Grazie Davide

In fondo in questa giornata schifosa la mia luce e’ stata la persona che ieri sera avrei strozzato.

E allora grazie Davide…
… per la sonda ;)))
… per le battute
… per le emozioni che mi sta dando il tuo regalo
… per avermi fatto riscoprire il mio vecchio CD di Jahn Teighen con Caruso
… per essere un vero amico e per far parte dei miei Tutti :)

Lezione di vita

Oggi ho imparato due cose da due persone diversissime:

1) che la GELOSIA e’ un male che rende cieche anche le persone piu’ intelligenti. Dopo la gelosia viene la rabbia e la rabbia distrugge la ragione e trasforma persone normali, esempi per la societa’, punti di riferimento per le famiglie, in maleducati sarcastici e impulsivi.

2) che l’affetto si conquista, non si ruba.

E’ proprio vero che non si puo’ mai sapere chi puo’ insegnarci e cosa…

In ogni caso voglio fare miei questi due punti e lasciare persone colleriche (e sinceramente molto maleducate) alle loro convinzioni, ai loro insulti, al loro mondo di ritorsioni e sgambetti. Gelosia? Rabbia? Tenetevele se non sapete conquistare abbastanza affetto dalle persone che avete attorno. Io continuero’ per la mia strada. Passa davanti a chi con non curanza mi definisce un malato di mente perche’ contesto offese e sarcasmo verso persone a cui tengo?

Amen. Io resto dove sono e continuo per la mia strada. Del resto io non vengo cercato solo da chi deve farsi dare un’informazione. Tie’ :)

Adesso sto molto molto ma molto meglio.

Paralleli

E’ strano scoprire che certe situazioni di stress non si verificano solo sul posto di lavoro ma anche in momenti di lavoro volontario…
Oggi durante la mia lettura quotidiana di Slashdot.org ho trovato il link ad un articolo che descrive perfettamente lo stato emotivo in cui io e un’amica ci siamo trovati recentemente.

Parlo di lavoro volontario e che mi legge puo’ pensare alla mia Parrocchia. Nulla di tutto cio’, li le cose vanno benone, pero’ il riferimento mi permette di tracciare un parallelo a cui pensavo gia’ da tempo.

Lavoro volontariamente in due ambiti e ho a che fare con due persone che, ci penso da tempo, in fondo sono simili. Uno e’ un vecchio parroco alla vigilia della pensione. Lui e un’altra persona si assomigliano tremendamente: fanno molte cose buone, hanno dedicato la vita agli altri, hanno un carattere forte e una grande determinazione. Non esistano a usare la prima persona singolare per esporre le loro idee, senza farsi remore se cio’ che dicono e’ scomodo o impopolare. Sono entrambe persone che stimo moltissimo per come ragionano e per quel che fanno nei loro ambiti. E questo e’ un complimento sincero.

La differenza fra loro l’ho imparata lavorandoci assieme, ed e’ una differenza netta. Entrambi sono al timone e sanno che e’ compito loro guidare la nave. Il vecchio parroco pero’ ha capito che da soli non si va da nessuna parte e che perche’ la nave arrivi alla meta bisogna avere bravi marinai. E’ lui che indica la rotta, pero’ ha l’umilta’ di ammettere che da solo non puo’ fare tutto e che gli servono gli altri. Il cammino puo’ percorrerlo solo CON GLI ALTRI. E anche se le decisioni finali spettano a lui, tratta gli altri alla pari, da’ loro motivi per lavorare, per sentirsi parte del progetto, da’ incentivi e spazi per sfruttare al meglio le altrui capacita’. La domenica dal pulpito propone i suoi insegnamenti ma appena finisce la messa e’ un uomo in mezzo agli uomini che sa accettare e sostenere i suoi fratelli, gli unici che gli permettono realmente di arrivare alla meta. Che e’ fare del bene agli altri.

Ecco, per quanto io critichi i sacerdoti e molte loro posizioni, quest’uomo lo apprezzo perche’ quando lavoro con lui mi sento un suo pari, non un mozzo che deve guardare da lontano il tavolo imbandito del capitano. Chissa’ se e’ solo il carattere o se e’ merito della sua educazione culturale. In ogni caso grazie, don Armando, per avermi accolto nella sua nave e farmi sentire sempre un suo fratello. Vorrei che fossero tutti come lei.

Piccole cose…

In fondo a volte son le piccole cose che rendono felici…
Cose che in realta’ viste da fuori sono piccole ma per te sono grandi.
Ricevere un messaggino della buonanotte da una persona da cui un tempo credevi non ne avresti mai potuti avere e’ troppo bello e regala un po’ di speranza che ogni situazione, anche la piu’ buia, possa evolversi bene. E capisci che anche se alcuni ti abbandoneranno, perche’ la vita e’ cosi’, troverai sempre persone belle al tuo fianco.

