Come i politici…

Quando la sparano grossa, troppo grossa, poi danno la colpa ai giornalisti, rei di aver “mal interpretato”.

Secondo l’Avvenire, che tanto per dare a Cesare quel che e’ di Cesare, e’ dei Vescovi italiani, Bagnasco non avrebbe messo sullo stesso piano convivenze, incesti e pedofilia ma avrebbe detto che:

”quando si nega la natura umana, vengono a mancare i criteri oggettivi per distinguere il bene dal male”

.

Ben inteso, tali criteri sono assoluti e sono in mano alla Chiesa Cattolica. Per l’Italia. L’Europa. Il pianeta Terra e l’intero Creato.

Sull’Avvenire si dice poi che le reazioni dei politici sono una tempesta in un bicchier d’acqua.

A proposito di reazioni, splendida quella di Calderoli, che oggi ha beatamente informato il mondo che:

“Se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale e, pertanto, chi riconosce per legge una cosa del genere è destinato alle fiamme dell’inferno…”

Posizioni estreme? Macche’, e’ la versione colorita delle affermazioni con cui Rocco Buttiglione nel 2004 si gioco’ un posto alla Commissione Europea dopo aver ammesso di considerare l’omosessualita’ un peccato.

Questo e’ il problema dell’Italia: da una parte abbiamo i komunisti-antimperialisti-antitutto-abbasso-gli-USA, dall’altra abbiamo un centrodestra in cui c’e’ questa gente che per raccogliere i voti dei cattolici ex DC dice cose inenarrabili.

Si salva e oggi applaudo pubblicamente Silvio Berlusconi che, coerentemente con le sue scelte private (ha divorziato) afferma che:

“Da laici, noi riconosciamo ai vescovi il diritto ed il dovere di dire quello che pensano, per esempio sulla famiglia. E da laici riconosciamo il diritto ai cittadini di pensarla liberamente come vogliono”

Certo, c’e’ modo e modo di esprimersi e dire le cose, ma a quanto pare, come succede spesso ai politici (Berlusconi in testa), Bagnasco era stato frainteso…

O forse e’ tutto un pesce d’Aprile, a partire dalle affermazioni di Calderoli?

Se si’, magari fatene uno piu’ politicamente corretto l’anno prossimo… ;)

Bagasco: cominciamo bene…

Leggo su Televideo e inorridisco:

“Il presidente della Cei, mons.Bagnasco, ieri, durante un incontro a Genova ha invitato a riflettere.E ha detto:se cade il “criterio per giudicare il bene e il male,se l’unico criterio è l’opinione pubblica”,”è difficile dire dei no”.

E ha spiegato le estreme conseguenze di tale atteggiamento:”Quindi, perché dire no a forme di convivenza stabile giuridicamente”, alternative alla famiglia? E,se ora è questo,perché un domani dire no alla legalizzazione “dell’incesto” o della “pedofilia”? “Oggi ci scandaliz ziamo” ma “è difficile dire no,se viene a cadere il criterio ell’etica”,”se il criterio sommo del bene e del male è la libertà di ciascuno”.

Io mi scandalizzo della prepotenza, dell’arroganza di una persona che dovrebbe seguire Dio e cercare il bene, la tolleranza, il rispetto reciproco…

Si mettono sullo stesso piano scelte di amore rispettose verso il prossimo (due conviventi, anche dello stesso sesso, non danneggiano nessuno) con abusi e violenze.

Bene, se i toni sono questi io ribatto che a parer mio Dio si fa una risata (amara) di queste beghe del pianeta Terra. In tutto l’universo esistono certamente infinite altre societa’ con culture e usi diversi dai nostri. Pretendere che in tutto il Creato la gente si sposi davanti a un prete e non abbia altre forme di unione rispetto al matrimonio e’ ridicolo tanto quanto lo era dire che l’intera umanita’ discendeva dai soli Adamo ed Eva (e in alcuni ambienti relogiosi lo si pensa e lo si dice ancora).

Siamo sotto Pasqua e tutti dovremmo confessarci. Anche e soprattutto chi per imporre a tutti le proprie convinzioni non esita a mettere nella stessa frase convivenze, incesto e pedofilia.

Al di la’ degli interessi di chi cerca il voto dei cattolici (che mi sa convivono pure loro, basta guardare le statistiche) spero in una reazione a queste parole. O forse l’Italia e’ uno stato a sovranita’ limitata dove la Chiesa puo’ dire e fare tutto in nome della propria Verita’ Assoluta (ripeto: NON credo al fatto che Dio si inquieti se due convivono invece di sposarsi, quando al mondo la gente muore, soffre, fa guerre ecc…)?

Questa presa di posizione, se Televideo l’ha riportata correttamente,. e’ vergognosa.

Dritta per pendrive USB di grandi dimensioni

Avete appena comprato una magnifica e minuscola penna USB da 4gb?
Avete appena smesso di far raffronti fra quello che puo’ contenere cotal magia dello sviluppo rispetto a vecchi sistemi di memorizzazione dei dati?
Avete finalmente cominciato a copiarci dentro cose che dovrete portarvi domani in parrocchia?
Vi siete accorti che e’ lentissima in scrittura soprattutto con i file piu’ piccoli di 4k?

Ta-dah!

Fermate tutte, bloccate la copia, premete tutti i pulsanti di interruzione esistenti e domandatevi: devo usare questa penna su sistemi Win9x/ME?
Se la risposta e’ negativa, riformattate subito usando NTFS. Avrete immediatamente un’impennata nelle prestazioni!

Il motivo e’ presto svelato: se la penna e’ formattata in FAT32 (lo e’ la maggior parte delle unita’ flash, per garantire la massima compatibilita’) alloca ben 4k come dimensione minima dei file, ergo usa 4096 byte per memorizzare anche file piu’ piccoli. Se avete molti file minuscoli (configurazioni, script, componenti esterni) le prestazioni in scrittura peggiorano.

Linux puo’ leggere NTFS (e con le ultime versione del FS anche scriverlo), per MAC OS X puo’ essere piu’ complesso e non ho idea di cosa convenga fare ;)

Commenti e opinioni su questa “scoperta” (dell’acqua calda, immagino ;) ) sono i benvenuti.

Creative Commons per bambini e insegnanti

Ho pubblicato su “La Girandola” (il piu’ famoso portale italiano per ragazzi, genitori e insegnanti) un articolo sulle licenze Creative Commons per illustrarne finalita’, regole e potenzialita’ nell’ambito della scuola ma anche per l’uso diretto del materiale da parte dei piu’ giovani.

E’ certamente una goccia nel mare ma si tratta pur sempre di un contributo per far scoprire una forma di circolazione della cultura piu’ giusta rispetto al copyright che tutto pretende e tutto vieta.

