Quel 25 aprile…

Quel 25 aprile la guerra era di casa
pioveva forte fuori dalla chiesa
la fame era nell’aria la vita una scommessa
ma il prete continuava la sua messa…

Cosi’ inizia la canzone che Stefano D’Orazio dei Pooh ha dedicato alla storia d’amore lunga una vita dei suoi genitori. Tanti invece ricordano un altro 25 aprile, quando Milano e Torino furono liberate dalle forze nazifasciste, preso a simbolo della liberazione.

Poi ce n’e’ un altro di 25 aprile, che hai vissuto tu. In questi anni sul sito per te non ne ho mai parlato, perche’ era ed e’ un sito per sostenerti nel presente e nel futuro e non sapevo come vivessi il passato. Ora che lo so, ora che ci conosciamo e ci parliamo spesso, ora che posso dirti di leggere queste mie parole, ci rifletto un po’ su.

Ora so che lo esorcizzerai, che tornerai la, in quella simil-spiaggia per voi opitergini. Lo capisco e spero ti aiutera’. Cio’ che vorrei dirti pero’ e’ di non dare troppo peso alle date, ai giorni, ai numeri. Sono fatti assolutamente soggettivi. Sotto lo stesso cielo ogni giorno c’e’ chi scherza, chi ride, chi muore, chi uccide o ferisce, chi inizia una vita d’amore, c’e’ chi piange…

Poi la vita pero’ scorre giorno dopo giorno, momento dopo momento, in “giornate insopportabili con notti di felicita” (cit. musicale). Gli anniversari, le date, sono momenti nel nostro calendario, totalmente fittizio. Magari nell’universo ci sono civilta’ con calendari che non si ripetono mai. E domani non sara’ quel 25, nemmeno per numero di giorni, di orbite, di posizione del cielo e dei pianeti. Sara’ un altro giorno, un giorno diverso, diverso come sei diversa tu per eta’ e soprattutto pensieri. E hai ragione ad essere contenta di come sei, perche’ tutto cio’ che hai vissuto, anche cio’ che non avresti proprio dovuto vivere, comunque ti ha formata e a parer mio t’ha resa una buona e sensibile persona. Spero potrai guardare avanti, al futuro che stai costruendo. Senza rimuovere il passato (se no rispunta dall’incomscio…) ma anche lasciandolo nel luogo e tempo che gli appartiene: il passato appunto.

Coraggio. E se non altro, speriamo che domani ci sia il sole, come nella canzone di Venditti “Che bella giornata di sole”, dedicata al 25 aprile 1945 e al futuro. Canzone che ti dedico nella sua interezza. Ascoltala, anche se non e’ il tuo genere!

Stop

Penso che faro’ una pausa mentale da tutto e tutti, o quasi.
Troppi casini, troppe complicazioni, c’e’ una bilancia per cui per ogni cosa bella che succede poi ne succedono altrettante di strane o assurde. Ne ho avuto tre motivi in un giorno. Mi eclisso. Chi mi vuole mi contatti lui.

A volte ci si emoziona

E’ come un concerto. Finale. Il palco si illumina a giorno, loro tre (quattro) sono davanti a te, tu vedi loro e ci son buone possibilita’ che loro vedano te, e cantate “Non restare chiuso qui…” -tutti insieme!!! – “…pensiero!”.
Cosi’ succede pure che ci siano altre emozioni che non hanno niente a che fare coi concerti ma ti fanno lo stesso effetto squagliante…
Succede quando ricevi una email e resti senza fiato. E qualcosa che aspettavi da dieci anni avviene non come te l’immaginavi ma molto meglio. E dopo l’email c’e’ un IM e si fa tardi pure se domani ti devi alzare presto.
E scopri che il bene che hai fatto e’ servito, serve e torna, eccome se torna!
E intanto la playlist e’ passata da Pensiero a Opera prima (tour 1988 al fu Palatrussardi, due sere dopo il primo concerto della vita, al Palaverde) e l’analoga carica emotiva resta.
E’ tutto vero, sta succedendo. Il bene che si fa torna e ti scalda l’anima.
Tre cose (quattro) mi sono successe da sabato in poi. Le desideravo tutte da tanto. La quarta spero si realizzi compiutamente. Per tutte… grazie… davvero grazie Signore.

