Piccole cose

Oggi e’ il 21 febbraio, l’anniversario di un giorno che mi ha cambiato la vita, un giorno di festa. Ma credo che da oggi in poi ricordero’ il 21 febbraio anche per una lettera che ho ricevuto. Una signora che usa il mio “contagiorni” per ricordare il passare dei giorni da una tragedia che e’ occorsa nella sua vita (resto volutamente vago per rispetto).

Mi ha colpito molto, scrivo sull’onda dell’emozione.

Mi ha colpito perche’ mi riafferma la consapevolezza che tutto cio’ che facciamo, che doniamo, puo’ servire, puo’ rappresentare qualcosa per qualcuno che magari nemmeno conosciamo o conosceremo mai. Qualcosa di noi restera’, che siamo stati grandi grandi o piccoli piccoli, che abbiamo creato astronavi o i livelli di un gioco, se doniamo con amore, qualcosa resta. Scrivi su un blog, su Twitter, su un sito, ma non sai chi ti legge oggi, domani o fra un secolo.

L’ho fatto per Francesca, l’ho fatto per insegnare la sicurezza, l’ho fatto pure per motivi sbagliati o che credevo giusti, a volte. L’ho fatto per raccontare la speranza di un “dopo” o ringraziare per un dono.

Non sono qui a vantarmi, sono qui a commuovermi perche’ capisco che sono riuscito a dare qualcosa a qualcuno. Lo so, me lo dicono, ma certe cose arrivano inattese, magari in periodi piu’ difficili, e toccano il cuore.

Storia vera, in Israele

Amica giramondo settantenne ci racconta questa storia. Riportata in scritto non rendera’ ma ci provo. A voce ho riso come un pazzo.

E’ stata in tutto il mondo, da Amsterdam alla Siria, dall’Iran quattro anni fa a New York, a tantissimi altri posti. E l’anno scorso e’ tornata in Israele a rivedere Gerusalemme. Era in crociera con un’amica. Gita organizzata, veloce ma bella. Per tornare alla nave era previsto un volo interno.

All’aeroporto erano tutti pronti a partire quando dall’altoparlante si sente: “la signora xxx e’ desiderata al posto di polizia”. Lei va, immagina gia’ perche’.
Le si presentano due agenti giovani. Parlano in inglese senza chiedere se lo conosce (fortunatamente si’, e’ laureata a Cambridge).

– “Perche’ e’ stata in Iran?”
Cosi’, secchi, diretti. Lei li guarda:
– “per lo stesso motivo per cui sono venuta qui: conoscere, vedere posti…”

– “Non e’ che in Iran le hanno dato un pacchetto?”
Risponde:
– “Guardi il timbro, e’ di quattro anni fa: se mi avessero dato un pacchetto a quest’ora…”

Loro:
– “Sa, noi abbiamo paura…”

Lei, con tono difficile da riportare ma esilarante:
– “Beh ne avrei anch’io, devo andare io su quell’aereo!”

Al che chiamano altri, che ripetono le domande finche’ un agente, colto da illuminazione, fa cenno all’altro “lasciala perdere” e lei puo’ tornare in tutta fretta all’aereo nello stupore dei compagni di viaggio.

Per far capire il tipo e immaginare meglio il dialogo, sappiate che e’ la protagonista della storiella sull’autobus 280 di Roma raccontata anche da Repubblica ;)

Basta poco per chiamare, ma serve coraggio per provare

Mi piacerebbe chiamare una persona di tanti anni fa.
Abita ancora nello stesso posto, mi dice Google.
Un clic e mi ritrovo davanti a quella casa dove sono stato, con foto a 360 gradi.
Il numero e’ li e non c’e’ nemmeno la scusa del telefono e dei costi, che fra cellulari e offerte speciali posso chiamare dove voglio.