Dopo aver reso Creative Commons la produzione pastorale della mia parrocchia ed aver introdotto l’argomento su LG (sperando sia raccolto dagli insegnanti) il passo successivo era adottare Creative Commons in prima persona.

Dall’articolo:

Come ulteriore iniziativa Gabriele Favrin, autore di questo e di diversi altri articoli per La Girandola, annuncia che tutti i suoi contributi al sito scritti nel corso degli anni saranno progressivamente rilasciati sotto licenza Creative Commons permettendo quindi a chi lo desidera di riutilizzarli, a patto di non modificarli, di non trarne vantaggi economici e di citare sempre l’autore, possibilmente con un collegamento cliccabile al suo sito (http://www.favrin.net) o alla sua email.

Dunque se in uno dei miei (o di chiunque altro, ovviamente) articoli trovate il simbolo Creative Commons ed il collegamento alla pagina della licenza vuol dire che avete molta piu’ liberta’ di utilizzarlo e non dovete limitarvi a leggerlo (guardate bene i vincoli della licenza, pero’).

Nostalgia!

Una ventina di anni fa creavo anch’io cose come queste

Altro mondo, altra tecnologie, altri strumenti, ma era bello impegnarsi per ottenere nuovi effetti…

Oggi qualcosa di simile, ma con infinite meno limitazioni, si fa con la Pixel art ma quel mondo resta piu’ unico che raro e a volte penso che se vivessi a Roma andrei a bussare alla porta della RAI per lavorare al loro Televideo (hanno e avevano grafici bravissimi, va detto).

Piove (condizione dell’anima)

Sto ascoltando Piove di Dolcenera
Prima ascoltavo la pioggia cadere sul mio tetto.

Prima ancora la pioggia sul mio cuore, perche’ ci sono alcune persone che hanno una chiave (e non sempre gliel’ho data io) con cui riescono ancora a entrare nel mio animo e ferirmi. Attenzione: non parlo di torti o ragioni, dico solo che c’e’ chi lo f. A volte alcuni se ne accorgono, a volte alcuni no.

Ecco, Billy (il mio player mp3) e’ passato alla traccia successiva: Com’e’ straordinaria la vita, “che un giorno ti senti come in un sogno e poi ti ritrovi all’inferno”.

E’ vero.
Ingoiamo tutto e andiamo avanti, ci sono tante cose belle da fare e da vivere. Ho anche un photoblog da allestire… eppure ora piove…

Compleanni

22/3, Giuseppe
23/3, Lorenza

Due persone diverse e distanti ma importanti per me… a cui faccio gli auguri con un imperdonabile ritardo dovuto al vortice di pensieri di questi giorni (no, non i giga e i mega ma cio’ che ho cercato di fare per gli altri, a vole riuscendo a volte no…)

Perdono! ;)
vvb, auguroni… vecchietti! ;p

Giga & Mega

In questi giorni ho aggiornato un po’ il mio ambiente di lavoro e di svago (cioe’ mi sono fatto dei regali di Pasqua anticipati ;)

  1. 1gb di ram extra, quindi ora ne ho 2 e finalmente certi programmi esosi possono convivere bene fra di loro. Io ottimizzo sempre tutto fino all’osso e all’avvio carico solo cio’ che davvero serve, pero’ alcuni programmi se usati al meglio mangiano…
  2. 512mb per il mio cellulare: la rsmmc originale Nokia e’ “skiatted” il mese scorso (alla vigilia del mio intervento, si sara’ emozionata) e gia’ che c’ero l’ho cambiata.
  3. 4gb di pendrive. Da un po’ mi trovavo a girare piu’ spesso con l’hd portatile (anche per 1 o 2gb) e cosi’ ho pensato fosse il caso di cambiare la penna, gusto per non usurare oltre la meccanica del mio pur buono Western Digital… E’ incredibilmente piccola e leggera e fa sembrare la vecchia un brontosauro!
  4. 2gb di scheda SD 133x per la macchina digitale, giusto per mettere definitivamente da parte il ricordo dei rullini da 36…

Mega e giga a prezzi davvero bassi (nonostante l’equo compenso SIAE che non capisco a che titolo venga richiesto su memorie che conserveranno le MIE foto o i sms che ricevo…). Fa impressione, sembra tutto normale scontato; per fortuna riesco ancora a entusiasmarmi e contare a quanti “dischetti blu dell’Amiga 500” corrisponde la mia nuova, microscopica, penna usb (oltre 4700!). Spero di continuare a farlo perche’ solo cosi’ si riesce davvero ad apprezzare quello che l’evoluzione tecnologica ci porta.

Un altro motivo di gioia e’ che sono riuscito a cambiare da solo la rsmmc del cellulare. OK, per molti lettori sara’ una cosa normalissima ma e’ un grande traguardo per una persona con la mia vista, la mia scarsa manualita’… e il mio vizio di mangiare le unghie! :)

Uh, quasi dimenticavo! Gia’ che c’ero ho preso anche un… mega dissipatore, il CNPS7000B-Cu della Zalman: 755 grammi di rame, una ventola da 92mm, temperature fantastiche (33 gradi in idle con la ventola al minimo, 44 sotto carico pesante con la ventola al massimo) e silenzio. Finalmente pace! Me lo avevano consigliato sul forum di Hardware Upgrade e devo dire che e’ stata un’ottima dritta. Si combina bene col mio sistema di raffreddamento gia’ ottimizzato e i risultati sono, come ho detto, eccellenti.

No, il dissi non l’ho montato io comunque :)
(grazie Manuel!)

Primavera in febbraio

21 febbraio 2007:
il primo giorno di primavera

La primavera per me e’ iniziata quel giorno. Chi legge il mio blog regolarmente sa di cosa parlo. Agli altri bastera’ cliccare sulla categoria “Occhi” o sulla pagina dedicata alla dottoressa Franch.

E’ passato un mese da quella settimana di emozioni e da quelle 24 ore che hanno cambiato la mia vita. Ora la vista e’ stabilizzata, la mente serena e sento di voler raccontare quel giorno, anche per fissarlo nella memoria e poterlo ricordare in futuro. Sara’ un racconto soggettivo legato a emozioni che non pretendo di far capire. Spero sia apprezzato. Per me e’ importante scriverlo.

La nebbia, all’alba

Ore sei e un quarto. Suona Firmo. Anche oggi e’ venuto a prendere me e mia madre. Ci accompagnera’ fino a Venezia risparmiandoci l’autobus che a causa della “semina del tram” impiega molto piu’ tempo a raggiungere piazzale Roma. E poi viaggiare nella confortevole auto di un amico e’ piu’ rilassante che farlo in piedi in un autobus carico di gente che va al lavoro. E’ la terza mattina che mi fa questo dono grande. Lunedi’ alle 10 e mezza mi ha accompagnato per l’incontro con la dottoressa, la scelta finale: farla o non farla, questa operazione. Superare le paure mie e quelle indotte da un’accoglienza non del tutto semplice. Martedi’ e’ venuto alle 8: alle 9 dovevo essere in ospedale per la visita dell’anestesista. Oggi arriva addirittura all’alba. E non e’ una persona di trent’anni. Ha una moglie, figli, nipoti e una vita piena. Gli sono grato, gli siamo tanto grati.

