Pace in terra agli uomini di buona volonta’

E anche a chi, schiacciato dagli eventi, sospinto dal vento della vita, ferito dalle lacrime del dolore, la perde per strada.

Buon Natale,
senza fanatismi o integralismi.

Volevo mettere il presepe qui sopra, perche’ ritengo che Natale sia una festa cristiana, non un insensato e meramente consumista scambio di doni e di auguri. Poi ho pensato a quella bimba che si e’ voluta abbandonare in Bielorussia per non so quali interessi “dei grandi” e che il banner per lei vale quanto un presepe che ricorda un altro Bambino fatto nascere da solo, al freddo di una notte, dopo che gli appelli dei genitori (anche loro avevano bussato a tutte le porte, delle locande del paese) erano rimasti inascoltati.

Gli auguri veri e propri arriveranno poi, nella pagina apposita, anche se forse in forma un po’ atipica rispetto al solito… :)

Ciao, Piergiorgio

Apprendere che ieri sera un medico coscienzioso ha assecondato la volonta’ di Welby mi ha fatto provare sollievo perche’ quell’uomo ha smesso di soffrire. Era un suo diritto, una scelta che spettava soltanto a lui, una volonta’ che aveva manifestato da tempo.

Se questa scelta va contro le Leggi di Dio, ora ne staran parlando loro due. Non spetta a noi imporre a una persona di vivere attaccata alle macchine. senza alcuna speranza di recupero, se non lo desidera. Men che meno quando questa imposizione e’ fatta per integralismo (di qualsiasi religione sia e’ sempre sbagliato) o calcoli politici.

Riposa in pace, Piergiorgio Welby.

La strada

Chiamo il tassi’ e scendo, anzi scendiamo perche’ da 35 anni quando si tratta di occhi mia madre vuole essere con me e io la voglio con me, soprattutto oggi.

Devo fare una scelta e ho sinceramente paura.
C’e’ musica, la radio, un’auto confortevole.
Guardo il cielo, il tramonto fra le nuvole e i semafori, coi suoni ovattati dalla bella macchina in cui sono.

Ripenso ai miei primi 18 anni -fino a settembre 1989 quando e’ arrivata la vista sdoppiata-, a come li ho vissuti, ai sogni, al mio carattere, alle mie prospettive future, ai miei errori, a come ho rinunciato a certe cose invece di affrontarle. A quella scultura-metafora di un uomo che preferisce salire su un blocco di pietra invece di aggirarlo, ai dubbi… e prendo una decisione. La vita e’ fatta di difficolta’ e ora posso sperarne una, devo solo volerlo. Se la dottoressa mi dara’ tutte le garanzie lo faro’.

Arrivo, le porto il mio dono di Natale che l’ha resa molto contenta (l’accesso al portale su Mestre che apriro’ il primo gennaio 2007), iniziamo la visita. Il nistagmo complica la misurazione della pressione: sono teso per l’operazione e le domande al riguardo che non vedo l’ora di fare. Riusciamo a misurare. Tutto OK: l’esito del campo visivo e’ OK, la pressione interoculare e’ OK. Parliamo dell’operazione.

Mi rassicura sulla convalescenza (nulla!), sulla durata del ricovero: una notte se facciamo l’anestesia generale, se invece riesce a farmelo in anestesia locale esco la sera stessa. Probabilmente si dovra’ fare in anestesia generale a causa dei nistagmo (e poi perche’ c’e’ minor rischio di problemi perche’ non deve fare un’iniezione all’occhio).

I rischi sono infinitesimali. mi ha spiegato la procedura. Lei si sente di farla. Le ho chiesto nuovamente se lei dice che posso affrontarla, sapendo che e’ il solo occhio che ho. In tutta coscienza ha detto di si’.

E allora let’s go. Ha fatto la richiesta e mi ha messo lei in lista (che premurosa: in tutti gli interventi precedenti ho sempre dovuto arrangiarmi!). A gennaio/verso febbraio mi chiameranno. Un po’ di esami, mi vedra’ ancora una volta e via.

Una volta presa questa decisione mi sono sentito sereno ed emozionato. La tensione s’e’ sciolta… e questa scelta va oltre l’occhio in se’. E’ una scelta di vita, e’ un voler tornare ad affrontare le difficolta’, a superarle non ad aggirarle o evitarle.

