da persone non legate da rapporti diretti con l’individuo.
Nell’ambito dei blog o dei siti web nascono catene di passaparola che in breve arrivano ai siti di notizie e ai blog piu’ letti e da li si propagano verso gli angoli piu’ remoti della Rete. Tutto questo viene registrato da Google e dai vari aggregatori che quindi danno sempre piu’ rilevanza alla notizia aumentandone ulteriormente la diffusione.
A questo proposito va detto che se e’ vero che i siti di giornali e TV hanno moltissimi accessi, tanta gente oggi da’ particolare credito a blog famosi o a testate indipendenti. Ecco perche’ le notizie di cui si parla online spesso sono molto diverse da quelle trattate dai media tradizionali.

Il querelante che vuole mettere a tacere le critiche (talvolta magari a ragione, ma di solito la solidarieta’ scatta in presenza di fatti percepiti come ingiusti) spesso ottiene l’effetto opposto nel breve termine -perche’ tutti parlano della vicenda- e un effetto negativo nel lungo termine perche’ sui siti web restano a lungo tracce di un’azione da molti percepita come ingiusta o sproporzionata.

Lo stesso principio si applica alla politica: un politico fa una dichiarazione troppo forte. Magari e’ un politico di un partito minore ma con posizioni spesso molto nette. La cosa si fermerebbe a un lancio d’agenzia o un dibattito in tv se non fosse che una delle persone coinvolte nell’intervento del politico risponde – via web.
Forse tale risposta non arrivera’ all’onorevole ma certo girera’ per la Rete e andra’ ad aggiungersi a tanti altri commenti non belli sulle sue affermazioni. E chi fara’ ricerche trovera’ anche questo. Quando mai in passato si potevano trovare liberamente opinioni sulle affermazioni anche non recenti dei politici? Certo, oggi esiste il meraviglioso Open polis, ma quello e’ un sito, qui si parla di una moltitudine di siti.

Ancora, un tecnico informatico che presumibilmente opera per conto di un ente di Stato crea una pagina web in modo non proprio ortodosso e con un software la cui intestazione lascia spazio a piu’ di una perplessita’. Una persona lo scopre e nel giro di mezza giornata il web e’ pieno di commenti al riguardo. Non e’ importante in quanti ne parlano, si tratta sempre di poche centinaia di persone, nulla rispetto allo share dell’ultimo TG notturno, ma quelle persone lasceranno un segno e influenzeranno l’opinione di chi dopo di loro si interessera’ all’argomento.

Internet oggi e’ questo: un luogo dove la gente parla e dove cio’ che dice resta scolpito nella pietra. Bisogna re-imparare a relazionarsi nell’era del web. Non si puo’ cercare di zittire le persone, bisogna pensare prima di agire, perche’ tutto resta, tutto puo’ essere interpretato diversamente da ieri e puo’ contribuire a danneggiare un’immagine costruita con tanta cura.

Prima l’immagine la costruivano i PR e le agenzie pubblicitarie.
Oggi ognuno di noi, dal privato al politico, dal dirigente al presidente d’industria e’ responsabile di come si presenta e agisce.

Curiosamente, nella odierna societa’ della Comunicazione (e quindi dell’Informazione) siamo tutti uguali e tutti responsabili. Quindi dobbiamo (non “devono”):

1) Pensare prima di scrivere ed esporre le nostre opinioni senza insultare (puo’ succedere ma bisogna tentare di evitarlo).

2) Sapere che cio’ che facciamo o diciamo potra’ essere interpretato diversamente da come noi immaginiamo.

3) Essere disponibili al dialogo, non pensare di mettere a tacere le cose con vecchi metodi.

FileZilla3: come peggiorare un bel programma

FileZilla era, ed e’ per chi come me usa ancora la versione 2, un ottimo client FTP: semplice, pratico e portabile tanto che le impostazioni venivano salvate automaticamente in un file XML nella stessa cartella del programma.

Da ormai parecchio tempo e’ in fase di sviluppo la versione 3, completamente riscritta e che porta parecchie novita’: licenza libera, codice aperto, port su altre piattaforme e varie nuove funzioni utili come la comparazione delle cartelle.

Purtroppo gli sviluppatori hanno fatto anche delle cavolate bella grosse. Di fronte a tanti pregi FileZilla introduce due brutte novita’:

1) le impostazioni ora vengono salvate in %appdata% (cartella dati applicazione utente) e non nella cartella del programma. Forse c’e’ un modo per forzare il comportamento della versione precedente ma non l’ho trovato.

