Stanco ma sereno

Oggi in canonica ho incontrato don Marco. Mi ha chiesto come andava e gli ho risposto con la frase che riporto ora: “a volte cambia la data e ti senti rinascere”. Fra il 31/12 e l’1/1 cambiano solo dei numeri, eppure e’ come se fosse scattato qualcosa in me e mi sono messo a fare molte cose che non mi decidevo ad affrontare, seppure il 2007 e’ stato un anno intenso.

Ho sistemato alcuni siti, ho ripreso ad aggiornare con regolarita’ SOS Computer (e con 26 risposte ad altrettante domande in appena 9 giorni si va verso un mese da record) ma soprattutto mi sono messo a leggere con regolarita’. Non narrativa ma libri per espandere le mie conoscenze. Don’t make me think, su come creare interfacce web intuitive, un libro su teorie e tecniche di comunicazione, uno sulla fotografia digitale e uno che introduce all’uso dei software di montaggio video, la nuova frontiera che sto esplorando e con cui montero’ il corto a cui lavoro con l’amico Oreste.

Gia’, il corto…
Oreste mi ha dato le prime clip del video fatte in alcune location… e’ fenomenale, mi chiedo come abbia potuto realizzare certe scene. Se saro’ all’altezza di montarlo decentemente verra’ fuori qualcosa di grande impatto. E poi siamo in sintonia: ha ripreso cio’ che io immaginavo andando ben oltre quanto possibile solo leggendo i dettagli del mio racconto di base della trama.

L’impegno premia, arrivano opportunita’ e regali, come il bellissimo disco esterno/media player che due carissime persone mi hanno donato a sorpresa o come alcune cosine che mi sono preso di recente e che mi aiutano… a fare di piu’ per gli altri e meglio, che e’ la cosa piu’ importante. Quest’anno voglio proseguire la strada iniziata nel 2007 e portare a termine un po’ di progetti… oltre a riordinare alcuni aspetti della mia vita. Ce la faro’? Per adesso so che i miei ultimi neuroni reclamano un po’ di riposo quindi ciao a chi ha letto fin qui ;)

Ah, domani (oggi 10/1, ormai) visita semestrale di controllo dalla dr. Franch, la prima dopo un pezzettino. Incrociamo le dita. Pensatemi! ;)

Accorgersi che…

Capita che poi
quando non hai voglia piu’ di crederci
ti cade addosso un’emozione.

Il brindisi del 2008 coi pensieri che correvano a 365 giorni fa mi ha fatto capire che COMUNQUE, nonostante tanti egoismi, altrui ma anche miei, il 2007 e’ stato un anno fantastico.

E per il 2008? Spero che i doni che ho avuto io piovano sui miei cari e sulle persone a cui tengo, quelle vicine e quelle piu’ lontane.

Auguri e un abbraccio!

Addio prof. Rama e grazie

Nella notte fra il 27 e il 28 dicembre si è spento il prof. Giovanni Rama, l’oculista geniale, bravo, competente, innovatore che dal febbraio 1972 e per quasi tre decenni si è preso cura dei miei occhi.

Oggi gli interventi che ho subito durante l’infanzia sono diventati più semplici ma trentasei anni fa era un altro mondo, con infiniti più rischi. Lui mi ha operato, lui ha curato la mia catarrata congenita e ogni altra patologia conseguente. Lui ha sanato con amore e delicatezza i miei occhi di bimbo di appena 8 mesi e mi ha seguito per tutti gli anni successivi.

Lui che per primo aveva intuito l’importanza di lasciare i genitori vicino ai figli piccoli in ospedale e di farli entrare nell’anticamera del gruppo operatorio perché i bambini appena svegli sentissero la loro vicinanza. Lui che era di poche parole ma aveva un cuore grande e si emozionava di fronte ai traguardi raggiunti dai suoi pazienti. Lui che con umiltà mi indirizzò ai suoi collaboratori quando lo ritenne opportuno. Il caro dott. Monterosso che mi operò nel 1985 per un distacco retinico (e che morì esattamente vent’anni e un giorno prima del prof. Rama, il 27 dicembre del 1985); poi nel 2000, forse sentendosi vicino alla pensione, la dottoressa Franch, anche lei cresciuta professionalmente con lui, che tanto ha fatto per me negli ultimi anni.

