Pulizia

Se avete un case Cosmos 1000 ricordatevi di pulire i filtri sotto. Si possono staccare senza smontare tutto (ma a PC spento, altrimenti le ventole si riempiranno di polvere!) e potreste guadagnare 5 o 6 gradi a seconda di quanto erano… inzozzati!
I miei erano semplicemente vergognosi. Questa mattina ho provveduto (da solo, e per la mia imbranataggine e’ un evento) e ora posso gridare “Viva la pulizia!”

A proposito di pulizia, oltre a quella pratica del case e’ bello iniziare l’anno pensando di essere immersi in un altro tipo di pulizia. O per lo meno, di non avere piu’ troppo a che fare con chi trova normale dire agli altri cose non esattamente vere (e dimenticare d’averle dette, cosi’ un’influenza diventa un viaggio ;) ) e in generale considerare il prossimo non sempre al proprio pari.

Il 2011 e’ stato un anno di rinascita. Nel 2012 bisognera’ consolidare tale rinascita, rimettere in discussione alcuni comportamenti e… continuare lungo la strada.

Beh insomma, guardo l’indicatore della temperatura. 44, ieri era 51. Sono felice.
Riassume un po’ tutto. Trovare il coraggio di superare i propri limiti (nel caso specifico di manualita’ e fiducia in se’), arrangiarsi (sapendo pero’ di avere amici pronti ad aiutarci) e fare un piccolo passo avanti nella strada della vita.

PS: un altro passo, piccolo, sara’ comprare una bomboletta ad aria compressa per la tastiera. Bleaurgh in che stato e’ ;)

Un po’ di pace?

Che fine anno stressante.
Sono felice di una cosa ma teso per molte altre.
Vorrei un po’ di pace e che il 31/12 fosse un reset, una sys64738 per ripartire serenamente.

Che fatica…
Comunque presto arriva il post per tirare le somme di quest’anno intensissimo, bello ma tanto faticoso…

10 anni, quasi

Il 25 settembre sarebbero stati 10 anni.
10 anni da quella mail con cui mi offrivo, presentandomi con la massima serieta’ come e’ mia abitudine fare, di aiutare delle persone in un progetto che mi piaceva e che mi dava l’opportunita’ di scrivere per un pubblico diverso da quello molto tecnico per il quale avevo scritto sino ad allora.

Tanta acqua e’ passata sotto i ponti, tante cose sono cambiate e in 10 anni ho capito che la cosa piu’ importante quando porti avanti uno spazio per il pubblico e’ dialogare alla pari e ascoltare le persone che lo frequentano.

Farlo e’ difficile, intendiamoci. Chi ha creato un castello o un grattacielo di 50 piani non puo’ non ingoiare un po’ sentendosi tirare la giacca da una bimba alta due mele o poco piu’ che gli chiede di aggiungere una piscina sul terrazzo o magari di fronte a ogni meraviglia costata ore di lavoro si lamenta per il colore delle tende!

Ho creato tanti siti ma il Muro ieri e il Gomitolo oggi sono diversi. Sono siti nei quali conosco gli utilizzatori, parlo con loro, li ascolto e cerco realizzare le loro proposte. E so bene che finche’ vorro’ farlo, finche’ riusciro’ a farlo, continuero’ ad essere felice di curare questo sito che ogni giorno mi regala soddisfazioni. Il riconoscimento da tanti insegnanti e portali vale, ma un grazie dai giovanissimi fruitori e dai loro genitori o insegnanti vale ancora di piu’.

Negli anni vissuti collaborando volontariamente a quel famoso sito sono cambiato in meglio. Sono diventato piu’ attento alle esigenze del prossimo e piu’ riflessivo. Mi e’ pure stato dedicato un articolo che conservo fra i bei ricordi di quell’esperienza.

Poi, circa un anno fa, fra i monti di Comano, ho capito che quell’avventura stava volgendo al termine. Non certo per i fondatori del sito ma per me, perche’ i nostri punti di vista e finalita’ erano troppo diversi. I mesi successivi hanno confermato quei pensieri di montagna e appena sono riuscito ho concluso la mia esperienza li e ne ho avviata una nuova, in fondo proprio come mi era stato suggerito pure da loro.

