…vediamo un po’ che succede…
Poi racconto meglio!
…vediamo un po’ che succede…
Poi racconto meglio!
Qualche giorno fa era l’11 settembre, il ventesimo anniversario di quell’11 settembre.
Ho confidato alla mia carissima amica Claudia (no, non la persona di Roma già citata in questo blog in passato, un’altra Claudia altrettanto cara) che lo stavo vivendo con tristezza, per il silenzio che c’era in casa mia rispetto a quel pomeriggio di vent’anni fa.
Lei è stata tenera come è sempre. Le sono bastate poche parole per regalarmi serenità. Poi sono passati i giorni…
Ieri sera mi ha raccontato che quel messaggio le aveva ispirato una canzone e si è tuffata a scriverla.
Con mille timori (“sono partita dal messaggio che hai scritto tu però ci ho messo più del mio credo anche perché non so come tu ti sentissi in quel momento? quindi se è indelicata o altro scusa?“) me l’ha presentata come si presenta un pulcino appena nato.
Oggi c’è molto più silenzio
e anche il televisore è spento
ma la tua voce nel mio cuore
non si è spenta mai.
Forse ti penso un po’ di più
e il cielo è sempre meno blu
ma tu portavi il sole
anche durante la pioggia
Adesso scende sul mio viso
che ha inciso il tuo amore
ricordo quando lo cullavi
ma adesso è troppo tardi.
Rit.: Vorrei sapere se nel cielo si respiri un po’ meglio
e se tu sia l’angelo più bello
come avevo detto, e anche disegnato
eri in mezzo al mare con l’animo annegato.
Vorrei sapere se soffrire abbia avuto un senso
e se le notti in ospedale abbiano preso luce
se la morte è come un fiume
e tu ora stai nuotando
o mi stai pensando.
Vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.
Alcuni fossi non li superi mai
alcuni fossi non li superi mai
alcuni fossi ti restano dentro e ti mangiano vivo
io ti penso sempre, come da bambino.
Oggi è l’11 settembre
20 anni fa, avevamo lo sguardo assente
sul divano in preda al panico
pensavamo ai corpi in bilico.
E ci chiedevamo
come sarebbe stato
chiudere gli occhi e non riaprirli più
un po’ come dormire, ma senza sognare
adesso lo sai e questo mi fa male
e un pezzo di legno ti fa da tetto
resti immobile e hai sempre freddo
forse non senti niente,
forse non sei più niente.
Rit.
Io ti aspetterò
ti aspetterò
ci rincontreremo ancora
in qualche altro universo
dove sarò lo stesso.
io ti aspetterò
ti aspetterò.
il televisore è spento
ma il tuo ricordo no.
C’è un po’ di me, un po’ di mia madre e un po’ di Claudia in questo testo, che secondo me non ha scritto da sola ma con un aiuto dal Cielo. Gliel’ho detto e ho aggiunto che mi ha commosso profondamente il suo gesto e la sua dolcezza. Al punto che voglio conservare questa canzone nel mio blog. Un posto che frequento poco di recente ma che desidero sia testimone di questo meraviglioso dono da un’amica che tanto cerca di dare agli altri.
Grazie Claudia, per questo e per molto altro.
25 anni e un giorno fa oggi completavo la prima versione pubblica di un programma per la piattaforma Amiga che mi avrebbe cambiato la vita.
Si chiamava HTTX ed era un convertitore da HTML a testo utilizzabile da linea di comando. Aveva un sacco di opzioni creative come la conversione in ANSI.
Ebbi la fortuna di entrare in contatto con lo sviluppatore di AWeb, allora e a lungo il miglior browser per Amiga. Il mio convertitore venne incluso nella distribuzione ufficiale del programma. Non ci guadagnai niente economicamente (solo una copia originale del CD di AWeb spedita dal Canada) ma come esperienza fu fenomenale, anche perché da lì fu facile diventare betatester delle nuove versioni. Ricordo la curiosità e l’emozione quando, ogni lunedì, la mail impiegava più tempo a scaricarsi perché c’era la nuova beta allegata. Spesso conteneva correzioni di bug trovati da me e nuove funzioni che avevo proposto io!