Ma cosa potremmo darci e dirci, dopo esserci persi di vista per 17 anni?
E soprattutto, quale lama nel cuore potrebbe affondare se mi dicesse che non lo sente piu’ neppure lei o magari di peggio, con tutte quelle sigarette e quel modo di guidare…
Almeno avesse una mail, sarebbe piu’ facile e meno diretto,
ma sembra che lei sul web non esista…

Da una parte vorrei provare, dall’altra non voglio rischiare.
Forse e’ meglio se resti nel baule dei ricordi, cara amica di ieri…

Stazionario

Stazionario: ne’ meglio ne’ peggio, ovvero come deve essere il campo visivo di una persona affetta da glaucoma. Andata anche quest’anno col test del campo visivo a Venezia e devo dire che arrivarci, sempre col caro amico Firmo, e’ stato forse piu’ facile.

Ci si lamenta tanto del Comune di Venezia ma il cambio tram-linea 4L a piazzale Cialdini e’ comodissimo e l’approdo del vaporetto 5.2 a Venezia, subito oltre la stazione del People Mover, e’ di una praticita’ unica. Dai che nonostante l’osceno e scomodissimo iMob, il sistema di trasporti di Mestre e VE non e’ male.

E adesso prendiamo appuntamento con la dottoressa Franch per la visita annuale di controllo. L’anno scorso e’ stato proprio bello, clinicamente e umanamente. Da allora molte cose sono successe, chissa’ cosa le diro’ se mi chiedera’ come sto. Boh? Se lo sapessi lo direi pure qui come sto. E’ tutto molto complicato.
Pero’ intanto gli occhi stanno bene e ieri “e’ stata una bella gita a Venezia”, come dice Firmo.

Una dritta per chi usa InDesign

– Aprire InDesign
– Andare al menu Modifica e scegliere Preferenze
– Nel menu che appare scegliere “Gestione appunti”
– Alla voce “Quando si incollano testo e tabelle da altre applicazioni” scegliere “Tutte le informazioni (Indicatori indice, Campioni, Stili, ecc)
In questo modo inserendo testi da Word e altri software si mantengono grassetto, corsivo, ecc.

E’ vero che il modo migliore di inserire testo e’ tramite l’apposita funzione, ma se capita un copia e incolla veloce questa dritta puo’ tornare utile.

E’ passato anche gennaio

E’ passato anche gennaio.
E’ stato un mese caratterizzato da una sola cosa bella: un esame di controllo in famiglia andato bene. E’ la cosa piu’ bella e piu’ importante e si’ basterebbe questo a definirlo bello e a superare tutto il resto.

Poi c’e’ stata la mia scelta di lasciare una cosa iniziata con un amico, perche’ il terzo fra noi che credevo amico in tanti anni e’ rimasto uguale, ma io no, e invece di farmi avvelenare oggi preferisco lasciare.

Poi c’e’ stata una persona che, di nuovo, mi ha fatto male. E forse io a lei.

Poi c’e’ stato il mio regalarmi un anno di lynda.com e il bellissimo Construct2, per esplorare mondi diversi. Poi c’e’ stato il solito virus-senza-febbre-che-ti-mette-KO…

In sottofondo pero’ c’era sempre un buco, una sensazione che non ricordavo da parecchio tempo e che regalava flash angoscianti che non capivo ma che ho dovuto e voluto razionalizzare.
E purtroppo so benissimo cos’e’. Non che razionalizzare sani, ma la verita’ e’ che per certe cose un’epoca e’ finita. Magari e’ solo un momento, magari arrivera’ un’altra epoca, magari sbaglio pure ma e’ quello che sento e vedo. Va bene cosi’, in fondo e’ giusto, in fondo e’ tutto normale e forse pure io faccio stare le persone cosi’ a volte, pero’ non essere piu’ cercati e considerati come prima in un rapporto d’amicizia fra i piu’ preziosi fa il suo effetto.
C’e’ chi ai cambiamenti reagisce diventando appiccicoso e chi se ne sta in disparte, cercando di riempire la propria vita di pensieri, parole (non sempre giuste), impegni. Ma quel buco resta e sai che ci vorra’ del tempo per riadattarti alla nuova realta’, sempre tenendo nel cuore le cose preziose che hai avuto e aspettando a cuore aperto il domani.