2) all’interno del file rubrica le password dei vari siti sono memorizzate in chiaro senza un minimo di criptazione che per quanto eviterebbe sguardi indiscreti (umani e di software vari).
Desolanti le risposte degli utenti nel forum: criptate la cartella delle impostazioni. E chi non puo’ o non ha i privilegi sufficienti? E la portabilita’?

Conclusione: continuo a usare (e a far usare) FileZilla2, in attesa che qualcuno aggiunga un po’ di criptazione alla pur bella versione3!

Nota: vedo che anche altri hanno parlato del problema password in chiaro.

Mettere sotto (c) HTML e CSS?

C’e’ un’autrice di template per i blog su Splinder che si rifa’ alla legge sul diritto d’autore (quella del ’41, 1941, e successive modifiche) per dire che nessuno puo’ toccare le sue opere, nemmeno per cambiare i colori o la dimensione dei font.

Se avessi un blog su Splinder la prima cosa che farei sarebbe prendere un suo template e sistemare tutti gli ostacoli alla piena accessibilita’ che dovessi mai trovare. ;)

In un mondo di software libero, condivisione della conoscenza e dell’esperienza, trovo assurdo attaccarsi al diritto d’autore per difendere cose come la dimensione dei font dei propri template.

Invece consigliero’ agli amici di stare alla larga da template rilasciati con simili pretese (perfino un pomposo messaggio di copyright), non importa quanto belli possano essere.

24

I did it.
L’ultima volta e’ stato a vent’anni.
E’ bello vedere che ce la faccio ancora.
(non dico a fare cosa, il soggetto dovrebbe farvelo capire, comunque non e’ niente di zozzo).

Bilancio notturno

E il 31 maggio e’ arrivato ed e’ pure finito.
Lo vedevo come uno sparti acque, temevo potessero esserci conseguenze pesanti per un esame di una persona cara (chi sa non si scandalizzi: un po’ di privacy e’ d’obbligo).

Arrivano le 7.20 e il grandissimo Firmo mi accompagna e resta li, cosi’ ho potuto distrarmi e i 20 minuti dell’esame per me sono stati rapidi. Un vero angelo che non ringraziero’ mai abbastanza.

Poi a casa. Poi un po’ di malessere perche’ le mie parti fragili hanno reagito al campo magnetico anche se attenuato dalle pareti.

Poi pomeriggio a festeggiare una persona e sentirsi apprezzati per un piccolo dono fatto con Premiere Pro.

Poi sera con le migliori intenzioni per chiarire, non distruggere, con una persona cosi’ piena delle sue idee da considerare non insensate ma addirittura inesistenti le altrui obiezioni. Cosi’ io sono uno che si complica la vita ed e’ normale rispondere qualcosa tipo “non puoi preoccuparti di cosa le persone potrebbero capire”, “io vivo in modo semplice”. Ma che razza di ragionamento? Ma come si puo’ fare divulgazione quando non si considera come il prossimo interpretera’ le nostre parole o cio’ che gli trasmettiamo? E’ inutile dichiarare stima quando in un discorso si usano certi toni e a ogni parola si reagisce minimizzando o dicendo “tu non hai capito”. Il galateo insegna che -caso mai- si dica “non mi sono spiegato bene”.
Buona fortuna e buon viaggio, credo sia meglio seguire rotte differenti. Ho sentito troppi toni che non mi appartengono stasera. Voglio interessarmi di cio’ in cui mi riconosco. Il resto lo faccia chi si ritiene nel giusto. Io ho ricevuto un input errato alla base e pare sia pure colpa mia che mi preoccupo di cio’ che si comunica.

Fa caldo, 20 ore fa un amico mi ha fatto un grande dono. Poi Dio un altro.
Il resto alti e bassi, ma per le cose importanti e’ stata una grande giornata, anche perche’ ho deciso di restare me stesso e dar peso ai miei valori nel rapportarmi con gli altri, sia quelli negativi (che si cerca di superare) sia quelli positivi (la pretesa del rispetto e dell’educazione non equivale a orgoglio).

PS: e per concludere la giornata bene si ascolta quella canzone di Tricarico in cui dopo aver parlato di tutt’altro si lancia in liriche di folle fantasia. Dimmi che cos’e’ l’amore? / L’amore e’ una ranocchietta verde / ma se tu la illumini nella notte / lei scompare e poi compare e poi riappare…

Sono queste canzoni che mi ridanno pace, questo lasciarsi andare non certo alle offese o alla negativita’, bensi’ alla fantasia, a note allegre e testi surreali. E buonanotte! ;-)