The world outside here

Io sono una persona abitudinaria, vuoi per scelta vuoi per necessita’. Vedendo poco prediligo percorsi noti. Ma a volte mi viene voglia di evadere dalla routine, nonche’ di mettermi alla prova, nonche’ di cercare nuovi stimoli.

L’occasione ieri me l’ha data il convegno Internet: diritto costituzionale che si teneva proprio qui a Mestre. Occasione ghiotta, anche perche’ il convegno vedeva protagoniste persone che ammiro molto come l’assessore Bettin e soprattutto Stefano Rodota’, noto ai piu’ per essere stato il garante della privacy e agli informatici meno giovani per la sua partecipazione alla piattaforma telematica Agora’). Occasione per andare in un posto diverso, fra gente diversa, rivedere Davide, e…

Il tram

Sono stato fra i primi a provare il tram di Mestre all’inaugurazione di febbraio 2010 e sono fra gli ultimi a salirci nel servizio regolare. Comodo e veloce. Arrivo alla fermata e il display dice che mancano 7 minuti al passaggio. Arriva preciso e 7 minuti dopo sono alla mia destinazione, abbastanza distante. Viaggio veloce, il tram ha la precedenza su tutti e puo’ far diventare verdi i semafori. Grandi vetrate per guardare fuori e passare il tempo. Sedili enormi ma si sta bene anche in piedi. Due frugoletti seduti poco piu’ in la’ ridono, si divertono a guardare fuori e fare il verso alla voce che annuncia la fermata successiva. E’ strano guardarsi attorno e vedere cosi’ tanta gente. Diversi nuclei di amici che parlano fra loro. E’ bello non doversi spostare verso la porta d’uscita. Dove sali, poi scendi. Il tram rallenta, si illumina un pallino verde e si sente un suono. Una vecchietta davanti a me senza esitazione preme e la porta si apre. Vedo salire senza difficolta’ una signora con una carrozzina, del resto non c’e’ dislivello fra tram e piattaforma. Luminoso, comodo e bello. Per chi ama la vita, l’ambiente e guarda con gioia al futuro.

In compenso l’i.mob resta scomodo e poco accessibile, il piccolo display con caratteri grigi su fondo verde a me e’ invisibile. Ci passo davanti la tessera regalando agli astanti il mio nome e cognome. Bip, lucina gialla. Vado a memoria per indicargli il tipo di biglietto da convalidare. Tasto + e tasto OK. Bip, lucina verde. Andata. Assurdo e scomodo soprattutto quando un negoziante ti informa che per dirti quanti biglietti ti restano deve caricartene. Mh, all’inizio non era cosi’…

Il convegno

Bello. Lunghino e prolisso. Rodota’ e’ un politico ed e’ abituato a parlare. Non ha detto cose che non conoscevo ma a me interessava riscoprire il web spiegato a un pubblico non tecnico. E in questo ho avuto piena soddisfazione dal convegno.

Rodota’ ha saputo trasmettere l’emozione vibrante data dall’innovazione culturale e sociale introdotta dalla Rete. Valori che troppo spesso anche chi vive queste realta’ tende a dimenticare o sottovalutare, magari iscrivendosi a un social network ma restando mentalmente vincolato a separazioni di ruoli che grazie a Internet possono essere superate a vantaggio di una societa’ migliore e piu’ equa. E’ quello che voglio fare e insegnare e in questo senso riscoprire la Rete spiegata al grande pubblico da Rodota’ mi ha dato ulteriori stimoli e nuove prospettive per proseguire nei miei progetti. Attuali, in corso e futuri…

Ritrovarsi

All’ingresso del Centro Santa Maria delle Grazie mi aspetta l’amico Davide. E’ un pezzo che non ci vediamo e penso sia qui tanto per il convegno quanto per stare con me. Un addetto, bravo, cortese e molto gentile lo aiuta a salire le scale con l’apposito montacarichi dimostrando che il centro culturale mantiene le promesse in termini di accessibilita’.

Finito il convegno riusciamo a salutare al volo Rodota’ (apprezzo il suo “ciao”, evidentemente dimostro davvero meno anni di quelli che ho) e ce ne andiamo in piazza. Un po’ di vasche per parlare dopo tanto poi decido che ho voglia di stare ancora con lui e lo accompagno verso casa “per un tratto di strada” che poi si rivelera’ essere tutta fino in fondo. E’ stato bello ritrovarsi, parlare, ricordare persone incontrate ieri e a volte perse, scambiare le esperienze che oggi ognuno di noi fa. Potrebbe essere pure nato qualcosa di speciale per uno dei miei siti ma ne parlero’ a cose fatte.

Davide mi ha donato il piu’ prezioso dei complimenti ieri: “quando ti ho conosciuto non avresti fatto quello che fai ora“. Si riferiva al decidere di accompagnarlo fino a casa in una zona di Mestre che conosco poco, di sera poi. Beh, gli ho detto, per meta’ e’ merito della dottoressa Franch e della fiducia in me che mi ha regalato l’intervento, ma per l’altra meta’… non sarei qui senza il GPS nel mio buon Nokia E52 ;-)

Guidato dal cielo (dai satelliti)

E cosi’ mentre arrivavamo a casa sua ho avviato il fix dei satelliti. Ci ha messo 5 minuti buoni ma l’A-GPS costa e avevo poco credito, quindi meglio attendere un po’. Ho scelto l’opzione “a piedi” e “vai a casa” e mi ha calcolato il percorso. Ci salutiamo e mi avvio.

Il percorso sembra piu’ lungo che all’andata ma e’ anche vero che prima stavo chiacchierando. Imparo a mie spese che la posizione corrente rilevata via GPS e’ abbastanza approssimativa e che, almeno la versione di Nokia Maps che ho io, non ti dice in che strada sei ma verso che strada sei diretto (il che forse e’ giusto).