Non e’ un post contro nessuno, sto parlando a me stesso per rileggermi quando ne avro’ bisogno.

Aborto: una questione mal posta?

La scorsa primavera ho avuto uno scambio di vedute con una rappresentante del Movimento per la vita su Lettera Aperta, il foglio della mia parrocchia. Lei si lamentava dei giovani che usciti dalla Messa non correvano a firmare contro l’aborto. Io ho ritenuto di dire la mia sull’importanza di una corretta educazione sentimentale e sessuale, sul certamente prezioso aiuto da dare alle donne nel momento di una simile scelta ma anche sull’insindacabile diritto delle stesse a decidere se portare avanti una gravidanza o meno.
Di questo dialogo ha parlato anche don Armando a modo suo ;)
Ci sarebbe potuto essere un seguito in un confronto diretto e sereno col presidente del MpV di Venezia ma si arrivo’ all’estate che io vissi fisicamente molto male.

Da allora io ho in cuore un pensiero e lo propongo ora con l’avvicinarsi della “Giornata per la vita”.
Il mio pensiero, che nasce dal commento di don Armando sugli opposti integrismi e i dialoghi non costruttivi, e’ che forse tutta la questione e’ posta in modo sbagliato.

Non ci sono “pro vita” e “pro morte”, ci sono “pro vita” e “pro scelta”, ma non c’e’ nessuna ragione per cui la “scelta” debba avere come conseguenza la fine del nascituro. Oggi si’, ma domani?

Buttiamo via slogan e definizioni su cos’e’ la vita e cosa no e mettiamoci a studiare un modo per prendere l’embrione o il feto dalla donna che non vuole portare avanti una gravidanza e trasferirlo nell’utero di una delle tantissime donne che vogliono disperatamente avere un figlio e per mille motivi non possono!

Possiamo fare trapianti e sappiamo operare un bimbo ancora nella pancia della mamma, davvero non siamo in grado nell’immediato o di qui ai prossimi anni di trasferire un embrione o un feto?

Bello sara’ il giorno in cui il diritto di scelta sara’ riconosciuto naturale e altrettanto lo sara’ il diritto di “trasporto”. Non aborto, trasporto.
Certo, c’e’ chi dovra’ digerire qualcosa che va oltre la “fecondazione eterologa” ma questa soluzione non e’ forse il male minore per quanti ritengono l’aborto un assassinio?

Chiedo agli anti-abortisti: se la scienza ci portasse a questo traguardo, sareste a favore o contrari come lo siete per l’aborto?
E se siete a favore, non lasciate morire questa idea in un blog ma fatela vostra e parlatene. La mera contrapposizione e’ inutile e di fronte a possibili alternative e’ anche assurda!

Io (che andavo per le strade di quartiere)

Io che se mi riversi mille insulti cerco ancora il dialogo e ti perdono anche se mi costa.

Io che quando ci ricadi dico basta e rispondo sforzandomi di non usare arco e frecce velenose.

Io che imparo che un blocco vale piu’ di mille flame.

Io che dieci minuti dopo mi trovo a dimenticare tutto, ritrovare la voce serena e chiamare una persona che ha bisogno di una parola di conforto.

Io che mi sento piu’ vecchio e che oggi apprezzo anche i primi riflessi grigi fra i capelli.

Io che mi piaccio. E omaggio Califano con il titolo ;)

PS: alla fine l’oro nella sfida di NFS Rivals l’ho preso. E anche la serenita’ l’ho ritrovata. Perche’ a volte dire “no” a cio’ che non ci fa bene la fa trovare.

Guidare sul bagnato

Appunto queste riflessioni mentre tento per l’ennesima volta di prendere l’oro in una “risposta rapida” su Need For Speed Rivals.