Parole che aiutano, parte 2

…perché basta un niente per esser felici,
basta vivere come le cose che dici,
e dividerti in tutti gli amori che hai
per non perderti, perderti, perderti mai.

Canzone per Alda Merini, Roberto Vecchioni

Alla fine dell’esecuzione del brano la poetessa recita dei versi splendidi che mi fan venir voglia di leggere altri suoi scritti anche se serve una mente molto aperta per farlo… ma forse e’ meglio aprirsi al cuore altrui che chiudersi nel dolore dato da tutte quelle belle persone razionali pronte a vivere felici e contente dopo averti ferito, aver rinnegato l’affetto, aver macchinato alle tue spalle.

E intanto ho cambiato idea. Che ognuno si scelga il maestro di vita che vuole, che ognuno tragga coraggio dalle parole che preferisce, che ognuno lo dica pure. Basta non imporlo agli altri e vivremo tutti in pace. (solo gli stupidi non cambiano idea)

Regali… eterni nel tempo

Chi segue questo blog sa come il mio lettore CD e’ tornato alla vita dopo anni di disallineamento.

Recentemente ho iniziato a rispolverare, anche in senso letterale, i vecchi CD e ho ritrovato un live di Vecchioni che all’epoca dell’acquisto mi aveva lasciato interdetto. Troppo impegnati i brani, pochi i successi che conoscevo, cupe alcune atmosfere.

Ora lo rivaluto, oggi “Canzoni e cicogne” e’ un disco che mi piace ascoltare. Non davanti al PC, no, seduto sul letto o sdraiato, con le cuffie o dalle casse acustiche. Non alto, perche’ e’ musica da capire non da distorcere.

Cos’è rimasto delle gioie
e dei miei improbabili dolori?
Cos’è servito il tempo
dei miei straordinari batticuori?

[…]

Gli anni t’inseguono
quando sei solo
gli anni ti parlano
ma non è vero

Gli anni rimangono
silenziosi, leggeri,
stanno dove li metti
e si nascondono
negli odori, nei fogli,
nel whisky, nei cassetti
gli anni si impigliano
e si aggrovigliano.

Vorrei parlarti
vorrei spiegarti
vorrei lasciarti
e poi cercarti.

Io vorrei capire ma forse fa parte di un percorso anche questo addio.
O forse e’ come dice Vecchioni.

Vorrei sognare
che è stato solo un sogno
che mi hanno raccontato
senza dormire
perché il mondo non c’è
quando io sono addormentato…

Certo e’ che ascoltare e pensare allontana un po’ i dispiaceri. E’ meglio pensare che soffrire o odiare per sempre chi distrugge con la penna o con una telefonata, senza nemmeno accorgersene.

Magari un giorno saro’ su una sedia a confondere il presente con il passato. E allora a cosa sara’ servito soffrire cosi’ tanto per le meschinita’ e i fraintesi?

Forse tutta la vita e’ un percorso.
Questa vita e quella dopo e quella dopo ancora e chissa’.

Mettere dei punti… o delle virgole

Ieri un caro amico, una persona che stimo moltissimo, mi ha detto questa frase a proposito di situazioni che lo riguardano.

Curiosamente e’ una soluzione che mi sono trovato ad adottare anch’io in questi giorni, in varie situazioni diverse fra loro.

E’ che a volte certe intese smettono di essere tali e allora e’ inutile prolungarle oltre: si finisce per illudersi e soffrire. Poi ci sono persone che agiscono come bambini senza esserlo da vent’anni e arrivi a chiederti se siano in malafede… finche’ non ti sorge il dubbio che invece siano diventate incapaci di valutare la realta’ che le circonda o forse si siano addirittura create un mondo tutto loro in cui il nero e’ bianco e il bianco e’ nero.

Insomma, a volte le relazioni interpersonali si complicano e per quanto tu cerchi sempre di vedere il “buono” negli atteggiamenti delle persone a cui tieni capita che quel “buono” non ci sia piu’ e basta, che sia ridotto a un’invenzione di entrambi, un echo di quando c’era. Allora perche’ farsi male e farsi far male? Ci metti una pietra sopra e via. Le virgole o i punti e virgola si possono mettere ma bisogna essere in due ed essere sinceri e volonterosi. Non basta fingere che nulla sia successo o nascondere con un tvb problemi destinati a riemergere al primo contrasto. In quel caso meglio il punto e concentrarsi su chi ci vuol bene e che magari abbiamo finito per lasciare in disparte a soffrire facendolo sentire meno importante di quel che in effetti e’ per noi.

