Lettera per un’amica

Ciao, come stai? Scommetto molto meglio di me… me l’hai fatto sentire come stai, in fondo. In questo periodo pero’ sono stressato, ho tanti pensieri, problemi a casa (te ne sei accorta? Vorrei solo essere piu’ sereno io…), qualche incavolatura, ritmi che cambiano e l’impressione (piu’ che concreta) di non riuscire mai a fare tutto cio’ che devo.

E cosi’ sono passati tre mesi. Gia’ tre mesi o appena tre mesi… La mattina di tre mesi fa ho pensato “non riusciro’ mai piu’ a essere felice, non ne saro’ capace, il pensiero tornera’ sempre a lei”. Ma non e’ vero. A un certo punto e’ scattato in me qualcosa.. una molla. Sara’ qualcosa insito nella natura umana, sara’ un dono del cielo, sara’ stato un tuo abbraccio. Comunque sia mi sono rassegnato, sai? No, che brutta parola, non e’ rassegnazione, e’ accettazione. Tu non ci sei. Ti rivedro’, so che vegli su di noi (e quante volte l’hai dimostrato! Che se lo scrivo qua mi mandano la neuro a casa, pero’ e’ vero…) ma adesso non ci sei e in questa vita non ci inconteremo. Non come avremmo potuto.

Sia chiaro, mi manchi e a volte se penso a come sono le cose provo dolore. Una grande angoscia. Ma non tristezza. Forse in cuor mio ho intuito il disegno delle cose, che quanto accaduto, seppur atroce e doloroso, fa parte dell’ordine naturale. Forse ho capito che devo continuare a vivere, che e’ quello che tu per prima vuoi, li dove sei adesso, nella nuova fase della tua esistenza.

E allora in questo mare di pensieri la cosa piu’ triste e’ ricercare la sofferenza provata. E’ crogiolarsi nel pensiero del distacco, nel ricordo di quei giorni. E’ ripensare che il 17 Ottobre te ne sei andata. Andrea ha creato il sito per te, lo hai visto? Avevamo pure fatto il dominio ma qualcosa inspiegabilmente non ha funzionato. Inspiegabilmente… una coincidenza, una delle tante. Son mesi che ne capitano. E comunque si’, quel sito e’ fatto con affetto ma mette tristezza, mentre io voglio ricordarti, voglio pensarti con serenita’! Te li ricordi i miei “vuoti di silenzio” che ti facevano paura, come dicevi scherzando? Se rileggo quel log, quello dellsa sera in cui ci siamo telefonati, scoppio a redere e mi riempie di serenita’ pensare a te in questo modo.

Pero’ lo confesso, qualche volta non risco mica ad accettare tutte le cose che ho enunciato qui. Sere fa la tua sorellona e un paio di altri sardi hanno fatto un raduno virtuale di Nillissiani (si dira’ cosi’?) in chat. Erano allegri e sereni ma mentre li leggevo provavo un po’ di disagio perche’ sentivo che il futuro era quello: andare avanti senza di te. Accettarlo, tutti. Poi capita anche a me. Di momenti belli in questi ultimi tempi ne ho avuti, grazie anche a certi amici fantastici, ma a volte… c’e’ una parte di me che ancora si ribella, che non accetta. Sara’ la parte piu’ umana, piu’ legata a questo mondo e alla percezione sensoriale delle persone. La piu’ umana appunto.

Ma adesso mi sto dilungando e peggio che mai avro’ confuso le idee alle persone che mi leggono, soprattutto a una. Spero di non farle male con questi pensieri in liberta’. Scusami se gliene ho fatto, ma volevo scriverti, volevo farlo ora per dirti che ho capito, che piano piano sto andando avanti lungo la mia strada proprio come tu ora percorri la tua.

Ciao Chiara, TVB!