Momento di panico a un incrocio: la freccia sul display indica una strada ma nei cartelli vedo che sono in un’altra e il mio puntino rosso non e’ nel percorso indicato. Buio, nessun punto di riferimento e qualche timore per i rischi da tanti paventati a Mestre (anche se erano solo le 20.30). Sentirsi persi. Poi razionalizzo. Se non ho certezza di dove sono posso sempre usare la bussola integrata per capire se sto andando nella direzione giusta. Lo faccio. Giro un po’ e alla fine mi ritrovo sul rassicurante percorso indicato in blu. Seguendo pazientemente la via (col cell che ogni tanto vibra e la voce sintetizzata di Silvia mi dice fra quanti metri devo svoltare…) arrivo in una strada che almeno riconosco. E’ sempre buio e non ho punti di riferimento ma almeno ora so dove sono. Continuo a seguire il percorso. Eccomi in una zona che conosco e in cui posso muovermi autonomamente. Fatta!

Per divertimento mi lascio guidare comunque, anche se scelgo una strada piu’ illuminata di quella proposta e lascio il cellulare a ricalcolare il percorso. 1km piu’ in la’ vengo informato, non me ne fossi accorto, che sono a destinazione. Il Nokia oggi s’e’ ripagato il costo in-te-ra-men-te. E io ammiro un mondo nel quale la tecnologia non e’ fine a se stessa ma e’ immersa nella nostra vita e ci aiuta e semplifica nelle cose. E ammiro il coraggio di aver affrontato questa piccola prova.

Gadget tecnologici

E anche il buon Davide s’e’ viziato con un tablet. Occasione per provare pochi minuti una cosa che non mi serve direttamente ne’ mi piace (non considero il touch comodo, ma capisco che per alcuni lo sia) ma che mi affascina come ogni sviluppo tecnologico.

Credo e vado ripetendo che cio’ che mi rende ancora un buon informatico sia l’essere affascinato dalle cose nuove. Posso leggerle, capirle, ma se mi trovo a usarle mi ci diverto con lo stupore di un bambino. E finisce che scopro cose che il proprietario non sapeva, come la rotazione della mappa con due dita :)

Per altro covavo l’idea di comprare un tablet per permettere a mia madre di avvicinarsi al web che la attrae anche se non tramite un PC. Forse per lei un’interfaccia touch screen puo’ essere effettivamente comoda. L’averne usato uno aumenta questa voglia di regalargielo e descrivendogliene l’interfaccia ne resta affascinata. Prima di decidere aspetto un paio di mesi per sapere da una persona competente se il WI-FI puo’ farle male (io posso temerlo o sospettarlo ma alla fine un medico ha piu’ basi per dirlo, anche sapendo in casa gia’ mi arrivano, pur a potenza ridotta, varie reti dei vicini). A meno di non trovarne uno con presa Ethernet, anche se l’idea dei cavi non le piace.
Resta che ho provato una cosa nuova che mi da’ spunti di crescita.

Insomma, una bella giornata che ha schiuso pensieri, obiettivi, voglia di continuare a camminare, crescere e costruire. Rigenerante, anche se e’ bello poi tornare a casa, alla vita e alle cose di tutti i giorni.

W Mestre, il tram, Internet e le piccole sfide a se stessi! ;-)

Il lato bello

L’Italia e’ un bel paese. Io per fortuna ieri sera ero fra gente che nonostante viva in un Veneto dominato da valori sempre meno equi, si impegna per il prossimo in difficolta’.

Mi sono risparmiato i TG della sera, non ho visto che un Ministro della Repubblica ha fatto quel che ha fatto usando i toni che ha usato. Non ho visto la discesa del premier a Lampedusa, dove gia’ che c’era ha comprato un’altra casa (che razza di segnale e’ ai poveri e a chi e’ arrivato in un barcone?!).

Ieri sono stato nel mondo reale, giusto, bello. di chi si impegna e non si considera piu’ importante degli altri per una poltrona, un ruolo, la paternita’ di un’idea.

Ieri sono stato fra gente che guarda il tuo lavoro e lo apprezza, ma soprattutto che apprezza le persone per cio’ che sono prima che per cio’ che sanno fare. Fra gente che fa grandi sogni, spesso molto piu’ grandi di loro. Ed e’ il solo modo per realizzarli: guardare lontano, smettere di accontentarsi, di fare solo cio’ che non ci costa fatica. Faticare, impegnarci, perche’ cosi’ noi possiamo cambiare in meglio la vita degli altri.

E ieri ho seminato. Ho seminato il lavoro che ho fatto in questi mesi (e che apriremo presto al pubblico) e ho accennato alcuni propositi. Propositi che piacciono, propositi per fare qualcosa di piu’ per crescere e far crescere.
E so gia’ che il mio progetto, che lentamente sta prendendo corpo, piace e tocchera’ di sicuro due continenti grazie anche a questi nuovi amici.

E’ questo il lato bello. E’ prendere le proprie forze e usarle per fare qualcosa di buono. Per se’, per le persone a cui teniamo dal profondo del cuore ma non solo, anche per chi non conosciamo. Anche per chi forse non incontreremo mai ma che grazie al nostro impegno trarra’ un giovamento per la propria vita, foss’anche solo un sorriso in piu’.

E ieri ho capito che al di la’ dei siti e delle cose che so fare, dentro me ho molto da dare. Me l’ha fatto capire anzi riscoprire quella sala di gente che mi ascoltava e ascoltava il mio sogno di usare il web per far crescere il loro sogno.