Il viaggio dura il giusto. L’aria e’ umida: di notte ha piovuto, le strade sono bagnate. Nebbia, lampioni e buio. Mestre dorme ancora. Io mi guardo attorno, divoro ogni immagine. Non so come mi sento. Sono carico, deciso, rassicurato dalla mia oculista. Emozionato dal confronto con i ricoveri del passato: ingresso il lunedi’. Esami per due o tre giorni, poi l’intervento, poi la convalescenza in ospedale, poi quella a casa. Oggi sara’ tutto diverso: mi sono svegliato nel mio letto. Ora sono nell’auto di un amico, esco, cammino. Fra poche ore saro’ in sala operatoria. Domani a casa.

Stare con Firmo mi fa pensare all’impegno in parrocchia e mi aiuta a portare la mente altrove. Mia madre lo capisce, lo vuole, e ci fa parlare. Della macchina per stampare, di Photoshop, degli strumenti della CS3, di progetti presenti e futuri…
Arriviamo a Piazzale Roma. Li c’e’ piu’ vita: luci al neon, autobus, pullman, gente che arriva. Mia madre esce dall’auto. Io resto un attimo con Firmo e mi raccomando con lui: se qualcosa dovesse andare storto sa che puo’ rivolgersi a Davide per portare avanti il sito. E’ una cosa scaramantica. In passato avevo piu’ paura, ora sono carico, ma desidero comunque sistemare tutte le cose. Nei giorni precedenti l’intervento ho “sistemato” molte altre questioni. Mi ascolta, convinto che non ce ne sara’ certo bisogno ma comprensivo verso la mia necessita’. Ci congediamo con un abbraccio.

Ore sei e 45, vaporetto e nebbia

Una parte di me ha sperato in questi giorni di incontrare Manuel che fa servizio sui vaporetti. Non e’ successo. Sapro’ poi che sta su tutt’altra linea. Un’altra parte di me e’ lieta di non vederlo: l’anima e’ in subbuglio e preferisco il silenzio, stare con me stesso guardarmi attorno, scrivere sms agli amici. Messaggi che fanno piu’ bene a me che a loro. Un’altra delle differenze rispetto alla mia infanzia di ricoveri: all’epoca i legami venivano recisi, adesso il vincolo, il “link” con gli amici resta fortissimo. Ho questo piccolo cellulare con me. Lo terro’ finche’ me lo faranno usare. Mi regala serenita’ poter contattare le persone a cui tengo.

All’ospedale

Siamo arrivati. L’ospedale di Venezia come sempre ci accoglie davanti al pontile. A guardare indietro si intravede la “rassicurante” sagoma dell’isola di San Michele, il cimitero cittadino. Che belle scelte logistiche hanno fatto i nostri avi! :)
Ormai sono carico, ma a mettere i piedi sulla passerella di legno un pensiero saetta nella mente: “torna indietro, prendi il vaporetto e corri a casa”. No. Voglio farla. Andiamo. Non dico una parola, e’ solo un pensiero.
Via spediti attraverso il labirinto di corridoi ormai familiari (e’ il terzo giorno di fila che veniamo qui). Si arriva in reparto. C’e’ tempo per rilassarsi: devo aspettare la visita. Arriva la dottoressa, mi vede, e’ gentile come sempre. Non c’e’ una volta che non si fermi a salutare e oggi e’ ancora piu’ calorosa. Visita col primario che stabilisce che devo fare un’ecografia all’occhio. Io chiedo se ci saranno ritardi per l’intervento. Beata ingenuita’ legata ai tempi passati. L’ecografia si fa sul posto in pochi istanti: una crema sull’occhio, una garza e un “aggeggio” che preme un po’. In un attimo il fondo del mio occhio e’ sul monitor del PC (quell’ospedale e’ PIENO di PC!) pronto per essere studiato e analizzato. E ora si entra in reparto…

C’e’ il bagno in camera!!!

Una delle cose che piu’ ricordo dei miei passati ricoveri sono le grandi stanze da sei letti e i bagni comuni, a volte anche un po’ lontani. Li temevo anche per questo, pur breve, ricovero. Tutt’altro.
Vengo accompagnato in una stanza a due letti che tutto sembra fuorche’ una camera d’ospedale. Anzi e’ identica alle stanze degli hotel. Bagno (con water, bidet, lavabo, carta igienica in abbondanza e luce, molta luce), i suddetti due letti, sedia comoda per familiare, armadi sufficientemente grandi. Non vi dico la mia gioia nel vedere quel bagno, nel pensare che potro’ andarci senza problemi, patemi d’animo o code. “I nuovi standard…” mi dice un’infermiera, sorpresa a sua volta del mio stupore. Le spiego che tanti anni fa era tutto diverso….
Chiedo se con garbo si puo’ usare il cellulare per chiamare casa o scrivere qualche messaggino agli amici. Con garbo si puo’, risponde gentile. Non c’e’ quasi campo, comunque.

Non c’e’ tempo per rimirare la stanza: e’ ora di prepararsi per l’intervento. E’ tutto veloce, piu’ di quanto sperassi. Bene, evito perfino l’attesa che mi chiamino!
I nuovi standard si fanno sentire anche qui: ci si spoglia NUDI, si indossano mutandine fornite dall’ospedale. Non coprono quasi niente e si sciolgono solo a toccarle… per fortuna sopra va un camicione identico a quello dei telefilm. Fatico per allacciarlo dietro e coprire bene cio’ che le mutande non coprono. Tutto inutile: dovro’ toglierlo a breve, mi dicono. Salgo sul letto per partire. Mi buttano addosso una coperta bella pesante. E’ una fortuna, sia per la mia intimita’ ;p sia perche’ se no la situazione sarebbe decisamente fredda. Velocemente percorriamo corridoi. “era molto che non vedevo il mondo in questa prospettiva…” dico scherzosamente all’infermiera e intanto penso a Natascia che invece e’ voluta andare con le sue gambe fino alla sala operatoria. Forse aveva meno strada da fare e poteva scegliere, penso poi. Io no e comunque e’ meglio cosi’ visto l’abbigliamento che indosso…

Ci siamo, si entra nel gruppo operatorio.

