Questo mio vecchio blog

Scrivere un blog per se stessi, per rileggersi poi.
Razionalizzare i propri pensieri prima di condividerli col mondo.
Nove anni fa ho iniziato cosi’ e lo scopo e’ sempre stato questo.
Posso piacere, non piacere, dar fastidio, suscitare simpatia, evocare ricordi. Va bene tutto.
In questo blog ho sempre messo cio’ che mi sentivo di mettere.
Un paio di volte nella sua lunga esistenza mi sono sentito condizionato.
Se scrivevo una cosa qualcuno ci restava male, se non la scrivevo idem.
E mi e’ passata la voglia di scriverlo.

Twitter e’ un’altra storia. E’ un gioco e infatti ci vado a giocare, ci esprimo un’emozione, un commento e la cosa piu’ difficile e’ farlo stare in 140 caratteri e non mettersi nei guai.
Ma questo blog mi rappresenta e mi racconta. Nei miei momenti, nei miei dispiaceri. Nella mia speranza di contare per le persone abbastanza da non andarsene, in tutte le accezioni del termine.

Non e’ un diario delle mie giornate e siccome ogni giorno, ogni mese, ogni anno si vive con stati d’animo diversi non e’ detto che se un anno si vive un’esperienza e la si racconta, l’anno dopo quando se ne vive una ancor piu’ meravigliosa desiderata e attesa si corra qui a dirla. O almeno io non lo so fare. Spiace se anche per questo deludo.
Per un po’ continuero’ a giocare su Twitter, non ho spirito per riflessioni lunghe qui e questo non e’ il mio diario, e’ un blocco degli appunti dell’anima e la mia e’ un po’ troppo tormentata e ferita per avere voglia di raccontare ora, sia cose belle sia cose brutte.
Poi magari fra 5 minuti cambiero’ idea, ma anche no.

Anima, cuore e dignita’

Non so se le mie scelte passate sono sempre state giuste ne’ se lo saranno quelle future. So che ci metto il cuore e il cuore e’ capace d’affetto e di dolore, di tenerezza e di rabbia. Sia il mio sia quello degli altri, lo so. Ma so anche che ho una mia dignita’ e arriva il momento in cui pretendo sia rispettata.

Io son pronto a dar l’anima per le persone a cui tengo e, faticosamente, ad ammettere i miei errori ma i problemi si risolvono solo se c’e’ la volonta’ di dialogare e superare le difficolta’. Senza, non penso di meritare certi toni e certe frasi.

Purtroppo pare sempre piu’ facile pensare ai problemi che alle cose belle, ed e’ un errore che devo star attento a non fare anch’io…

Strascichi della settimana dell’aggiornamento tecnologico

Dopo il post sugli aggiornamenti di vari software mi sono deciso ad aggiornare anche PSPad (praticamente il software che uso di piu’) e KMPlayer.

Tutto OK per il primo, a parte dover rifare in parte la configurazione per un errore mio. Avendolo personalizzato abbastanza e’ stato seccante.

Storia diversa con KMPlayer. Ero un po’ incerto. Passavo dalla 1.4 e mi ero gia’ scottato con la versione 3-con-trojan circolata mesi fa pure su importanti distributori di software. Alla fine mi sono deciso. Installo, leggo attentamente ogni schermata per rifiutare la marea di cose extra che vorrebbe farmi mettere. Gui stravolta. Qualche opzione invasiva all’avvio che gli sfogno al volo (Aspetto -> Logo -> Aspetto logo predefinito) e un po’ di tempo per riabituarmi.

Il vero problema che mi son trovato davanti e’ che con gli AVI a volte perdeva qualche frame, se ci si spostava velocemente poteva bloccarsi e se si cambiava lo stream audio perdeva totalmente il sincronismo audio/video.
Ero tentato di tornare alla 1.435, l’avevo pure reinstallata con Sandboxie per sincerarmi che non fosse un problema dello specifico video, e non lo era.
Prima di abbandonare la versione 3 ho voluto fare una ricerca nel forum di supporto… ed ecco che altri avevano avuto lo stesso problema.