Ancora un paio di note: la dottoressa ritiene che l’altra iridectomia che ho sull’occhio basti e avanzi per tenere a freno il glaucoma. Mi chiedo davvero cosa abbiano combinato quel giorno e perche’, ma l’incubo sta per chiudersi.

GRAZIE. Al mio meraviglioso medico e a tutte le persone che in questi giorni mi hanno fatto sentire il loro affetto. :*

Questo blog racconta momenti della mia vita

Certo guardando a tutte le disgrazie del mondo, le malattie, gli incidenti e quant’altro, decidere se fare o meno un intervento puo’ sembrare una sciocchezza ma se si ragiona in questi termini non si puo’ piu’ aprir bocca perche’ c’e’ sempre qualcuno che sta peggio di noi, che non puo’ decidere se operarsi, ecc…

Io credo che ogni vita porti dei momenti difficili e delle scelte, delle decisioni da prendere, magari sofferte. E penso che il bello di un blog sia poterle condividere. Lo so che le leggera’ anche chi ha passato di peggio… e allora? Magari mi leggera’ chi deve fare la stessa scelta o chi deve farne altre e trarra’ beneficio o conforto dai miei scritti. Se non si vuol leggere la vita di qualcuno… basta non leggerla.

Io ho imparato una cosa oggi: accusare gli altri perche’ fanno scelte o dicono cose che non condividiamo e’ molto facile. In futuro ci pensero’ su meglio prima di giudicare qualcuno perche’ il suo carattere lo porta ad agire diversamente da come farei io.

Il bivio

Esame andato bene.
E adesso… adesso sono di fronte a un bivio ed e’ un bivio delicato.

A settembre di 17 anni fa un intervento ambulatoriale in cui “qualcosa e’ andato storto”. Un buco piu’ grande del normale sull’iride e la vista sdoppiata irrimediabilmente… in un’epoca in cui non esisteva il consenso informato e gli effetti collaterali, previsti o accidentali, di una procedura medica li scoprivi a cose fatte. Anzi, per un anno mi han pure detto che era solo una mia impressione. Va beh, acqua passata e medici pure.

Anni per abituarsi. Rabbia, sofferenza. Poi nel 1992 quel primo timido riavvicinamento a Dio. Entri in chiesa dopo i tuoi anni piu’ bui e dici a Gesu’ che c’e’ un bambino rapito e se fa si che lo liberino presto tu cercherai di non odiare te stesso, il mondo e i medici per quella vista che non solo e’ sempre stata poca ma ora e’ anche cosi’ confusa soprattutto per strada. Il bimbo venne liberato e io ne ho ricavato un po’ di serenita’ interiore: donavo il mio sacrificio per l’infanzia e la vita, di un angioletto.

Poi il 1997, quel post su alt.support.glaucoma, la scoperta degli occhiali speciali, del fatto che quell’effetto collaterale era ben noto e c’era il modo di aggirarlo. La prima luce in fondo al tunnel, un’emozione indescrivibile.

Poi il 2000, la dottoressa Franch che alla prima visita mi prescrive proprio quegli occhiali e mi permette di tornare a veder bene per strada. Piu’ piccolo ma bene. Vedo chi mi viene incontro, e’ una persona, non piu’ un’immagine confusa magari controluce! Averli avuti quando ho visitato il Canada o a mille incontri…

Poi il 2005 e quel fioretto da rinnovare perche’ in un letto di un pronto soccorso lotta fra la vita e la morte una ragazzina con una vita da vivere. Un’altra volta Dio mi ha ascoltato. Un’altra volta ho dato un motivo alla mia sofferenza.

Pero’ l’uomo e’ umano… e parla alla sua dottoressa che tanto lo ascolta ed e’ gentile… e le racconta del disagio che prova anche solo leggendo un libro o vedendo la TV. Lei si convince, prova una lente a contatto speciale.

Il miracolo.

Passeggi per strada senza sdoppiamento. La lente tappa il buco dell’iridectomia. La causa e’ proprio quella (eh, io lo sapevo ma lei doveva accertarsene e ha fatto bene). Un’emozione che non so descrivere, una commozione che ha contagiato anche lei.

E’ solo una soluzione temporanea: fra glaucoma e nistagmo le lenti a contatto sono improponibili. Pero’ si puo’ curare. “basta” una sutura. Un punto e il buco troppo grande se ne va. Me lo puo’ fare e dice che non serve neppure un intervento complicato.