Come una bistecca dal macellaio

Nuova procedura che ignoravo: portano il mio lettino vicino a un “coso” di ferro e mi fanno capire che devo passare per di la, sollevandomi ma “stando attento alla testa se no ti fai male”. Sbonk! Inevitabile… ;)

Ecco, avete presente le bistecche in macelleria su quei ripiani d’acciaio? Mi sono sentito cosi’, ma forse il paragone piu’ adatto e’ con un pacco che viene portato all’ufficio postale e deve passare attraverso la porta di accesso e arrivare nelle mani degli operatori dietro ai vetri blindati (almeno da noi e’ cosi’). Tutto questo nel nome della massima igiene.
Sono dentro. Sala pre-operatoria. Accanto a me c’e’ quello che sara’ il mio vicino di letto in camera. Deve fare un trapianto di cornea.
Noto subito l’immancabile PC. Ho gia’ detto quanti ce ne sono in questo ospedale? Si’? OK, andiamo avanti :)
Fra la stanza dove sono e la sala vera e’ propria c’e’ una porta (anch’essa in ferro stile ripiani macelleria). E’ una porta scorrevole con una fotocellula molto sensibile. Si apre e si chiude continuamente e un po’ rumorosamente. Intravedo la OR (sala operatoria)…

L’attesa

Arriva la dottoressa, mi saluta, mi rassicura, dice che opereranno prima il mio vicino in quanto vuole essere certa che faccia effetto l’antibiotico che devo prendere prima di ogni intervento (anche solo dentistico) per evitare problemi che non vi sto a spiegare qui. Pensando che non l’avrei piu’ vista fino all’intervento le dico: “io ho solo quest’occhio, dunque le affido i miei sogni, il mio futuro, la mia vita”. Lei guarda il mio vicino e sorridendo gli dice : “lei ha entrambi gli occhi quindi non mi deve affidare niente ;)”. E’ speciale, l’ho gia’ detto tante volte.
Arriva il primario. Iniziano a lavarsi le mani (procedura lunga e delicata) e parlano. Parlano dei piani per l’ospedale e di tante altre cose. Non ho molto da fare quindi li ascolto.

Ciao, Gianluca!

Suona il telefono della pre-operatoria. Un’infermiera si avvicina: “primario, c’e’ il dottor Monterosso per lei”. Il medico prende il telefono e saluta molto affettuosamente Gianluca Monterosso. Parlano del suo futuro ora che si e’ laureato e si ripromettono di vedersi. Mi ha fatto veramente tanto piacere assistere a questa chiamata e adesso vi spiego perche’.

Gianluca Monterosso e’ il figlio del dottor Roberto Monterosso, un medico molto famoso che era esperto in microchirurgia e che il 19 aprile 1985 mi pratico’ un lungo e delicato intervento di “cerchiaggio retinico” per salvarmi la retina dell’occhio sinistro. Pochi mesi dopo, il 26 dicembre, mori’ in un incidente d’auto causato da un pirata della strada,. Nell’incidente restarono feriti i due figli. Il piccolo, di 5 anni, leggermente, e il piu’ grande, Gianluca che aveva 11 anni, fini’ in coma. Ecco… a me questa vicenda colpi’, sia per la morte di un oculista che per me era stato importante (partecipai anche ai suoi funerali a Carpenedo e furono molto toccanti) sia per il pensiero di quel bimbo, ferito cosi’ gravemente e che al suo risveglio avrebbe scoperto di aver perso il padre. Non ho saputo quasi piu’ niente di lui fino a oggi e ora scoprire che nonostante le sofferenze ce l’ha fatta ed e’ anche diventato medico oculista, come il padre, mi ha dato una grande gioia. Buona vita Gianluca!

Ancora attesa

Iniziano l’intervento del mio vicino. La stanza operatoria si fa buia. Non posso vedere dov’e’ la luce ma sento voci. Parano tranquillamente e lavorano. Non e’ diverso dalla TV, ma niente musica, qui parlano. Penso serva a tenere la mente concentrata e a non lasciare che i pensieri solitari la distraggano.

Intanto arriva da me l’anestesista, gioca alla caccia al tesoro con le mie vene e mi mette un piccolo catatere sul lato superiore del polso. Non fa troppo male e posso muovere la mano. Iniziamo con una flebo. Sono ancora lucido e penso…
Penso e guardo il neon sopra di me. Lo vedo sdoppiato ma so che manca poco…
Per un attimo realizzo: “sto per essere operato” ma la paura passa subito. I timori, i dubbi, i pensieri legati all’idea di affidare la mia vita ad altri non mi toccano e nemmeno il ricordo del lungo articolo sulle anestesie riesce a turbarmi.
Mi sento tranquillo. Sara’ la flebo che inizia a fare effetto? Adesso a distanza di un mese capisco che in quel momento non avevo con me solo i pensieri degli amici e di mia madre ma anche Dio. Lo sento, era lui la fonte della mia serenita’ profonda.

Questo ragazzo tossisce troppo

Tosse. Vengo da una bronchite. L’anestesista che mi ha visitato ieri ha detto che non c’e’ problema. Quella che mi seguira’ durante l’intervento non e’ della stessa idea: “questo ragazzo tossisce troppo”. La ringrazio del “ragazzo”.
Dice che forse sarebbe stato meglio rimandare l’intervento di una settimana vista che l’intubazione non potra’ che peggiorare le cose.
Ma ormai sono li…

Arrivano altre persone che dovranno essere operate dopo di me o che sono gia’ state operate, non capisco (dal letto non avevo una buona visuale). Parlano, hanno freddo. Le capisco ma tutto sommato non posso lamentarmi. Stando fermo sto bene.

Let’s go

E’ il momento. L’intervento del mio vicino e’ finito (mezzora per un trapianto, fantastico!), tocca a me. Il mio letto viene gentilmente spinto dentro la sala operatoria. Avete presente quelle dei telefilm con tutti i monitor? Ecco. “Avete piu’ monitor di me!” dico. Sorridono. Agilmente (…) raggiungo il lettino. Che bello, non e’ duro come lo ricordavo e c’e’ un poggia-braccia a sinistra e uno a destra. Non sto scomodo. Penso che mi faranno contare e invece…

Risveglio

Sento delle voci forti. Rimbombano. Echi di voci lontane. “Ma come? Ho letto che non si sogna durante l’anestesia”. Pensieri che si fanno parole confuse “…ho sognato durante l’anestesia…”. Apro gli occhi. Vista annebbiata da sequenza cinematografica del risveglio. “sei stato operato” qualcuno mi dice.

Ora, forse deludero’ tutti, forse dovrei raccontarvi di gioia e visione perfetta, ma qua succede una di quelle cose che solo in una sala operatoria possono capitare e che sono legate a come il nostro cervello reagisce a certe situazioni, all’abbassamento totale delle difese e delle barriere.

