Iraqi blog, un’amara constatazione

E’ finalmente arrivata una risposta all’interrogativo che ponevo un mesetto e mezzo fa: Che fine ha fatto Iraqi blog?

Il problema e’ che forse questa risposta era meglio non riceverla e pensare che la colpa dell’improvviso silenzio fosse esclusivamente di un esercito cieco e cattivo che aveva imposto il coprifuoco telematico a Salvo, l’autore del blog in questione.

Cosi’ non e’.

Il blog di Salvo c’e’ ancora, solo che adesso e’ disponibile solo per i suoi amici di Roma e poche altre persone, sta ad un indirizzo segreto ed e’ protetto da nome utente e password. Questo fatto l’ho saputo qualche tempo fa da un amico, ma non lo avevo scritto perche’ pensavo che Salvo agisse piu’ o meno in clandestinita’ aggirando i divieti o comunque che non volesse pubblicita’.

Ora invece apprendo che ha spedito una lettera a Pino Scaccia, famoso inviato di guerra RAI, in cui spiega le sue motivazioni e parla del blog privato.

Beh, devo dire che la cosa mi da’ un po’ fastidio perche’ se Salvo puo’ andare allo scoperto e dire che ha un blog privato (cosa comunque piu’ che legittima e comprensibile, nonche’ coerente con le sue intenzioni iniziali, come scrive nella lettera) mesi fa avrebbe potuto benissimo scrivere due righe sul blog pubblico per dire, a tutte quelle persone che da un giorno all’altro non hanno piu’ avuto sue notizie, che stava bene e di non preoccuparsi. Invece si e’ limitato a svuotare il blog e costringere molte persone (penso piu’ di quante immagini) a indagare fra i commenti dei blog dei suoi amici per scoprire qualcosa.

Un po’ di rispetto in piu’ forse anche noi, suoi anonimi lettori, lo meritavamo.