Poi AWeb venne incluso nelle nuove versioni del sistema operativo di Amiga 3.5 e 3.9 e con esso il mio programma. Anzi, quelli che ormai erano gli amici di AmiTrix (il distributore canadese) mi fecero anche entrare nel team di betatester delle nuove versioni del sistema operativo!
Anche lì, nessun guadagno ma il primo NDA della mia vita ricevuto per posta, compilato e spedito via fax dal tabaccaio vicino casa, orgoglioso che un “ragazzo” che aveva conosciuto bambino facesse “cose importanti e segrete con i tedeschi“. Giacché la Haage & Partner, cui era stato affidato lo sviluppo, era tedesca.
Mi trovai così a dialogare e collaborare con alcuni dei geni che avevano creato l’OS del computer che avevo amato sin dall’adolescenza!
…e pensare che tutto era partito da un programma in AmigaE scritto per necessità personale.
Quando nel 2005 ho abbandonato definitivamente Amiga ho rilasciato HTTX e tante altre piccole cose con licenza GPL, quindi se lo volete è tutto vostro. Oggi esistono compilatori E per tutte le piattaforme.
Tuttavia la storia di HTTX non si limita a una splendida avventura informatica ma ha un lato umano che per me vale anche di più.
Rilasciai HTTX come freeware, cioè gratis, ma con l’invito a chi lo avesse trovato utile a fare una donazione a un’associazione che si occupava di aiutare i bambini in difficoltà. Ricordo come fosse ieri l’email di un signore che mi ringraziava per il programma e mi comunicava che aveva fatto una donazione a un’organizzazione che dava coperte e cibo ai bambini di strada di San Pietroburgo. Sì, perché ancora a fine anni ’90 (e forse tuttora) in quella città c’erano bambini che vivevano per strada e nelle fognature…
Pensare che il tempo speso a immaginare e programmare HTTX avrebbe portato sollievo a qualcuno di quegli angioletti mi diede e mi dà tuttora una grande emozione.
…ma per ora le mie avventure sono altrove!
Il 30 dicembre 2016 io c’ero. Non di persona. Di persona ero stato con due amici a novembre, a Padova. Io c’ero, in una delle migliaia di sale cinematografiche che trasmettevano la diretta del concerto, ricevendo il segnale via satellite da Bologna. Una novità per l’Italia, un altro primato dei Pooh dopo essere stati i primi in Italia a usare il sintetizzatore Moog (quello che si sente all’inizio di “Noi due nel mondo e nell’anima”), i primi in Italia a usare i laser ed i fumi nei concerti, i primi in Italia a suonare nei teatri e poi negli stadi, ecc…
Io c’ero ed eravamo in tanti, di tutte le età, dai piccoli agli adulti, ai più anziani. E cantavano tutte le canzoni, anche stonando, anche sbagliando le parole… Un mio vicino di poltroncina era con la fidanzata, che gli dava un pugno sul braccio se sbagliava una parola! Eravamo tutti fratelli, tutti amici, in quell’atmosfera serena dei concerti dei Pooh che ho conosciuto per tutti gli anni in cui ci sono andato, soprattutto nei pomeriggi d’estate, sotto il sole, davanti al palco, mentre i tecnici finivano di montare gli strumenti.
Io c’ero, quel 30 dicembre. E c’era con me un’amica, non fan ma che avevo invitato per passare una serata diversa. Ogni 2×3 le mandava messaggi una sua collega di Bari ultra fan, anche lei in un cinema della sua città, che commentava le canzoni e non faceva che dirle “Ti sei emozionata? Ma quanto è bella questa? Ma che meraviglia quel primo piano con gli occhi azzurri di Roby!” i fan dei Pooh sono così. Hanno il dono di avere scoperto un tesoro, anzi quattro, anzi cinque tesori, e vogliono condividerli con tutti.
Io c’ero e quando le note di “Traguardi” hanno iniziato a sfumare e il cinema ha riacceso le luci, non mi vergogno di dire che avevo gli occhi umidi.
Io c’ero ma quella volta non avevamo la fortuna di pensare “Ancora fra un anno”, titolo della canzone storicamente usata per la fine di ogni spettacolo. Quella volta finiva una storia. Ma non la loro musica, che oggi emoziona anche chi non li aveva conosciuti prima.