Bug noto nella 3.3.033, giusto quella che ho scaricato io :)
Per aggirarlo basta fare come suggeriscono gli sviluppatori ovvero andare in Opzioni -> Preferenze -> Controllo Filtri -> Filtri sorgenti e impostare per AVI normale e AVI danneggiato “Predefinito di sistema” al posto di quello che c’e’. Fatto e tutto e’ tornato a posto.
Lo scrivo nel caso serva a qualcuno.

Preti e cambiamenti

Volevo commentare questo articolo di Gente Veneta ma visto che il loro sito non me lo fa fare (sente odore di cattolico poco allineato mi sa :) lo faccio qui, andando un po’ oltre i 1000 caratteri consentiti dal sito.

Si parla del trasferimento dei sacerdoti da una parrocchia all’altra che sarebbe una “fonte di liberta’” secondo don Sandro Vigani. Ecco cosa ne penso io, nel rispetto comunque della sua opinione.

La Chiesa sceglie e si da’ una ragione: “e’ giusto cosi'” o “cio’ rappresenta al meglio la volonta’ di Dio”. Insomma, quella che sembra una perdita, una privazione e’ invece una possibilita’ sembrano voler dire molte prese di posizione dei credenti, laici e non, su diversi temi e questo non fa eccezione.

Dissento, con rispetto e dalla mia umile posizione di credente laico poco praticante.
L’amore gratuito? Si puo’ pretendere che una persona ami senza legarsi, che non abbia punti fermi nella vita se non Cristo?
Non credo si possa e infatti da quando i parroci non sono piu’ inamovibili, da quando cioe’ l’unica famiglia che gli era concessa (non da Dio ma dalla Chiesa Cattolica, e’ utile ricordarlo) non e’ piu’ una certezza nel tempo, le vocazioni sono crollate. Quanti vogliono questa vita? Pochi pare.

Ben piu’ preti, sempre cristiani ma non cattolici, ci sono dove il sacerdote puo’ avere una moglie o un marito, se e’ donna, e dei figli. Forse un padre o una madre di famiglia sanno amare meno Dio?
Il parroco inamovibile poteva certo creare problemi ma anche la soluzione attuale secondo me ne crea, lacerando la vita dei sacerdoti e delle parrocchie che vivono in costante stato di precarieta’ o alla merce’ delle necessita’ “organizzative” della Curia.

Libertà? Si’, di soffrire tutti, preti e fedeli.

Ciao, Benedetta

Ciao…
Hai visto che e’ successo dopo che un anno fa sei caduta verso il cielo?

Dolore in chi ti amava, angoscia in chi ti aveva appena incrociata e pensieri di tanti che nemmeno ti conoscevano.
Qualche persona incommentabile ha pure fatto ironia sulla tua morte (e Facebook non l’ha cancellato e anzi gente di gran cuore ha aggiunto battute indegne), ma cosi’ e’ il mondo…

Un mondo dal quale hai scelto di andartene. In fondo e’ difficile capire perche’. Per l’anoressia? Per altri dolori sottili o grandi che ti struggevano l’anima? Perche’ non sentivi o non credevi di poter chiedere o avere aiuto? Chi lo sa…

Io ti conosco perche’ ha parlato di te un grande amico di una persona per me preziosa e lei e’ rimasta molto colpita dalla tua vicenda e ti ha anche dedicato un bellissimo articolo per cercare di aiutare altre ragazze che affrontano momenti difficili.

Tanti che non ti conoscevano, ti pensano e pregano per te.
A me fai tenerezza. Vorrei riavvolgere la matassa del tempo e che la carezza di un angelo potesse trattenerti o darti la voglia di non farlo…
Mi fai tenerezza e ti mando un abbraccio leggero, a te e agli angeli sofferenti che ci stanno pensando ora.

Mi fai tenerezza e ti voglio bene… Ma…
Ma anche se provo questi sentimenti penso che tu abbia sbagliato,. che tu abbia compiuto un gesto estremamente egoista. Soffrivi, lo so, non si puo’ semplicemente dire “dovevi farti forza” ma nemmeno accettare la tua scelta. Avresti potuto cercare aiuto… in Dio, in chi conoscevi o in sconosciuti (un prete? uno psicologo? un conoscente di fiducia?)