Avrei dovuto farlo prima ed evitare che i rapporti degenerassero? Probabilmente si’, anche se e’ buffo a posteriori sapere che nemmeno la mia uscita e’ bastata a evitarmi frecciatine e offese (e purtroppo non solo a me). Ma questo e’ l’animo umano, che a volte si lascia prendere dall’ira e dall’invidia, vedendo che qualcuno sta bene anche senza di noi. Capita anche a me talvolta, perche’ lamentarmi quando succede agli altri?

Io oggi sono felice, almeno per questo progetto. E lo sono piu’ di quando collaboravo volontariamente all’altro. Non perche’ comando io -in realta’ siamo una democrazia in cui la voce di tutti conta- e nemmeno perche’ posso realizzare tutti i programmi per bene. Anzi questo lo sento come un peso sulle spalle e una grande responsabilita’: e’ piu’ facile anche psicologicamente delegare la guida ad altri e sentirsi una ruota, non una parte del motore.
Sono felice perche’ finalmente ho creato qualcosa che mi da’ l’opportunita’ di imparare, tecnicamente e umanamente, di conoscere altre persone e idee differenti, di mettermi al servizio degli uomini di domani e soprattutto di contribuire, pur se in minima parte, a disegnare un mondo migliore.

Come ho detto, quasi 10 anni che mi hanno cambiato, credo in meglio. Di certo oggi sono felice e contribuisco a rendere altri felici. Cosa si puo’ desiderare di piu’?

Where I am?

Sono occupato.
Sto facendo quello che mi piace.
Funziona e sono felice.
E questo live del MIO adorato Roby che canta “Vento nell’anima” mi da’ la carica giusta.
Quanto adoro la sua voce!

In un mese assieme a delle brave persone ho dato vita a una casa virtuale molto ma molto piu’ bella della vecchia, soprattutto perche’ ci stiamo bene tutti ;)

Non che non ci siano preoccupazioni e dispiaceri nella mia vita ma se penso a cio’ che sto facendo sono felice e la musica e la voce di Roby in questo momento aggiungono serenita’ alla magia.

Un bel regalo

Non e’ un bel momento sul piano personale ed emotivo ma c’e’ una cosa che mi rende felice.

Con alcuni amici ci siamo fatti un bel regalo. Non dico “peccato non averlo fatto prima” perche’ probabilmente prima non ne ero in grado, tecnicamente ed emotivamente, ora si, grazie anche alle persone che sono con me.

Ci siamo regalati un sito. E’ nato dal lavoro di un gruppo di persone vere e belle, motivate dal voler condividere tempo e competenze per il bene comune, non dal volersi sentire importanti.
Ora con loro sono in prima linea. Con il carico di impegno attenzione e responsabilita’ che cio’ richiede. Penso mi aiutera’ anche a non cadere in depressioni facili.

E’ un sito piccolino, che non aspira a diventare famoso come i grandi della sua categoria. Oreste dice che lo diventera’ (e in effetti con quello che abbiamo in serbo potrebbe anche accadere – e’ bello non essere da soli a far le cose!) ma solo a essere un bel posto, sicuro, semplice e limpido, per chi ci vuole stare.

E finora direi che il messaggio e’ stato recepito. A piccoli passi andremo avanti, nonostante ci sia chi non ha altro da fare che attaccare gli altri. Ma in fondo chi se ne importa? Noi andiamo avanti sereni, facciamo le cose bene e rispettiamo tutti.

E’ bello e, almeno per questo progetto sono felice.

Punto e a capo

31 dicembre 2010. Una giornata di sole tiepido. Sono in cammino verso non ricordo dove.
Un flash nella mente: “e se io non fossi piu’… se non avessi piu’ quel ruolo?”
Il ruolo e’ quello che ho avuto per dieci anni in un noto portale. Un’avventura bellissima, segnata da alcune tensioni interne che di li a poco sarebbero esplose.
E infatti quella sera stessa l’affondo. Il primo di una serie che avrebbe vissuto una escalation su cui e’ meglio soprassedere.
E’ stato pero’ in quel flash che ho metabolizzato quello che e’ avvenuto oggi.
Da quel giorno a oggi il lavoro e’ stato tanto, per creare una rete di contatti nel mondo reale. Per programmare, per immaginare, per… imparare a vedermi in un ruolo diverso.
E adesso ci siamo. Non sono piu’ l’aiutante (recentemente molto elegantemente definito “servitore”). Adesso me la gioco in prima persona. Con le mie capacita’, le mie idee, i miei sogni, le mie paure, il mio essere uomo e programmatore, sognatore e guida, irruento e rispettoso. Ho amici, non soci o collaboratori, che condividono il mio sogno. Lavoriamo insieme in sintonia in un percorso che non ha visto oggi il traguardo ma solo il primo tormentato passo di tanti. Gia’ fra pochi giorni arriveranno cose nuove. A settembre poi…
Reinventarsi e’ dura. Cambiare casa, pur se virtuale, o abitudini, e’ impegnativo e fa sentire spezzati. Ma e’ un momento. Io l’ho vissuto a gennaio e mi ha fatto sentire disorientato. Altri lo vivono oggi e provano lo stesso. Ma e’ la vita. Saremo ancora felici. Forse di piu’.
Ora serve solo il coraggio di togliere la stellina gialla a posti frequentati per una vita. Il coraggio di guardare davvero oltre. Perche’ ce lo meritiamo. In senso positivo.