E’ doloroso decidere di mettere un punto, lo e’ infinitamente soprattutto per persone con il mio vissuto, tuttavia mi sto accorgendo che dopo averlo fatto ci si sente meglio e si osservono con meno dolore e una salutare dose di distacco certe cose. Nei giorni scorsi ne ho messi due e mi sono sentito meglio. Se diventeranno tre non dipendera’ da me. Io ho solo smesso di prolungare agonie inutili. Per il mio bene. E scusate se e’ poco.

20 anni e 1730mhz fa…

…che strano effetto che fa’ scrivere su una tastiera cosi’… coi tasti neri e le lettere bianche… in questa posizione poi… mi fa tornare in mente quelle sere di vent’anni fa in cui tredicenne stavo sdraiato sulla moquette cfol c64 davanti e la tv 9″ bianco e nero…

Adesso davanti a me c’e’ un monitor LCD (e confermo tutte le mie critiche), sotto la tastiera un concentrato tecnologico che nel 1985 sarebbe stato definito fantascienza… poi quel cavo ethernet che va` al router e mi porta 512kb/s (col registratore del c64 caricavo 8k in 10 minuti…)…

Dietro a me ci sono vent’anni di esperienze, non tutte belle, non facili, vent’anni di incontri, gioie, errori…

E’ la vita che va avanti: cambia il mondo che ci circonda, cambiamo noi… e a volte qualcosa per caso ci fa ricordare come eravamo e ci fa riflettere per un attimo sulla nostra vita.

Cmq postero’ ancora prima del 2025 ;-)

Ciao zia

Ciao zia Ida, che la tua esistenza prosegua serena nel mondo del dopo.

I tuoi cari in queste ore sono stretti attorno a te a ricordare la tua vita fatta di difficolta’, figli, parenti. amici. Vita lunga, faticosa, dolorosa ma che hai affrontato con coraggio e con quello spirito tipico delle migliori persone della tua terra.

Ho avuto poco a che fare con te ma so quanto hai fatto e cosa hai rappresentato per le persone a me piu’ care ed e’ per qussto che ti ricordo qui e ti dedico il mo impegno odierno nel portare avanti il lavoro su un sito nato per dare speranza e aiutare chi ne ha bisogno.
Sei stata forte e hai affrontato tante prove difficili, fino alla fine. Ora goditi la serenita’ del paradiso e riabbraccia le anime dei nostri cari che ci hanno preceduto lassu’.

Gabriele

life.elements

E’ difficile sentire la mancanza di cio’ che non avevi da tempo e ti illudevi di avere ancora. Succedera’ presto lo so ma per adesso e’ tutto normale anche perche’ ho riempito la vita di libri e cose nuove da imparare.

In fondo e’ tutto come life, il giochino.

E’ una grande metafora non soltanto della vita cellulare ma anche delle persone.

Costanti e variabili

In fondo la musica, i nostri familiari e i tramonti infuocati di sole sono le uniche costantii della vita. Il resto, salvo rare eccezioni, cambia e non ci si deve illudere che non sia cosi’. Noi per primi ne siamo un esempio.

Atterrasti qui per cambiare vita
tua sorella in fondo c’era gia’ riuscita
quale vento ti strappo’ il biglietto di ritorno
il quanto giorno di un’estate fa…

Terry B. – Pooh, 1986 – sembra ieri che quindicenne mi sgolavo a cantarla e riavvolgere il nastro per sentirla ancora e ancora, dalla cassetta di Giorni Infiniti prima e da Goodbye poi. Adesso per riascoltarla premo un tasto e riparte.

E’ cambiato quasi tutto il resto, davvero, a partire da me.

Il tempo ci cambia

Forse bisogna solo accettare il fatto: il tempo ci cambia. L’eta’, le esperienze, le sofferenze e le gioie. Tutto influisce su di noi e ci rende diversi, cambia il nostro modo di porci rispetto agli altri e rispetto a noi stessi, cambia i nostri obiettivi, la nostra consapevolezza di noi e degli altri

Il tempo ci cambia e a volte ci allontana, magari non per cattiveria, per volonta’ o per scelta. Succede e basta. Succede che veniamo travolti da noi e da cio’ che cerchiamo e non vediamo piu’ gli altri; succede che vediamo gli altri in modo diverso; succede che non accettiamo piu’ ne’ gli altri ne’ cio’ che siamo; succede che cerchiamo qualcosa e non lo troviamo; succede che detestiamo l’immagine che gli altri si sono costruiti di noi e preferiamo dimostrare loro anche con “la forza” (metaforicamente parlando) che non siamo (piu’) cosi’.

