La strada

Chiamo il tassi’ e scendo, anzi scendiamo perche’ da 35 anni quando si tratta di occhi mia madre vuole essere con me e io la voglio con me, soprattutto oggi.

Devo fare una scelta e ho sinceramente paura.
C’e’ musica, la radio, un’auto confortevole.
Guardo il cielo, il tramonto fra le nuvole e i semafori, coi suoni ovattati dalla bella macchina in cui sono.

Ripenso ai miei primi 18 anni -fino a settembre 1989 quando e’ arrivata la vista sdoppiata-, a come li ho vissuti, ai sogni, al mio carattere, alle mie prospettive future, ai miei errori, a come ho rinunciato a certe cose invece di affrontarle. A quella scultura-metafora di un uomo che preferisce salire su un blocco di pietra invece di aggirarlo, ai dubbi… e prendo una decisione. La vita e’ fatta di difficolta’ e ora posso sperarne una, devo solo volerlo. Se la dottoressa mi dara’ tutte le garanzie lo faro’.

Arrivo, le porto il mio dono di Natale che l’ha resa molto contenta (l’accesso al portale su Mestre che apriro’ il primo gennaio 2007), iniziamo la visita. Il nistagmo complica la misurazione della pressione: sono teso per l’operazione e le domande al riguardo che non vedo l’ora di fare. Riusciamo a misurare. Tutto OK: l’esito del campo visivo e’ OK, la pressione interoculare e’ OK. Parliamo dell’operazione.

Mi rassicura sulla convalescenza (nulla!), sulla durata del ricovero: una notte se facciamo l’anestesia generale, se invece riesce a farmelo in anestesia locale esco la sera stessa. Probabilmente si dovra’ fare in anestesia generale a causa dei nistagmo (e poi perche’ c’e’ minor rischio di problemi perche’ non deve fare un’iniezione all’occhio).

I rischi sono infinitesimali. mi ha spiegato la procedura. Lei si sente di farla. Le ho chiesto nuovamente se lei dice che posso affrontarla, sapendo che e’ il solo occhio che ho. In tutta coscienza ha detto di si’.

E allora let’s go. Ha fatto la richiesta e mi ha messo lei in lista (che premurosa: in tutti gli interventi precedenti ho sempre dovuto arrangiarmi!). A gennaio/verso febbraio mi chiameranno. Un po’ di esami, mi vedra’ ancora una volta e via.

Una volta presa questa decisione mi sono sentito sereno ed emozionato. La tensione s’e’ sciolta… e questa scelta va oltre l’occhio in se’. E’ una scelta di vita, e’ un voler tornare ad affrontare le difficolta’, a superarle non ad aggirarle o evitarle.

Ancora un paio di note: la dottoressa ritiene che l’altra iridectomia che ho sull’occhio basti e avanzi per tenere a freno il glaucoma. Mi chiedo davvero cosa abbiano combinato quel giorno e perche’, ma l’incubo sta per chiudersi.

GRAZIE. Al mio meraviglioso medico e a tutte le persone che in questi giorni mi hanno fatto sentire il loro affetto. :*

5 commenti su “La strada”

  1. mi hai commossa, questo post è bellissimo e io sono contentissima per te, ANDRà TUTTO BENE e io ti penserò quindi tranquillo :*

  2. Sono al mio secondo commento: stessa circostanza. L’occasione per farti sentire la mia vicinanza in un momento di felicità, di condividere con un amico quella salubre tensione che fa da anticamera a qualcosa di meravigliosamente positivo. In fondo, caro Gabriele, perché ad un amico, una persona cara, il luogo comune (o aforismi di scrittori vari) vuole che si debba star vicino solo nel bisogno? L’amicizia si rivela anche nel condividere un’esperienza di vita foriera di gioia. E i tuoi post ne trasmettono a iosa.
    Anche se non ci sentiamo spesso, ogni volta che ti penso riemergono alla memoria tutte le “attività” editoriali che abbiamo condiviso: e sono delle parentesi molto belle e stimolanti della mia vita. Un abbraccio Gabriele. In bocca al lupo….

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