Un tappeto di luci colorate

Venezia,
tardo pomeriggio,
dicembre 1983

Sono seduto sulla solita poltrona marrone chiaro vicino all’ultima finestra del soggiorno. Ci sono stato mille domeniche mattine a leggere Topolino mentre mamma, nonna e zia preparavano il mangiare di la’ nella cucina con il grande tavolo in marmo sempre pieno di piatti e cibi (a me e’ sempre sembrata una gran caos quella grande cucina…).

Questa volta e’ sera, siamo venuti a trovare zia per farle gli auguri di Natale. Le ascolto parlare ma mi immergo nei pensieri come ho sempre fatto in questo ultimo periodo. Un po’ mi annoio a dire il vero ma stare in questa grande casa mi piace e ci sono sempre posti in cui andare. C’e’ il tavolo dell’entrata, anzi del salone d’entrata. E’ lungo e ha il vetro sopra. Poi tutti i servizi da te e le tazze belle e dorate che mi piacciono fin da piccolo. Poi dalla finestra del salone si intravede il cortile e il rio. Siamo a Venezia, li c’e’ l’acqua. Mi ricordo una volta: stava venendo brutto tempo e zia disse “viene dal cimitero”. Voleva indicare la direzione ma mi fece un certo che…

Non c’e’ piu’ molta luce, si sta facendo sera. Mi alzo per passeggiare e mi affaccio alla finestra. Che meraviglia! Strada Nova da qui al secondo piano e’ un tappeto di luci colorate. Tutti i negozianti hanno messo le luci e vista da qui l’immagine e’ forse ancora piu’ bella che dalla strada. Lo dico a mamma, che ammira con me, e a zia che sorride, dice qualcosa poi a fatica si alza, guarda e ammira.