Piove (nel gioco) e il terreno e’ sdrucciolevole, anzi diciamo che si scivola che e’ una bellezza. Proprio come nella vita in fondo.
Si scivola quando invece di chiamare un amico e parlarsi a voce si usa la rete che, come dice don Gianni, va bene quando i rapporti sono ok, altrimenti peggiora solo le cose.

Si scivola quando si pensa che una persona in quasi 15 anni sia cambiata da cosi’ a coli’, ci si confida, ci si sfoga magari giocosamente, ci si apre in un certo modo e… apriti cielo. Passa un giorno, ne passano due e quella persona di colpo usa tutta l’energia che ha per attaccare, offendere e peggio che mai seminare zizzania fra gente che mai si direbbe certe cose. Oh, per evitare problemi: parlo di persone che non leggono questo blog, nessuno dei lettori abituali si senta tirato in ballo ;)

Ho sbagliato io, di recente, varie volte, ad abbeverarmi in posti dove circolava troppa negativita’ che mi e’ entrata in circolo. Ora ho bisogno di ritrovare chi sono oggi, chi ho scelto di essere oggi. Un aiuto involontario me l’ha un piccolo fatto successo oggi in un negozio al quale ha reagito il Gabriele che sono oggi. Il resto me lo dara’ la funzione “blocca”. Non ero solito usarla ma ha un doppio pregio: tiene lontano da me le occasioni di negativita’ e tiene me lontano dalle suddette visto che se no continuo a pensarci.
Chi mi conosce ritrovi il Gabriele di questi anni. Chi si concede il lusso dell’insulto esca dalla mia vita. Ho faticato a trovare un po’ di serenita’ e un equilibrio precario e non voglio perderlo per chi, magari partendo da un frainteso, arriva a certi punti.

E’ ora che io usi un po’ piu’ di autodisciplina, anche nella scelta delle persone con cui stare e con cui dividere sogni e progetti. Perche’ ho tanti difetti ma nessuno puo’ permettersi di trattarmi in un certo modo.

Si puo’ anche guidare sul bagnato, ma bisogna stare molto attenti.
Ho pensato troppo e non ho preso l’oro. Adesso vado a un “posto di comando” e chiudo: per oggi ho giocato mezzora e mi basta. Le cose van fatte con moderazione :)

Emozioni in colore e suoni!

Io mi nutro di colori, di suoni, da sempre!
I colori mi danno emozioni, i suoni mi regalano colori e, alcuni, anche sapori.
E’ la sinestesia. E’ il mio cervello ove tutto e’ collegato.

Devo solo far cadere i freni, dare un senso a tutto questo e inventare qualcosa che non c’era. Gli strumenti li ho, le capacita’ anche e tutto sommato credo anche la creativita’.

Senza accorgermene il primo passo l’ho fatto oggi quando prima ho “divorato” i colori e i riflessi della citta’ nella pioggia e poi ho “scoperto” che avere una cartella con 267 sfondi e farli apparire in ordine casuale mi regala emozioni profondissime anche nell’uso quotidiano del PC…

Propositi 2014

Propositi per l’anno nuovo: fare ordine.
Fare ordine nei sentimenti, negli impegni, nelle carte nella scatola dei documenti, nelle persone che rivorrei e in quelle che vorrei nella mia vita. Fare ordine in cio’ che devo e che voglio fare, nelle cose da imparare. Nell’angoscia che deve lasciare spazio alla speranza. Avere cura di chi e’ nella mia vita e vivere pensando e ricordando che il mondo finira’, ma non domani e ci portera’ fortuna non perderci di vista mai, domani…

Epico Dottore! Grazie Matt

We all change… when you think about it.
We’re all different people all through our lives.
And that’s OK, that’s good, you’ve got to keep moving, so long as you remember all the people that you used to be.