Lascia un vuoto, un vuoto professionale per i suoi colleghi e umano per chi vede grazie a lui.
Non ho conosciuto mio padre e ho scomposto questa figura nei suoi diversi ruoli (colui che cura, colui che insegna, colui che gioca, ecc) attribuendoli ad alcune delle più belle persone che ho incontrato nella vita. A lui il ruolo di curare e ringrazio il Cielo per quanto bene l’ha fatto.

Apprendo dai giornali che è morto dopo una lunga malattia. Il dispiacere per la scomparsa è mitigato dalla consapevolezza che dove si trova ora sta sicuramente meglio e non soffre più, nonché dalla certezza che il Signore gli darà merito per tutto ciò che ha fatto per noi nei suoi quasi 83 anni di vita.

Grazie dal profondo del cuore prof. Rama e una preghiera per lei e per i suoi cari.

Gabriele Favrin

Bilanci di fine anno

Cosa dire del 2007?
Il link quassu’ con il ringraziamento alla dottoressa Franch che mi ha cambiato la vita basta a definire l’anno meraviglioso? Dovrebbe! Ho atteso 17 anni di curare quel buco e indubbiamente la mia vita e’ cambiata in meglio in un modo che non posso neanche descrivere. Potrei citare il mio camminare piu’ liberamente in citta’, il mio cavarmela meglio nelle situazioni sconosciute, il mio leggere facendo meno fatica, le porte di nuovi interessi (fotografia, grafica, fotoritocco, sin anche a montaggio video) che mi si sono aperte…

Che anno lungo a ben pensarci! Lo vedo diviso in fasi di luce, come fosse una lunga giornata…

La notte in gennaio e febbraio…. paura… dubbi… preoccupazioni circa l’intervento e per i problemi incontrati inizialmente in reparto e risolti dalla dottoressa, timori… poi il volo, il capogiro di un’anestesia e via verso la primavera, iniziata per me il 21 febbraio ed esplosa in un marzo di luce.

Gia’, marzo… mi sembra un’eternita’ da quando il caro, grande, don Danilo mi affido’ il suo portatile per portarlo a riparare (con tanto di delega su carta intestata che mi ha inorgoglito da matti!). L’ordine della macchina digitale, le prime foto, le rogne col caricabatterie, i primi passi con i programmi di grafica, io che capisco e apprezzo i livelli, i nuovi programmi, la facilita’ di leggere (ancora con la lente ma almeno non vedendo le lettere doppie), andare per la prima volta da solo fino da mia nonna, poi una lite che avrei voluto evitare, poi il perdono verso un altro amico, poi…

Poi aprile e maggio di foto, camminate, luce che entra diversa nell’occhio e mi fa ricordare l’infanzia e l’adolescenza visto che era dall’alba dei 18 che la mia vista era totalmente alterata. Poi abituarmi all’equilibrio definitivo degli occhi, con lo sdoppiamento eliminato, un po’ di astigmatismo acquisito in questi anni e un’anima ancora inquieta da rasserenare… poi giugno e il racconto per ricordare un amico e dare un senso alla sua vicenda che mi e’ costato tantissimo, forse troppo. Poi il cuore che inizia a chiudersi…

Poi mezzogiorno che porta con se’ distacchi estivi che non immaginavo sarebbero stati cosi’ lunghi, libri da leggere, serenita’ da inseguire e denti da curare. Un’amica da sfiorare, un amico per cui tremare, un nuovo caro grande amico incontrato a pochi passi da qui, in quella fucina di belle anime che e’ la mia parrocchia. A fine agosto il brivido della disintossicazione forzata dal web e la lotta con call center e operatori preparati ma cocciuti e gestori in competizione fra loro a spese mie.
Poi settembre, autunno di nuove scoperte e opportunita’, la voglia di scrivere che ritorna, una nuova storia e un’altra all’orizzonte, sperando non mi costi ancora, ammesso ci sia qualcosa da spendere.