Meritavi piu’ aiuto? Certo, ma chi sono io, estraneo, per dire che chi ti amava non ha tentato di dartelo?
Alla fine pero’ la scelta e’ stata tua: il dolore troppo grande? La paura? La vergogna? Quale e’ stata la molla? Cosa te l’ha fatto fare? Chi puo’ dirlo… chi potrebbe mai saperlo…

Pero’ non dovevi. Ti sei negata la possibilita’ d’essere felice nei giorni del domani e hai inondato la vita di chi ti amava di sensi di colpa.
Sensi di colpa giustificati? Non lo posso sapere per chi t’era piu’ vicino. Penso pero’ siano sbagliati per chi ti conosceva meno o ti incrociava a scuola… L’animo umano e’ cosi’ difficile da sondare. Anche se parli ogni giorno con qualcuno e gli dai tutto te stesso non puoi essere certo di capire fino in fondo cosa vive…

Non lo so. Non posso sapere cosa davvero t’ha spinta, quali ragioni o torti subiti. So, ma non lo dico con rabbia, che non e’ stato giusto. Che hai lasciato vuoto e dolore. E forse qualche desiderio d’emulazione in ragazze che avran letto di te sui giornali.

Ma che scelta e’ una cosi’? Lasci dolore e non sai cosa trovi. Perche’ magari dopo non c’e’ niente, o c’e’ l’inferno cristiano o il perdono in extremis di Dio o c’e’ l’immediata reincarnazione per ripetere le prove fallite… chissa’… non lo si puo’ sapere…

Vent’anni fa ho vissuto, da lontano, il suicidio del figlio di una collega di mia madre. Ha devastato la vita alla sua famiglia che aveva tentato l’impossibile perche’ non lo facesse.

Sette anni fa una persona preziosa mi ha raccontato la sua vita di sensi di colpa per l’analoga fine del suo ragazzo.

Scusami, non lo trovo giusto ne’ per chi lo fa ne’ per chi resta. Lo capisco solo per i malati gravi che in accordo con la famiglia scelgono di non soffrire oltre e di interrompere le cure. Ma e’ una scelta condivisa, non uno strappo…

E intanto resta il silenzio. E a parte i miei tasti ora c’e’ silenzio. Il silenzio che c’e’ sulla tua tomba (lo so, l’anima e’ altrove), il silenzio che sostituisce i sorrisi, la spensieratezza, le gioie che avresti avuto, le prime cotte, gli esami, le vacanze sola, amici nuovi, feste di compleanno, paura e felicita’…
Un’infinita’ di emozioni che se una virgola quel giorno fosse stata diversa, potresti vivere ancora.
In fondo spero tu rinasca.
Chissa’, magari sei la bimba dei vicini.

Ti mando un abbraccio e una preghiera, ma non avresti mai dovuto farlo. Tu da dove sei, avrai visto che effetti ha avuto.
Ciao Benedetta, continuero’ a ricordarti e come me in tanti. Sperando di saper camminare sull’acqua per dare il mio piccolo umile contributo a far star meglio le persone che ho attorno.
Che il Cielo abbia cura della tua anima.

Ti dedico Tommy di Roberto Vecchioni. Una carezza, ciao…

La settimana dell’aggiornamento tecnologico

…Che corsa! Direi che l’ho rispettata questa settimana dell’aggiornamento tecnologico!

Ho aggiornato WordPress, nonostante alcune titubanze circa la compatibilita’ dei temi (dei, perche’ non curo solo il mio blog)…

Ho aggiornato LibreOffice, che non vedeva l’aggiornamento e me l’ha fatto riscaricare tutto…

Ho aggiornato Process Lasso alla 6 (il cambio di major release fa sempre effetto), la mia installazione di sviluppo di PHP e pure SQLite Expert. Ho migliorato un po’ di script per il Gommy che ora funziano molto meglio e ho…