…la musica di Rings of Akhaten…

…la rigenerazione che… spoler…

…la spiegazione in pratica delle vicende delle ultime tre stagioni…

…Clara…

…il Dottore…

…Il mainframe papale…

…tutte le citazioni…

…River… Amy…

Epico. Veramente epico.
E la frase che cito ben si adatta a tante cose a ben pensarci….
E adesso a letto ascoltando God of Akhaten che mi ricorda questa puntata…

Ah, su Twitter l’hashtag #doctorwho vi dara’ tante altre info :)

Un altro pianeta!

Ho fatto bene a battezzare “Tardis” il mio nuovo PC: dentro deve essere molto piu’ grande che fuori, come la nave del Dottore nella serie Doctor Who. Addirittura credo che contenga un ghiacciaio perche’ se lo tocco non e’ a temperatura ambiente ma e’ freddo!
E’ anche silenziosissimo, tanto che si sentono il lettore DVD o il disco meccanico lavorare. ;)

Le temperature che nell’I7 920 a 2.6ghz sono quasi da sempre state sui 46-48 gradi in idle, ben superiori nell’uso medio e spaventose sotto sforzo, qui su un i7 4770K a 3.9ghz (modalita’ turbo) sono di circa 31-33 gradi in idle e 48-51 sotto carico. Merito delle ventole, certo, ma soprattutto di un assemblaggio perfetto, con tutti i cavi al loro posto, gli spazi fra un disco e l’altro, ecc!

I tecnici di Pianeta Computer hanno fatto un lavoro superbo! E’ il PC che mi e’ stato assemblato meglio da quando li compro cosi’. E non si sono limitati all’hardware: hanno installato Windows, i driver per l’hardware presente, aggiornato tutto, messo un po’ di programmi di uso comune (Acrobat, Skype, Chrome, ecc), la loro versione di TeamViewer per l’eventuale assistenza, una bellissima raccolta di sfondi e addirittura una immagine del sistema cosi’ creato pronta per un eventuale ripristino da parte loro o dell’utente un po’ pratico (infatti l’ho copiata nel mio disco dei backup).

Il PC e’ una belva! Vedere partire Windows in dieci secondi e’ uno spettacolo, aprire in pochi istanti Photoshop o InDesign e’ incredibile (e l’accelerazione hw della GPU fa il resto nell’uso di Photoshop), fare backup di decine di giga in pochi minuti e’… wow! Adesso vediamo di sfruttare bene questa meraviglia!

Ho scritto questo post principalmente per dire che Pianeta Computer e’ diventato il mio punto di riferimento informatico a Mestre. Grazie a don Stefano per avermelo fatto conoscere e a loro semplicemente… BRAVI!!!

PS: ed e’ stata una grande soddisfazione ricevere i complimenti per il Gomitolo… grazie! :)

Arriva il Tardis!

Dalla settimana prossima in casa mia entrera’ il Tardis.
No, non ho comprato una cabina blu della polizia ne’ il Dottore verra’ a farmi visita (se non la capite cercate in Rete Doctor Who).

Tardis sara’ il nome con cui battezzero’ il mio prossimo computer.
Il primo PC che ho comprato, nel 1999, l’ho chiamato DS9, come la stazione spaziale di Star Trek. Nel 2004 sono passato a un Pentium4 che ho chiamato Stargate-SG1 in onore della serie e perche’ mi spalancava nuove possibilita’.
Nel 2009 sono passato a un i7 920 che ho chiamato Destiny, pensando alla misteriosa e potentissima nave di Stargate Universe.
Dopo cinque anni, tempo nel quale spremo abbondantemente una macchina usandola molte ore al giorno, il prossimo sara’ il Tardis, non solo perche’ da poco ho scoperto e amato Doctor Who ma perche’ sara’ piccolo fuori e… piu’ grande dentro, con un hardware che conto mi accompagni per altri 5 anni o magari di piu’ visto che e’ meglio bilanciato che in passato.

Ecco dunque le specifiche:

– L’alimentatore e’ un COOLER MASTER Serie G700 80Plus da 700W Silent, potente per cio’ che dovra’ alimentare ma silenzioso.