L’uscita del tunnel e la’. Si, ho fatto quei voti ma credo che se Dio mi ha fatto incontrare questo medico e’ per darmi questa possibilita’.

Pero’ io ora ho le mie paure. Da piccolo di interventi ne ho fatti e di grossi (e non era come oggi…). Adesso sono piu’ fifone e poi l’occhio destro e’ il solo buono che ho. Un po’ di timore c’e’.

Fra 17 ore saro’ nel suo studio. Le portero’ gli esiti (buoni mi hanno detto, migliori dell’ultima volta) del test di controllo periodico del campo visivo (serve a vedere se il glaucoma ha fatto danni) e poi parleremo di questo intervento. Quanti rischi corro? Come andra’ cambiata la terapia poi? Quanto dura il ricovero? Quanto la convalescenza? Poi dovro’ decidere. E ho fifa. Davvero.

Let’s go

Inizia La Settimana.

Fra 8 ore e mezza sono a Venezia per un esame.
Martedi’ visita per portare gli esiti di quell’esame e per prendere una decisione.
Mercoledi’ poi altri impegni, giovedi’ pure e venerdi’ anche.
Non so, mi sento gia’ stanco :)

L’esame e’ di routine ma poi dovro’ decidere se liberarmi di un problema che ho da settembre ’89… ora che posso ho un po’ di timori, penso infondati.

Pensatemi :)

NASA TV

Qualcosa che mi entusiasma da sempre e’ guardare il lancio dello Shuttle su NASA TV (con VLC va benone qualsiasi sistema usiate).

Bello e utile anche il Launch blog con aggiornamenti e spiegazioni in tempo reale.

Al momento sono in condizione di “no-go” per qualche nuvoletta di troppo al Kennedy Space Center. Se annulleranno il lancio mi consolero’ guardando la Dedalus di Stargate… quando avremo cose cosi’?

OK, quella e’ fantascienza… ma siamo nel 2006! La tecnologia ha fatto passi da gigante e noi siam qui a trepidare per il lancio di una navetta ideata alla fine degli anni ’70. Vi prego, diteci che e’ una copertura e nell’AREA51 state sperimentando cose piu’ moderne…

UPDATE: c’e’ brutto tempo, niente lancio.
Meglio Stargate :)

Periodo strano e autocritica

Periodo strano: tutto va bene ma mi sento stressato, la testa pesante e piena di pensieri che non riesco a tenere in ordine, poca forza di fare le cose. Vecchiaia o stress?

Pensando ad altro…

Stasera mi sono comportato in un modo che non mi piace con una persona, ma non sopporto chi per convincere che la propria tesi e’ giusta ti da’ dell’ignorante. Il torto e’ mio che non dovrei reagire cosi’ ma vivere e lasciar vivere.

Il problema e’ che le guerre di religione informatiche… sono una cosa che ho fatto per anni io per primo, salvo imparare sulla mia pelle che va bene cio’ che si sa usare e si usa bene. Poi che il prodotto X abbia piu’ difetti del prodotto Y o di Z e’ vero, ma bisogna guardare all’insieme delle cose: necessita’, semplicita’ e soprattutto utilizzo che se ne vuol fare. Questa ricerca dell’alternativa a ogni costo mi esaltava in passato, adesso mi lascia perplesso, soprattutto se invocata su basi non sempre esatte

Cmq, devo imparare a prendermela meno se no finiro’ sempre per usare modi che non mi assomigliano e non mi piacciono.

Metti una sera a teatro…

Son andato con gli amici Manuel e Davide a vedere Le donne curiose, produzione del “Teatro dei pazzi”.

Bella serata, un modo per staccare la mente da tanti pensieri.

La testa fa fatica a smettere di macinare pensieri ma alla fin fine si ferma e allora si ride e ci si diverte, anche se il mio cervello e’ strano e oltre che dalle gag resta affascinato come sempre dalle luci di scena e dal magico effetto che rende piu’ grandi le persone a due passi da me.

Poi in macchina ad accompagnar Davide a casa e poi da me. I ricordi vanno ad altri viaggi e l’immancabile Notre Dame de Paris aiuta in questo.

