Da dove vengo

Io non sono nato “per caso”.
E non sono neppure nato perche’ due persone volevano “perseguire il disegno di Dio”.

Io sono nato perche’ mia madre mi voleva e per avermi ha fatto l’impossibile in un’epoca ancora piu’ difficile di questa. Perche’ se e’ vero che oggi c’e’ chi urla in TV e dai social network su come deve essere la famiglia, alla fine ognuno vive come crede e sono migliaia le famiglie “non a norma di catechismo” ma accettate di fatto. 45 anni fa erano realta’ piu’ rare e chi ne faceva parte era tacciato di essere un poco di buono. E mia madre per una certa vicina era tale.

Quale era la sua colpa agli occhi di tal bigotta? Avere un passeggino ma non un marito. Bastava alla piccola gente per offenderla pesantemente.

Il marito non c’era e nemmeno un fidanzato. Non era previsto ci fosse. Forse qualche anno prima ci sarebbe potuto essere, ma un naufragio se l’era portato via. Come una maledetta guerra si era portata via il suo papa’ Lino, tanti anni prima. Disperso nella battaglia del Don, in Russia.

Da allora mia madre aveva tanto amore in cuore. Amore nutrito dal ricordo del padre, perduto a 5 anni, di cui era innamorata come lo era lui di lei. Amore non avuto, amore non dato. Una ferita aperta che poteva essere sanata solo in un modo: riversando tutto l’amore che aveva in cuore su una creatura che sognava di portare in grembo, partorire e allevare. Ma non c’era l’uomo giusto, e quello che sarebbe potuto esserci era morto. L’unico che forse avrebbe addirittura sposato accettando un “diritto di famiglia” all’epoca totalmente sbilanciato verso il marito e inaccettabile per una militante comunista quale era lei.

Si’, mia madre era nel PCI, anzi all’alba del 1970 rischiava di esserne espulsa avendo condiviso la nascita del Manifesto di Rossana Rossandra. Ma la sua vita stava per cambiare e tutto cio’ stava per passare in secondo piano.

La militanza nel PCI aveva aperto un mondo a lei cresciuta in una famiglia cattolica, pur non bigotta, che era stata al catechismo e che durante l’adolescenza attorno al 1950 veniva mandata al doposcuola dalle suore: “le ragazze per bene non stanno in giro”, diceva la zia che aveva accolto lei e la madre fin dal tempo della guerra.

Tramite la militanza aveva conosciuto modi di pensare e concepire il mondo diversi, in cui le donne non accettavano di essere proprieta’ degli uomini come il succitato diritto di famiglia dell’epoca prevedeva (per dirne una, il marito decideva la residenza e la moglie era obbligata a seguirlo – e non esistevano separazione o divorzio). E aveva iniziato a sognare quel bimbo, ben sapendo le difficolta’ e i problemi di quel sogno. E un giorno decise che quel sogno impossibile poteva diventare realta’.

Stava vivendo una storia con un uomo delle sue stesse posizioni politiche. Stavano bene e lui aveva i tratti che le sarebbero piaciuti in un figlio: i capelli, il colore degli occhi, l’allegria, alcuni aspetti del carattere. Ma per altre cose no, non avrebbe mai voluto che suo figlio crescesse con lui. Pero’ era l’uomo perfetto per…

Prese quindi una decisione. Normale, comune mentre vengono scritte queste righe, coraggiosa e forse folle nel 1970. La prese perche’ libera dal bigottismo del tempo e forse, chissa’, ripensando al coraggio di Mina, la sua cantante preferita, che nel 1963 aveva scelto di allevare un figlio da sola affrontando il massacro mediatico dell’Italia bigotta di allora. Piu’ volte negli anni mi ha detto “sei nato perche’ sono comunista”.

Era il 12 settembre 1970. All’epoca non c’erano test di gravidanza, si poteva solo aspettare e sperare.

Intanto come doveva essere la relazione fini’. Mia madre incontro’ quell’uomo quando la pancia si iniziava gia’ a notare, in una sera piovosa davanti a una pizzeria frequentata da entrambi, in centro a Mestre. Si erano dati appuntamento. Mia madre gli disse che non desiderava che avesse niente a che fare con lei e con me e lui non ebbe nulla da obiettare.