Poi il giorno si fa sera e mi accorgo che il mondo sta cambiando e forse sono cambiato anch’io, piu’ di quanto volevo. Opportunita’, nuove esperienze, libri da leggere, citta’ sommerse da seguire, miei sogni da curare e migliorare… e il cuore? Ritrovare il cuore con un Sacramento, con un dono di un amico prima che un sacerdote che riesce a capirmi come pochi e mi ha dato il motivo per fare un passo in avanti, vivere piu’ serenamente e nel frattempo magari ritrovarmi.
Ritrovarmi come forse in parte ho ritrovato alcune persone e altre vorrei ritrovare. Ritrovarmi come ho trovato un po’ di chi ha cambiato strada nelle persone che conosco oggi. Ritrovarmi un po’ come decidere di non dover seguire per forza gli altri se il percorso che hanno intrapreso non mi convince.

Un anno brutto? Un anno bello? Un anno che ripeterei? Nah, sono tutte frasi che non hanno senso. E’ stato un anno vissuto intensamente, molto intensamente! Ho fatto quasi tutto cio’ che volevo fare quest’anno, con delle importanti eccezioni purtroppo… alcune per pigrizia altre per timore forse ingiustificato di non esserne ancora in grado o per ragioni che andrebbero spiegate e ascoltate… e si’, ho perso il mio peso e devo rimettermi a dieta. Soprattutto pero’ devo e voglio portare avanti i miei sogni e la ricerca di serenita’.

L’anno e il post si chiude pensando ad un’amica, una grande amica, che da domani cambiera’ vita. Abbiamo giocato a Sims, sognato, scherzato, riso, inventato e portato al successo la posta del cuore della Girandola, litigato, pianto, sperato… e ora vola, vola Mafalda verso la vita serena che ti stai costruendo. Ti auguro ogni bene grande amica mia, Dio e l’Angelo che sai veglieranno su di te! :*
Il tuo balzo e’ motivo di speranza e serenita’ per chi ti vuole bene e chiudere questo post cosi’ e’ bello e rasserenante.
E premo “pubblica” sulle note di Domani (l’ho messa io, stavolta :)

Un mondo a colori

E se per ogni suono anche voi vedeste un colore come me e quanti sono “affetti” da sinestesia? Forse il vostro mondo somiglierebbe un po’ a quello del video One.

No, non vedo tutto quel caos a ogni parola, pero’ alcune parti del video possono dare un’idea a chi vuol sapere com’e’ sentire un qualsiasi suono e vedere istantaneamente un colore ad esso legato… ;)

Saggezza condivisa online

Trovo, mi ci riconosco in pieno, copio e incollo:

Nella vita, ci sono dei momenti in cui una persona ti manca molto, e tu vorresti tirarla fuori dai tuoi sogni per stringerla molto forte tra le tue braccia!
Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma noi continuiamo a guardare la porta chiusa e non diamo importanza a quella appena aperta.

Mi e’ appena venuta un’idea per Natale… ;)

E’ bello

Alcune cose sono belle e riempiono il cuore:
– migliorare il sito della propria Comunita’;
– vedere la gratitudine di persone a cui regali un briciolo d’attenzione;
– vedere la fiducia di persone che conosci appena e che contano su di te;
– costruire un sogno, per una volta non da soli;
– avere ancora voglia di comperare un libro di carta per imparare a fare cose nuove;
– chiudere gli occhi e sognare musica e colori…

E’ stato un anno molto arido per varie ragioni: anche se la luce dell’intervento mi illumina sempre la vita spesso e’ difficile.
Pare comunque che finisca con delle nuove speranze anche se molte cose sono cambiate e ad alcuni comportamenti e’ difficile rassegnarsi.

