Elena

Poteva essere una notizia come tante. La leggi, ti dispiace, se credi in qualcosa innalzi una preghiera. E invece no, perche’ la Elena di Mestre che il Signore ha chiamato a se’ la settimana scorsa mentre era da parenti al Lido non e’ un’anonima anima che ha lasciato il mondo terreno presto.

Frequentava (anche) la mia parrocchia. Viveva nei posti dove vado io. Il patronato. Il Lux in divenire. La Chiesa. La canonica. Chissa’, magari e’ in qualcuna delle foto che ho pubblicato sulla Gazzetta dei Carpini in questi anni. Chissa’, magari e’ stata nell’aula che la redazione ha lasciato un anno fa e in cui dal 2003 al 2007 ho passato tante ore. Chissa’, magari anche lei aspettava con trepidazione la fine dei lavori del Lux. Hai visto com’e’ ora che hanno tolto i teli del cantiere? Mette i brividi da quanto e’ bello! E chissa’ come sara’ dentro. Ci andro’ prima degli altri con Franco e Gianni a fare un po’ di foto. Ma che sciocco, tu lo puoi gia’ vedere ora anche se credo che la’ dove stai ora ci sia di meglio da vedere…

Potrei pure averla incrociata quando andavo al pomeriggio ad aiutare Teresino con il database anagrafico e mi facevo strada fra orde di pesti in attesa del catechismo.

Quando qualcosa succede a qualcuno anche solo un po’ piu’ vicino al nostro mondo fa piu’ effetto, decisamente.
Non avendo molto da dire se non la voglia di pregare ascolto Kyrie eleison versione degli Highland e affido a Dio tutte le mie preghiere per lei e per i suoi cari che ha lasciato sulla terra.

Le nuvole che passano
le storie che raccontano
del cielo blu e dell’immensita’
dentro l’anima…
La musica nei fiumi blu
il vento che canta lassu’
credo che tutto sei tu.

Tu ascolti le preghiere
e aiuti dove puoi
anche se tu sei lontano
ti troviamo dentro noi.
Anche se non sembra chiaro
siamo in cerca di te
non e’ facile trovarti
solo tu saprai perche’

Poi, se avete voglia, leggete la dolcissima omelia del mio parroco che ha concelebrato il commiato. E’ sul nostro foglio parrocchiale del 21/9/2008.

Il web sociale e la stanza degli ospiti

Il web e’ sociale. Community, chat, forum nascono come funghi.

Creare un forum del resto e’ facile. Ci sono servizi per gestirli e chi ha un sito puo’ scaricare un programma gratuito, copiarlo nel proprio spazio web, impostare un paio di parametri ed il gioco e’ fatto. Tante comunita’ online prendono vita cosi’. Facile, no?

No non lo e’, perche’ se aprire tecnicamente un forum oggi e’ operazione alla portata di tutti, non e’ diffusa la preparazione a guidare una Comunita’. C’e’ chi si dedica totalmente agli altri e chi vive il forum come un proprio piccolo regno. Tutti vorremmo essere padroni di qualcosa. Con Internet si puo’ ed ecco che iniziano i guai.

Gestire una comunita’ non e’ semplice, richiede una presa di coscienza: perche’ le cose funzionino e siano eque non si devono fare distinzioni. Non si possono consentire cose ad alcuni e negarle ad altri, magari in base ai rapporti esterni alla community con questa o quella persona. Siamo umani e tendiamo a farlo, ma proprio per questo la gestione di una comunita’ andrebbe suddivisa equamente fra piu’ amministratori che controllino l’uno l’operato degli altri. Sarebbe poi necessario non limitarsi a copiare un regolamento generico da altri forum ma scriverne uno in base alle finalita’ della Comunita’ e rileggerlo/aggiornarlo di tanto in tanto per evitare di andare alla deriva.

Questa riflessione nasce da una vicenda a cui ho assistito recentemente. Un giorno dopo lunga assenza torna un’amica del webmaster, affronta in modo critico e sarcastico un argomento di cui dimostra di non sapere molto. Le viene risposto in modo chiaro e dettagliato e il giorno dopo i suoi messaggi sono scomparsi e quelli di chi le ha risposto risultano modificati per far sparire le frasi originali citate. Alle legittime rimostranze il webmaster risponde urlando (scrivendo cioe’ in maiuscolo con toni perentori) che certi atteggiamenti sono intollerabili e devono finire. E se la prende non con l’amica ma con chi le ha risposto.