Tutto cambia e tutto torna

E cambiano i monitor e gli LCD diventano godibili, la tecnologia raggiunge i tuoi requisiti e la accetti e accogli e poi diventi pure “uno che usa il touch”.
E cambiano le TV di casa che era pure ora e gli occhi ringraziano.
E passa la Pasqua e pure la prima confessione con don Gianni che ti sorprende e ti emoziona.
E intanto ci si trova ci si perde e i telefoni non squillano o squillano dopo tanto e si perdon le chiamate.
E poi tornano gli incubi dell’infanzia, anche se adesso sono al contrario, e ti perdi completamente e ti isoli tre giorni perche’ non saresti la persona che gli altri conoscono.
Poi restano dolore e paura ma qualcosa ti fa ritrovare te stesso, anche se le preoccupazioni battono come chiodi nella mente.
Mi sa che domenica mattina torno a Messa, unico punto fermo in questo momento e magari e’ pure ben augurante. Il resto si vivra’, non so come ma si vivra’. Se Dio vuole son al massimo 48 ore, ma saranno difficili, per chi sa capire perche’.
Non preoccupatevi, nessuna malattia.

Sei anni fa

Sei anni e un giorno fa scrivevo questo post.

Sei anni senza sdoppiamento, tanti passi avanti nella mia vita e forse qualche passo indietro. Persone citate in quel post, quante. Quante sono andate? Quante non ho saputo trattenere? Quante erano, sono o saranno di passaggio?
In fondo piu’ cresci piu’ la strada e’ costellata di nomi e ti illudi, vuoi illuderti, che resteranno tutti anche se non sempre sarai all’altezza di tenerli a te, o forse ti illudi che basti la tua volonta’ per tenerli legati per sempre.

Per fortuna riesco ancora a guardarmi attorno e ricordare la differenza fra 18 anni di vista sdoppiata e oggi. Questo e rileggere quei giorni mi da’ forza, come me ne da’ guardarmi attorno e vedere chi c’era allora e chi c’e’ oggi, chi e’ tornato, chi e’ rimasto e anche chi torna o tornera’. Mai smettere di sperare, mai dire “addio”.

Sei anni di grandi emozioni e non tutte belle. Morti, malattie, paure, dolore. Ma anche immensi legami, immense sfide con gli altri e con i miei limiti. Quante perse, quante vinte?
Sei anni che non ci sarebbero stati senza le sante mani della dottoressa Antonella Franch che ringraziero’ per sempre. Sei anni che hanno tanti altri nomi, parole, ricordi, pensieri.
L’ultima volta che mi ha visitato ha capito pure lei che qualcosa non andava e non certo negli occhi.

Ma non parliamo di me solo in accezione positiva. Io sbaglio, eccome. Chissa’ quanti dolori ho seminato in questi anni in cui non solo la mia iride ma la mia anima e’ stata rivoltata. A mia difesa, l’aver agito sempre per il bene degli altri, almeno nelle mie intenzioni. Come mi manca don Danilo con cui fare il punto di me e verificare il cammino! :(

Sei anni per cui devo dire grazie. A un medico, a chi c’era, a chi e’ rimasto e anche a chi spero tornera’.
Sei anni in cui chiedere perdono a chi ho ferito. Non con cattiveria o malafede, pero’.

Grazie a chi in questi sei anni mi ha accompagnato, mi ha sopportato, forse mi ha perdonato o mi perdonera’, a chi c’era e c’e’, a chi e’ andato e tornato, a chi forse tornera’.
Io continuo a camminare e mi sforzo, perche’ costa fatica, di scegliere il bene, di condividere il bene che ho ricevuto e donarne un po’ agli altri. E’ l’unica cosa buona che so fare. La piu’ difficile (e’ facile cadere in se’ stessi e Dio sa se non mi capita)

E se questo e’ uno dei miei pallosi post e’ perche’… questo sono io, e non sono affatto perfetto, pero’ tutto sommato oggi mi guardo allo specchio e mi riconosco nella persona che vedo riflessa, senza sdoppiamento, con i suoi pregi e i suoi difetti, cambiata, cresciuta, da ogni evento vissuto anche in questi sei anni.