Le mie prime parole, signori e signore, sono state in risposta a uno stimolo molto preciso e quindi ho detto, un po’ allarmato, “ho la cacca!”. Corri corri generale alla ricerca di un telo. In realta’ e’ stata solo una sensazione. Per tutta la giornata avrei poi fatto solo grandi pipi’ (anestesia e flebo da smaltire) riempiendo per quattro o cinque volte un pappagallo, prima che alla sera mi permettessero di alzarmi. Beh, sappiate che in un giorno ho perso 5 kg! :)

Ehm, ehm… torniamo a cose piu’ importanti? ;)
Mi riportano nella pre-operatoria. Guardo subito il neon. Non e’ piu’ sdoppiato. E’ andata. Sensazione inimmaginabile ed emozionante. Serenita’, sicurezza, sollievo dopo tanti anni di sofferenza e settimane di timori circa questo intervento.

Cerchi di non tossire!

Tosse.
Tanta tosse.
Attacco forte di tosse.

L’anestesista mi intima di non tossire perche’ rischio di alzare la pressione dell’occhio. Poi capisce che mi e’ un po’ difficile ottemperare alla sua richiesta, prende “non-so-cosa-ma-vorrei-averlo” e me lo spruzza dritto in gola. Lo sento arrivare fino alle parti piu’ irritate. Sollievo… anche perche’ da allora e per 24 ore non avrei piu’ fatto un SOLO colpo di tosse (e che era? Gas paralizzante?! ;). Segue mascherina d’ossigeno che Nati dice porta la secchezza delle labbra (vero) ma che, ecco, mi ha dato una sensazione assai piacevole ragazzi :)

Passa il tempo, non so esattamente quanto perche’ non sono del tutto lucido. Inizio a esserlo progressivamente. Mi danno un po’ fastidio i due signori al di la’ del separe’ che chiacchierano come fossero in coda alle poste ma capisco che ognuno affronta a proprio modo il pre e il post operatorio e mi concentro sulle loro parole per portare via la mente e far passare il tempo. A un certo punto decidono di riportarmi in stanza. Si ripassa attraverso il passaggio di cui ho accennato prima. Altra sbattuta di zucca e questa volta l’elastico delle mie mutande ospedaliere, ormai quasi dissolte, si muove in un modo da portarmi un dolore fortissimo (amplificato dalla fase post anestetica). Un’infermiera si scusa e aggiunge che ho gambe molto sexy. Non ricordo il suo viso ma la ringrazio tuttora :)))

Il resto e’ un volo. La mia percezione del tempo e’ un po’ distorta, in quattro e quatro-otto sono al piano. Osservo i neon sul soffitto. Non c’e’ piu’ lo sdoppiamento. Dio, che bello!
Sento la voce di mia madre: “e’ sveglio?”. Le rispondo io e le dico che non ho piu’ lo sdoppiamento. Piu’ tardi mi raccontera’ che a quella notizia e’ rimasta un attimo fuori dalla stanza e ha pianto di commozione. Anch’io sono andato vicino piu’ volte al pianto.

Grazie, grazie, grazie per sempre!

Eccomi in stanza. Qui passero’ un pomeriggio a fare pipi’ nel pappagallo, a dormicchiare e a scrivere di nascosto messaggini agli amici. Non subito. Ora devo riposare. Mia madre resta un po’ con me e quando e’ sicura che va tutto bene va a prendere un caffe’ e poi fuori all’aperto a chiamare don Danilo e Natascia per diffondere la bella notizia.

Arriva la dottoressa a vedere me e il mio vicino. Sono passate ore dall’intervento, siamo nel primo pomeriggio inoltrato. Ha lavorato ore e ore eppure prima di andare vuole vederci. Spiega a lui cosa ha fatto per assicurare la riuscita dell’intervento e poi viene da me. Le dico che ha fatto un miracolo, che ha tolto tutto lo sdoppiamento, che la cosa e’ andata meglio di quanto anche lei immaginasse! Si emoziona ed e’ felice. Un medico cosi’ partecipe della gioia dei propri pazienti e’ raro da trovare.

Un brivido di sera

E’ sera. A meta’ pomeriggio mia madre e’ andata a casa. L’ho rassicurata io. Sto bene, non serve che stia tutta la notte e poi possiamo sentirci via cellulare (che miracolo… w chi li ha inventati!). Mi dicono che posso alzarmi per andare in bagno se ne ho bisogno. Apro gli occhi. Paura. Attorno alle luci vedo enormi aloni. Per un attimo temo che d’ora in poi la mia vista notturna sara’ cosi’. “ho guadagnato di giorno ma perso di notte”. Chiamo un’infermiera e spiego la situazione. Mi accompagnano (a braccetto, con delicatezza, il passo e’ incerto e la vista non aiuta) dalla dottoressa di turno. Chiedo se sa cosa ho subito al mattino. Certo, risponde. Sono decisamente ben organizzati. Mi visita. L’occhio sta bene e la pressione e’ perfetta. Mi prescrive un collirio cortisonico e la bendatura notturna. Chiedo se questo problema puo’ pregiudicare la mia dimissione il giorno dopo ma dice di no.

Un’infermiera si premura di spiegarmi come fare la pipi’ nel pappagallo senza vederci (non e’ difficile, devi solo infilare il pis…. li, nel pappagallo, lo senti col tatto). Non e’ giovane e neanche vecchia, era la tipica infermiera di una certa eta’ che ne vede tante e rassicura i pazienti con un po’ di ironia. Per mia fortuna notte tempo la benda si e’ staccata quel tanto da permettermi di andare al bagno guardando con la coda dell’occhio :)

Fame!

La notte passa tranquilla. Qualche parola col mio vicino, persona simpatica e avanti con gli anni, arrivato al terzo trapianto di cornea. Ridiamo sul trasporto “da bistecca”: anche se e’ stato operato pochi anni fa a Vicenza non aveva mai subito quella cosa. Parliamo delle nostre povere schiene: il tavolo operatorio non era duro ma i letti su cui ci troviamo lo sono e siamo a pezzi! Difficile dormire, anche a causa dei morsi della fame. La sera prima non ci hanno dato niente (“lo vomitereste”).

Arriva il mattino. L’alba. Vedo un po’ meglio della sera precedente e la cosa mi rassicura. Il tempo ora e’ lento: la fame e i dolori di schiena si fanno sentire. Scrivo a qualche amico, do’ una dritta al vicino su come avere piu’ campo. Arrivano gli infermieri e mi fanno togliere la benda (quasi completamente staccatasi, comunque). Fra poco la visita ma prima… caffelatte e croissant! I piu’ buoni di sempre! Sara’ stata la fame? Sara’ che non mangiavo da 36 ore? ;)

Visita. Pressione a posto. La dottoressa di turno mi prescrive la cura e mi dice di andare direttamente nello studio della dottoressa Franch per il controllo la settimana successiva. Il tempo di togliere il catere dal polso (e’ stato lasciato da ieri per sicurezza in caso di altre flebo) e potro’ uscire. L’infermiere che deve togliermelo, appreso che mi intendo di PC, mi chiede consiglio su che antivirus usare. Parliamo di quello (mi spiace Symantec, avete un cliente in meno, l’ho fatto passare ad AVG), di siti, di mestre.semplice, della parrocchia… e viene fuori che lui e’ un parrocchiano della chiesa dove stava prima l’attuale vicario di Carpenedo. don Marco. Mi chiede di salutarglielo.