I complimenti sono belli e ne ho ricevuti tanti ed essere li’ e’ stata un’emozione per i motivi esposti nel post precedente. Ma e’ stato ancora piu’ bello sentire che in quella sala stavamo costruendo qualcosa e stava rinascendo qualcosa nel mio animo come l’anno scorso al mio laboratorio al GREST.
Autostima e sogni. Sogni non fini a se’ stessi ma proiettati verso chi ha bisogno. Bisogno di cibo, di un tetto, della corrente elettrica o anche solo di un “di piu'” nella vita nella sua agiata citta’.
Si uniranno i miei e i loro sogni che in comune hanno la voglia di darsi agli altri. Io ho donato loro la mia disponibilita’ prima che la mera competenza, loro mi hanno donato la voglia di tornare a guardare lontano, oltre la realta’ e lo stato delle cose attuale.

Domani sara’ piu’ bello anche se i sogni richiedono sacrifici. Se smettessi di sognare e restassi fermo a cio’ che ho starei come negli ultimi mesi, impegnato a difendere progetti ormai persi. Se piaccio a qualcuno e soprattutto piaccio a me e’ perche’ amo sognare e donarmi agli altri. Come ho scritto ieri, il cuore e’ grande e c’e’ posto per tutti!

Capire tu non puoi, tu chiamala se vuoi… incoerenza

E’ paradossale che chi e’ cosi’ legato ai ruoli mostri un interesse per i servizi di social network che, almeno nelle intenzioni, accorciano le distanze fra le persone.

Conosco persone che nemmeno negli hobby personali sanno rinunciare alla visione di se’ sul ponte di comando. Sul lavoro lo sono: loro dirigono una realta’ sociale, mal tollerano chi deve dirigere loro, e gli altri sono fruitori o collaboratori. A casa, nei loro hobby e passioni, finiscono per fare lo stesso, pensando di avere ruoli di controllo e gestione insindacabile e che chiunque si accosti a loro e magari li aiuti per anni… non possa essere altro che un aiutante.

Poi nella vita di questa gente irrompono i social network. Ne sentono parlare ovunque, ci si iscrivono e scoprono che tanta gente che conoscono li usa. E iniziano a dire che son belli, che se usati con la testa van bene, che se milioni di persone li usano…

Ecco, al di la’ delle considerazioni sui social network in se’ (ne ho scritto piu’ volte) forse queste persone dovrebbero rendersi conto che una delle finalita’ di questi sistemi e’ accorciare le distanze!
In un social network non c’e’ un capo e altri che fruiscono o collaborano. In un social network c’e’ una certa uguaglianza perche’ tutti possono fare tutto. Cosa c’entra questo con una visione del mondo cosi’ limitante che trasporta perfino nella vita privata il gioco dei ruoli? Cosa faranno queste persone quando si accorgeranno che fra i loro contatti nesssuno deve accettare le loro pretese e sono tutti uguali?

E’ proprio vero che questa nostra umanita’, che tutti noi dobbiamo farne di strada…

La crisi dell’uomo d’oggi fra pubblico e privato

Nuova telefonata in diretta a un programma che riferiva dell’inchiesta in cui e’ coinvolto il Presidente del Consiglio. Questa volta non e’ venuta da lui ma dai vertici della TV pubblica. Il link e’ al canale ufficiale RAI sul tubo.

Ammiro Santoro che ha mantenuto il sangue freddo e ha saputo mettere in difficolta’ chi con prepotenza prima dice che la trasmissione “viola” dei regolamenti (minuto 1.12) e poi si contraddice e afferma che li “potrebbe violare”… (minuto 2.29).

Bravo Santoro!
Non mi e’ una persona che mi e’ sempre piaciuta ma oggi si’ e moltissimo.
Anzi devo dire che vorrei aver avuto in certe occasioni il suo autocontrollo quando ho trattato con persone prepotenti e incapaci di ammettere di aver sbagliato ma anzi pronte a imporre le proprie idee e peggio che mai a proporle agli altri come verita’.

Ma e’ l’essenza assurda dell’umanita’. Critichiamo i metodi di chi non ci piace (ad esempio i politici) e nel nostro piccolo talvolta finiamo per agire allo stesso modo.

Quanti di noi vorrebbero poter zittire chi dice cio’ che non ci piace? Quanti di noi, invidiosi o gelosi del successo di qualcosa o di qualcuno, vorrebbero veder cadere in disgrazia il soggetto della loro tensione emotiva?
E’ umano! Sbagliato ma umano. Capita a volte, a me per primo. Non sto facendo prediche ma considerazioni che a tratti negli anni hanno riguardato anche me. Guai a non pensarci e sentirsi sempre nel giusto!

Ecco, in questa riflessione a cavallo fra problemi politici e considerazioni sulla natura umana mi trovo a pensare che in fondo oggi, nel nostro povero paese, la politica sia diventata una lotta di potere al pari dei conflitti fra individui.

Non si opera piu’ per il bene comune ma per “averla vinta”, attaccando e rispondendo colpo su colpo con polemiche sempre piu’ feroci.
Un politico irritato che chiama una trasmissione e proferisce un mucchio di offese, un direttore generale del servizio pubblico che in tre minuti dice una cosa e, incalzato, passa alla forma condizionale. Politici che si insultano vicendevolmente. Giornali e TV usati come clave contro l'”avversario”. Non rimpiango le tribune politiche del secolo scorso ma qui abbiamo banalizzato il confronto politico facendolo somigliare a una lite fra persone comuni!

Quando la prepotenza e l’impuntarsi per averla vinta prevalgono sul dialogo costruttivo tutto e’ destinato ad andare a rotoli e questo vale per le amicizie, le societa’, i siti… e purtroppo anche per il paese.