Cinque anni oggi

La mente saltella e crea collegamenti lampo.
La mia nonna e’ morta la sera di 5 anni fa, anche se sembrano di piu’ perche’ da quando non era in casa (dal giorno prima dell’elezione di Benedetto XVI) e soprattutto da quando la sua mente era andata via via perdendosi, la avvertivo lontana anche andandola a trovare.
Oggi fra l’altro il ghiaccio post-neve e la mia tendinite ancora non del tutto guarita mi han fatto preferire evitare il rischio di andare alla Messa di don Armando in cimitero, e fra l’altro cosi’ ho risparmiato a mia madre di stare in ansia.

Comunque dicevo che la mente saltella.
Cinque anni fa era il 2008. Che altro e’ successo nel 2008? Ho conosciuto Giusto, ho ricominciato a collaborare con don Armando (mi ha cercato e voluto lui!) dopo che aveva lasciato la parrocchia nel 2005…
E a settembre Manuel s’e’ sposato. L’anno dopo e’ nata Sara, la sua bimba che quindi quest’anno a settembre fara’ 4 anni.

Ed ecco il collegamento lampo, a un giorno di una calda e luminosa primavera del 1975. Nella mia strada, verso casa, mia nonna mi tiene per mano e torniamo dalle spese. Si ferma non ricordo perche’ o con chi, io sono impaziente e lei mi dice “stai buono che fra poco avrai quattro anni”. Mi e’ rimasto impresso, non so nemmeno perche’ ma so che sono quei momenti, significativi o no, che si fissano nella mente e costituiscono pezzi del puzzle della nostra vita.

Grazie nonna per tanti di questi piccoli bei momenti di normalita’ in un’infanzia di interventi che hai contribuito a rendere serena. E grazie per quel pupazzo di neve nella vasca, il giorno che stavo male per non so quale malattia infettiva dell’infanzia. Pensare che tu la odiavi perche’ ti ricordava il freddo patito nella tua poverissima infanzia…

La notte fra l’11 e il 12 di un anno fa nevico’ e oggi pure. Me l’hai regalata tu? Se si’ grazie e scusa se ho saltato la Messa. Magari il post vale lo stesso… ma come ho detto questa volta non e’ stata pigrizia :) Lo so che non ci credi ma sto dicendo la veritaaaaaaaaa’ sta voltaaaaaaa… :)
TVB

Un volo sull’acqua mossa dal vento

Il soggetto descrive l’immagine che fa da copertina a questa giornata: l’acqua mossa dal vento alle Fondamente Nuove a Venezia, il vaporetto (bello freddo) mi porta all’ospedale per il controllo dalla dottoressa Franch che ora riceve li (ma, scoop del giorno, fra poco ricevera’ anche a Mestre per chi non e’ a Venezia).

Viaggio bello e piacevole con l’amico Firmo che mi aiuta a non perdermi fra le calli: autobus, vaporetto, un bel po’ di strada a piedi controvento sulle Fondamente Nuove (diciamo la galleria del vento di Venezia!), infernale macchinetta per pagare la visita (con timeout criminale che se non sei veloce a metter la prima banconota devi rifar tutto) e… via!

Rivedersi come si saluta un amico che non si vede da tempo, da parte mia e cosa piu’ eccezionale da parte sua!
Inizia memorizza al PC la mia storia clinica (nel vecchio studio non ne aveva modo), anche con l’orgoglio di raccontare al medico sua assistente dell’operazione con cui mi ha tolto lo sdoppiamento. Poi con lo stesso tono con cui io qui parlo di un nuovo software mi dice che rispetto al vecchio studio ha cose nuove bellissime e mi misura la pressione con un affare che se ne frega del mio nistagno, fa 5 misurazioni di fila senza manco toccare l’occhio e in effetti piu’ che uno strumento medico del 2013 sembra un manufatto degli Asgard (quelli di Stargate). In effetti potrebbe essere aliena, ma no e’ un medico bravo, terrestre e sceglie tutte le cose piu’ all’avanguardia.