Dimesso

Nel frattempo e’ arrivata mia madre. Ringrazia proprio quell’infermiere, che durante il mio intervento si era premurato di farle avere notizie dalla sala operatoria (l’intervento e’ stato breve ma l’attesa lunga) e andiamo.

Il mondo e’ diverso, e’ bello.
E’ piu’ buio perche’ il cervello deve abituarsi alla luce che etra in modo diverso e a causa dei colliri che scombussolano la vista. Mi ci abituero’ e tutto tornera’ giusto e normale. Mi guardo attorno. E’ tutto meraviglioso.
A Piazzale Roma ci aspetta Mario Carraro (Firmo non e’ potuto venire a causa delle targhe alterne) che ci accompagna fino a casa.

Sentendolo parlare mi nasce l’idea per una nuova cosa da fare in parrocchia.
Si ricomincia a vivere.

E’ il mattino di un nuovo giorno. Vedo poco come sempre ma e’ il “mio” poco, senza piu’ lo sdoppiamento dovuto a quell’iridectomia “troppo ampia” di settembre 1989.

22 febbraio 2007:
il secondo giorno di primavera

Grazie per sempre, dottoressa Franch e grazie a tutte le persone che mi sono state vicine e hanno condiviso le mie emozioni in quei giorni, in quelli precedenti e poi in quelli successivi.

Cercando tranquillita’

“sei allegro”, “non sembri neanche tu”, ha detto Manuel: oggi ci siamo rivisti per la prima volta dopo il mio intervento.

E’ vero: sto bene, sto bene, sto bene ma soprattutto ho deciso da un mese a questa parte di cambiare tante cose, di sistemarne, di cercare serenita’. L’ho fatto a volte sollevando un po’ di polvere accumulatasi da anni (e in alcuni casi agendo nel modo sbagliato ma trovando l’umilta’ di ammetterlo) e lo faccio tuttora, anche nel modo opposto: evitando proprio che la polvere si accumuli e non curandomi di cose che mi porterebbero solo discorsi…

Un tempo mi preoccupavo di piu’ nel vedere che chi mi stava attorno faceva cose imprudenti, informaticamente parlando. Un tempo alla supposta pretesa di dimostrare che questo o quello e’ bello e non crea assolutamente problemi avrei risposto con link su link di prove a dimostrazione delle mie affermazioni. Ora no, ora basta. Che la gente si incasini pure la vita se vuole, non e’ mica un problema mio :)
Il giorno che il PC non riparte piu’ lo riformattano e amen. Il giorno che i loro dati avran fatto il giro del mondo, se la prenderanno con Bill Gates (che non sempre ha colpe).

Ho una rubrica su un portale dove e’ la gente a cercarmi e chiedere consigli (che di solito segue). Ho una sfilza di cose da fare in una parrocchia dove mi ringraziano se segnalo un problema o do’ una dritta (stamattina ho installato Attachment extractor che ci facilita la vita – ah tutta la nostra posta e’ su Thunderbird – e ne son stati lieti).

Perche’ devo sgolarmi con chi non ascolta?
Perche’ devo preoccuparmi di dimostrare affermazioni che, per abitudine, faccio sulla base di fatti e info raccolte da piu’ fonti?

Attualmente mi preoccupo solo di avvisare gli amici di PoohForFans con cui chatto di non usare certi servizi che promettono la luna e intanto chiedono la password. A parte questo sto iniziando a fregarmene…. perche’ se dici per anni delle cose e la gente non ti ascolta, che motivo c’e’ di preoccuparsene? Meglio usare le energie per chi ascolta, per chi vuole ascoltare… :)

Chissa’, magari cambiero’ idea, ma per adesso mi sta bene cosi’… voglio vivere piu’ sereno e forse anche questa scelta mi aiutera’… per ora lo sta facendo!

Pensierino della notte

Se andassi ancora alle elementari forse scriverei un pensierino come questo…

L’altro ieri ho letto sul libro di lettura che milioni di persone muoiono di fame.

Ieri ho letto sul sussidiario che da quando l’Italia e’ nell’unione europea i proprietari di mucche possono vendere solo una parte del latte che mungono e il resto lo devono buttare via altrimenti vengono multati.

Oggi ho letto che l’unione europea sta preparando una nuova legge (direttiva, NdGF) che rendera’ qualsiasi azione contro il diritto di autore punibile come si fa con quelle fatte della criminalita’ organizzata.

Se mettero’ il disco di “tanti auguri a te” alla festa di compleanno saro’ come gli uomini cattivi contro cui canta quello che ha vinto Sanremo giovani?

Cara maestra tu sai tante cose: mi spieghi perche’ piu’ importanti sono i grandi meno si preoccupano dei piccoli?

Sapete cosa sogno? Che i bimbi di oggi conoscano queste cose, che venga loro spiegata l’assurdita’ di un mondo asservito al potere. Il potere delle banche, dei produttori… tutti oggi contano piu’ di un bimbo che muore di fame!

Se mi leggono insegnanti, catechisti, gestori di oratori… parlate ai bambini e ai ragazzi, a chi fra 10, 5 o 3 anni votera’, spiegate loro le grandi ingiustizie del mondo di cui si sono resi artefici tanti politici, spiegate loro che l’Unione Europea dell’inno, della grande patria europea e blah blah fa buttare via tonnellate di cibo che potrebbero andare ai paesi poveri dove ogni minuto muore un bambino!

Spiegate loro che ci sono politici che credono che Dio si arrabbi se due convivono invece di sposarsi e che preferiscono parlare tutto il giorno di questo invece che delle leggi europee che strozzano il cittadino e fanno distruggere il cibo! Ci rendiamo conto? Assimilano chi scarica una canzone o scrive un testo ad un amico a un pericoloso criminale e intanto distruggono il cibo!

Selezioni avanzate con GIMP

Da qualche tempo in parrocchia mi sto esercitando su Photoshop CS2 e devo dire che mi piace. E’ certamente piu’ comodo, pratico e veloce di GIMP. La comodita’ penso comunque sia una questione di abitudine: chi e’ abituato a riempire il desktop di finestre separate che vanno a finire nella taskbar si trovera’ certo meglio con GIMP.