Tu sei volato in Cielo in modo straziante per noi che restiamo ma, per quanto difficile, forse dovremmo cambiare prospettiva.
Accanto al nostro dolore dovremmo pensare al fatto che per te è iniziata una nuova tappa nel percorso dell’eternità. Hai ritrovato i tuoi genitori, il tuo amico Pino, il tuo collega di sempre Valerio e ancora tante persone di cui ci hai raccontato nel libro “Confesso che ho stonato”. Puoi riabbracciare amici, colleghi, magari potrai ringraziare ancora San Giovanni Paolo II per quella pillola che ti tolse i dolori da calcoli!
A noi lasci le tue canzoni, il tuo esempio, la tua vita. Noi soffriremo e più di noi i tuoi cari, chi ha vissuto e lavorato con te. Ma nulla finisce. Proprio mentre noi diciamo “è partito” altri esclamano “è arrivato!”
Buon… qualsiasi cosa ci sia dopo. Grazie per quello che ci hai donato, per quello che ci hai lasciato.
“E si può dividersi e non sparire, se è così riabbracciaci quando vuoi” (semi cit. Domani, Pooh 2004)
Lo stesso post ma con anche un video ricordo lo trovate nella mia pagina Instagram.
E’ passato un secolo dal mio ultimo post. Immuni e’ arrivata. E’ finito un lockdown. E’ iniziata un’estate folle. E’ arrivato l’autunno. Il virus e’ tornato a far paura. E’ tornato un semi lockdown ma adesso ogni regione fa per se’ ed e’ un bel casino. Comunque per rispetto ai lettori ecco le risposte alle 15 domande su Immuni che mi ponevo ad aprile e che, a quanto so, si poneva pure il garante privacy.
E adesso un commento personale.
Io non uso Immuni principalmente per due ragioni: l’assenza di dati certi sulla sua affidabilita’ e su cosa avviene dopo la notifica. Per qualche giorno c’e’ stato il dubbio che il figlio di un mio contatto stretto fosse positivo e ho avuto un sacco di sintomi psicosomatici. Figuriamoci come starei se mi lasciassero 14gg con la paura di avere il virus perche’ un’app, bonta’ sua, ha calcolato che l’attenuazione del Bluetooth di un dispositivo vicino era X e non Y… ma scherziamo??? Voglio qualche garanzia, o sull’affidabilita’ del sistema o di ricevere un tampone di verifica post notifica! Tanto mica arriva in tempo reale ma di solito dopo 4, 5 o ben piu’ giorni. Se fanno cosi’ all’estero lo possono fare anche in Italia.
Quando racconto che non uso Immuni c’e’ chi mi accusa di mettere in pericolo chi mi sta attorno. Beh, accadrebbe anche se usassi l’app: non puo’ registrare ogni occasione di contagio e quelle che registra non le notifica certo in tempo reale.
Io vivo gia’ pensando di essere positivo. Lo penso da febbraio e penso che qua lo siamo stati tutti. Uso la mascherina (che fatica, soprattutto con gli occhiali!), mantengo le distanze, igienizzo le mani ed evito contatti con amici anziani. Tutte cose che continuerei a fare anche se avessi Immuni.
Date qualche garanzia e la usero’.
Con questo post non voglio condizionare nessuno a usarla o non usarla. In altri ambiti resto neutrale proprio per evitarlo. Nel mio blogghino, pero’, dico quel che penso, altrimenti a cosa servirebbe averlo?
Altri hanno espresso critiche e osservazioni che riporto:
Non scrivo da un po’, perché sogni, progetti… e stress da quarantena mi hanno portato a occupare il tempo in altri modi, però questo mio blog è un porto sicuro quando ho bisogno di uno spazio stabile e non angusto come i vari social per appuntare delle questioni.
E oggi la questione è l’app di tracciamento che il governo vorrebbe proporre agli italiani per tentare di identificare rapidamente possibili focolai del covid-19. Sulla carta ci si ispira a ciò che hanno fatto altri paesi, dove però l’app è stata accompagnata da tamponi ed altri interventi. Basterà un’app? E che garanzie dà a noi cittadini di una democrazia?