Poi via di pachimetria (a proposito di tecnologie che ha a disposizione), scoprendo cio’ che sospettava ossia che la mia pressione oculare reale e’ un briciolo piu’ bassa di quella che appare dalle misurazioni. Averlo saputo vent’anni fa, chissa’…
Esame del resto dell’occhio, guarda il campo visivo. Perfetto per un “ragazzo” (ringrazio del termine) con le mie patologie oculari.
A volte mi chiedo se mi sottovaluto io o gli altri sopravvalutano i miei problemi ma sospetto piu’ la prima, visti i complimenti che spesso ricevo per cio’ che faccio con questo mio unico occhio appena funzionante e cosi’ pieno di patologie.
Non finisce qui, perche’ le ho portato un regalo: una penna USB con foto e altre cose che ho imparato a fare dopo il suo intervento. Piccola, metallica, elegante, 32gb, ha fatto una faccia e mi ha detto “tu sei pazzo”. Si’.

La penna contiene un piccolo file Word con una cosa che le propongo per Il Gomitolo. Accetta con entusiasmo. WOW! Saro’ piu’ preciso quando la pubblicheremo :)

Arriva la parte toccante ma qui e’ difficile da raccontare, diciamo che cade il discorso su come sto, sul periodo che vivo e che mi ha portato ad assumere diversi farmaci. Il modo in cui s’e’ interessata e preoccupata di cosa mi stesse succedendo e per quali ragioni, anche se esulava dal suo ambito, e’ qualcosa che va oltre l’immaginabile ed e’ stato commovente. Anche qui, forse mi sottovaluto e se ricevo quest’attenzione da un medico dovrei pretenderla dagli amici, tutti.
Finale con regalino di caramella (avro’ detto grazie o ero del tutto andato?) e lei che esce per conoscere e ringraziare Firmo (che e’ come lei, persona affabile e gentile oltre ogni limite), gli dice quanto mi stima e ammira e lui le dice che per lui e in parrocchia e’ lo stesso. E io che mi ingrosso :)
Poi vedere lui commosso e felice per l’esito della visita e’ l’ultimo tocco. Il resto e’ chiamare casa per dare tutte insieme le belle notizie e poi tornare e pianificare che laboratori faremo per il GREST quest’anno, insieme…
…Grazie! Alla dottoressa e a Firmo, non solo per la visita, non solo per avermi accompagnato ma per le riflessioni che ha portato questa giornata…

Tutti i nodi vengono al pettine

Non si puo’ far finta di niente troppo a lungo, non ci si puo’ prendere in giro illudendosi che un tvb sani le ferite o che per riparare a un brutto gesto basti dire mi dispiace. Non si puo’ da nessuna delle parti perche’ poi restano e crescono rancori, che portano a un continuo attacco, a una continua provocazione e pure all’insofferenza reciproca verso atteggiamenti e caratteristiche degli amici che prima si tolleravano meglio.

Il perdono e’ prezioso, ma deve portare a gesti concreti non a dirsi solo un tvb, altrimenti le ferite restano e prima o poi i nodi vengono al pettine. Cito Jovanotti: “si accumula stress che poi esplode in un improvviso cambio di scena“.
Bene, e’ esploso, con l’ennesimo atto contro. E’ stato tuo, poteva essere mio, e’ comunque esploso. E ora restano i cocci. Mi dispiace e tanto, ma e’ una lezione di vita. Se cade un piatto non basta reicollarlo, bisogna cercare di capire perche’ lo si e’ fatto cadere e se era davvero cosi’ poco importante da meritare d’essere buttato a terra o lasciato cadere, facciamocene una ragione.

Mi dispiace, ma mi dispiace ancora di piu’ essere attaccato continuamente e in questo 2013 ho deciso, forse egoisticamente ma pazienza, di avere un po’ piu’ cura di me perche’ ho avuto certi segnali che m’han fatto capire che devo.
Non pretendo di avere ragione in tutte le cose che faccio e dico, anzi probabilmente ne sbaglio moltissime. Tuttavia se ogni volta che mi parli cerchi un pretesto per darmi contro, un problema c’e’ e se non accetti di cercare di capirlo, sanarlo e risolverlo, non lo posso fare da solo, ne’ voglio piu’ ingoiare le altrui ingiustizie pur di tenermi le persone, non piu’. Questo gioco con me non funziona piu’.

Questo post e’ pubblico perche’ io credo in quello che dico e non ho bisogno di nascondere il mio blog (magari per parlare alle spalle o per una forma di vendetta) e perche’ penso che magari l’alrui commento, se costruttivo, possa aiutarmi a crescere (si anche se sono un vecchio: non si finisce mai).