E ho…

Beh si, alla fine un social network lo provo anch’io. No anzi e’ il terzo. Il primo fu Orkut, mi ci invito’ un amico tantissimi anni fa quando era in beta ma lo usai 5 minuti e stop. Poi ne ho creato uno io (il Gomitolo di fatto lo e’) e adesso provo Twitter che non e’ fb e penso si possa usare senza svendersi come con fb.
O almeno, vista l’eseguita’ dello spazio, te lo rende piu’ difficile anche se poi sbagliare e’ facile. Mettiamoci alla prova.
Se non altro, pare sia piu’ facile contattare l’assistenza Wind in questo modo… e io aspetto sempre un cambio di catena!
Ho aggiunto alla colonna qua a lato del blog il widget per mostrare i tweet. Non mi piace tantissimo l’output ma intanto c’e’, magari trovero’ di meglio.

OK, vedremo come andra’, magari lo abbandono come Orkut, who knows…
Certo un primo pensiero e’ che rende molto facile postare ma uno deve pensare bene a cio’ che sta per dire e alle conseguenze che puo’ avere.

Almeno dal lato informatico e’ stata una settimana produttiva. Umanamente e’ stata ed e’ molto, molto piu’ difficile…

Guardarsi indietro

C’e’ un anonimo che si diverte a mandarmi email offensive rinfacciandomi comportamenti del passato.
In generale puo’ avere ragione: sono stato molto impulsivo in passato e non tutte le scelte che ho fatto ieri le rifarei col senno di poi. Alcune si’, non tutte.

Nello specifico, siccome non si firma, non posso dire se ha ragione oppure no. Certo se volesse dialogare sarei pronto anche a riconoscere i miei eventuali torti nei suoi confronti. Siccome gli basta insultare senza firmarsi o concedermi il diritto di replica, non lo vedo migliore di come lui vede me. Eppure dai discorsi che fa dovremmo esserci incontrati online almeno una dozzina di anni fa. C’e’ stato tutto il tempo di crescere entrambi.

Mi spiace amico se hai dei risentimenti nei miei confronti. Se vuoi scrivermi ne parliamo da persone adulte quali ormai siamo e ci chiariamo.

Un danno irreparabile

A chi pensa che i brevetti software siano una cosa utile raccomando questa lettura: scoprirete come rischiano di rovinare la vita a una bambina.

Aggiungiamo ai brevetti il mondo blindato di Apple dove puoi installare solo cio’ che vogliono loro, dal loro store, ed il gioco e’ fatto.

Questa filosofia (brevetti, store blindati) va combattuta in tutti i modi legali che esistono. Dal scegliere altri prodotti a puntare sull’open source, e sensibilizzare l’opinione pubblica contro i brevetti software. Se no si sara’ sempre numeri, clienti, non persone.

Le parole attorno a noi

E’ abitudine diffusa prendere cio’ che leggiamo, decontestualizzarlo e applicarlo al nostro vissuto e alle nostre convinzioni, quando invece dovremmo solo aggiungerlo al nostro bagaglio culturale, come un’opinione, una tesi in piu’ con cui confrontare le esperienze che si vivono e da cui magari pure dissentire. Purtroppo e’ nell’uomo invece tirarsi addosso o farsi scudo dell’altrui pensiero e usarlo come dimostrazione del proprio.
Per questo nutro tanti dubbi sull’opportunita’ di insegnare filosofia e teologia a chi non ha abbastanza anni sulle spalle.
Accetto e apprezzo opinioni su questo mio pensiero.

Improvvisamente, punto

Ci siamo detestati. Fino a pochissimi giorni fa non perdevi occasione per fare dispetti a me e al sito che ho creato. Entravi sulle nostre pagine, guardavi e poi punzecchiavi. A volte delicatamente, a volte in modo davvero insopportabile.

Punto.

Leggo che te ne sei andato. Di colpo, perche’ l’ultima foto che hai condiviso e’ di 18 ore fa. Incidente? Malore? Mille e uno siti me lo diranno presto. Per adesso resta un dispiacere. Se ti reincontrassi litigheremmo. Non lo cambia il fatto che tu sia andato in cielo. Ci disistivamo a vicenda ma mi rattrista sapere che non ci sei e penso al dolore in tutti gli occhietti dei bimbi del sito delle tue classi.

