Il web e’ sociale. Community, chat, forum nascono come funghi.
Creare un forum del resto e’ facile. Ci sono servizi per gestirli e chi ha un sito puo’ scaricare un programma gratuito, copiarlo nel proprio spazio web, impostare un paio di parametri ed il gioco e’ fatto. Tante comunita’ online prendono vita cosi’. Facile, no?
No non lo e’, perche’ se aprire tecnicamente un forum oggi e’ operazione alla portata di tutti, non e’ diffusa la preparazione a guidare una Comunita’. C’e’ chi si dedica totalmente agli altri e chi vive il forum come un proprio piccolo regno. Tutti vorremmo essere padroni di qualcosa. Con Internet si puo’ ed ecco che iniziano i guai.
Gestire una comunita’ non e’ semplice, richiede una presa di coscienza: perche’ le cose funzionino e siano eque non si devono fare distinzioni. Non si possono consentire cose ad alcuni e negarle ad altri, magari in base ai rapporti esterni alla community con questa o quella persona. Siamo umani e tendiamo a farlo, ma proprio per questo la gestione di una comunita’ andrebbe suddivisa equamente fra piu’ amministratori che controllino l’uno l’operato degli altri. Sarebbe poi necessario non limitarsi a copiare un regolamento generico da altri forum ma scriverne uno in base alle finalita’ della Comunita’ e rileggerlo/aggiornarlo di tanto in tanto per evitare di andare alla deriva.
Questa riflessione nasce da una vicenda a cui ho assistito recentemente. Un giorno dopo lunga assenza torna un’amica del webmaster, affronta in modo critico e sarcastico un argomento di cui dimostra di non sapere molto. Le viene risposto in modo chiaro e dettagliato e il giorno dopo i suoi messaggi sono scomparsi e quelli di chi le ha risposto risultano modificati per far sparire le frasi originali citate. Alle legittime rimostranze il webmaster risponde urlando (scrivendo cioe’ in maiuscolo con toni perentori) che certi atteggiamenti sono intollerabili e devono finire. E se la prende non con l’amica ma con chi le ha risposto.
Tutto sta a come si vogliono far apparire le cose, sul web e’ facile: basta un clic.
Alcuni gestori di siti/forum/community sono convinti di essere nel giusto agendo cosi’ perche’ sembrano, a volte, non vivere lo spazio creato come una cosa comune ma come una proprieta’. Del resto a casa mia io invito chi voglio e ad un amico posso permettere comportamenti che ad altri non consentirei.
Il problema e’ tutto qui: chi crea un sito-community dovrebbe decidere (e dirlo chiaramente agli utenti) se lo vuole gestire come uno spazio comune, realmente sociale, o come la stanza degli ospiti di casa sua. Chi entra in una community dovrebbe sapere se si trova in un luogo ove diritti e doveri sono uguali o dove c’e’ chi ha piu’ diritti degli altri.
Si parla tanto di web sociale. La tecnologia c’e’, purtroppo siamo noi a non essere ancora del tutto capaci di muoverci in queste nuove realta’.
Parlo anche per me, che pure gestisco community online dal 1989 e a volte mi trovo in queste difficolta’. E’ umano, basta ammetterlo a se stessi e cercare di fare la cosa giusta.
Errare è umano ;)
Eh si’ ma c’e’ gente che continua a errare! ;-)
Ahia!Occhio che perseverare è diabolico ;) hehe ciao!