Non scrivo per dire “ho ragione, e’ cosi'”. Sto esprimendo solo e soltanto il mio pensiero che potra’ essere sbagliatissimo ma al momento e’ questo.

Una goccia sul cuore

…e quando alcune cose proprio non vanno, arriva una mail, direi un dono dal cielo, e vedi che un tuo gesto passato e quasi accantonato dalla memoria s’e’ trasformato in vestiti e scarpe per bimbi e persone di un mondo lontano, poveri oltre cio’ che qui immaginiamo povero, ma almeno forse ora un po’ meno soli.
Ed e’ una goccia che scalda davvero il cuore e scioglie un po’ quella tristezza data dai tanti egoismi in cui ognuno di noi abitanti di questa nostra opulenta societa’ tende a cadere…

Affresco di gennaio

Il rombo di un aereo che scende;
l’acqua per strada spostata dalle auto;
odore di pioggia e gocce di neve dissolta;
grigio, il verde degli alberi;
voci di gioia in uscita da scuola;
piccola vita ormai autonoma rientra a casa.

Mette serenita’ fermarsi a pensare da fuori
a un giorno normale, un equilibrio
di anime, vite, cose.
Affresco di natura, società, tecnologia.
Dall’esterno sereno.

Mess

Due giornate importanti (andate bene, grazie al Cielo e a chi ci e’ stato vicino) e un’influenza con febbre a 39.7 e oltre per un giorno e mezzo hanno lasciato il segno.
Potrei e dovrei essere felice e per certe cose lo sono, ma troppe altre sono complicate e sto perdendo la serenita’, con esiti non proprio positivi. Bisognera’ fare qualcosa…

The Day, part 1

Oggi giornata importante, controllo annuale (non mio).
Speriamo in bene. Fra 6 giorni si replica.
Stanco di un’anima cosi’ ricolma di angosce da tremare senza sosta e senza apparente rimedio (con buona pace del mio da poco ritrovato hobby fotografico), ho scelto di non pensarci e cosi’ il giorno e’ arrivato. Lo affronto serenamente. Irresponsabilita’ o un segno? Speriamo in bene!

Una lettera fra i fiocchi di neve

Arriva l’ora di dirti, cara preziosa Tu, che ogni virgola che t’ho detto oggi forse non l’avro’ espressa bene, ma non credo potesse essere liquidata con “ci fosse una volta che capissi qualcosa”, perche’ sono convinto di cio’ che dico, perche’ anche se sono stressato ed ho difficolta’ a concentrarmi (pure il campo visivo e’ stato faticoso!), il mio animo e’ sempre quello e i miei neuroni costruiscono gli stessi pensieri e valori.