Al di là del chiacchiericcio dei social, dove la fanno da padroni quelli che gridano ai 4 venti “se usate i social avete svenduto tutti i vostri dati, non rompete e installate!”, vorrei alzare un po’ il livello della questione. Ecco dunque le mie 15 (per ora!) domande.
Da cittadino attento alla privacy e alla sicurezza IT pretendo una risposta esaustiva a tutti i quesiti prima di pensare di installare e usare l’app.
Domande in attesa di risposta sull’app “Immuni”.
Sono passati oltre sei mesi dal mio ultimo post qui. Sono successe tante cose, alcune belle, altre meno belle. Ne parlero’ presto, adesso scrivo per augurare a chi passa per di qua un sereno Natale e buon anno.
Come sempre,
http://buon.natale.da.gabriele.favrin.net/
I Pooh hanno festeggiato trent’anni di attivita’ insieme nel 1996 con il brano “Amici per sempre” inserito nell’album omonimo.
Scelta felice e canzone diventata un inno, che stasera mi risuona nelle orecchie pensando a Zak, il mio caro e grande amico Zak che ho conosciuto proprio il 20 giugno di 30 anni fa in una chat del Videotel. Un’era geologica fa per l’informatica e anche per le nostre vite.
Quante ne abbiamo fatte, viste e vissute. Grazie a te, per la voglia di passare del tempo insieme ho affrontato i primi viaggi da solo fino a Brescia nonostante le mie paure e i miei occhi. Due ore e mezza andata e due ore e mezza ritorno: non c’era l’alta velocita’ e nemmeno i cellulari per restare in contatto col mondo, ma quanti libri letti e chiacchiere ascoltate! E tu, che eri pure piu’ giovane di me due due anni, che facevi lo stesso. Grazie di cuore…
Tu ci sei stato nelle nostre telefonate (in cabina telefonica, che costava meno) quando dovevo ricoverarmi per l’intervento del ’90. Tu mi hai visto entrare nel mondo “figo” di chi creava pagine ufficiali, tu hai sopportato i miei comportamenti non sempre saggi (ed e’ eufemismo). Per colpa tua, da amighista fanatico, nel 1998 ho scoperto e amato i plugin di Winamp e il gioco super educativo Carmageddon ;) e qualche mese dopo ho preso il mio primo PC.
Ricordo con simpatia i tuoi genitori, sempre premurosi con me quando venivo a trovarti. Ricordo tuo padre smanettone e curioso di tecnologia quanto te e il giorno che a uno SMAU (o era il SIM?) lui capi’, e io pure, che qualcosa nel mondo dei videogiochi stava cambiando: “bella questa grafica, per essere un PC“, disse a proposito di Prince of Persia per DOS. E fu l’inizio della fine di Amiga come macchina da gioco: i PC iniziavano ad avere le VGA. Di li’ a poco sarebbero arrivati Doom e gli altri FPS e tutto sarebbe cambiato, ma la sua previsione mi e’ rimasta impressa. Aveva e immagino abbia tuttora una grande attenzione per le cose. E tu hai preso da lui. Ricordo pure tuo fratello Dario, che ho visto piccino e poi piu’ grandicello, e con quanto affetto ti occupavi di lui.
Abbiamo attraversato le epoche, vissuto interessi e comuni e scelte diverse e scambiato scherzi. In fondo ci conoscemmo cosi’: io e il mio amico dei tempi dell’adolescenza Alessandro (DJs, chissa’ se ti ritrovero’ citandoti in questo post) giocavamo a fingerci redattori di TGM in chat e tu ci cascasti. Ehm :) Chi l’avrebbe immaginato che due anni dopo in un’altra chat avremmo intervistato quelli veri, con annesso casino, ricordi? ;)
Ma eravamo tutti giovani e di casini ne abbiamo fatti tutti, penso io piu’ di te. E tu ci sei sempre stato, con pazienza, affetto e rispetto. Ed e’ per questo che io credo che noi due saremo amici per sempre. Perche’ ci vogliamo bene, ci rispettiamo e gioiamo della felicita’ dell’altro. E tu di motivi per essere felice credo ne abbia un po’, soprattutto per aver conosciuto e collaborato con l’autore del tuo gioco, Zak McKracken! Non sai quanto sono orgoglioso e felice per te ogni volta che mi racconti un tuo traguardo!