Hai avuto un ruolo importante nella vita di tanti. Hai fatto parte anche della mia per 10 anni. Hai contribuito a mie scelte e miei errori. Ma il dispetto piu’ grande e’ andartene ora. Preferirei pensare a un brutto scherzo ma so che non e’ cosi’. L’ho sentito stanotte che sarebbe successo qualcosa. Se succede a persone con cui ho oppure ho avuto un legame, lo sento

E non posso non continuare a pensare al dolore di quanti ti amavano nonche’ di tutti i tuoi alunni. Veglia su di loro, sui tuoi familiari e sul tuo amico Nicola cui sicuramente mancherai da morire.

Ciao Tix, ti saluta mestamente anche un corvo. Buona strada.

The song of Freedom

Trovo per caso il titolo della splendida musica sinfonica che accompagna il ritorno della Terra (si’ l’ho scritto giusto) nel sistema solare durante la puntata “La fine del viaggio” di Doctor Who, serie di cui mi sono recentemente innamorato (grazie Rai4).
La cerco sul tubo e me la becco nientemeno che dalla Royal Albert Hall. Gia’ nel telefilm era emozionante. In questa versione mette i brividi! E’ una musica che trasmette un senso di gioia, di forza, ti fa pensare d’aver raggiunto qualcosa che forse credevi di non poter raggiungere.

Ecco, sono le sensazioni che provo oggi. Si e’ l’8 luglio. Un anno fa partiva il sito che in sei mesi (+ 10 anni d’esperienza) ho costruito con un gruppo di amici. Un sito diverso da altri che ho fatto o a cui ho collaborato. Un sito dove tutti sono parte di un grande progetto e camminano insieme nel rispetto delle idee e delle differenze. E adesso questo crescendo musicale mi emoziona e mi fa pensare… ma ti rendi conto Gabriele che l’hai fatto davvero? Hai lasciato una storia che certo ti era diventata faticosa ma che in fondo era rassicurante e hai camminato con le tue gambe. Hai creato da zero un forum? Si’, l’hai fatto. E pure dei blog. E pure tutte le altre cose che per anni sognavi, immaginavi, proponevi…

E ti hanno dato ragione: a parte alcuni invidiosi che non sopportano la felicita’ altrui, e’ apprezzato. Lo apprezzano quelli che lo linkano, lo apprezzano e consigliano quelli che insegnano ma soprattutto lo apprezzano quelli che lo vivono giorno per giorno e scrivono “Grazie a tutti gli utenti perchè rendono questo gomitolo bello grosso e pieno di fili colorati, che ogni giorno colorano un pò la mia vita donandomi un pezzo di loro stessi.”

The song of freedom mi fa commuovere e pensare a quel che siamo riusciti a fare in un anno, alle sfide con me stesso che ho vinto! Mi fa quasi tremare guardarle tutte. Leggo il diario di lavoro, sfoglio il codice. Si l’ho fatto. Si’ ho trovato la forza di alzarmi e camminare con le mie gambe. E soprattutto, si’ ho reso felici delle persone.
Il concerto e’ accompagnato dalle immagini della puntata. Il piccolo TARDIS (una cabina telefonica blu’) che trascina l’intero pianeta Terra. Per l’occasione lo pilotano in sei, i protagonisti piu’ noti. Noi siamo in sette. Sostituisci la Terra con un grosso Gomitolone. L’ho fatto. L’abbiamo fatto. Non so ancora come ma ce l’abbiamo fatta.
Grazie a Dio e grazie agli amici!

Di ciambelle, buchi, angeli custodi e regali di compleanno

Non tutte le ciambelle riescono col buco e capita che in una Comunita’ non ci si parli abbastanza o non ci si capisca. Nessun VaticanLeaks, semplicemente un telefono mancante, uno staff in parte nuovo e qualcosa pensato da tempo -e quest’anno un po’ temuto- salta. Forse e’ meglio cosi’ perche’ ne’ fisicamente ne’ mentalmente credo ce l’avrei fatta. Chissa’, magari ci ha messo lo zampino il mio angelo custode. Peccato-perfortuna, comunque…

Ma allora si torna ai problemi concreti: il vecchio mouse laser e’ oltre il limite di sopportazione. Mia, non sua. Il pulsante sinistro non tiene e la rotellina centrale va per i fatti suoi. Fossi bravo lo smonterei, ma… non son capace. Tentate tutte le strade per pulirlo e nulla. Vado verso l’esaurimento nervoso. Peccato, era del 2009 anche se ha fatto milioni di clic.