Ecco che regalo mi sono fatto e ho fatto per festeggiare la mia nuova cifra 4 negli anni. Un nuovo portale, in cui insegnare e sognare. In cui dare e donare. In cui imparare e costruire per il bene di chi domani avra’ in mano questo mondo.
Benvenuto, Gomitolo.

40

Ho iniziato questo post alle 15…

Qualche giorno fa ne ho spente 40, e avrei voluto postare in allegria magari annunciando i miei traguardi e progetti. Ma non era un buon giorno ne’ lo e’ oggi. Pero’ oggi mi trovo ad aver voglia di riflettere.

In fondo io ho il pensiero fisso che sei adulto a 24 anni, perche’ 24 anni aveva il mio modello di adulto, Ferdinando figlio della famiglia di contadini con cui mia madre e’ stata da sempre amica. Aveva 24 anni, guidava il grande trattore e per me piccoletto lui era un adulto.
Un quarentenne e’ uno negli anta, uno che ha dato una strada alla vita, ha una stabilita’ e una sua saggezza. Non e’ uno che si sbrodola col gelato, che arriva in ritardo, che si affoga la t-shirt con l’acqua mentre si lava i denti. Anzi non la indossa proprio la t-shirt o la felpa. Veste camicia e maglione o giacca e cravatta.
Ho raggiunto i 24 anni e li ho passati, ho raggiunto i 39, i 39 e 364 giorni poi nell’arco di un’orbita terrestre sono diventati… anta.
E cosa e’ cambiato?
Vesto meglio? Nah…
Polemizzo meno? Nah…
Ho piu’ certezze? Nah…
Pero’ qualcosa e’ cambiato.

Assomiglio di piu’ a un altro modello, stavolta dei tempi in cui avevo 17/18/20 anni. Dico dei no. Faccio delle scelte. Rinuncio a delle cose. E non sono qui ad auto convincermi che faccio bene. Non lo so. Forse si’ e forse no. Ma se mi guardo indietro ho un bagaglio di esperienza che mi porta a riflettere maggiormente sulle cose.

…e finisco il post alle 4 di notte.
In mezzo c’e’ stato il mare in tempesta e di nuovo non sono esattamente soddisfatto di me. Quel che e’ certo e’ che ho capito che devo riprendere i fili della mia vita. Ci sono delle cose cui ho dedicato dieci anni che stanno per finire, ma le voglio finire bene e non lasciarle andare alla deriva; ci sono poi delle cose che stanno per iniziare e porteranno cambiamenti in positivo per me e per tanti.
E c’e’ tutto il quotidiano da saper gestire con coerenza e cuore, per non trovarmi a guardarmi a uno specchio e non riconoscermi come sta iniziando ad accadere da qualche tempo.

Commenti

Assurda e secondo me non del tutto in linea con la Costituzione, esempio di incoscienza da chi la chiede che non ne coglie i rischi, pericolo per la liberta’ di parola, pretesto per mettere a tacere voci scomode. E’ un dovere imparare ad aggirarla, prima che col pretesto del copyright spariscano non siti illeciti ma opinioni ritenute tali.

Dal 6 luglio ci si diverte. Vediamo quanto dura. Non il web ma questa assurdita’, che esistono TAR, Corte Costituzionale ed Europa a difenderci.

Fiori australiani

Dieci anni fa i Fiori di Bach mi fecero un effetto molto positivo.

Oggi, come mi ero ripromesso, riprovo e questa volta il buon Daniele mi ha proposto i fiori australiani del Bush. Sempre 7 gocce mattino e sera. Sempre con un po’ di Brendy per conservarli. Per ovvie ragioni di privacy non diro’ quale combinazione di fiori mi ha proposto, ma solo che e’ incredibilmente azzeccata anche se secca ammetterlo.
Per oggi ha fatto il suo effetto.
Vedremo nei prossimi 20 giorni.