Quindi… W noi e… Si puo’ essere amici per sempre!
Mi piace dire che non cambia niente. Fino alle 23:59 erano X, dalle 00:00 sono X+1
E appunto, non cambia niente, il giorno in cui compi gli anni. Gli amici ti fanno gli auguri (graditissimi, attesi e commoventi), i forum ti mandano le mail automatiche e qualche social ti mostra i palloncini. Poi, se ti va, ti regali una torta oppure, come ho fatto io, metti online la quarta versione del tuo sito personale (la prima e’ del 1997) in cui hai recuperato un po’ di cose vecchie e giocato con le magie attuali del CSS visto che ti piace tenerti aggiornato.
E vedi che invece cambia qualcosa? Non dall’oggi al domani, ma nel lungo periodo. Rivedi le tue idee. Cio’ che anni fa non avresti fatto ora fai. Che sia studiare cose nuove, aprirti a cio’ che temevi di non saper fare, giocare con la figlia novenne (e mezzo, se no si arrabbia ;) ) del tuo amico Manuel o perfino fare un selfie e pubblicarlo. O che sia smettere di vivere di paure infondate sulle tecnologie. Ma di quest’ultima cosa parliamo in un post nei prossimi giorni che oggi e’ la mia festa.
Ma perche’ cambiamo e cosa ci cambia? Io credo siano le esperienze. I distacchi scavano solchi nel cuore (e in questi anni, oltre al lutto di mia madre, ne ho vissuti molti con amici). Poi ci sono le esperienze, sia quelle belle in cui scopri che se provi puoi anche essere felice, sia quelle brutte che pero’ ti lasciano sempre insegnamenti.
Il difficile pero’ non e’ cambiare, e’ normale farlo. Il difficile e’ tenere insieme tutti i pezzi di te e voler bene a ogni parte. Quella giocosa come quella seria, quella pronta a dare l’anima per gli altri e quella che, finalmente, ha imparato a dire dei no, anche per difendere tutte le altre parti.
E adesso basta pensieri. Buon tutto a me, al remake del mio sito e a quel che verra’ oggi, domani e poi chissa’!
Tutto sommato sono felice, anche se non tutti i pezzi sono al loro posto. Di cosa mi dovrei lamentare? Ho ripreso il controllo emotivo della mia vita ed e’ stata perfino composta una canzone per me, da un’amica. Qualcosa di buono devo averlo fatto…
Domani sono 5 anni che il tuo cuore ha detto “stop”.
Dico l’organo, perche’ il cuore inteso come bonta’, come anima, quello ha continuato ad amare e a vegliare su di me, lo so bene.
Ma come detto, domani sono 5 anni e invece oggi sono 5 dall’ultima volta che siamo stati insieme, ti ho toccata, ho sentito la tua voce parlarmi. E ho pure sentito la tua sofferenza dopo quel lunghissimo intervento. Unica consolazione per poter dire a me stesso che “stai meglio ora“.
In questi anni ti ho ricordata e onorata ogni maggio facendo donazioni al nostro caro don Armando, ma quest’anno no, e non perche’ 5 anni siano una cifra particolare che richieda scelte diverse. Quest’anno molti eventi stanno turbando la mia coscienza. Lo sai, mi sono interrogato sulle politiche di accoglienza dei migranti.
L’ho fatto, spero, in modo piu’ maturo e articolato rispetto ai media e alla politica italiana ormai fondata sugli slogan, da tutte le parti.
Ancora non so quale sia la strada giusta, ma alcune certezze le ho:
E quindi cio’ che faro’, ispirato anche dal gesto dell’Elemosiniere del Papa, sara’ una piccola donazione a Mediterranea in tua memoria, per dar loro, nel mio piccolo, un po’ di aiuto a sopperire alle scelte sbagliate e crudeli di questo e dello scorso governo e aiutare quegli uomini, quelle donne e quei bambini.
Cosi’, sarai anche tu con loro, sulla loro nave. Anche se credo che la tua anima sia vicina a chi soffre in modi e luoghi che noi nemmeno immaginiamo.
