E’ passato anche gennaio.
E’ stato un mese caratterizzato da una sola cosa bella: un esame di controllo in famiglia andato bene. E’ la cosa piu’ bella e piu’ importante e si’ basterebbe questo a definirlo bello e a superare tutto il resto.
Poi c’e’ stata la mia scelta di lasciare una cosa iniziata con un amico, perche’ il terzo fra noi che credevo amico in tanti anni e’ rimasto uguale, ma io no, e invece di farmi avvelenare oggi preferisco lasciare.
Poi c’e’ stata una persona che, di nuovo, mi ha fatto male. E forse io a lei.
Poi c’e’ stato il mio regalarmi un anno di lynda.com e il bellissimo Construct2, per esplorare mondi diversi. Poi c’e’ stato il solito virus-senza-febbre-che-ti-mette-KO…
In sottofondo pero’ c’era sempre un buco, una sensazione che non ricordavo da parecchio tempo e che regalava flash angoscianti che non capivo ma che ho dovuto e voluto razionalizzare.
E purtroppo so benissimo cos’e’. Non che razionalizzare sani, ma la verita’ e’ che per certe cose un’epoca e’ finita. Magari e’ solo un momento, magari arrivera’ un’altra epoca, magari sbaglio pure ma e’ quello che sento e vedo. Va bene cosi’, in fondo e’ giusto, in fondo e’ tutto normale e forse pure io faccio stare le persone cosi’ a volte, pero’ non essere piu’ cercati e considerati come prima in un rapporto d’amicizia fra i piu’ preziosi fa il suo effetto.
C’e’ chi ai cambiamenti reagisce diventando appiccicoso e chi se ne sta in disparte, cercando di riempire la propria vita di pensieri, parole (non sempre giuste), impegni. Ma quel buco resta e sai che ci vorra’ del tempo per riadattarti alla nuova realta’, sempre tenendo nel cuore le cose preziose che hai avuto e aspettando a cuore aperto il domani.
Non e’ un post contro nessuno, sto parlando a me stesso per rileggermi quando ne avro’ bisogno.