– Per il case avevo pensato al cosmos 2 ma era TROPPO grande… quindi Antec p280 che e’ piu’ che sufficiente e ha abbondanti prese anteriori (due usb2 e due usb3), oltre che un buon numero di baie, filtri facilmente pulibili e abbastanza ventole da 120mm. In piu’ questo case semplifica il montaggio di dissipatori per la CPU.

– Il raffreddamento e’ stato il punto debole del vecchio PC: la CPU con il dissipatore di serie e un’aerazione non perfetta scaldava troppo e quindi ho dovuto usarlo con potenza ridotta e negli ultimi tempi ho dovuto rinunciare a fare alcune delle cose per cui l’avevo scelto perche’ le temperature arrivavano a valori inquietanti (e questa estate ho avuto diversi problemi hw…). Dunque fin da subito un bel Noctua NH-L12 montato sul processore!

– E il processore quale sara’ mai? Niente, un i7 4770k quad core da 3.5ghz (che puo’ arrivare a 3.9).

– Comparto memoria: 16gb in due banchi da 8gb (vedo che si torna al dual channel dopo la fase triple channel).

– Comparto hard disk: qui si fa il salto, con un SSD da 250gb Samsung Evo 840 accompagnato da un disco di lavoro da 1tb Western Digital.

– Come scheda video ho scelto di passare da AMD/ATI a nVidia con una GeForce GTX 760 2gb ddr5. In questi anni ho imparato a mie spese che Adobe e le applicazioni OpenCL supportano meglio nVidia di AMD.

– Tutto questo si appoggia su una scheda madre e qui ho fatto il vero salto, spero buono. Da quando uso i PC ho schede madri Asus ma in questo periodo ho guardato bene molte recensioni e mi sono reso conto che la maggior parte delle cose della ASUS z87 NON mi servivano come non mi servono molte cose nella MB che ho ora (e le ho disattivate per velocizzare il boot). Quindi, visto che in molti siti parlano bene della Gigabyte GA-Z87-HD3 e che temo di avere un bel “brand bias” verso ASUS, ho scelto quella, accertandomi della qualita’ nel lungo termine. In piu’ mi piacciono il dualbios, che mi da piu’ sicurezza per gli aggiornamenti, e alcune caratteristiche hardware.

– Infine come sistema operativo ho scelto di restare con Win7 64bit Professional perche’ alcune cose che mi servono non sono garantite sull’8.

Me lo assemblano e testano da mercoledi’ e sara’ pronto sabato prossimo (o mal che vada lunedi’ 23) cosi’ ho una settimana per prepararmi al trasloco e configurero’ il mio nuovo ambiente di lavoro in giorni abbastanza tranquilli. Bene cosi’.

Come ho detto, cambio computer raramente quindi cerco di scegliere qualcosa che duri a lungo. Questa volta credo d’aver scelto meglio di cinque anni fa :)

Gente

Che senso ha impegnarsi, essere leali, pensare agli altri, donarsi agli altri nel rispetto quando il mondo e’ pieno di gente che mette se stessa davanti agli altri, davanti ai sentimenti degli altri?

Ha un senso ed e’ giusto ma certe cose fan male. Esserne testimoni oppure esserne vittime o anche solo leggerle fa oscillare, anche se poi si ritrova il senso di cio’ che e’ giusto, almeno chi lo ha, lo cerca o spera di averlo o vorrebbe averlo.

[…]

La serata ha portato un altro inatteso evento.

Io pero’ vado a letto ascoltando-mi “La cura” di Franco Battiato.

Io e la Creative Cloud

Io non amo i programmi Adobe.
I loro installer sono lenti, chi ha una licenza lecita spesso pena piu’ di chi sblocca il programma illecitamente, ci sono bug assurdi per programmi definiti professionali. Fino all’anno scorso, poi, i loro programmi costavano un sacco e dopo averli acquistati si riceveva al limite qualche bug fix ma quasi nessuna nuova funzionalita’ salvo comprare, due anni dopo, un nuovo pacchetto.