Te lo grido qui, che hai un cuore fragile da cogliere come si coglie una foglia di primavera, fragile appunto.
Ma come essere accettata se tu per prima non ti accetti? Io non conosco persone che siano state accettate in quel tempo, in quella tua eta’. Ce ne sono, ma son quelle o che entrano in qualche comunita’ (scout, parrocchia, associazione, partito, movimento…) o? O non lo so.
Io non feci parte di quell’elite di accettati. Pero’ accidenti, penso sia sbagliato che…
Si, alt. IO, punto. PENSO, punto. E magari mi dirai che non capisco nulla, ormai e’ la risposta predefinita, ma la penso cosi’ lo stesso.
Penso sia sbagliato riporre le speranze in una persona. Un amico, un ragazzo, un papa’ o quel che sia. Perche’ gli esseri umani sono fragili e possono sbagliare, possono andare in una direzione e poi in un’altra, vagano come tartarughine nell’acqua sospinte dalle correnti in cerca della meta o almeno di un po’ di caldo sole.
Allora pensi che se Lui non ha saputo, potuto o voluto ricambiare il tuo sentimento tutto crolla? E cosa significa? Che se lui non c’e’, tu perdi il senso d’essere e l’unica strada e’ copiarti nel cestino e cliccare su svuota cestino o copiarti su una penna usb e lasciarla vagare sospinta dal caso?
Sbagli. Si’, sbagli. Sbagli a non accettarti, a non volerti un minimo di bene, e sbagli a pensare che se qualcuno non ricambia, per voglia, scelta o che, cio’ che tu provi per lui vuol dire che nulla ha senso.
Se quel giorno di settembre avessi lasciato crollare il mondo non avresti fatto altri incontri, vissuto altre emozioni. Se adesso lascerai che l’ancestrale dolore si riprenda le conquiste fatte, a quanti altri incontri ed emozioni chiuderai la porta?
Se quei giorni dell’infanzia… se il primo giugno 2010… se quel giorno di febbraio 2012… se il 29 agosto o due giorni dopo… se uno anche di questi se avesse avuto uno sviluppo diverso, non ci sarebbe stato quel vostro giorno a Milano, quella sua frase, quella normalita’ che puoi avere, che meriti, ma che per le foglie piu’ sensibili arriva con l’aumentare dell’eta’, loro e di chi sta loro attorno.
E’ facile buttar via la gioia e sentirsi sopraffatti dal dolore, io ne sono l’esempio tante volte. E allora non seguire me, ma nemmeno il tuo lato oscuro. Tu meriti. Ma non tutti meritano o sanno apprezzare te. Datti del tempo. Il tunnel e’ quasi finito. All’uscita cambiera’ il paesaggio, come quando sbuchi fuori da un tunnel di montagna! La’ fuori cambieranno le teste e i cuori di chi ti e’ attorno e avrai nuove scelte, oltre alle persone che gia’ conosci e a quel divano di Milano. Non lasciar andare tutto ora.
E se ancora una volta non ho capito niente, raccogli comunque questi pensieri. Foss’anche solo perche’ vengono da chi c’era prima di te e tante cose le ha gia’ vissute o viste vivere. Non buttare via la possibilita’ d’essere felice… non scappare dai problemi come chi condanni per lo stesso atteggiamento. OK dopo questa non vorrai piu’ leggere quindi mi fermo qui.
PS: e perche’ l’anno prossimo non ti fermi e vai a fare un anno di servizio civile da qualche parte? Ti pagano vitto e alloggio ed e’ un modo per allontanarti dal mondo che non reggi, fare un’esperienza diversa senza per questo buttare tutto al vento.
OK, mi fermo davvero, ma pensaci. E’ una strada per essere te ed essere accettata per chi sei nella tua indole piu’ autentica.

Notizia MERAVIGLIOSA che scopro con colpevole ritardo

Il miglior medico oculista del mondo, a cui devo la mia rinascita, e’ stata gia’ da qualche settimana nominata PRIMARIO di oculistica all’ospedale dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia! Brava e complimenti di vero cuore!

Ed e’ bello vedere quanti la pensano allo stesso modo su questo meraviglioso medico!

Omonimie e social network

Che ci fossero tanti “Favrin” l’ho scoperto solo da pochi anni, navigando.
Che ci fosse qualcuno che ha il mio stesso nome e cognome lo apprendo ora che un amico mi chiede stupito se mi sono iscritto a Facebook.

No, neanche morto. Tranquillizzo tutti. Non sono io. Ho una coscienza e una coerenza. Facebook non mi piace e non mi ci iscrivo. Auguri al mio omonimo, che ascolta pure Marco Carta (scelta rispettabilissima, s’intende).

Su tutto, mi fa effetto scoprire che esiste qualcuno col mio stesso nome e cognome. E’ logico ma la prima volta fa strano.

L’unico social che uso e’ Twitter e li, se volete, mi trovate.
Non, ripeto NON su Facebook o altri.

Macedonia

Questo non e’ un post di cucina, la macedonia rappresenta lo stato della mia mente quando mi sono svegliato stanotte, alle 4:01, rimescolata da da un -qualcosa- che non so definire. E’ come se tutte le mie emozioni, le cose vissute in questi mesi e anni, le cadute e i faticosi tentativi di risalita, siano stati presi e scossi violentemente da qualcosa, o -qualcuno-.

Gia’, non sempre voler bene equivale a dare ragione, ad assecondare. L’avevo giust’appunto lamentato ieri rispetto ad alcune persone che mi sono state vicine negli ultimi tempi e che in fin dei conti mi han dato ragione sia che facessi una cosa sia che il giorno dopo facessi l’esatto contrario. Volere bene e’ volere -il- bene dell’altro e non sempre lo si puo’ volere con una carezza.