Non luoghi

Questa mattina parlavo a don Danilo della tristezza dei grandi centri commerciali (vedi post precedente) e della malinconia che trasmette vedere la gente che va li in cerca di emozioni digitali e basta. Anche lui conosce questi posti, dove si reca spesso per le sue esigenze informatiche.
Ha convenuto sulle mie impressioni e ha citato la lezione del sociologo Mario Pollo sui “non luoghi“, categoria a cui questi centri appartengono. Una ricerca su Google e l’ho trovata. Vale la pena leggerla perche’ tratta molti temi, non si sofferma solo sui “non luoghi” ma su tutta la concezione dello spazio e del tempo nella nostra societa’, in continua evoluzione soprattutto negli ultimi decenni.

Malinconico consumismo

Pomeriggio d’inverno fuori citta’.
Si parte in auto con un amico alla volta della cittadella del consumismo.
Tutti i negozi grandi sono li: MediaWord, Auchan e soci…
Tutto attorno il vuoto, la campagna, la tangenziale in lontananza.
Nebbia, buio che scende su di noi, umidita’ e lampioni gialli.

Ampi spazi, parcheggi deserti, decorazioni natalizie che sembrano giacere li per forza, appiccicate come da stagione su pareti ed aiuole. Non e’ entusiasmo, non e’ festa, e’ solo routine.

Si entra, il grande circo ci aspetta.
Scatole, mensole, offerte, ragazzotti in t-shirt che danno del tu agli ottenni come agli ottantenni. Sono qui per accompagnare un caro amico che deve comprare un PC nuovo e si fida della mia consulenza. Cerchiamo, chiediamo, troviamo.
Ora si fa un bel giro tanto per guardarci attorno.

Meraviglie della tecnica. Vedo di persona, dal vivo, cio’ di cui ho letto. Guitar Hero col controller USB a forma di chitarra e un adolescente vestito da metallaro che non sbaglia una nota. Casse creative con led blu che di notte devono essere accecanti. La PS3. Meglio, il Nintendo WII, con bimbo di pochi anni che gioca a tennis e astanti a bocca aperta, noi compresi, non per le sue prodezze ma per il controller delle meraviglie. E poi il primo disco blue-ray scrivibile che prendo in mano. Contiene 25gb e costa appena 25 euro. E ancora le cornici digitali per le foto. Fino a 20/30 euro sarei disposto a spendere per regalarne una, ma costano 190. Tanti saluti.

Adulti, ragazzi, bambini. Allora la vita in questa cittadella del consumismo c’e’. Eppure l’ambiente e’ cosi’ vasto che quasi non ci si incontra e se anche capita sono tutti presi a inseguire questo o quel sogno digitale luccicante. Agli occhi mi appaiono altri volti e sorrisi piu’ genuini. Anche questo Natale aiutero’ loro. Sara’ il regalo piu’ bello. Dovremmo farlo tutti.
Certo, regaliamoci anche tecnologia e svago ma… non dimentichiamo che oltre le nostre tristi cittadelle del consumo, immerse nella nebbia e malinconiche nella fredda tecnologia, c’e’ un altro mondo…

Un angelo caduto

Cito a mio uso e consumo il titolo e una strofa di un brano dei Nomadi che parla di tutt’altro:

Ma se è vero che si vive oltre questa dimensione
io mi chiedo qual è il senso mi domando la ragione.

Sembra assurdo e se cerchi un senso non lo trovi.
Non lo regala la logica e non lo regala la Chiesa perche’ un senso a questo non c’e’.
Chi ha sbagliato? Chi ha peccato? Affetto, amicizia, sostegno non sono ne’ un errore ne’ un peccato ma quando vengono meno lasciano un vuoto.
Eppure di vuoti ce ne sono stati tanti in questi anni, tanti quest’anno. Vuoti reali, consapevoli o semplicemente frutto di fatalita’.
Era forse meglio due anni fa con quel silenzio rotto solo da due care amiche? Non lo so. No?
Era meglio tre anni fa con quella bugia ma tanta serenita’ e un grande sostegno per noi, per me? Non lo so. No?
Era forse meglio sei mesi fa sull’orlo del precipizio senza saperlo? Non lo so. Si’? No?