Da qualche tempo stavo pensando addirittura di passare alla CS3 (che noi potremmo avere con agevolazioni grazie all’accordo CEI/Adobe di cui gia’ credo di aver parlato), soprattutto per la funzione di selezione facilitata di oggetti da separare dallo sfondo.

Se non che oggi stavo Googlando e ho scovato quasi per caso SIOX che fa esattamente questo ed e’ disponibile come plugin sotto GPL per GIMP2.2 e Inkscape, nonche’ e’ stato integrato in GIMP2.4 (e nella sua versione beta 2.3).

Ho provato il plugin per la 2.2 ma e’ molto limitato, quindi ho scaricato GIMP 2.3.14 per Windows. E’ una versione beta (loro la chiamano “unstable”) ma da me funziona benissimo e puo’ essere installata in una cartella diversa dalla versione “stabile” di GIMP per poter tenere entrambe.

Lo strumento integrato in GIMP 2.3.14 e’ veramente intuitivo e facile da usare. Potete vederne una bella dimostrazione video su Youtube (lo stesso file e’ presente sul sito SIOX in versione MPEG).

Bello, bello, bello…
e mi conferma che la strada migliore non e’ chiudersi verso una soluzione (solo GIMP o solo Photoshop) ma cercare di conoscere tutto e usare ogni strumento che ci torna utile. Certo il vantaggio di GIMP e di questo SIOX e’ che sono gratuiti :)

A me pero’ piacerebbe una versione di SIOX per Photoshop… chissa’ se c’e’! Fino a poche ore fa ignorava l’esistenza di questo strumento, quindi… chissa’ :)

Intanto per chi volesse saperne di piu’ ecco una pagina di Wikipedia che spiega il funzionamento di SIOX.

Cellulari e divieti

Un giorno leggi che i sindacati e gli insegnanti sono pronti a scioperare per il mancato rinnovo del contratto di categoria, il giorno dopo il ministro della pubblica istruzione e’ su tutti i giornali perche’ ha emesso una circolare che vieta l’uso del cellulare ad alunni e insegnanti durante le ore di lezione. Circolare superflua perche’ in realta’ basterebbero i regolamenti di istituto…

Ai miei tempi era vietato usare a scuola videogiochi portatili ed era “sconsigliato” portare “apparecchiature di valore”, senza bisogno che scendessero in campo i ministri…

Qualche dubbio e perplessita’ oggi viene…
come ci si stupisce a vedere che chi ieri usava tutti i mezzi (compresi giochi in flash che istigavano a tirar torte a un ministro della Repubblica) per criticare la Moratti, all’attuale ministro non abbia mai nulla da dire, su nessun argomento…

Detto questo, vietare l’uso dei cellulari DURANTE una lezione ha senso, ipotizzare leggi per vietarne l’introduzione nelle scuole e’ assurdo ed e’ una limitazione di diritti, liberta’ personali e sicurezza degli studenti.

Se passasse questa idea e se io avessi un figlio lo manderei a scuola col cellulare legge o non legge: durante le lezioni e’ giusto che il telefono resti spento ma nel percorso casa-scuola-casa, che puo’ essere anche lungo, e’ imperativo che i ragazzi possano mantenere i contatti con la famiglia se ne hanno la necessita’. Oppure la scuola si assuma la responsabilita’ dei ragazzi anche fuori dalle mura dell’edificio. Troppo comodo pensare di vietare senza pero’ fornire alternative!

Forse finira’ come accade in tanti ospedali dove, nonostante i mille cartelli, infermieri e medici consentono ai pazienti, se se ne servono con garbo e se non sono ricoverati in reparti con sistemi salvavita, di fare qualche telefonata a casa…

In realta’ basterebbe avere piu’ buon senso e non seguire questo eterno principio del divieto di tutto che porta la gente a violare regole ritenute ingiuste e fa perdere il doveroso senso del rispetto verso le leggi.

Fotocamera digitale

La fotografia e’ stata una mia passione dell’infanzia.
L’informatica e’ una mia passione della vita.

Le due cose si possono fondere e ora che non vedo piu’ doppio la cosa e’ ancora piu’ fattibile. Cosi’ ho cominciato a documentarmi, leggere introduzioni alla fotografia, recensioni di macchine…

Escluse le reflex (non storcano il naso gli esperti: costano un occhio, sono troppo ingombranti e offrono cose che a un amatore che si ri-avvicina alla fotografia non servono realmente) mi sono orientato alle compatte di fascia alta e ho iniziato a leggere i listini. Per ogni prodotto che mi suonava attraente ho cercato una recensione su Google.

Ora l’amore e’ scoppiato per la Canon Powershot A710 IS! 7.1mp, meno della Canon Powershot A630 che ne ha 8, ha lo schermo LCD orientabile (ma a me servirebbe davvero?) pero’ ha lo zoom 4x e richiede 4 batterie. Questa ne richiede solo 2, ha lo zoom 6x (beeeello!) e la funziona di stabilizzazione immagine (questa e’ utile!) oltre a tante altre belle caratteristiche. Entrambe permettono di operare sia in maniera automatica sia impostando i vari parametri per ottenere determinati risultati e questo mi piace perche’ consente di “partire” in modo semplice e poi imparare e migliorarsi senza dover cambiare modello.

Che dite, c’e’ di meglio? Se si’, segnalatemelo nei commenti!

Intanto lascio un po’ di cuore su quella A710 IS…
Quasi quasi quasi…

Aggiornamenti sull’occhio (direttamente da “lui”!)

Carissimi,
permettetemi di presentarmi: sono l’occhio destro del proprietario di questo blog e visto che da mesi e mesi Gabriele non fa che parlare di me… ho pensato di postare in prima persona!

Oggi siamo (io e lui) andati dalla nostra oculista preferita (un altro link per Google non fa male, sono il primo occhio esperto di SEO! ;p) ) perche’ da un po’ avevo qualche fastidietto e lui, benedetto Gabriele, era preoccupato.

Lei mi ha guardato e squadrato per bene e ha pensato che fosse il caso di togliere il punto che aveva lasciato all’atto dell’intervento. Bhe, che ci crediate o no ha dovuto ripetere 3000 volte a quel tontolone di Gabriele di stare tranquillo che non rischiava nulla circa lo sdoppiamento perche’ il punto non era quello dell’iridectomia ma quello da cui era “entrata” (cose mediche su cui e’ meglio non soffermarsi ;) ). IO invece ero tranquillo. lo sono stato meno quando a causa del nistagmo mi sono mosso e ho sentito un pizzico ma tanto abbiamo dato la colpa a Gabriele ;p

E’ proprio vero cari amici: ogni giorno porta la sua pena e io anche oggi ho avuto la mia avventura. Adesso quindi faro’ un riposino (e costringero’ Gabriele a farlo: non stupitevi se non lo vedete per qualche ora!).