Nell’ambito privato talvolta dalle ceneri rinascono fenici migliori di cio’ che e’ andato perso, ma qui e’ in gioco il futuro dell’Italia e non basta dormirci su e aspettare un altro mattino rinvigorente.
Forse arrivati a questo punto non basta nemmeno che gli scandali attuali portino il Premier a dare le dimissioni. Forse l’Italia oggi ha bisogno di un totale ricambio degli obiettivi politici. Dalle lotte di posizione all’impegno per il bene comune. Una legislatura costituente, per dirla in termini politici. Tutti insieme senza etichette. Niente destra, sinistra e centro, solo persone volonterose che si rispettano e lavorano per la collettivita’.
Un obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti ma che gia’ nel privato, come ho detto, spesso passa in secondo piano… povera Italia!

E intanto in Africa c’e’ la miccia della rivoluzione e noi pensiamo a parteggiare per questo o per quello e a imporre le nostre idee giuste o sbagliate che siano… poveri noi!

Un altro inizio

Dunque… che dire?
Cos’e’ successo sin qui?
Piu’ cose di quante me ne capitino di solito!

Venerdi’ pomeriggio sono passato nel mio posto preferito a fare gli auguri e prendere dei file che mi servivano per aggiornare il nostro sito. Gia’ che c’ero ho effettuato alcuni controlli sulle impostazioni di rete e… risolto la mia parte di un lavoro iniziato con un’altra persona. Tentavamo di farlo da mesi senza capire perche’ non andasse. Torno a casa e… magia, funziona!
Bene, adesso si lavora bene.

Poi venerdi’ sera motivi familiari mi hanno impedito di passare una notte di bagordi e festa. Ho quindi scelto di mettermi al servizio degli altri e fare un lungo lavoro per la mia Comunita’ che da tempo era necessario e che portera’ i suoi frutti (anzi li ha gia’ iniziati a portare, mi dicono) nel facilitare il lavoro, ben piu’ utile del mio, di altre persone.

Sapete, io spesso non ci faccio caso perche’ alla fine ti abitui a tutto anche al bene, ma se penso che grazie al mio saltellar fra i tasti qualcuno puo’ fare qualcosa o puo’ anche solo semplificarsi la vita, provo una grande emozione e gratitudine per l’onore che ho di servire in diverse realta’, da siti per ragazzi a organizzazioni solidali, a parrocchie.

C’e’ chi ieri mi ha detto che e’ disgustoso che io mi consideri buono, utile e al servizio del prossimo. Io non mi ci considero, semplicemente cerco di esserlo e spesso cado o sbaglio ma miro a questo modo di vivere!
Non sono molto fedele ai dettami della Chiesa ma credo che l’affermazione “siamo tutti figli e fratelli” indichi il passo all’uomo che dovrebbe vivere ponendosi in apertura, accettazione, ascolto ed al servizio degli altri. Lasciamo la ricerca del potere e le distinzioni fra esseri umani ai potenti del mondo, che infatti creano spesso tanta ingiustizia.

Ieri pero’ non e’ stata solo una giornata di amarezza per certi tristi attacchi personali. Ieri e’ anche successo qualcosa che mi fa capire che al di la’ dei miei dubbi e delle mie cadute, qualcuno lassu’ vuole aiutarmi (non solo me ma tutti quanti, eh!) e basta che io apra il mio cuore per trovare la strada che mi viene indicata.

Ieri di colpo la cosa che avevo fatto funzionare venerdi’ s’e’ bloccata. Sono stato un po’ a pensarci poi ho deciso di andare a sistemarla. Potevo, era nel mio diritto, nelle mie competenze e anche se era festa e in teoria non avrei trovato nessuno ho le chiavi.
Insomma, volevo andare in un’altra delle realta’ dove il mio impegno e’ rispettato e apprezzato, forse piu’ che altrove. Ci sono andato e a sorpresa ho trovato un amico, li’ nonostante il giorno di festa per servire la Comunita’ e affrontare una necessita’ urgente. E’ una persona per me molto preziosa che mi e’ stata vicina in momenti difficili. Ieri l’ho lasciato lavorare e intanto ho cercato di risolvere il problema. Che non si risolveva indipendentemente dai miei tentativi e dalle dritte dell’altro creatore del sistema, con cui ero in contatto via SMS.
E poi tutto ad un tratto cosi’ come si era presentato il problema e’ svanito. Mi ha scritto via SMS che dai monti dov’era ha provato (e l’ha fatto per me) e funzionava tutto.
Mistero? Bug? Coincidenza? Credete alle coincidenze?

Poi ho potuto vivere un momento molto sereno con l’amico li’ presente che aveva appena finito il suo lavoro (la tempistica delle coincidenze…). Gli ho confidato che ero li per rendermi utile, per sentirmi a casa ma soprattutto per scacciare i sentimenti negativi dal mio cuore.
L’ha apprezzato molto, m’ha esortato a continuare cosi’, a non lasciare che il male si metta sulla mia strada. E ha ribadito il suo apprezzamento per quanto faccio, come lo faccio e per il mio modo di pormi. Del resto proprio lui ha assistito ai miei laboratori di giugno ed e’ stato insegnante e direttore quindi il suo giudizio mi lusinga.

Io sono uscito purificato, emozionato, rasserenato da questa esperienza.
Vedete, io non sono perfetto, non mi ritengo perfetto. Non do’ soddisfazioni al mio amico parroco per quanto concerne la frequentazione delle Messe, cado e mi lascio prendere troppe volte da sentimenti negativi. Ma aspiro, auspico e cerco di agire per il bene insieme agli altri. Credo sia l’unico modo di vivere giusto, almeno per me.

E credo che questi segni, questo inizio di anno particolare, in parte angoscioso, in parte amaro ma in parte splendido siano la rotta, qualcuno mi sta indicando che strada prendere, come vivere i prossimi giorni, mesi.
Poi magari ricadro’ e saro’ punto e a capo ma oggi voglio seguire quella strada.