Leggo in vari blog una ricerca di verita’, un rifiuto dei sogni, delle storie a lieto fine, del mondo mostrato agli innocenti con metafore di serenita’. Dovremmo diventare fatalisti? Smettere di credere nella felicita’, vivere pensando solo alla cruda realta’? Non mi piace. Non mi va. Non voglio. Non lo accetto e quindi scrivero’ e scrivero’ ancora e pubblichero’ altri racconti sperando di regalare a chi dovesse leggerli un attimo di pace ma soprattutto di donare a me stesso una via di fuga da questa realta’. In fondo e’ quella che cerco anche quando guardo le mie serie TV o chiudo gli occhi e accendo lo Zen.

L’entita’ che trae linfa vitale dal blog di una persona alla fine non ero io ma eri Tu. Tu che sei rivissuto in quel racconto di giugno. Amato, pagato a caro prezzo ma che valeva la pena scrivere e che dopo aver terminato questo post andro’ a rileggere. Chissa’ mai che non si avveri.
Nella realta’ posso mandare una preghiera per le persone che hai lasciato qui, angelo caduto dai nostri cuori. Chissa’ che qualcuno non faccia lo stesso per me.
In tutto questo c’e’ stato solo tanto affetto ma la vita va avanti e non si ripete. Si ripete solo il calendario che ci fa ricordare.

Non siamo mai come i nostri sogni
spesso siamo molto di piu’ (cit.)

Un piccolo esame

Domani per la prima volta da febbraio tornero’ nell’ospedale dove e’ cambiata la mia vita: devo fare l’esame del campo visivo (campimetria computerizzata, son paroloni ma nei fatti e’ simile a un videogioco nel quale bisogna premere un pulsante quando si vede una lucina).

L’esame in se’ non e’ preoccupante: lo faccio ogni 6 mesi da anni e domani non sara’ troppo diverso, anche se sono curioso di vedere come lo affrontero’ senza lo sdoppiamento (anche se e’ un po’ complicato: da vicino e senza occhiali ci sono dei residui, previsti e legati ad altre patologie dell’occhio).

Son passati 9 mesi. E’ cambiato cosi’ tanto da allora.
In 9 mesi nasce un figlio e in 9 mesi puo’ cambiare la vita. Rapporti personali, amicizie, esperienze, emozioni, scelte personali, errori, speranze, progetti, crisi di pessimismo seguite da riprese, rassegnazione seguita da entusiasmo. Ora sto lentamente riprendendo la strada dell'”ottimismo consapevole” e spero che rivedere quei luoghi mi aiuti ancor di piu’ a capire quanta strada ho fatto e quanto ho di cui essere grato.

Voi… domani alle 11 pensatemi :)

Confessioni di un sabato notte

Sto facendo una GRAN FATICA a non cantare le decine di sigle live di cartoni animati storici che ho scovato su YouTube stasera. Sono stupende, eseguite dal vivo e davvero ben riarrangiate.
No, non mi frena l’eta’, mi frena l’orario, ma domani… ;-)

Beh, ritrovare musiche del mio passato rivitalizzate dall’energia dei live ha spazzato via il velo di malinconia dovuto tanto a un comportamento scorretto che ho subito da una persona (IRL, cioe’ nel mondo reale), quanto la mia reazione allo stesso che non e’ stata delle migliori.

Mi riascolto Woobinda live con tanto di flauto etnico e poi nanna :)

Fix & Cleanup

il soggetto non riguarda il mio sistema operativo ma il sottoscritto, la mia vita e il mio umore fin troppo spesso sotto zero.

Ho permesso a troppe persone di condizionarmi. Ho lasciato che troppi individualismi colpissero la mia serenita’ e frenassero la mia voglia di costruire.

Oggi una mia -anzi anche mia- creazione compie 10 anni. E’ stata presa, strapazzata, tirata di qua e di la a seconda delle necessita’ e talvolta messa da parte. Fa niente. Si va avanti perche’ c’e’ sempre gente che ha voglia di andare avanti e chi ha cambiato strada segua pure le proprie aspirazioni. Quando capiranno cosa si sono lasciati alle spalle e ne sentiranno la mancanza troveranno sempre le porte aperte. Ed e’ bello vedere che c’e’ anche gente che condivide il piacere di una chiacchierata fra amici nel rispetto reciproco e cammina con me.