Io pero’ uso i programmi Adobe. E pure legalmente, sebbene con contratto di favore per l’ambito in cui l’ho fatto finora.
Uso dal 2007 Photoshop, Premiere, InDesign e mi riprometto sempre di imparare After Effects e Illustrator. Fermo restando quanto detto su, ritengo questi programmi molto validi o per lo meno non ho trovato alternative gratuite di pari livello. Se ce ne sono, fatemele conoscere.

Io ho criticato fermamente Adobe per il passaggio al modello software-as-a-service che di fatto ti noleggia il software invece di vendertelo. Sono convinto non sia una buona scelta e che se non altro dovrebbero consentire alle persone di continuare a usare i prodotti quando interrompono il noleggio. Non nascondiamoci dietro a un dito: farlo e’ possibile, ma non e’ legale ne’ esente da rischi, quindi magari ci sara’ chi lo fa ma dovrebbe essere un diritto garantito dall’azienda.

Io pero’, pur avendo fermamente criticato questa politica, sabato ho aderito a un’offerta speciale di Creative Cloud.
Perche’ mai, dira’ il lettore?
Beh, e’ una scelta molto ragionata frutto del fatto che negli anni e da molte esperienze ho capito che coerenza non vuol dire non cambiare mai idea e che le situazioni vanno valutate oggettivamente.

Intanto, a cosa ho aderito? Ad avere, a 12 euro/mese, Photoshop CC, Lightroom, 20gb di spazio cloud e la possibilita’ di pubblicare le mie creazioni su Behance (da solo vale 100$/anno), casomai volessi farle conoscere.

Come mai ho fatto questa scelta?
Prima di tutto perche’ a settembre 2014 mi scade la promozione dei 50gb gratuiti su Dropbox ricevuti acquistando l’S3 due anni fa. Non metto nella cloud documenti privati ma la trovo utile per fare backup di cose su cui sto lavorando (se muore l’HD accendo il portatile o il cell e recupero tutto…) e se necessario condividerle con altri.
Se comprassi spazio extra su dropbox lo pagherei 9.99$/mese, quasi come questa offerta Adobe, che pero’ mi offre un software che ormai uso per tantissime cose, dalla fotografia all’elaborazione un po’ fantasiosa di immagini, alla grafica per siti. Poi c’e’ Lightroom ma su quello mi soffermero’ in un altro post, che io e lui dobbiamo ancora conoscerci.

OK, e’ un noleggio. Ma mi sta bene alla fine, perche’ non e’ troppo diverso dal pagare ogni due anni un upgrade plan. Certo, ottengo meno programmi e non mi restano se lo interrompo (ma ho sempre le versioni vecchie, se la CS6 si puo’ definire vecchia), e su questo insisto nella critica, pero’ finche’ lo tengo potro’ avvantaggiarmi delle migliorie che stanno implementando, a partire da Generator che semplifica molto la creazione di template grafici. In piu’ questo e’ mio, non sono vincolato legalmente e moralmente all’uso in un certo contesto.

Insomma, il noleggio del software non mi piace ma e’ un’opportunita’ che ho colto al volo. E magari e’ l’occasione per trovare il coraggio di far conoscere le mie creazioni ed elaborazioni, anche se quando guardo le cose presenti su Behance mi sento piccolo piccolo…

E non so, forse e’ la mia voglia di creare che si fa piu’ pressante e mi ha spinto in questa direzione. Magari fra un anno cambiero’ idea ma al momento sono felice della scelta e del regalo di Natale anticipato che mi sono fatto.