Tutto sta a come si vogliono far apparire le cose, sul web e’ facile: basta un clic.
Alcuni gestori di siti/forum/community sono convinti di essere nel giusto agendo cosi’ perche’ sembrano, a volte, non vivere lo spazio creato come una cosa comune ma come una proprieta’. Del resto a casa mia io invito chi voglio e ad un amico posso permettere comportamenti che ad altri non consentirei.

Il problema e’ tutto qui: chi crea un sito-community dovrebbe decidere (e dirlo chiaramente agli utenti) se lo vuole gestire come uno spazio comune, realmente sociale, o come la stanza degli ospiti di casa sua. Chi entra in una community dovrebbe sapere se si trova in un luogo ove diritti e doveri sono uguali o dove c’e’ chi ha piu’ diritti degli altri.

Si parla tanto di web sociale. La tecnologia c’e’, purtroppo siamo noi a non essere ancora del tutto capaci di muoverci in queste nuove realta’.
Parlo anche per me, che pure gestisco community online dal 1989 e a volte mi trovo in queste difficolta’. E’ umano, basta ammetterlo a se stessi e cercare di fare la cosa giusta.

Buon viaggio della vita, Manuel!

Ci incontrammo nell’agosto di 15 anni fa, messi in contatto da un amico comune.
Salvasti il mio Amiga3000 di allora e soprattutto la mia anima, devastata da una storia d’amore finita malissimo. L’ho sempre detto agli amici piu’ cari: non so se sarei qui se non ci fossi stato tu!

Da 15 anni parliamo, giochiamo, ci sentiamo, ridiamo, ci ascoltiamo, sopporti le mie paranoie e fissazioni, mi accetti anche se siamo cosi’ diversi. Io introverso che per portarmi a una festa hai dovuto sposarti. Tu estroverso e aperto al mondo tanto che hai cercato un lavoro che ti fa stare costantemente fra la gente a cavallo dei battelli che solcano quel paradiso che e’ la nostra Venezia.

Tu che sei la salvezza delle mie ventole, tu che solo non ci sei mai saputo stare e cercavi sempre una persona. Tu che hai attraversato con me le ere geologiche della telematica in Italia: BBS prima, Internet poi. Tu che ti sei trovato coinvolto nwi miei giri che poi sono diventati i tuoi. Tu che andavi in canoa, tu che recitavi, tu che dal banco di un negozio di elettronica sei passato a riparare frigoriferi (e a creare un sistema di ventilazione da 10 e lode nel mio PC dimostrando di conoscere ben oltre che le basi nel tuo campo) e poi sei saltato su un vaporetto. Ora piu’ che mai ti vedo stanco ma felice!

Tu che domani ti sposerai nella chiesa davanti a cui l’hai incontrata per caso. Tu che meriti tutta la felicita’ del mondo perche’ sei veramente una bravissima persona, oltre che un ottimo amico.

Buon viaggio della vita, amico mio.

Gente che fa del bene e gente che fa del male

Nella Chiesa Cattolica come in tutte le realta’ c’e’ chi fa del bene e chi con certe prese di posizione agisce veramente male.

Oggi l’Osservatore Romano, periodico della Citta’ del Vaticano, se ne esce con questa vergognosa affermazione:

Oss. Romano: Morte cerebrale non e’ la fine della vita
Rivedere il concetto di morte

(da Repubblica.it)

Stimo molti sacerdoti e metto a disposizione di varie realta’ religiose le mie capacita’ per consentir loro di trasmettere le idee della Chiesa, anche quelle che non condivido, ma non ho problemi a definire vergognosa e inaccettabile questa uscita dell’Osservatore.

Spero che la Chiesa prenda le distanze e soprattutto che nessuno, ne’ laici ne’ religiosi, dia il minimo peso a queste inaccettabili parole che possono avere conseguenze devastanti per i pazienti in attesa di trapianto.

Ho un’amica viva grazie a un trapianto. Dovessi mai incontrare qualcuno che condivide queste affermazioni gli direi A VOCE ALTA quel che penso.

EDIT

La Chiesa diciamo che “prende le distanze”:
Speriamo sia una posizione condivisa e definitiva e non qualcosa su cui torneranno in seguito.

La dottrina della Chiesa riguardo all’espianto degli organi non cambia. “Le riflessioni pubblicate oggi dall’Osservatore Romano in un articolo sul tema sono ascrivibili all’autrice del testo e non impegnano la Santa Sede”. Lo ha precisato all’Agi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sottolineando che l’articolo in questione “non e’ un atto magisteriale ne’ un documento di un organismo pontificio”. “Non dico nulla sul contenuto dell’articolo, che non e’ un’ editoriale, se non che e’ firmato da una persona e che dunque porta l’autorevolezza della testata e di quella persona”, ha aggiunto il direttore della Sala Stampa.

(sempre da Repubblica.it)