Ho chiesto a un caro amico, per anni maestro e oggi in pensione e colonna portante della parrocchia: “Pensi mai ai tuoi tanti alunni? Cosa ne e’ stato di loro, se sono vivi, se sono felici…”
E lui mi ha detto di si’, che li pensa e li affida alla Madonna, “che siano in terra o abbiano visto la luce eterna“.
Faro’ anch’io cosi’, per i miei vecchi compagni di scuola (di uno so la drammatica fine, di alcuni altri so qualcosa per sentito dire…) e soprattutto per le tante persone che ho conosciuto negli anni, quelle che ho visto crescere, quelle che hanno attraversato anche solo brevemente i siti di cui mi sono occupato, ecc…
Chi non crede spesso pensa che la religione sia una grande consolazione, alla sofferenza, ai distacchi e in generale alla nostra attuale impossibilita’ di capire tutti i meccanismi dell’universo e dell’esistenza.
Magari lo e’ anche per chi crede, ma ci sono situazioni in cui non sai piu’ nulla di persone che ti sono state care e casi in cui non puoi fare nulla, davvero nulla, per qualcuno e allora, grazie al Cielo che c’e’ la preghiera!
Grazie al Cielo che puoi affidare l’anima di qualcuno a chi lassu’ puo’ averne cura. Che sia un’entita’ oppure che semplicemente sia l’energia positiva della preghiera tua e di altri.
Sul fatto che la preghiera funzioni ho gia’ avuto una dimostrazione che avrebbe convinto anche San Tommaso, ma in questo post non parlo della sua efficacia per le persone a cui e’ dedicata ma della pace del cuore che da’ anche a chi la pronuncia.
Pace del cuore VS tristezza, magari per situazioni che non possiamo cambiare. Sara’ anche consolatorio, ma ringrazio il Cielo di saper guardare oltre. Oltre il mio sguardo, oltre il mio mondo. Ringrazio il Cielo di poter chiedere a qualcuno o al cosmo di accogliere la mia preghiera per il bene delle anime che ho conosciuto, per anni o per un attimo.
E sono certo che qualunque sia la verita’ in ambito religioso, la preghiera per il bene degli altri viene ascoltata.
Non manca molto a un aggiornamento totale del mio sito personale. Non il blog, proprio il sito www.favrin.net
HTML5, adatto anche a cellulari e tablet, con qualche cosa vecchia potata e tante pagine aggiornate, che qua gli anni passano e si accumulano vita e cose da raccontare…
Il lato tecnico è stato il primo aspetto che ho affrontato, perché il sito era di fatto fermo a un po’ di anni fa. Aggiornare (pigramente) i contenuti ha richiesto più impegno, ma ormai è quasi tutto fatto…
Arriva presto ;)
Confesso di essere in un momento di insofferenza per le persone.
Persone che hanno il coraggio di definirsi amiche ma poi ti scrivono “io ci tengo alla mia salute tu liberissimo di suicidarti con quello che ti piace di più“. Ce l’ha con il mio uso dei dispositivi wireless. E’ un medico? Un ricercatore? No, e’ uno che studia su Google e cita servizi di Sky, ma ne riparlero’ piu’ approfonditamente in un altro post.
Persone che hai aiutato in un loro momento economico difficile e che hanno imparato non solo a darti per scontato ma a scrivere ogni frase, ogni virgola quasi, per chiedere, cercando quasi di suscitare sensi di colpa, senza mettersi minimamente in discussione o ipotizzare soluzioni alternative.
Ovviamente non si puo’ fare di tutta l’erba un fascio e al mondo c’e’ tanta gente buona e brava, ma quando in uno stesso periodo si sommano situazioni diverse e irritanti, davvero viene voglia di fare ordine non solo negli angoli di casa, come ho fatto stamattina, ma anche tra le persone con cui hai a che fare. Non temporaneo, proprio definitivo.
Iniziamo un po’ a portare tutto su PHP 7.3, a partire da questo blog…
E un bel giorno ti chiama don Gianni e ti chiede se si puo’ creare un modulo di iscrizione a un evento su Mestre. Dovrebbe chiedere questo e quello, ma non sul sito della parrocchia che magari uno che non e’ cristiano non ci va volentieri.