Cosi’ stanotte tutto in me e’ stato “frullato” e mi sono svegliato con la consapevolezza di tante, troppe cadute, tanti, troppi compromessi con me stesso, le mie paure, le mie fragilita’ cui ho permesso di mangiarmi, cambiarmi il carattere e, passo dopo passo, farmi perdere un po’.
E ora ho voglia di pulizia, sincerita’. Mi sovviene una citazione nientemeno che dal Vangelo, m’e’ rimasta impressa si vede: “37 Ma il vostro parlare sia: “Sì, sì; no, no”; poiché il di più viene dal maligno”. Voglio tornare a piacermi, anche se avra’ un prezzo alto da pagare.
Due o tre angeli si sono avvicinati di questi tempi. L’Alice, che non so come fra tutti i suoi impegni, e’ capitata qui giusto otto giorni fa quando ero deluso e ferito, e mi ha ricordato che per una persona che mi fa del male tante altre hanno bisogno anche di me. Poi Chiara cui ho chiesto in preghiera di vegliare sulle nostre complicate vite umane. Poi credo perfino un angelo che mai mi sarei aspettato e che ieri ho sentito stranamente vicino. Dev’essere vero che quando si arriva lassu’ tutto appare chiaro e comprensibile (in fondo una goccia di tal dono fu data anche a me 9 anni fa ma l’ho lasciata evaporare…). E poi tu, Fogghy, che per intercessione del Cielo o forse per l’equilibrio che altri hanno saputo darti meglio di me (e per cio’ sono loro immensamente e umilmente grato…) ti sei riavvicinata e stamattina mi hai scritto parole che resteranno.

…se si puo’ rinascere, che avventura…

PS: no, io non sostituisco nessun amico, non accusatemi di cio’. Ma da oggi vi daro’ e mi daro’ chiarezza, senza giri di parole, perche’ mi serve ordine, sincerita’ e chiarezza nell’anima e non cio’ che e’ stato fin qui.

E invece no…

E invece voglio scrivere, dopo tanto.
Mi sono riletto primavera in febbraio per ritrovare quelle emozioni e la carica di vita che ha dato quella scelta e il suo esito.
Negli anni successivi quante altre emozioni, tante diverse. La mia nonna volata in cielo, un altro ospedale (non mio stavolta ma forse ancor piu’ sentito e temuto) soddisfazioni e fallimenti, legami trovati e stretti fortissimo, amici persi, amici andati via.

E adesso… adesso mi sento KO, davvero KO. Ho quasi chiuso il cuore dopo un allontanamento (di una persona che doveva esserci per sempre) e un “tradimento” (perche’ un’altra persona o mi ha mentito o mi ha messo in cattiva luce, entrambe le cose sono bruttissime), ma mi accorgo che io non posso vivere cosi’. Non posso mettere in un angolo le emozioni, perche’ poi scoppio. E non posso perdonare e dimenticare un tradimento in un battito di ciglia, perche’ anche il perdono ha i suoi tempi.
A volte mi sento schiacciato, piu’ solo a portare avanti tante cose. Con la paura del domani e l’angoscia del presente. A volte in questi giorni ho la sensazione di star per precipitare nella depressione piu’ nera, quella dove anche la cosa piu’ desiderata del mondo sembra triste. A volte mi sento su un baratro e ho davvero paura che la mia mente ci stia per cadere dentro piu’ di quanto abbia mai fatto.

Forse anche per questo stasera ho deciso di iniziare a rileggere le pagine del mio blog, per ritrovarmi.
Vorrei un po’ di serenita’ del cuore e dei rapporti, vorrei che chi e’ andato via tornasse davvero e chi ha ferito si guardasse dentro. Ma non posso fare tutto io. E no, regalarsi cose materiali e tuffarsi in PSPad aiuta a distrarsi ma non a vivere bene. Non basta…

Ci dormi su,
ci bevi su,
vivi cosi’ per dire
e non ne sai uscire
ma andare via, come si fa?

Io so per star meglio devo tornare a far battere il cuore… ed esprimere queste emozioni e’ un primo passo. E adesso riavvio il PC che s’e’ infognato Avast. Ciao.