Prima di andare pero’ voglio dire GRAZIE GRAZIE e ancora GRAZIE alla dottoressa Franch perche’ mi ha ridato la vita, perche’ ogni giorno vedo meglio, perche’ terminati gli effetti dei colliri post-operatori la vista migliora costantemente, sono perfino spariti i disturbi nel passaggio buio/luce!

PS: tutti questi ringraziamenti sbrodolosi perche’ so che presto la dottoressa ripassera’ dalle parti di questo blog ;-)

Non siamo mai come i nostri sogni…

Il soggetto e’ una strofa di “Per te domani” e conclude con “spesso siamo molto di piu'”. E a volte molto di meno, aggiungo io.

Lo scrivo qui per me stesso, per ammetterlo a me e al mondo e per rileggerlo. Se mi feriscono, mi insultano ma piu’ ancora mi fan male a fondo, nei sentimenti e nelle amicizie, a volte reagisco male, a volte dico cose che fanno male, a volte faccio cose che fanno male e che poi non fanno certo stare meglio me per averle dette, anzi.

Ci sono delle persone che mi hanno ferito con i loro comportamenti. Persone che non cerchero’, stavolta (ho un liimite di dignita’). Pero’ per tutta risposta le ho ferite anch’io e ora quasi penso che per loro sarebbe stato meglio se non ci fossimo mai incontrati. E’ andata cosi’. Ora vivremo. Mi spiace aver fatto del male perche’ alla fine il male fatto ferisce come quello ricevuto.

Cerchero’ di ricordarmelo.
In fondo anche questa e’ un’evoluzione nella ricerca di un nuovo equilibrio…

Ancora su pesi e contrappesi

Ieri dicevo che ero contento di quel che era successo in questi giorni in un certo posto. Il mondo puo’ non esserlo ma se e’ servito a qualcosa e’ stato giusto farlo.

Questa sera sono meno soddisfatto. Non degli altri: le persone hanno continuato per la loro strada, chi piu’ chi meno, alcune sorprendendomi, altri non sorprendendomi piu’ di tanto. Forse mi lascio condizionare troppo dai sorrisi e non noto i cambiamenti di fondo.

Ha certamente ragione l’amica che ho citato due post fa: a volte reagisco alle situazioni in modi che io per primo non vorrei. Detto questo, qualche volta ancora riesco a mettere da parte l’orgoglio per un motivo piu’ importante come il bene di qualcuno e cosi’, amara ironia della sorte, quando avviene cio’ che magari fino al giorno prima speravo avvenisse, non ne sono proprio lieto, anzi.

Forse devo imparare una volta per tutte che ai comportamenti negativi non si risponde con la stessa moneta, perche’ non da’ assolutamente soddisfazione o almeno non la da’ a me.

Comunque, comunque…
Ho sistemato un sito che dovevo aggiornare da tanto tempo. Un pensiero in meno. Speriamo che aiuti tutti (me per primo, a questo punto) a ritrovare il senso di una comunita’ che stava andando perduto.

Ad ogni modo con questo gesto e dopo gli eventi di questa sera io considero chiusa una fase e aperta una nuova. Perche’ alla fine dovremo restare uniti Tutti.

Non dare niente per scontato

Dai per scontato vedere il sole, il cielo azzurro, l’allegria dei bambini dietro i carrelli al supermarket.

Dai per contato di sentire la voce delle persone care, degli amici, la natura e la tua musica.

Dai per scontato di alzarti domattina, andare a scuola, al lavoro oppure a giocare.

Dai per scontato di poter fare una passeggiata o una corsa, magari sotto la pioggia, respirando l’aria umida e l’odore dell’erba bagnata.

Dai per scontato che domani ritroverai il tuo mondo, ricorderai i tuoi cari, conoscerai te stesso.

Dai per scontato che arriveranno Pasqua, l’estate e un altro Natale.

Non farlo.

Tutto quello che abbiamo, anche il giorno piu’ noioso, e’ frutto di un miracolo e c’e’ chi lo aveva e l’ha perso e chi non l’ha mai avuto.

Una malattia, un incidente, l’eta’…
Tante cose possono portarci via quello che abbiamo.

Non dare nulla mai per scontato.
Goditi tutto fino in fondo, come se fosse la prima volta che provi un’esperienza.
O l’ultima.

Non dare mai niente per scontato.
Non darlo, non diamolo per scontato.

La bilancia

La vita a volte e’ come la bilancia di un fruttivendolo: si aggiunge un po’, si toglie un po’…

Ti da qualcosa, qualcosa di grande, qualcosa di meraviglioso. E allora sei sballottato dai pensieri e dalle emozioni. Non rivuoi la vita com’era prima, vuoi una vita piu’ serena, vuoi eliminare le fonti di stress e cosi’ prendi il coraggio a due mani e dici agli amici, quelli che frequenti da anni, cosa non va nel vostro modo di incontrarvi. Non cosa non va a te, cosa non va in base alle regole che vi eravate dati tutti assieme e che un tempo rispettavate.

Apriti cielo: il “babao” delle regole di convivenza comunitaria fa emergere l’anarchico/a che c’e’ ognuno. Aggiungiamo qualche polemica gratuita, qualche persona che non c’entrava nulla ma che sentendosi tirata in ballo (da polemiche gratuite) e pur ribadendo di non c’entrare niente, non risparmia la sua dose di confetti, e il gioco e’ fatto.

Dicevo: la bilancia della vita toglie e da. A un’amica che chiedeva com’era andata la mia giornata ho risposto cosi’: questa mattina son tornato in parrocchia. Da due giorni ho terminato i colliri. La vista va. Mi sento meglio, piu’ sicuro nel muovermi e sono davvero felice. Questa sera una persona mi ha riversato addosso tale e tanto odio che meta’ basta. Forse e’ piu’ di quanto altri abbian mai fatto.

Comunque a guardare l’insieme resto felice: per una sera tutti ci siamo controllati e il clima e’ stato piu’ sereno e godibile. E allora? Il bilancio? E’ positivo. Fa un po’ male ma e’ positivo. Nel grande schema delle cose lanciare una pietra nello stagno e’ servito. Il resto si vedra’. Di certo trovare un po’ di serenita’ in un ambiente a me caro da un decennio mi fa stare bene e fara’ stare meglio tutti quelli che ne fanno parte. Non cercavo solo la mia serenita’ ma quella della nostra piccola comunita’.

Il resto? Ripeto, si vedra’ e si costruira’ cercando, possibilmente, di rimediare OGNUNO ai propri errori e difetti…

Io intanto me ne vado a letto portando con me queste due frasi, che estrapolo anche a beneficio di chi non la pensa cosi’:

l’unica cosa che trovo smisurata a volte in te sono le reazioni (vero)
per il resto sei la persona piu equilibrata del mondo

Grazie, cara amica :)