Un quesito per Di Pietro sul referendum contro il Lodo Schifani

From: Gabriele Favrin
To: italiadeivalori A(antispam)T antoniodipietro.it
Date: Sat, 10 Jan 2004 18:55:41 +0100
Subject: Un quesito

Buongiorno,
sono un cittadino italiano che desidera indirizzare un quesito all’Sen. Antonio Di Pietro o a chi lo rappresenta in Rete. Copia di questa missiva e della vostra eventuale risposta andra’ sul mio blog (http://www.favrin.net/blog/), uno spazio personale online in cui condivido le mie opinioni con amici, conoscenti e visitatori occasionali.

La mia domanda e’ piuttosto semplice:
vorrei sapere se il Senatore e’ consapevole dei costi necessari per attuare un referendum e se ritiene giustificata questa spesa al solo scopo di poter processare cinque (5) persone prima che termini il loro mandato.

Dico cinque per non dire una, ma apparirei troppo polemico e forse verrei inquadrato frettolosamente come sostenitore di questa o quella forza politica. Al contrario, sono un semplice cittadino che ha l’impressione che si voglia spendere il denaro pubblico (cioe’ anche il mio) per poter celebrare un (1) processo.

A me francamente che una delle cinque alte cariche dello Stato sia processata oggi o a fine Legislatura importa poco. Mi interessano di piu’ gli utilizzi che potrebbero essere fatti del denaro pubblico che l’Onorevole Di Pietro vorrebbe destinare a un referendum su questo tema.

Capisco la questione di principio, ma a volte prima del principio viene il buon senso. Almeno a parere del sottoscritto.

In attesa di una risposta porgo i miei piu’ cordiali saluti.

Servire la Patria…

Sfrutto la piccola e immeritata notorieta’ di questo blog per dare spazio e voce al mio amico Fabio che, per gioia di pacifisti e antimilitaristi, nonche’ del ministero delle politiche sociali, ha deciso di fare il servizio civile invece di stare a far la guardia a una caserma.

Scelta legittima e ammirevole che gli permettera’ di far del bene agli altri. Scelta anche suggerita e voluta da molte campagne dei vari ministeri che ora propongono la stessa cosa anche a chi non sarebbe tenuto per legge a fare il servirzio civile.

Ma cosa c’e’ sotto? Com’e’ la realta’ dei fatti?

La realta’ e’ che ‘sto ragazzo e’ stato mandato senza alcuna esperienza a fare da sostegno ai bambini di prima elementare con difficolta’ varie. Non gli hanno detto cosa deve fare e come, solo che lo deve fare. Per legge. Se non lo fa rischia grane con la giustizia. Se lo fa male, peggio per i bambini. L’importante e’ che lo faccia, che risulti che sta svolgendo il servizio civile, che sta “servendo la patria”.

Che la stia servendo e’ poco ma sicuro, come e’ sicuro che lui dalla “Patria” e’ trattato peggio di un servitore, in senso letterale. Ecco in che topaia (non e’ un eufemismo) lo hanno sistemato per la notte (e ricordiamo che dovrebbero fornirgli vitto e alloggio):

  • biblioteca riadattata come stanza;
  • letto con rete scassata;
  • niente doccia e bidet, solo un lavandino privo di acqua calda e un wc per disabili decisamente scomodo per persone abili;
  • pranzo alla mensa della scuola, cena con qualcosa preparato dalla cuoca della scuola (mica sempre) che lui deve scaldarsi;
  • per fare la doccia deve attraversare l’edificio;
  • telefoni non ne parliamo: se vuole chiamare o ricevere chiamate puo’ contare sul suo cellulare (a spese sue, quindi);
  • altro che potete leggere sul suo blog.

Allora adesso io chiamo a raccolta tutti i miei lettori, nonche’ i signori che riempiono i discorsi parlando di “volontari” e di “popolo della pace”, perche’ si informino, si documentino e sentano se qualcuno che ha le loro stesse idee puo’ ottenere un trattamento piu’ degno durante questo anno in cui deve servire la Patria.

Intanto per saperne di piu’ leggetevi il blog di Fabio. e giudicate voi stessi.

Evviva l’Italia.