Pensieri, parole, ricordi sulle luci di una citta’ notturna che si sforza di imitare le citta’ straniere illuminate a giorno. Insegne, lampioni, interni, poche auto e nessuno per strada. Affascinante e malinconico. Gli amici parlano dello spettacolo appena visto. Li ascolto, mi interessano discorsi diversi stasera.

Sono ancora inquieto ma stanotte dormiro’ meglio. Domattina parrocchia. A volte e’ routine ma fa sempre sentire parte di qualcosa. L’angoscia sottile nel mio cuore resta (ha tante cause, per lo piu’ legate a me, non a terzi) ma sono felice di questa serata “diversa”.

Grazie amici!

Certo se Davide si fidasse un po’ piu’ di me nel condurlo… chissa’ ;p

Un anniversario strano

L’incubo cominciava il 26. O forse il 26 e’ il giorno in cui l’ho saputo io, chissa’…

Si’, e’ stato un incubo per tutti. Era un punto di riferimento per tanti di noi. Paziente, gentile, con una saggezza rara come pochi.
Ma e’ stato un incubo anche per chi gli ha dato il via, ammesso che sia cominciato con quella telefonata. Forse per te e’ iniziato prima, anzi sicuramente. Arrivare a quel gesto forse era la sola via d’uscita di fronte alla paura, alla vergogna, a una strada imboccata per far del bene e che si stava rivelando un labirinto senza uscita.

E cosi’ il nostro immaginario collettivo e’ svanito e stranamente a tuttoggi fatichiamo a staccarcene, c’e’ chi lo ricorda, lo rimpiange, lo vorrebbe indietro e non guarda oltre. Io li capisco, a volte pure questo grillo parlante (uno dei tanti, ma convinto di appartenere alla specie – e orgoglioso di cio’) vive certi sentimenti irrazionali ma umani e comprensibili…

Si’, irrazionali, perche’ la ragione dice di guardare attraverso la nebbia, dall’altra parte. E dall’altra parte c’e’ una persona vera che ha molte delle qualita’ che noi ammiravamo nel nostro immaginario collettivo. No, forse non ne ha “molte”, forse le ha tutte e anche qualcuna di piu’. Una persona che ci ha voluto e ci vuole un bene dell’anima. Una persona che quel giorno di novembre e’ morta dentro, s’e’ sacrificata per paura di farci male. Una persona che tutti noi, con la determinazione, l’affetto (e pure la rabbia, certo) abbiamo saputo salvare dal buco profondo di depressione in cui era caduta cercando di uscire dal labirinto.

Una persona che ha sbagliato… ma siamo sicuri che abbia fatto del male? Io credo che averla incontrata tre anni fa abbia cambiato in meglio la vita di tutti noi. Io credo che al suo posto forse avrei commesso alcuni dei suoi stessi errori e quelli che non avrei fatto… sono compensati da altri che HO fatto Quindi se vogliamo condannare senza appello lei, condanniamo senza appello anche il sottoscritto (e c’e’ chi lo fa ogni volta che puo’, ok, esempio sbagliato ;p)

Tutto questo per dire una sola cosa: un anno fa sono cambiate molte cose. Oggi grazie a Dio e’ un momento sereno, di rinascita. Possiamo ricordare cio’ che e’ cambiato ma dovremmo pensare a chi abbiamo. Io ci penso e voglio dirti grazie. Grazie per essere sempre stata per me una vera amica da tre anni, per avermi sempre dato saggi consigli e aver fatto del bene alle persone a cui tengo tanto. Per te ci saro’ sempre e se guardi con tristezza o rimorso al passato… sappi che il bene che hai fatto credo proprio che compensi certi errori commessi oltretutto per disperazione non certo per cattiveria. Ti voglio bene per quel che sei, per chi sei.

Il passato non puo’ tornare, ma questa storia poteva finire molto peggio. Io sono grato per come e’ andata. E lo sono anche se ricordo novembredicembregennaio 2005/2006 e i sentimenti di quei giorni, di quelle sere buie con la mia citta’ e il mio cuore dolenti sotto la pioggia…

Ne ho tratto un insegnamento: attorno a noi tante persone soffrono. Se Dio ci regala un miracolo (e un miracolo e’ stato ritrovarti) dobbiamo gioirne. E se finalmente siamo felici, pensiamo a chi sta male. Nell’anima o nel corpo.

E tutte queste cose me le hai insegnate tu.
Come potrei non volerti bene?