“Non mi piace ma devo usarlo”

Sento con una crescente frequenza insoddisfazione da amici e conoscenti che usano Facebook e che iniziano a rendersi conto che esporre la propria vita al resto del mondo non e’ proprio una buona idea.
A portarli su Facebook varie cose. L’illusione di recuperare rapporti con persone che non si sentono da anni e che hanno vite e interessi diversissimi. Mancando basi comuni il rapporto recuperato spesso termina in fretta.
Un’altra illusione e’ il rapporto col VIP di turno. Questa e’ ammaliante ma non dura molto.
Il problema non son le illusioni ma i vincoli da cui chi sta su FB finisce per farsi condizionare: “è diventato il metodo di comunicazione per troppo persone che conosco”. Che siano colleghi, amici, compagni di scuola. E scatta il classismo: se sei dentro ricevi le notizie utili alla tua rete sociale. Se sei fuori sei l’alieno e ti senti oppure vieni isolato, anche perche’ molti di quelli che usano FB per comunicare non hanno la minima idea ne’ dei pericoli ne’ delle alternative.

Dicevo comunque che cresce il numero delle persone che iniziano a rendersi conto delle ramificazioni dell’inserire tanti dati online, di quanto la propria sicurezza dipenda dalla sicurezza del piu’ imprudente fra gli amici e ancor piu’ di quante informazioni si ottengano incrociando i dati inseriti da un gruppo di amici o peggio da gruppi di amici e parenti!

Solo che chi vorrebbe uscirne o almeno diminuire la propria presenza ha il problema suddetto: non riescono a farlo, sono vincolati e di solito cio’ porta a improbabili tentativi di autoprotezione (cambiare nome, dire meno cose di se’…). Aiuta, ma non tantissimo perche’ conta anche cio’ che gli altri dicono o “taggano”.
Inoltre se le persone non si cancellano (mandando a FB il messaggio che cosi’ non va), alla fine gli utenti potran solo aumentare e con essi lo strapotere di FB che sara’ libero di ridurre sempre piu’ la privacy perche’ tanto le persone si sentiranno obbligate a stare li.

E a chi sta per bollare questo come un post retrogrado o allarmista, beh, raccomando la lettura di questo articolo che racconta cosa si puo’ ricavare dai dati messi nei social network… sicuri che sia una buona idea?

“Andare via non ti serve a niente…”

“Andare via non ti serve a niente…”
Cosi’ cantano i Pooh in una canzone di una trentina d’anni fa sulla fuga dai dispiaceri.
E io voglio dirlo a chiare lettere: andare via non serve a niente, ma puo’ fare male. Puo’ fare male a chi resta, a chi conta su di noi, alle persone per cui siamo importanti.
Si cade, cadiamo tutti, e’ perfettamente umano essere tristi o stanchi, depressi o disperati. Ma andare via non serve a niente e anzi e’ un atto profondamente egoista. Si puo’ andare via solo se chi ci vuole bene lo capisce e ci appoggia (e qui parlo del suicidio assistito dei malati incurabili) altrimenti no.
Lo scrivo per me, a futura mia memoria: andare via non ti serve a niente.
Il resto viene da se’.

10

Non sono solo dieci anni che ho un blog. Sono anche dieci anni da quel 17 ottobre 2003 che ha segnato cosi’ tante vite.

Oggi non sento nel cuore molti discorsi, anche perche’ ti ho ricordata altrove e meglio, facendo vivere il ricordo di te in chi nemmeno ti aveva conosciuta. Oggi voglio solo riflettere su una cosa: se perdiamo una persona cui volevamo bene ci resta un buco nel cuore. Allora non buttiamo il tempo e non consideriamo numeri, magari inevitabili, i morti elencati quotidianamente dai TG. Sono vite spezzate e lasciano dolori. Preghiamo per chi va e per chi resta o doniamo loro un pensiero di speranza. E lo stesso cerchiamo di fare per chi e’ ancora con noi ma spesso non apprezziamo abbastanza. Lo dico prima di tutto a me stesso…

Anche se
va un attimo via la luna
ogni addio può essere liberta’
la realta’
moltiplica luci e ombre
ci dara’ da vivere senza noi
e si puo’
dividersi e non sparire
se e’ cosi’
riabbracciami quando vuoi…
(Domani, Pooh 2004)

Ciao, Chiara…