Quante cose da scrivere anche se e’ un po’ che trascuro questo blog. Troppi pensieri, impegni e stress…
Ma di questo voglio parlare, quindi mi ritaglio una mezzora per scrivere.
Scrivere che il 3 aprile non era Pasqua, era la vigilia, ma e’ stato un giorno speciale, sereno e bello per tre ragioni.
Ho incontrato due persone deliziose di cui una tanto tanto cara e buona che praticamente e’ venuta a Venezia piu’ per me che per la citta’ (l’azienda del turismo dovrebbe pagarmi ;) e l’altra tanto tanto buona che a VE ce l’ha portata :)
E’ stato bello, rasserenante, divertente e commovente anche se il tutto e’ iniziato con istinti omicidi visto che ho atteso 25 minuti in quel delle fondamenta Santa Lucia (davanti alla stazione di VE, per i profani). Poco male, di solito il ritardatario sono io quindi credo di aver pagato un pegno cumulativo!
Abbracciarsi e stritolarsi e’ una cosa che resta sempre impagabile. Coinvolgere negli incontri anche altri amici via cellulare, poi, e’ delizioso (W le chiamate gratuite). E’ un po’ come quando ai concerti si chiamano gli amici per condividere un attimo di gioia.
Sabato ho messo in pratica una consapevolezza da poco acquisita: il senso del regalo. Andare in un negozio, comprare un oggetto, far fare un pacchetto. Bello, veloce, ma e’ un vero regalo? Non tanto. Ben diverso e’ prendere un proprio oggetto, magari cui si e’ legati da un vincolo affettivo, e donarlo a qualcuno cui si tiene, tornare a casa e percepirne l’assenza nella consapevolezza che e’ in mano e sara’ usato da una persona cui si e’ legati. Ecco, ho voluto sperimentare questo e ne sono particolarmente felice. Ho donato alla persona che ho incontrato una penna USB che avevo acquistato nel 2007, nel pieno della mia rinascita dopo l’intervento agli occhi. Niente di stratosferico (pero’ son pur sempre 4gb) ma sono stato tanto felice di dargliela. Le sara’ utile ed e’ in buone mani :)
E poi c’e’ la terza cosa, che la mia amica non puo’ sapere e che confido a questo blog. Trovarsi con lei non e’ stato bello solo per l’incontro in se’ ma per la mia autostima. Mai e poi mai in passato avrei potuto con tanta tranquillita’ prendere l’autobus fino a Venezia, cavarmela con quel pasticcio della validatrice iMob (che richiede articolate iterazioni fra pulsanti + e OK se si sono caricati differenti tipi di biglietti sulla scheda, il tutto in equilibrio precario con l’autobus in movimento, la gente e un display poco leggibile), arrivare a Piazzale Roma, fare mente locale di dove andare per ritrovare l’autobus al ritorno, andare alla stazione e aspettare con serenita’. Mai e poi mai avrei potuto farlo con lo sdoppiamento. Era difficile perfino andare alla stazione di Mestre! E prima dello sdoppiamento ero ragazzino ed era diverso. Insomma, ho di nuovo toccato con mano quanto l’intervento della dottoressa Franch tre anni fa mi ha cambiato. Sempre poca vista ma non e’ confusa e mi sento piu’ sicuro e posso pescare un angelo e stritolarlo :)
E questa e’ stata la vigilia di Pasqua che ha reso sereni anche i giorni successivi. Primavera, impegni e stress vari stanno colpendo duro ma mi basta tornare indietro per sentirmi davvero felice e sereno. E so chi devo ringraziare :)