Un colpo al cuore

Il mio amico e parroco don Danilo se ne va.
Lo hanno nominato Moderatore di Curia. Ruolo importante, che certo sapra’ gestire al meglio. Incarico che forse sara’ anche piu’ tranquillo dei cinque anni e mezzo vissuti fra noi a Carpenedo.

Pero’ e’ sempre un amico che se ne va. Un rapporto che cambia.

Equilibri e cose in parrocchia che mutano sono secondari, la verita’ e’ che mi manchera’ anzi no, cos’e’ questo tono formale? Mi mancherai da matti e sappi che i tuoi semi qui hanno germogliato e lasceranno il segno.

Grazie a te, ascoltandoti nelle omelie che mettiamo sul sito e leggendoti su Lettera Aperta mi sono riavvicinato alla Chiesa. Confessarmi con te, seduti l’uno di fronte all’altro, e’ stato un salto rispetto ai tempi dell’infanzia e del confessionale. Sai di me tante cose che pochi altri sanno. Mi ascolti e oltre all’Assoluzione hai sempre offerto una chiave di lettura Cristiana e talvolta anche psicologica alle mie traversie emotive. Mi hai riavvicinato all’Eucarestia, anche se il tuo cruccio restera’ di non avermi convinto a venire a Messa ogni settimana.

Hai creduto in me quando cadevo e quando proponevo. Abbiamo tentato, a volte fallito, a volte festeggiato insieme. Hai capito i miei limiti e compreso le mie arrabbiature, a volte giuste, a volte no. Mi hai dato fiducia con i laboratori del GREST l’anno scorso e anche quest’anno. Mi manchera’ venir su da te, senza bisogno di essere annunciato, da amico, farti sorprese, rispondere ai tuoi SMS anche notturni per il PC che fa i capricci (“sigh sigh tornero’ a usare gessetto e lavagnetta”), chiederti una preghiera per amici che magari non conoscevi, per me o per mia madre. Ricordo la tua vicinanza in occasione del mio e dei suoi interventi…

Sei stato un meraviglioso parroco e sei un vero amico.
Grazie di cuore per questi anni… che la tua strada sia lieta e tutto vada sempre come lo desideri. Preghero’ per te.

La mia lettera al Gazzettino e la risposta piu’ inattesa

Domenica ho scritto una lettera al Gazzettino circa la sconvolgente e a mio avviso prepotente iniziativa di una Messa “per i bambini uccisi dall’aborto” che si celebra nella cappella dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Mi aspettavo due cose: di vederla sul sito web e di essere mangiato vivo dagli amici sacerdoti che ho la fortuna di conoscere.

Sul sito non e’ apparsa, tanto che pensavo fosse stata cestinata (il tema e’ delicato) e invece… questa mattina mi chiama il caro don Armando Trevisiol che si dice compiaciuto per la mia lettera e d’accordo con la mia critica. Ovviamente lui considera l’aborto un delitto, ma condivide la mia opinione che quella Messa sia un’iniziativa di cattivo gusto.

La lettera quindi e’ stata pubblicata. Non sul sito, direttamente sul giornale, pure nell’edizione nazionale, tant’e’ che e’ gia’ finita nella rassegna stampa della diocesi di Padova.

Beh… sono contento!
Ora speriamo che chi puo’ faccia la scelta giusta.

Edit del 21/5: oggi il Gazzettino ha pubblicato la lettera anche sul sito. Mi piace il titolo che hanno scelto: “Una messa per i bambini “uccisi dall’aborto”: polemica inutile, via quell’avviso dall’ospedale”. Speriamo!

Notte, musica, pspad…

Stanotte si programma, e al solito si fanno tre cose alla volta, fra cui due update di siti religiosi di cui mi occupo. Serve a usare l’adrenalina di una giornata in cui sono state seminate cose buone per il futuro prossimo e si sono fatti alcuni errori che era meglio non fare.

Nel mentre un live dei Tazenda tutto in sardo mi riporta al 1992 cosi’ guardo al domani ricordando i sapori di ieri…

Commenti? Si’, se costruttivi…

Una precisazione. I commenti in questo blog sono graditi, soprattutto quelli che esprimono punti di vista diversi dal mio. Devono pero’ rispettare tre regole:
1) non devono contenere polemiche gratuite;
2) se io e l’autore ci conosciamo egli deve usare il suo nome o nick e non altri, che tanto se no si riconosce dall’IP o dal modo di scrivere;
3) devono essere in tema con il post a cui si riferiscono.

