Rosalina, Rosalina
tutto il giorno in bicicletta
fino a sera, sera…
Cantava cosi’ Fabio Concato nel suo anno d’oro, il 1982, l’anno di “Fiore di Maggio”, dedicata alla figlia. Fiore di Maggio mi piaceva ma Rosalina mi era entrata in testa visto che le radio la passavano continuamente e io fra Radio Venezia e Superadio ero un divoratore di FM!
E allora via con quella canzoncina in testa per le strade della mia zona che erano abbastanza tranquille da poter scorrazzare con la cara bvicicletta verde semi-sportiva che avevo da un po’ di anni e a cui ho fatto fare chilometri ;)
In giro nei dintorni di una ex zona di periferia/campagna, senza meta, solo per il gusto di girare e “scoprire” posti nuovi. Ricordo l’emozione di trovare una scorciatoia dove al primo colpo d’occhio sembrava ci fosse solo un vicolo cieco. La bellissima stradina davanti a casa di Riccardo, il caro compagno delle medie che mi fece innamorare della programmazione (del VIC 20).
A piedi non ci sarei mai andato in giro, gia’ mi annoiavano le passeggiate, ma in bici era tutta un’altra cosa. In bici scoprivo… e poi ero in strada!
Venivo da un’infanzia felice nonostante gli interventi dei primi anni (fino al ’78) e non immaginavo il futuro. Pedalavo in primavera e in estate, felice di poter andare per strada dopo anni di marciapiedi da piccolo. Non immaginavo di li’ all’85 l’intervento grosso a cui segui’ il divieto ad andare in bici, adesso teoricamente decaduto ma non ho mai chiesto perche’ poi nell’89 arrivo’ lo sdoppiamento e non me la sentivo. Ora potrei anche chiedere… ma non proverei le stesse emozioni… o si’?
Riflettevo su queste cose oggi pomeriggio mentre cercavo una benedetta panetteria aperta… se non che ha cominciato a piovere.
Plop. Una goccia… sara’ una cacca di piccione? Plop. Un’altra. Plop. Plop. Plop. Plopppppppp… no, “decisamente piove!”, ho pensato.
Poi ho riso, ho messo gli occhiali in tasca (meglio vedere pochissimo -tanto ero in una strada sicura- che vedere gocce) e mi sono messo a cantare, appunto, Rosalina mentre affrettavo il passo per raggiungere la panetteria (che ho scoperto essere chiusa fino al 20, grrr) e poi rientrare.
E’ stato bello, un po’ come quei giorni spensierati d’infanzia.
Una lezione pratica sull’importanza di come si vive, piu’ dell’eta’ che si ha.