Da anni collaboro alla vita informatica di una Comunita’. Ho stretto amicizie, ho guadagnato la fiducia e l’affetto di tante persone, ho creato una rete sociale (vera, non i social network online) e ho potuto fare e dare a tanta gente. Ed e’ bello essere apprezzati, ringraziati e sostenuti nei progetti, nelle realizzazioni e nel momento del bisogno.

Da qualche giorno sto affrontando un’esperienza per me inedita: mi e’ stato proposto di partecipare alla creazione di un cortometraggio a finalita’ sociale. E’ una nuova avventura capitata con la persona giusta, al momento giusto (mi stavo proprio interessando di montaggio video) e nell’anno giusto (vederci senza sdoppiamento certo aiuta!). Ed e’ bello lavorare con qualcuno che ascolta, propone, e apprezza genuinamente l’impegno di chi ha meno esperienza di lui in un deterninato settore.

Con questi esempi cosa voglio dimostrare? che sono bello bravo e buono? No, affatto. Vedo in me piu’ difetti di quanti ne vedano altri e sebbene ieri un’amica mi abbia commosso dicendondomi cosa pensa di me io ritengo di essere una persona normalissima e nulla piu’. Una persona che pero’ si e’ stancata di farsi condizionare dalle scelte individualistiche del mondo. Credo in cio’ che faccio e nelle mie convinzioni e da oggi cerchero’ di usare piu’ energie per costruire che per farmi abbattere dai comportamenti che subisco.

C’e’ tanto da fare e prima di Capodanno voglio portare avanti molte cose per poter poi ricordare il 2007 come uno dei migliori anni della mia vita e non solo per l’operazione agli occhi.

Un giro del cielo

Cominciava cosi’, adesso, verso quest’ora.

Una telefonata.
Sara’ uno squillo?
No, e’ lungo.
Oddio non sara’…
Le rispondo?
Si’ le rispondo.

Le parole esatte non le ricordo nemmeno. Una vocina gia’ di suo tenera, piu’ piccola dei suoi anni, mi diceva che era il momento, che stava andando in ospedale e mi chiedeva di avvisare gli altri. No, non lo so, davvero non ricordo le parole precise e non ricordo nemmeno cosa le ho risposto io. “E’ il momento?!”.

Sapevo da 7 anni che quel momento doveva arrivare, da quel fortunato (per me) luglio 1999 quando l’ho conosciuta.

Ed eccolo li quel momento che lei aveva rimosso, rinviato, sperato di non dover mai affrontare e che io sapevo sarebbe inesorabilmente arrivato. Da qualche mese poi era certo. Pero’ in quel momento e’ stato sconvolgente. Ho tremato, avuto paura, provato un insieme di sensazioni difficili da mettere a fuoco. Le ho detto tutto cio’ che mi usciva dal cuore e ho continuato a farlo via SMS per tutta la serata e nelle prime ore del giorno dopo.

E intanto dopo aver messo giu’ ho cercato di razionalizzare, sono entrato nel nostro posto di ritrovo e ho reso partecipi i suoi amici, i nostri amici. Chi lo sapeva, chi non lo sapeva, chi non intuiva l’entita’ del fiume che di li’ a poco quella bellissima persona avrebbe affrontato.

E poi il giorno dopo: attesa, messaggini dall’ospedale inviati da quell’angelo di Denis, messaggi inviati da noi per far coraggio a lui. Lei che prima di entrare gli dice di mandarci i suoi saluti. E poi il volo. Sette ore di volo che io e tanti suoi amici (e anche altri che lei non conosceva ma che si sentivano coinvolti) abbiamo vissuto insieme, fra messaggi, chat e ogni altra forma di dialogo diretto e a distanza.

E poi quel messaggio di Denis…
Il resto lo copio quasi integralmente dal log di quel giorno.