Un amico il 31 dicembre 2009 mi invio’ questo SMS:
Questo anno nuovo e’ come un libro con 365 pagine vuote… fai di ogni giorno il tuo capolavoro… usa tutti i colori della vita e mentre scrivi sorridi!

L’ho fatto mio nel 2010 e cerchero’ di farlo mio ancor di piu’ quest’anno in cui, era gia’ deciso, tante cose cambieranno spero in meglio per tutti e per questo daro’ il mio contributo.

Buon anno a chi ha ancora voglia di leggermi e a chi e’ capitato qui per caso. A chi condivide e a chi pensa che siano tutte sciocchezze. A chi mi apprezza un po’, a chi non lo ha mai fatto e a chi magari domani mi insegnera’ a essere una persona migliore umanamente o per competenze.

Buon anno a due care grandi amiche che per un’altra… coincidenza si sono incontrate e ora vivranno meglio e credo aiuteranno anche me in questo nuovo cammino che mi aspetta.

E’ tempo di volare
qui niente cambia mai…

So this is Christmas…

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun…

Natale di giochi, di pensieri, di sogni coloratissimi come un fumetto e di attesa di pacchi da scartare…
Natale bambino con l’albero, la fetta di panettone e l’aspirina per Babbo Natale che chissa’, avra’ freddo quando passera’ di qua
Ricordi di un tempo innocente che a me e’ stato donato e ad altri no. E oggi non riesco a non pensare a questi altri, alcuni lontani, altri cosi’ vicini.

Questo Natale segna anche l’anno, perche’ un Natale fa sono successe cose che hanno cambiato la mia vita. Chi se n’e’ andato e ha lasciato ricordi, chi e’ tornato e ha portato emozioni preziose e uniche in questo mio trentanovesimo anno…

Un anno intenso e difficile, di mutamenti, di scelte diverse, talvolta giuste, talvolta ingiuste o forse anche egoiste, talvolta serene e quasi sempre sofferte. Ma come cantava Roby Credo che ho fatto buona musica, raccogliendo nuovi giorni… Non mi sono mai trovato senza amore e senza fiato..

Scelte. Ho deciso di darmi agli altri a 360 gradi. Ho smesso una volta per tutte i panni del forummista arrabbiato per indossare quelli del wikipediano costruttivo e pure quelli del distributore de L’Incontro non solo sul web ma nella mia citta’, col sole o la pioggia lo porto in un posto dove mancava per risparmiare strada a chi lo cerca. E ho voluto diventare anche sostenitore, non solo online, del Gruppo Missioni della mia parrocchia.

Ho deciso di non accontentarmi di quel che facevo e mettermi alla prova per insegnare sicurezza nel mondo reale e non solo sul web. Non del tutto semplice ma bello gestire i laboratori al Grest e insegnare, ascoltare e rispondere ad angioletti e… pesti.

Ho assaggiato la malinconia che io per primo avevo dato ad altri di quando arriva qualcuno e fa sembrare meno valido tutto cio’ che fai, cercando, non senza fatica, di cogliere gli aspetti positivi ed educativi dell’esperienza. Tutto sommato grazie don S. mi hai fatto crescere e non si finisce mai di farlo, nemmeno a 39 anni…

Ho dato affetto, sostegno, tutto me stesso alle creature stupende che ho la fortuna di avere come famiglia, nonche’ agli amici. Sbagliando, cadendo, perdendo qualcuno ma cercando sempre di agire nel modo giusto.
Ho smesso di accontentarmi dell’inerzia di una realta’ cui collaboravo da 10 anni, mettendomi in gioco direttamente per fare di piu’, per dare di piu’, coinvolgendo nuove persone e creando nuove cose per regalare serenita’, sicurezza e sorrisi.

E no, non sono diventato piu’ buono e angelico, anzi forse mi sono inacidito, soprattutto verso chi prega e onora quel Gesu’ bambino nato in una stalla 2010 anni fa ma che non si rapporta coi tanti Gesu’ bambino, bambina, uomo o donna di oggi. Soli, stranieri, maltrattati, non voluti, rifiutati o abbandonati alla merce’ della follia umana in un campo, un deserto o un garage…
Ne incontriamo tanti di Gesu’ bambino ma non sempre li aiutiamo come potremmo, magari preferendo stare a distanza. Ma di questo parlo meglio nella mia pagina degli auguri

Per quanto mi riguarda quest’anno ho rifiutato il Natale del consumismo, del regali “perche’ e’ Natale”, dei pacchetti dell’ultimo momento, della ricerca del superfluo. Sia chiaro: non sono perfetto, anch’io ho amori materiali. Adoro il cellulare Nokia E52 che ho comprato a novembre e adoro il portatile nuovo comprato a settembre. Ma sono cose che ho preso perche’ mi servivano (il vecchio cellulare era quasi andato) non per una festivita’!

No, quest’anno non ho fatto ne’ chiesto regali. Li faro’, quelli materiali, in altre occasioni. Per questo Natale ho fatto tre doni diversi, provenienti dal cuore. Ho sostenuto il Gruppo Missioni/Adozioni a distanza della mia parrocchia. E’ bello fare qualcosa per creature che non hanno nulla e anche grazie al mio dono (fatto sempre in memoria di Chiara) riceveranno cure e aiuti. Le mie preghiere a voi, piccoli angeli che di diverso dai nostri bimbi avete solo l’esser nati a una diversa latitudine.

Poi ho scelto di aiutare un bravo giovane che conosco, da poco in Italia (col permesso, tranquilli amanti delle leggi per tener lontani gli altri) regalandogli il mio vecchio portatile, dopo averlo rimesso a nuovo e riempito di programmi gratuiti e utili. In questo modo spero che, tramite l’informatica, acquisisca maggiori possibilita’ lavorative. Ammiro quel ragazzo. e’ qui da un anno e mezzo e parla l’italiano meglio di quanto io imparerei a parlare la sua lingua nello stesso tempo!