E succede che ci si perde e piu’ si cerca di non farlo piu’ ci si allontana. Da una parte chi vuole che tutto resti com’era, dall’altra chi grida per dimostrare che no, ora e’ diverso.

E le belle parole, i proclami di amicizia per sempre e le promesse di reciproco sostegno sono parole nell’eco dei giorni passati.

Succede a me, e’ successo a lei, succede a te.
Saremo abbastanza intelligenti da salvarci?

Costruire biblioteche

Oggi sono riuscito a costruire un ragionamento sensato :)

E’ un semplice sito che punta sui CONTENUTI, non e’ saggio costruire una biblioteca e poi scrivere i libri

Significa che se mi metto a scrivere il programma FORSE “domani” potro’ fargli fare tutto cio’ che desidero ma perdero’ di vista la finalita’ principale del sito: informare. Senza contare che se un domani mi servisse una funzione e non avessi tempo o voglia di (imparare a) crearla sarei bloccato, un po’ come succede agli amici di un certo sito (che poi il mio nasca anche per l’immobilita’ da quelle parti e’ un’altra questione ;-)

Tutto cio’ per dire che pensa e ripensa ho deciso che si’, per semplice.info usero’ un software di wiki, pur limitando la creazione delle pagine a persone selezionate almeno all’inizio.

Problema che software usare? Fino ad oggi credevo esistesse solo MediaWiki, quello su cui si basa la Wikipedia, e mi piaceva pure o meglio ero pronto ad adattarmici. Solo che… piu’ leggevo le specifiche piu’ trovavo assurdita’ e limiti: non puoi fare questo, per fare questo devi modificare direttamente il database MySQL (!) e via dicendo…

Al che ho avuto un lampo di genio (?) e ho cercato ‘wiki software’ su Google… salvo ricadere sull’apposita pagina di Wikipedia e scoprire che di software ne esiste un bel po’!

Ho letto varie recensioni, visitato diversi siti e alla fine trovato un programma senza troppe pretese, che non sbandiera mega funzionalita’ ma che sembrerebbe fare al caso mio: pmWiki. Fa le cose che un Wiki deve fare, e’ leggero, non richiede risorse enormi, volendo non si appoggia neppure a MySQL (per alcuni sara’ un difetto, per me e’ un pregio non usare ben due server -quello web e quello MySQL-) e per di piu’ mi piace la filosofia con cui l’autore lo scrive. Presto lo mettero’ alla prova per vedere come se la cava e per imparare io stesso a gestire un Wiki e rendere il mio futuro sito cio’ che desidero diventi.

Alive and OK :)

Ma si ke posto, state tranquilli ;-)

E’ stato un periodo un po’ strano, anzi continua a esserlo: e’ cambiato l’equilibrio e l’ordine della mia vita e in questi casi ci vuole un po’ per ritrovarsi… e forse e’ il caso di cambiare un po’ di cose, anche per questo ho gettato al vento alcune ‘dighe’, alcune barriere e ho iniziato a studiare cose che non conoscevo a fondo e che posso imparare a fare, per bene.

Non basta certo, anzi e’ si aggiunge il problema che e’ terribilmente difficile, almeno per me, trovare un equilibrio fra studiare, sperimentare, lavorare e chattare con gli amici e non tutti sanno capirlo. Li capisco io ma, amici, sono un essere umano :)

Comunque la vita scorre… vi raccontero’ qualcos’altro poi… fra cui un bellissimo incontro!
Per ora annuncio che per il secondo anniversario del blog a fine agosto (gia’ due anni?!) si passa a WordPress e ci sara’ un regalo speciale per tutti :)

Tenerezza

Un tempo capitava spesso di sollevare la cornetta e sentire una voce sconosciuta chiedere di qualcuno che non abitava li. “Mi spiace ha sbagliato” si rispondeva, poi l’anonimo interlocutore si scusava e riattaccava.

Oggi con i cellulari, i “telefoni di casa che giocano a fare i telefonini”, tutto questo e’ piu’ raro: un tasto e il numero e’ fatto.

Colpisce e intenerisce quindi rispondere sul cellulare a un numero fisso sconosciuto e sentire una vocina piccola piccola chiamare con tutto l’amore di bambino “mamma…”…

Colpisce e intenerisce, appunto, cosi’ con tutta la dolcezza che hai rispondi con un semplice “hai sbagliato numero…”. Due secondi e il cucciolotto riattacca, vinto dalla timidezza che si ha da piccolini sbagliando un numero (e me la ricordo :).

Sembrera’ una cosa da niente ma sono quei piccoli momenti di vita quotidiana che possono rasserenare una giornata, soprattutto quando riesci a essere gentile col tuo prossimo.