[18:33] <Gabriele> L’INTERVENTO E’ FINITO ED E’ ANDATO BENE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11
[18:33] <^FranZ^> ooooooh
[18:33] <Gi0> DAVVERO????????????????
[18:34] Action: Kairi` riprende a respirare
[18:34] <marti> AAAAAAHHHHHHHHHHH
[18:34] <loddolo> siiiiiiiiiiiiiiiii
[18:34] <marti> dio mio grazie
[18:34] Action: Gi0 bacia tutti
[18:34] <marti> .. ah che pianto di liberazione ._.
[18:34] <marti> non mi sembra vero
[18:34] <marti> così presto?
[18:35] <Kairi`> sì*.*
[18:35] <Kairi`> un ora emmezza in meno di agonia
[18:35] <marti> mi sento male dalla gioia
[18:37] <Gi0> hihihihihi
[18:37] <Gi0> RAGAZZI DOVEVATE SENTIRE RED
[18:38] <Gi0> io ‘eh l’operazione è finita’
[18:38] <Gi0> lui ‘…e…?’
[18:38] <Gi0> io: ‘ed è endata benissimo!’
[18:38] <Gi0> e lui “AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH”
[18:38] <Kairi`> ahuahuhua che amore *_*
[18:38] <Gi0> dovevate sentire il sospiro di sollievo, è stato dolcissimo XD

Sarebbe semplicistico dire “tutto e bene quel che finisce bene”.
L’operazione era finita ma iniziava un lungo viaggio di dolori, attesa, pazienza, paura a tratti, biopsie, controlli. Non potro’ e non potremo mai capire in fondo cosa ha vissuto. Potremo solo leggere testi, sentire le sue parole, ma non sapremo cosa ha vissuto e come.

Oggi molte cose sono cambiate. Lei stessa e’ piu’ distante. Un giro del cielo le e’ stato donato un futuro che credeva di non avere e questa e’ una gioia immensa per tutti ma porta anche con se’ un grande impegno. Il cammino e’ lungo e nessuno nasce sapendo come percorrerlo, bisogna sempre improvvisare, imparare, cadere e rialzarsi.

Per lei anche il 5 novembre e’ un compleanno e ha ragione. E’ rinata.
E allora auguri piccola grande Natascia, che la tua strada ti porti la felicita’ che tu ti sei sempre impegnata a donare agli altri.

Dare vita ai sogni

Sarebbe bello se i nostri sentimenti, il nostro affetto, le nostre paure potessero CREARE qualcosa, qualcuno.
In qualche mondo astrale forse si puo’. Quaggiu’ possiamo solo evocare emozioni e sentimenti, sogni, paure, pace e serenita’, magari per un attimo, magari leggendo un blog.

Gia’, i blog.
Quanti blog!

Leggiamo blog di sconosciuti per conoscere mondi diversi, leggiamo blog dei nostri amici per sapere cosa vogliono condividere di se’ e leggiamo blog di persone che camminano ormai lungo una strada diversa dalla nostra e che pure riescono, ancora, a regalarci emozioni grandissime.

Novembre mese di date importanti, anniversari, ricordi.

C’e’ il 2 novembre che ti fa pensare a chi non c’e’ piu’.
E poi c’e’ il 5 che rievoca un’emozione forte. Un giorno passato attaccato a un cellulare ad aspettare notizie, a diramarle agli amici, a pregare e a piangere, io che lo faccio poco, pensando a lei in quella stanza triste… e poi la gioia di un “e’ finita”, “e’ andato tutto bene” che fece scendere altre lacrime da tante belle anime sparse per la penisola e oltre. E poi… e poi l’attesa, quella vocina da passerotto al telefono per dirmi che si’, era lei, era li, l’aveva superata… e poi il collage, l’attesa, il ritorno…

E poi c’e’ il 24… di un anno prima.
“sto male se non te lo dico… a pensare che tu non lo sai… lei mi ha detto che le ha telefonato, lui sta male, lui e’…”. E quanta paura, angoscia. Un piccolo grande punto fermo che svaniva e quegli ostinati segreti, quanta rabbia… e quelle sere di pioggia e buio per strada con le luminarie che non davano allegria… e poi le preghiere, i dubbi, la ricerca, le palle nere giganti da demolizione per far sorridere lei, l’attesa e un epilogo raggiunto collettivamente che ha segnato l’inizio di un nuovo libro e contemporaneamente la pietra tombale su un altro e poi…

E poi ci sono tutte quelle sere di malinconia, iniziate nell’autunno del 2005 e acuite proprio nel novembre di quell’anno per altre situazioni e allietate da qualcosa di semplice, parole, gesti. Cose piccole che quando sono venuti meno hanno lasciato un bel vuoto.