Ho infine donato tempo ed energie per creare una nuova funzione in quello spazio sicuro che co-gestisco da molti anni per i giovanissimi. Una cosa in piu’ con cui esprimersi in sicurezza e liberta’. Giorni di lavoro hanno fruttato gioia e riconoscenza che riempiono il cuore, fanno sorridere, fan capire che fare il bene ti rimanda indietro altrettanto bene!

Ecco il mio Natale, ecco il mio anno. Non facile ma bello. Dolce ma doloroso. Piu’ giusto forse ma anche un po’ piu’ acido verso la grande indifferenza. Un giorno in piu’. Un passo in piu’. Domattina Messa. Non sono convinto come altri anni ma spero che mi rassereni il cuore.

Buon Natale a chi mi legge.

Ammirazione e biasimo

Ammiro questi ragazzi riusciti a far sentire la loro voce alla Borsa e, in mille manifestazioni, far capire al mondo che le scelte di questo governo vanno contro la volonta’ del paese. Ed e’ indecente pensare che ad altri cittadini venga impedito di manifestare davanti a Montecitorio.

Biasimo invece chi vota la fiducia a un governo che taglia i fondi alla scuola, al sociale, che non risolve il problema delle immondizie a Napoli ed e’ asservito alla Lega sugli immigrati ed alla Chiesa sulle scelte personali della gente.

Scoasse

Napoli e’ piena di scoasse (immondizia).
Basterebbe questo, per me, a non votare la fiducia a Berlusconi, pronto a ridurre la democrazia in Italia per mantenere il potere.
Ma capisco che la logica dei nostri deputati possa essere diversa. Loro hanno altre priorita’ e ragionamenti, politica e calcoli. Mentre nel paese la gente non arriva a fine mese.
Ma il mio pensiero non va a Palazzo Chigi. Va a un angioletto di Brembate di Sopra. Spero ti ritrovino salva, piccola. In un mondo giusto tutti i cuori sarebbero in preghiera per te. Ma noi grandi, sai, a volte siamo cechi e abbiamo altri pensieri. E il potere secondo me logora eccome chi lo ha.
Scoasse appunto. Per le strade e dentro di noi che fra strade, centri commerciali, lusso, gadget, abbiamo perso la bussola del cuore e guardiamo la TV in cerca di notizie invece di alzare gli occhi al cielo e pregare per chi soffre o chiedere di poter aiutare un po’ meglio il nostro prossimo.

Parlando di digitale terrestre

Ho regalato ai miei concittadini non piu’ giovanissimi alcune indicazioni per continuare a vedere la TV con l’avvento del digitale terrestre.

L’abbiamo pubblicato sul foglio parrocchiale (letto dal target cui mi rivolgevo) e ora anche sul blog della parrocchia, che con l’occasione mi sono deciso a rimodernare graficamente: era da agosto che ci pensavo, ci e’ voluto tempo ma il risultato mi piace tanto.

Sempre grazie a don Danilo per tutta la disponibilita’ a sostenere le mie folli idee! ;-)

E adesso non mi resta che… decidermi a comprare questo benedetto decoder per la TV nella mia stanza. Volevo approfittare per cambiare televisore ma il modello che mi attirava (LG 26LE3308) “e’ finito, arrivera’ dopo meta’ dicembre” e risposte simili, quindi visto che non e’ una priorita’ e non so se voglio staccarmi dal vecchio CRT per gli artefatti del LCD, decoder e via…

Ammirazione

Fino a oggi conoscevo solo due persone che erano state capaci di finire bloxorz, un gioco di “logica” che mette a dura prova la… logica, la testa e la pazienza! Una di queste persone ha un QI di 160, l’altro e’ un blogger famoso e amante di matematica e annessi, se ben ricordo (non trovo il link del post dove credevo fosse).

Ebbene, oggi una creatura preziosa e molto cara, che sapevo intelligente ma non credevo cosi’ tanto (oltre che dolce – e molto dolce, checche ne dicano alcuni) mi ha informato di averlo finito tutto. O.o

Senza parola e davvero pieno d’ammirazione, dal basso del mio cervello fuso su quelle piattaforme, le faccio i complimenti e ora ne ammiro i progressi altrettanto impressionanti a 3D Logic (al 27 livello mentre scrivo, due ore fa al 16…)

Come mi sento vecchietto e… tonto!

edit: lo ha finito… urgh…

Una scelta ingiusta (riflessioni del sabato pomeriggio)

Non posto dal 6 novembre perche’ ogni volta che stavo per scrivere mi chiedevo se quello di cui volevo parlare era opportuno o troppo materiale rispetto a quanto stavo vivendo. Sono successe varie cose in queste settimane, alcune belle, bellissime e altre meno belle. Decidere di cosa parlare, sapendo che puoi deludere, non e’ facile. E infatti non mi decidevo, attendevo l’ispirazione per temi piu’ profondi.
E invece, blog o non blog, ho comunque deluso qualcuno. Tre persone, una piu’ delle altre. E non e’ la prima volta.