Questo blog esiste per passione e proprio perche’ non ha secondi fini non contiene banner pubblicitari. Lo aggiorno quando ho tempo e se qualcuno vuole commentare e’ il benvenuto, se rispetta le tre regole sopra esposte.

Chi mi scrive accusandomi di non apprezzare pareri diversi dal mio e motiva cosi’ i pochi commenti che un blog pressoche’ personale macina, fa parte delle persone che potrebbero esimersi dallo scrivere, soprattutto perche’ sto ancora cercando un nesso fra il post sugli agnelli da non sacrificare inutilmente e il commento sui dittatori. Non lo trovo, ma e’ un limite mio, o forse e’ perche’ sono abituato a ricevere commenti in tema e costruttivi. Infatti negli otto anni di questo blog ne ho dovuti bloccare solo tre.

Sorprese liete!

Visita oculistica annuale andata bene, tutto procede stabile e l’occhio sta bene.

Finiti i controlli di rito si parla di qualcosa. Cosa faccio. Accenno ai laboratori informatici al GREST che anche quest’anno mi e’ stato proposto di fare (e in parrocchia mi dicono che l’anno scorso e’ stato un successone, cosa che mi inorgoglisce assai). Mi chiede cosa insegno, poi si cade su Facebook. lo usi? e scopriamo di pensarla allo stesso modo: non solo non lo usiamo ma non capiamo quelli che lo fanno e diffondono cosi’ tante informazioni personali.

Ad avere queste idee a quanto pare siamo in buona compagnia.

Fa piacere trovare persone che condividono i propri dubbi e perplessita’. Ancor piu’ rende felice trovarle in chi piu’ stimi per altri motivi.

Brava dottoressa Franch!
(si’, mi ha autorizzato a raccontarlo nel blog ;) )

E’ (quasi) tempo di volare!

Filo dopo filo ho quasi raggiunto la meta di questa… rinascita personale.
E’ una lunga strada, anche perche’ 10 anni non sono un attimo e traslocare cuore e mente richiede un certo impegno, ma sono stato costretto e, in fondo, ne sono felice.

Se fosse un progetto conto terzi sarei nei guai perche’ per un motivo o per l’altro ho spostato tutte le deadline che mi ero dato. L’ultima sarebbe imminente ma la sposto indefinitamente e mi baso sul giusto commento di una delle persone che mi appoggiano e aiutano in questa nuova avventura: “sara’ pronto quando sarai pronto tu”. Io lo sono all’85%, piu’ che a marzo. Meno che a gennaio forse ma li c’era anche una dose di adrenalina (leggi “incavolatura”).

Le idee ci sono, la testa non dico che ci sia tutta ma e’ quasi ok. La rete umana (nel mondo reale) alle spalle c’e’. Manca poco ma devo sentirmelo dentro. Sicuramente entro giugno sara’ online perche’ fara’ parte di due progetti culturali nel “mondo reale”. Volevo finirlo prima del 5 maggio quando dovro’ affrontare una cosa, un po’ come avvenne con Mestre Solidale nel 2009 (nato certo per mantenere una promessa fatta a don Armando ma anche per tenere la mente occupata in un momento difficile), ma questa volta non ho saputo concentrarmi abbastanza. Pace, ogni esperienza e ogni tempo e’ diverso e comunque non c’e’ paragone fra quella situazione e questa.

La programmazione di questo progetto non e’ difficile e il grosso e’ fatto, anche se restano alcuni punti critici da affrontare. Il dominio c’e’ e ha tre mesi quindi evitiamo pure i problemi con gli antivirus che penalizzano i domini troppo giovani.
La prima vera difficolta’ e’ stata “pensare diversamente”, non programmare. La seconda difficolta’, pero’ formativa, e’ stata operare in team, ascoltare e accettare le proposte del gruppo volontario di care persone che, strumento penna di Photoshop alla mano l’una e tanta fantasia le altre, hanno stravolto, trasformato e personalizzato le mie bozze, con un risultato finale secondo me stupendo, fresco, moderno e vivace.