E a novembre ho iniziato tante, tante cose importanti…
in un novembre triste, a pochi giorni dalla perdita di un’Amica, ho scritto una mail e quasi per caso e’ cominciata l’avventura con la parrocchia che tanto mi ha dato.
In un novembre ho iniziato a insegnare a creare siti web a un signore che presto e’ diventato un vero, grande, amico.
Questo novembre partecipo attivamente al rinnovamento tecnologico della stamperia della parrocchia e imparo nuove cose, in piu’ sto riuscendo a regalare sorrisi a persone che ne hanno tanto bisogno…

E succede che il 4 di novembre di un anno che mi ha dato tanto (e mi ha tolto molto) leggo un post commovente che prende il cuore e fa desiderare che, magari in un mondo di fantasia, cio’ che proviamo porti a realizzare dei miracoli.

E adesso mi viene da ridere nel pieno della notte e rido a voce alta. Perche’ quel che vorrei l’ho gia’ sognato e gia’ scritto e ho pure pagato un conto salato per averlo fatto. Novembre, mese magico, mese di nuova vita.
Inizia una settimana intensa. Porto con me troppi silenzi, scelte subite, miei errori, ma si avvicinano nuove esperienze e opportunita’. Spero solo di esserne all’altezza e che continuare a mettere in gioco il cuore per gli altri serva a dare qualcosa.

Dare, non lasciare. Un sorriso, un’emozione in piu’ e’ il dono piu’ grande. Ringrazio il Cielo per quelle di oggi.

2 novembre

Fra un’ora sara’ il 2 novembre, il giorno in cui si commemorano i defunti.

Mi sono reso conto che c’e’ da ringraziare Dio (qualunque entita’ lo rappresenti per voi) perche’ tante cose sono andate bene, altrimenti oggi avrei -avremmo- tre persone in piu’ da ricordare con dolore e nostalgia.

Una persona per una malattia scoppiata di colpo nel 2003 e che tante volte l’ha portata sull’orlo del baratro.
Un’altra persona che credevamo in fin di vita e invece, GRAZIE AL CIELO, stava bene e puo’ ancora regalarci il suo grande cuore.
Una terza persona a cui voglio bene dal 99, che ha affrontato qualcosa di enorme ed e’ rinata come un uccellino in primavera.

Ci sarebbe da gioire perche’ tre belle persone sono con noi, a portata dei nostri 5 sensi. Ci sarebbe da abbracciarle, da godere di ogni attimo che ci e’ stato donato. Ma noi no, noi siamo vittime di sentimenti umani. Egoismi, rancori, ricerca eterna di colpe, ricerca di sicurezze, egoismi e via ripetendo…
E cosi’ tutto finisce anche le gioie, tutto affoga nella nebbia, tutto si appiattisce, tutto diventa scontato… finche’ un fulmine o una ricorrenza scuotono la nostra apatia emotiva a ricordarci che nulla e’ per sempre e sarebbe saggio dimostrare ogni tanto quelle tre lettere facili da scrivere e certe frasi facili da pronunciare.

Ma non ci riusciamo, non ce ne accorgiamo quasi mai in tempo. Molto piu’ facile pensare a cosa implica per noi qualcosa che a cosa implica per l’altro o l’altra.

Ma oggi si celebra chi non c’e’ piu’, chi possiamo solo ricordare.
Cerchero’ di mantenere la tradizione locale: a letto presto perche’ domattina le anime dei nostri amici e parenti che ci hanno preceduto lassu’ verranno a riposare nei nostri letti.