Oggi si doveva fare una chiacchierata con delle persone su Skype ma ci sono stati due problemi. Uno contingente e insuperabile e uno no. Avrei potuto limitarmi a riferire il primo e vivere in pace, ma voglio essere sempre onesto con me stesso e con gli altri. E infatti ho detto la verita’: non me la sentivo. Il mio umore e’ troppo ballerino. Quando mi e’ stata proposta la cosa, anche se non e’ il mio uso preferito della Rete, l’ho accettata di buon grado perche’ avrebbe fatto piacere a degli amici. Ma in questi giorni sono successe varie cose che fiaccano l’umore e ho dovuto prendere delle decisioni per il domani. E oggi volevo riposare, non me la sentivo di parlare se non con una persona alla volta, certo non nella caciara delle conferenze a tre, quattro…

Ovviamente facendo restar male gli altri si genera energia negativa che prontamente ci ricade addosso, come e’ avvenuto. Lo so. Mi spiace. Ne pago le conseguenze ma non posso non pensare che mi piacerebbe un po’ di franchigia in piu’ per cio’ che faccio io, come io cerco di capire sempre gli altri (a partire da chi ora mi lascia messaggi sarcastici come “grazie eh”). Saro’ sincero. Non credo d’essere cosi’ diverso da ieri. Molto piu’ stressato e stanco certo, ma la scelta di non fare una cosa che non mi sentivo di fare l’avrei fatta anche qualche anno fa. Non e’ giusto, non e’ bello, mi dispiace se ho ferito qualcuno ma se ogni tanto anch’io concedo qualcosa alla mia parte meno generosa forse non cade il mondo e io posso illudermi di essere felice, almeno per un attimo visto che poi altre parti di me mi ricordano quel che non ho fatto.

Edit: alla fine ho deciso di far contente quelle persone, almeno singolarmente. Sto meglio ora, devo riconoscerlo.
Ma questo post resta perche’ vedo il blog come un diario in cui appuntare le esperienze, le opinioni, ma anche errori e cadute. Se dovessi solo scriverci cose giuste non sarebbe il mio blog ma una fiaba. E rileggerle a distanza di anni mi aiuta.
Ora spero si chiarisca un’altra situazione. Ragionarci su scrivendo questo post mi ha aiutato. Ora, appunto, spero si chiarisca.

Da pari a pari

Io ho molti difetti ma di una cosa sono certo e l’ho sempre fatta trasparire nei miei impegni.

Noi siamo tutti uguali. Non importa quanti anni abbiamo o qual e’ il nostro ruolo nella societa’ o la nostra mansione in un determinato contesto. Presidente, Dirigente, Spazzino, Gestore, Utente, Maestro, Bidello… siamo tutti uguali. Io non ho meno diritti di chi te che hai il compito di amministrare un’azienda, un paese o un forum, ne’ ho piu’ diritti di un uomo che chiede la carita’ in strada, un clandestino che arriva su una barca in cerca di cibo e una casa o un bambino del mondo che chiede d’essere ascoltato.

Tu puoi guardarmi, parlarmi, chiedere, proporre e criticarmi. Certo hai il dovere di farlo in modo rispettoso ed educato, ma lo puoi fare. Io non sono Dio. Io sono un essere vivente come te, ne’ piu’ ne’ meno. E infatti non penso neppure di avere piu’ diritti degli animali non umani, pure spesso trucidati o schiavizzati dall’uomo per il suo divertimento.

Eppure ancora una volta mi trovo a sorprendermi di persone che pure conosco da anni e che trovano inconcepibile poter essere criticate o addirittura trattate “da pari a pari” da altri esseri viventi che esprimono una perplessita’ circa le loro posizioni o evidenziano un problema che dovrebbe essere nell’interesse di tutti risolvere.

Il nostro ruolo non e’ di comandare e i nostri regni sono illusori. Il nostro ruolo, mio, tuo, di tutti, e’ seminare il bene. Essere di buon esempio. Sederci accanto al prossimo e ascoltarlo, avendo l’umilta’ di accettare la voce di chi e’ piu’ piccolo di noi, di eta’, economicamente, di possibilta’ o di evoluzione (ossia gli animali non umani).

Non e’ sempre facile. Lo dico ma a volte non ho la sufficiente umilta’ nemmeno io. Pero’ io ci provo. Io non creo uno spazio e poi decido che chi ci entra deve guardarmi come un Dio in terra. Altri lo fanno e lo ritengono normale e anzi se leggono critiche iniziano a sprizzare commenti offensivi (magari alle spalle) e a ribadire il loro illusorio ruolo superiore.

Tutti i regni illusori vissuti cosi’ cadono, perche’ con questo approccio gli esseri viventi appena hanno la possibilita’ di scegliere vanno altrove. Lo fanno gli animali che scappano dall’uomo, lo fanno i cittadini di dittature, i frequentatori di spazi reali o virtuali, ecc…
Pero’ intanto il danno e’ fatto. Si e’ insegnato a distinguere gli esseri viventi in base al loro status. Si e’ tramandato il concetto che chi comanda puo’ e gli altri devono accettare.

Davvero poco educativo, oltre che una strada perdente.
Come del resto lo e’ la strada intrapresa da troppi potenti del nostro mondo.
Se avessimo l’umilta’ di accettare e ascoltare il prossimo, questa nostra societa’ sarebbe migliore.

Lo dice chi proprio da oggi ha iniziato ad aiutare a distribuire volontariamente questo foglio. Potevo accontentarmi di inserirlo sul web ma ho deciso di mettere a disposizione il mio tempo e le mie forse per chi non ha Internet (per possibilita’ economiche, eta’, ecc) ma vorrebbe trovare parole di speranza nei luoghi che frequenta.

Ed e’ solo l’inizio.
Dobbiamo donarci agli altri. E’ il solo modo di vivere bene e cercare di mettere le basi per un futuro migliore per l’umanita’. Non certo sentendosi piccoli dei di un regno che non c’e’ o maestri in cattedra dentro e fuori da scuola.

Specchiarsi in una canzone e in una voce

Appartengo al mondo e alla mia citta’
alle mie idee* e alla mia liberta’…
Vivere fa vivere!
Per chi un po’ mi ama o sempre mi amera’
con la mia pronuncia e la mia dignita’…
Questo sono io!

Un uomo assomiglia alla sua vita
eccitante o disperata o consacrata ad un’idea.
Un uomo fra catene e mongolfiere
vola per non inciampare. per non vivere a meta’…
e questo sono io!