Piu’ vecchie, risalgono al 2003, le cassettine acustiche Philips. Niente di eccezionale ma si sentono bene. L’audio, perche’ loro non stanno bene: il connettore dell’alimentazione non tiene piu’ e perche’ si sentano devo praticare riti vari col cavo. A volte va per un po’ a volte si sente solo a sinistra, a volte non si sente piu’ da nessuna parte. Basta. Ho resistito abbastanza.
Via verso il mio negozio di fiducia.

Mouse laser? Si ma solo senza fili o solo con 2 pulsanti. E i miei 2 a lato? “Non sono molto richiesti”. Storia ufficiale quando un negoziante non ha cio’ che gli chiedi. Ma se gli dici “ok fa nulla, cerchero’ un’altra soluzione” ecco che spunta… il “Mouse Smart Joystick Pro” che e’ ottico e al posto dei pulsanti ha un mini joystick programmabile. E devo dire che mi ci trovo. E’ strano ma comodo. Non noto nemmeno una gran differenza in precisione fra laser e ottico, come non l’avevo notata nel passaggio inverso. Merito dei mouse ottici o demerito del modello laser? Boh, ma va bene cosi’ e ho pure risparmiato. Consigliato!

E per le casse? Sono partito col proposito di prendere 2 cassettine senza fronzoli ma la scelta era fra troppo piccole e troppo grosse. E guai a chiedere la presa cuffie. La via di mezzo erano i Moon Speakers 2.1 della Kraun (che a me come nome fa sempre pensare a un cibo tedesco ;) ). Li ho presi con un po’ di titubanza temendo di non avere spazio a sufficienza e invece… spettacolo! Audio ottimo sia a basso volume sia salendo… e salgono eccome! Ottimi bassi-che-fan-tremare-lo-stomaco e, beh, il telecomandino per il volume vizia un po’… e ci si possono pure collegare le cuffie ED una fonte esterna (cellulare, lettore mp3…). Tutto molto bello. Peccato solo il cortissimo cavo jack 3.5. Arriva a malapena al PC. Ne comprero’ uno piu’ lungo e questo lo usero’ per collegare cellulare quando non ho il pc acceso. Cosi’ ho risolto anche il problema musica senza accendere il computer.

Tutto bene.
Rispetto a questa mattina non ho cose in piu’ o cose che cambiano la vita. Sono piccoli doni materiali che uno si fa. Quelli che riempiono il cuore arriveranno fra pochi giorni. Non so ancora bene cosa ma so che saranno come un caminetto caldo. Aspetto con ansia… sono certo contribuiranno a farmi superare un periodo che non e’ stato facile. Per adesso abbasso un po’ e continuo a sentirmi musica.

PS dimenticavo: portare 3.6kg di scatolone per mezza Mestre dovrebbe avermi reso esente da passeggiate almeno per 2 o 3 giorni… faticaccia! :)

La vergogna del 2 giugno

Il 2 giugno spendiamo un po’ di milioni per far sfilare le forze armate a Roma. Sono normalmente favorevole e trovo assurde le critiche dei pacifisti, ma non quest’anno. C’e’ appena stato un terremoto e l’Italia versa in grave crisi. Risparmiamo i soldi, mandiamo i Vigili ad aiutare chi ha bisogno e non a sfilare e ascoltiamo la richiesta di tanti cittadini.

Incommentabile la presa di posizione del Presidente della Repubblica secondo cui la parata va fatta ma si festeggera’ con sobrieta’.