Il soggetto di questo post e’ volutamente vago. Chi mi conosce sa di cosa parlo, agli altri diro’ solo che sto creando qualcosa di nuovo. Non “mio” ma “nostro”, per tutti quelli che ne faranno parte. Qualcosa di culturale, divertente e social allo stesso tempo.
Un’utopia, forse, ma si vive per sognare.

E come cantano i Pooh:
E’ tempo di volare, qui niente cambia mai
non c’è più bisogno di noi, la vita è sogno.
E’ là che io voglio andare, è là che ti porterò
dove comincia il Sole, e nasce la libertà!
Grandi sognatori di terre e mari
guardan l’orizzonte aspettando noi!

Guardare con il cuore e non solo con gli occhi

Sentirti ridere
Tu che hai provato uno dei dolori piu’ grandi che un bambino possa vivere. Un dolore che ti ha perfino cambiato la voce.
Oggi mentre rientravi e passavi sotto la mia finestra eri felice, serena, iper coccolosa con i tuoi nonni. Una preghiera per te. Che il cielo azzurro di questi giorni resti azzurro nel tuo cuore e ti sostenga nei giorni piu’ difficili.

Vederti giocare.
Un altro angioletto. Giugno 2003. Avevi 5 anni, ci dissi tu o la tua mamma. Ora ne avrai 13, bimba incontrata per caso in un giardino a Venezia. Per caso. Ai Giardini Santa Chiara e Chiara era il tuo nome. Un caso che segnava il tempo a venire. E tu bimbetta che avevi “catturato” 4 grandi (io, Maf, un suo amico e il buon Manuel) sfiniti da ore a piedi per Venezia. Ci sedemmo su una panchina e tu giocasti a fare la piccola attrice perche’ ti sorridevamo e battevamo le mani. E non volevi piu’ farci andare via e quando infine ci alzammo ci seguisti finche’ la tua mamma non ti chiamo’, scusandosi con noi (e di cosa, signora?) Spero tu sia cresciuta allegra e serena come allora.

Piccoli angeli che attraversano le nostre vite, che incontriamo o possiamo anche non incontrare mai. Creature sofferenti o serene a cui augurare ogni bene, da proteggere anche solo nella preghiera.

Una piccola attenzione verso il prossimo
Ieri di ritorno dal cimitero stavo per inciampare su una pietra rotta di un marciapiede. Son tornato indietro e l’ho sistemata alle bene e meglio perche’ nessuno inciampi. Una signora mi ha detto “non tutti hanno le sue viste purtroppo”. Non si poteva certo riferire agli occhi ma al cuore. E infatti io cerco di guardare con il cuore. Di ascoltare con il cuore. Di agire con il cuore. Spesso fallisco, mi lascio prendere, cado, sono egoista, ma ambisco a guardare con il cuore.

E’ solo guardando il mondo con il cuore che si da’ peso alle piccole cose e i ricordi preziosi sono anche quelli di una piccola peste che fa la matta con 4 ragazzi che ridono e la applaudono stremati su una panchina in una sera di giugno prima della tempesta.

244 mesi in una notte

Era dicembre 1990, lo ricordo bene.
Controvoglia, per l'”ostinazione” benedetta dei miei medici, ero ancora una volta in ospedale, a curare il glaucoma di un occhio capace di distinguere solo luci e ombre. Io che da poco piu’ di un anno avevo dovuto affrontare lo sdoppiamento e avrei voluto curare quello. Ma non era il tempo purtroppo.
Controvoglia ma ero la e ricordo che poche ore dopo l’intervento mi concessero di tenere -basse basse- le cuffie per sentire da un walkman la musica. La musica dei miei amati Pooh che gia’ 2 giorni prima avevo sentito provenire da una TV e mi aveva curato -almeno per un attimo- il cuore.

Stanotte e’ tutto diverso. Sono nella mia stanza, davanti a un 22″ colorato e magnifico. Me li godo a pieno schermo da YouTube in una registrazione fatta da qualche fan della magnifica parte strumentale di “Dove comincia il sole”, con le divine dita di Dodi in primo piano per tutto il tempo.
Auricolari buoni, e questo pezzo di assolo+coro che mi tocca fino al cuore e lo cura -almeno per un attimo.

Siete una costante della mia vita e non smettero’ mai di dirvi grazie, anche se oggi ascolto piu’ musica, anche se alcune cose che fate non mi piacciono. Grazie per esserci e contribuire a curarmi il cuore in certi momenti.

E adesso andiamo avanti che c’e’ un fil di lana da finire di avvolgere per creare parte del mio domani!