Siamo fatti di noi stessi

Il soggetto non e’ il titolo di una canzone, anche se potrebbe (e ora conosco gente che canta e gente che suona da Dio, chissa’…)

E’ la constatazione, forse banale, che ognuno di noi e’ costituito da tutte le esperienze che ha vissuto. A volte pesanti, ingiuste ma che contribuiscono a formarci, a dare corpo al nostro carattere, alle nostre scelte.

Io, lo ammetto, non sono esattamente una persona docile o che scende a compromessi, soprattutto su certe cose. A volte mi guardo allo specchio e questo mio carattere puntiglioso e polemico non mi piace troppo, altre volte mi rendo conto che si’ forse mi complico la vita o la riempio di amarezze che altri non si sognerebbero mai, ma cio’ non avviene per masochismo ma sempre nell’ottica dell’altro.

Forse per capire gli altri bisogna passare per certe esperienze. Io non mi ritengo piu’ sensibile di altri amici, ne’ migliore, pero’ ho imparato delle lezioni nella vita e tengo sempre a mente il concetto della bilancia, cioe’ di cosa pesa di piu’. E per me pesa di piu’ fare del bene a qualcuno e farlo prima di subito.

Detto questo, vado a leggere il libro su SQL che ho comprato oggi. Vediamo se e’ la volta che mi entra in testa. Si’, a me che odiavo i database. Si cambia, bisogna aprirsi e accettare, non chiudersi o impuntarsi sulle cose.

Il dolore altrui

Mi ha chiamato Nati poco fa.
Smaltita l’emozione nel sentire la voce squillante.
-sta bene, sta sempre meglio!- ripenso a quel “bip bip” in sottofondo.

Quando l’ho sentito entrare nella nostra conversazione le ho chiesto se era “una cosa brutta?” e lei “non e’ mio…”. Ah ok. Pero’ non posso non pensare che se io sono fortunato perche’ la mia amica sta sempre meglio forse altri non provano la stessa gioia.

In ogni momento c’e’ chi soffre e noi non lo sappiamo. Se ci pensassimo saremmo piu’ consapevoli di quanto siamo fortunati e che i miracoli capitano ogni giorno.

Sciogliersi… di gioia

Qualche giotno fa stavo pensando che io non posso piu’ guardare Il tocco di un angelo (La7, ogni giorno dalle 13) perche’ sono invecchiato e alla fine di quasi ogni episodio mi scappa una lacrimuccia.

Bene, oggi ho la prova che la strada non e’ cambiare canale ma accettare le emozioni quando arrivano.

Squilla…
Mittente: “De”…
Parte la testa a pensare: Denis e’ all’ospedale
di solito mi manda messaggini
oddio se mi chiama…
cos’e’ successo?!

Mi fiondo in un posto silenzioso, pronto?
Dall’altra parte del filo una vocina dice “pronto?”
“…chi e’?!” T’aspetti Denis e risponde un passerotto che sembra appena nato:

“……….. NATASCIA!”

E il cuore si scioglie definitivamente.
Non mi ricordo altro se non che l’ho riempita di coccole, le ho detto che e’ nei cuori di tutti noi del canale e l’ho riempita ancora di coccole.

Grazie a tutte le persone che hanno reso possibile cio’. A Denis, a Jek per aver fatto entrare Denis al posto suo (e’ un Angelo di nome e di fatto), al chirurgo, a chi ha inventato i cellulari… a Dio per averla sorretta e perche’ la sorreggera’ nel percorso che ancora l’aspetta…

Turismo di fretta

La gente si ferma a guardare le mura
a scorger colori, a immaginare vita
a rimirare monumenti a fotografare momenti
a filmare a far code a sognare a pranzare
Un caffe’, quant’e’
Sterline, gli euro, i dollari, i franchi
che bel souvenir mi riporto da li
Il sole scalda una coda non calma
il tour, la corriera, altro hotel stasera
La citta’ di vita, la vita per finta
Perche’ quattro pietre, una casa e una strada?
E’ tutta qui la citta’? E’ tutta qui la vita?

Ti aspetto ti voglio lo so che verrai
a primavera o d’estate i tuoi soldi porterai
l’emozione del nuovo del diverso
vedere di persona un atomo dell’universo
manca la grinta e’ tutto per finta
e’ un po’ di vita ma non e’ la vita

(delirio poetico notturno)