* L’originale (Questo sono io, Pooh 2010) dice “pianoforte”. Io non lo suono. Potevo mettere “computer” ma mi piace di piu’ “idee”.

Il gesto di un angelo

O forse, quello di cui al post precedente, e’ il gesto di un angelo. Un angelo che veglia su di me e sistema le cose per me, quando e come puo’, magari sussurrando al cuore delle persone per rimediare alle mie mancanze e paure. Un po’ come l’inatteso e quanto mai splendido regalo che ho ricevuto mentre scrivevo questo post.

Ci credo.
Non solo perche’ ho ricevuto un dono ma perche’ sento che non siamo mai soli. Sento che non inizia e finisce tutto nel mondo materiale, che deve e c’e’ di piu’, oltre.
E sento che un sentimento e’ vero se io lo sento vero. Fede, amore, stima.

Questo non e’ un post contro qualcuno o qualcosa. E’ una lettera che scrivo a me stesso per razionalizzare i miei pensieri. Per rileggermi domani e ricordare questa giornata particolare, struggente e commovente allo stesso tempo.

Piove e devo andare ancora a prendere il pane, ma il mio cuore e’ caldo perche’ sento che anche se cado e se sbaglio, come tutti gli esseri umani o forse di piu’, non sono solo nel cammino e l’incubo di questa notte era appunto solo un incubo, una paura.

Grazie agli Angeli. A Dio.
Nomi, nomi di immagini e idee che non so invero definire ma che sento esserci. E che voglio tornare ad ascoltare di piu’…

Sorprese che scaldano il cuore

Oggi ho saputo che una persona ha fatto per me una cosa prima ancora che gliela chiedessi, sebbene egli sia molto impegnato sul lavoro.

E’ un piccolo gesto ma dal grande significato umano perche’ mi ricorda che di gente di cuore ce n’e’ tanta e che anche chi magari si mostra piu’ freddo ha invece un animo caldo.

Grazie E. Grazie per il gesto e soprattutto per avermi scaldato il cuore con un gesto inatteso… che avrei dovuto prevedere se non mi fossi fatto mangiare dalle paure. Faro’ tesoro della lezione.

Incontri

12 ottobre 2010.
Esco da casa dell’amico con cui mi vedo da 5 anni ogni martedi’.
– “Mi raccomando, aprimi il cancelletto di sotto”
– “tranquillo”.
Mi conosce, sopporta le mie piccole fisime.
Scendo le scale del bel condominio.
L’ultima da’ sulla porta, in vetro oscurato.
Vedo gia’ il cancelletto che dovro’ attraversare.

Dall’altra parte un bambino, si’ da lontano sembra il nipotino del mio amico. Sta passando con la sua biciclettina. Sente un rumore dalle scale e si ferma, quasi torna indietro per vedere chi arriva. Strano.

Mi vede uscire dalla porta del palazzo e dice con voce piccina “ciaoooo”. Ricambio dolcemente. Poi aggiunge con voce fra lo stupefatto e l’allarmato “il cancello e’ aperto…” e io sempre con tono dolce e tranquillizzante rispondo “adesso esco e lo chiudiamo, anzi vuoi chiuderlo tu?”. Pensando fosse il nipote del mio amico e stesse andando da lui gli ho dato la possibilita’ di passare se doveva.

Chiude il cancelletto diligentemente senza entrare e mentre passo accanto alla sua bici mi accorgo che ha i capelli legati all’indietro da una treccina. Quindi e’ una bambina, la mia vista m’aveva ingannato. Le do’ fra i 5 e i 7 anni. Il mio amico non ha nipotine di quell’eta’. E allora chi e’? Come mai mi si avvicina con tanta confidenza quando di solito i bambini girano alla larga dagli sconosciuti?

Lei dalla sua biciclettina rosa e’ tutta intenta a fissarmi e come se mi conoscesse da una vita chiede “e adesso dove vai?”. Io d’istinto senza pensare ma avvertendo una certa serenita’ rispondo “a casa”. E lei ribatte “ahhh a casa…” come se sapesse tutto di me da sempre. La saluto con un ciao e proseguo…

Mentre mi allontano mi viene istintivo dirle “sii prudente in bici”. Magari potevo usare parole piu’ facili per una bimba piccola. Giro l’angolo. Mi fermo. La cerco con l’occhio ma e’ svanita. O forse e’ ancora li che gioca nella strada sicura. Non lo so.

Mentre mi allontano inizio a farmi domande.
Chi era? Una bimba di pochi anni alla scoperta del mondo ignara che non tutti i grandi sono buoni? Chi ero io per lei? Una persona nuova oggetto di curiosita’ o un ricordo come per me e’ Vienna?

Eh si’, l’ho pensato. Se ha l’eta’ che penso tutto potrebbe coincidere. Magari e’ proprio lei. O forse e’ qualcun altro che ho incontrato? Una parte di lei si ricordava di me o e’ stato un caso?
Oggi speravo di rivederla. Stessa ora stesso posto ma come per i 5 anni precedenti non c’era nessuno laggiu’. Solo macchine e poche persone di passaggio.

Un dono? Un miraggio? Un’illusione o un’allucinazione, gia’ che stavo covando un’influenza?
Non lo so, ma e’ stato un momento di dolce serenita’ (e’ sempre bello incontrare angioletti e dire quel “ciao” in piu’ che regala pace e un sorriso) e mi piace credere di aver reincontrato qualcuno. Perche’ si’, infondo trovo probabile che di vite ce ne siano piu’ d’una. E che ci si rincontri, anche un attimo per caso.

Chiunque tu sia, ti auguro un cammino sereno… e sii prudente con quella bici :)
Ciao, angioletto!