Altrettanto incommentabile la scelta di non fermare il campionato. Son d’accordo con Monti sul fermarlo per due o tre anni, ma adesso parlo delle partite di questi giorni. Altro che amichevoli e playoff (?). Rinunciare, stare a casa e devolvere costo dei biglietti, guadagni e quant’altro a quanti fra noi sono nel bisogno. E invece passata la paura tutti allo stadio a divertirsi!
Ci sono 14000 persone senza casa e lo sport non si ferma ne’ lancia iniziative di solidarieta’. Muore un giocatore e tutti commossi fanno un turno di stop. Mah!
E non guardiamo alle cifre del calciomercato che se no…

La montagna

Ci sono montagne reali e montagne di paure virtuali, che nascono nel cuore e che e’ difficile scalare. MA se decidi di farlo, smetti di pensare e razionalizzare e far crescere in te i timori, poi cio’ che ne ricavi e’ una gioia infinita…
Grazie fog, grazie di questa splendida giornata!

scagotto

Questa volta l’ho sentita forte. Inizia poco. Cresce. Tutto trema. Sempre piu’. Lo senti distintamente e TANTO. Viene davvero la paura che cada tutto. Poi cessa. E continui a tremare tu. E i siti web sono intasati. E pensi a tutti gli amici sparsi per il nord Italia.

Ripeto: scagotto.
ah, a futura memoria: parlo del terremoto del 20/5/2012 in Emilia, che s’e’ sentito in tutto il nordest. Quello del ’76 in Friuli l’ho vissuto (arrivo’ fin qui) ma ero troppo piccolo e non ricordo molto. Quindi per me questo e’ il piu’ forte della vita.

La storia di Federica Puma su “L’Incontro”

Sono molto soddisfatto e orgoglioso di aver contribuito a far parlare della terrificante vicenda di Federica Puma e della sua bimba settenne, rinchiusa da mesi in una casa famiglia, anche sull’Incontro, il settimanale di don Armando Trevisiol che a Mestre e provincia arriva un po’ ovunque.

Quando a marzo ho letto la storia e sentito lo audio della telefonata fra la piccola e la madre, mi sono ripromesso di darmi da fare. Parlarne nel mio umile blog non era abbastanza quindi ho segnalato la storia a Luciana Mazzer, un’acuta… persona comune che col buon senso delle persone comuni e una punta d’ironia, ma con infinito amore per i piu’ deboli, racconta il mondo d’oggi nelle colonne del settimanale di educazione e formazione cristiana piu’ bello di Mestre.

Mi ha risposto a stretto giro di e-mail (si’, come sempre qui si fa Carpenedo -> Los Angeles -> Carpenedo, ormai e’ abitudine!) che ne avrebbe certamente parlato, solo che non sapeva quando don Armando l’avrebbe pubblicato, vista la coda infinita di cose da inserire. In cuor mio speravo che l’articolo uscisse in ritardo, a vicenda risolta, ma i giudici come ho scritto tempo fa si son presi altro tempo (e intanto la piccola versera’ altre lacrime) e cosi’, purtroppo, la vicenda e’ ancora tragicamente attuale.

La signora Mazzer va oltre il singolo caso e ne racconta un altro, piu’ breve, concluso positivamente ma che ha lasciato tanto dolore, aggiungendo le sue riflessioni. E’ un articolo utile da leggere perche’ fa capire quanto certe iniziative, in taluni casi necessarie, se attuate in modo meno che perfetto e attento, possono causare dolore ai piccoli. Forse quell’angelo non potra’ tornare a casa grazie a questo articolo, ma almeno queste parole attente e garbate porteranno a riflettere altri lettori impegnati su fronti simili dalle nostre parti. Quindi ancora grazie, davvero grazie alla signora Mazzer per averne parlato!

Potete leggere l’articolo nel numero del 20/5/2012 de L’Incontro (che se siete di Mestre trovate gratuitamente in versione cartacea in un’infinita’ di negozi e chiese)

La storia, se non l’avete gia’ letta nei post precedenti, la trovate tutta qui.

Come qualcuno ha scritto nei commenti all’audio della telefonata “mi vergogno di essere italiano”. Lo dico raramente ma sentendo quelle lacrime viene da gridarlo.