Lo ascolti e la mente attiva tutti i neuroni (quelli rimasti, alla tua veneranda eta’) per immaginare cosa fare e dove… e mentre lui parla tu pensi “uso MailPX, il mio mailer creato tanti anni fa per una sfida con un amico” e “OK ma dove lo metto? Mestre… Mestre… ecco! Gli dico che lo metto su Mestre semplice!” e glielo dici, senza pensarci troppo.
Lui apprezza, si fida (fiducia conquistata in otto anni e non scontata) e ti dice che se lo finisci per le 18 e’ perfetto. Sono le 16.
Recuperi il programma. E’ uno di quelli che semplicemente funzionano, quindi ti sei quasi dimenticato come si imposta. Fai mente locale. Sistemi la config e via, anche perche’ don Gianni mica ha aspettato e ha gia’ detto a mari e monti l’indirizzo dove iscriversi.
Poi pero’ ti viene in mente che “Mestre semplice” non lo tocchi da anni, si puo’ dire da una vita fa. Vedi mai che qualcuno lo guardi… e via a controllare i contenuti e poi aggiornare cio’ che serve per renderlo fruibile da cellulari e tablet. Una bella avventura dato che non stai nemmeno bene (perche’ se stessi bene stamattina saresti andato alla Prima Comunione della figlioletta del tuo grande amico Manuel, sigh…).
Non son cose difficili, in un paio d’ore son fatte, hai imparato a farle bene in altri progetti, ma farle se non sei al top e’ piu’ difficile di quanto non sia normalmente con i limiti con cui sei abituato a convivere. Pero’ alla fine tutto va al suo posto e scopri che hai fatto bene perche’ ‘sta cosa di don Gianni non e’ proprio piccola, anzi probabilmente ne parleranno in tanti.
E, insomma, “Mestre semplice” che fino a qualche tempo fa pensavi pure di chiudere, torna a splendere e ospita la prestigiosa iniziativa Dialoghi per la citta’!
Ne capitano di cose belle, quando meno te l’aspetti e quando vinci tutti i “non ci riusciro’“, “non funzionera’…“, “non so se…“.
Oggi ho fatto una buona impressione a una persona. Non era scontato, anzi.
Dovrei essere contento ma non lo sono, perche’ al di la’ della buona impressione sono successi dei guai, non per colpa mia ma di una bugia o meglio una cosa non detta da un’altra persona. Mi e’ stata quindi fatta una richiesta, che ho rispettato.
Sincerita’ e rispetto sempre, anche se e’ difficile, anche se fa male. Le cose buone si fondano su questi valori. Tutto il resto causa, prima o poi, guai e dispiaceri.
Per questo io cerco di vivere secondo questi valori e provo a insegnare agli altri a farlo.
Giorni che finalmente hai capito come dormire bene e poi star bene quando sei sveglio (e si’, avevi ragione tu)
Giorni che “con le cose manuali sono una frana ma ci provo lo stesso” e ti senti dire un “bravo” che vale oro perche’ te lo dice una persona di cui hai lottato per conquistare la stima
Giorni che si rompe una tapparella ma arriva un amico ad aggiustartela e tutto torna OK
Giorni che ti dicono “mi sei mancato tanto oggi”
Giorni che aiuti, giorni che ti ritrovi, giorni che torni a guardare con positivita’ alle cose che sogni e quindi trovi anche la forza di guardarti dentro e cercare alcune spiegazioni…
Io penso che noi chiediamo a Dio quello che non diamo agli animali non umani. Vediamo un animale in difficoltà e al limite lo filmiamo, ma non lo aiutiamo perché “la natura deve fare il suo corso”.
Siamo ipocriti e crudeli, ci sentiamo superiori perché abbiamo un’intelligenza differente, ma in realtà siamo cinici e approfittiamo delle nostre capacità per sottometterli e sfruttarli. Togliamo loro l’habitat e il cibo e ci danno fastidio se cercano di adattarsi per sopravvivere.
Verremo giudicati per come trattiamo i nostri fratelli non umani. Vale anche per chi li mangia, occhio…