L’anno dopo sono nato. E dalle 15.15 di quel 18 giugno, con il mio dito di neonato che ha stretto il suo in un modo irripetibile, e’ nato un legame fortissimo, l’amore piu’ grande, dato e avuto, nonostante le difficolta’, la piccola gente, le attese davanti una sala operatoria per i miei occhi, la mia adolescenza turbolenta, ecc. Un legame durato 42 anni e simbolicamente suggellato quando alla vigilia di un suo grosso intervento mi ha detto “se va male abbiamo vissuto 42 anni felici”.

Si’, felici. E a quelli che oggi si sgolano per imporre la propria idea secondo cui un bambino ha diritto a un padre e una madre dico che un bambino ha diritto a essere amato, ad avere figure di riferimento valide, poi la figura dell’altro sesso puo’ essere chiunque: tua madre stessa se in se’ ha la dolcezza femminile e la grinta di un uomo, un insegnante, un amico, un parente, il medico che ti rida’ la vista da bambino. Puoi anche spezzettare questa figura e prendere il meglio da chi hai attorno. O puoi crescere sereno con tua madre e tua nonna e pensare al padre solo quando la madre di un tuo amichetto di scuola ti dice “sai, lui ha un papa’ che lo aspetta” (e stendiamo un velo pietoso sulle vicende personali di tale signora…).

Tanti si chiedono perche’ io difenda le unioni civili e le famiglie gay. Alcuni dicono che sono ovviamente gay. Non e’ cosi’.

Io difendo tutte le famiglie perche’ io, mia madre, mia nonna (e i nostri due gatti, Franky I e Franky II) siamo stati una FAMIGLIA e non permetto a NESSUNO di dire il contrario. E per fortuna nessuno fra le persone che conosco, religiosi compresi, ha mai detto il contrario.

E difendo la possibilita’ per due persone dello stesso sesso di crescere un bambino perche’ io sono cresciuto con mia madre e mia nonna e sono stato felice.

Io sono qui perche’ mia madre era Comunista e vedeva, voleva e sognava un mondo migliore.

Mia madre nasceva esattamente ottant’anni fa, oggi.

Sono orgoglioso di essere tuo figlio.
Grazie di avermi messo al mondo.
Te l’ho detto anche il giorno che sei partita per il paradiso, perche’ e’ li che sei adesso, ne sono certo. E un giorno li saremo ancora una famiglia.

PS: a chi dovesse offendere mia madre per le sue scelte di vita, ricordo e faccio mia la frase di Papa Francesco “chi dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetta un pugno”.

Lettera a Sakura

Qualche giorno fa una cara amica mi ha chiesto perche’ ogni sera do’ la buonanotte a una ragazza che seguo su Twitter.
La mia risposta e’ stata semplice: perche’ mi pare le faccia piacere riceverla… ;)
E’ nella mia natura provare a dare qualcosa di buono agli altri (non sempre ci riesco).
Adesso poi che, nonostante quel che e’ successo l’anno scorso, riesco a vivere una vita tranquilla, in un tempo che per tanti tranquillo non e’, trovo quasi doveroso fare quel che posso per dare agli altri, almeno un po’ di allegria. E se a Sakura fa piacere la buonanotte o qualche attenzione alle emozioni che esprime, io sono ben felice di scriverle, cosi’ come cerco di fare anche con gli altri che mi piace leggere.
Con lei non ho altri contatti se non Twitter e purtroppo non sempre 140 caratteri bastano, quindi ho deciso di dedicarle questo post e scriverle alcune cose che poi magari serviranno anche ad altri che leggono per scelta o per caso questa pagina, come in passato e’ gia’ successo…

Ciao Sakura (so che lo preferisci al tuo nome),
ti voglio dire un paio di cose dopo averti letta per un po’. Ammetto di non sapere quasi nulla della tua vita fin qui e parlo solo per cio’ che traspare da quel che scrivi.

1. Sei una bella persona. Non mi riferisco solo alle tue foto (belle nonostante i filtri “creativi” di Instagram ;) ) ma al tuo modo di scrivere e mostrarti, educato e di una persona che non cerca la volgarita’ gratuita o l’esibizionismo nelle foto. Complimenti per questo, usi i social media meglio di tanti.

2. Non correre! La vita che conosci non sara’ stata sempre facile, magari tante cose ti appaiono o sono brutte/faticose/assurde, ma come ti ho scritto ieri, tu sei ancora un bruco. Si’, stai diventando una farfalla, ma non lo sei ancora. La tua vita sara’ diversa da quella che hai vissuto, perche’ cambierai tu e cambieranno le persone attorno a te, sia i famigliari sia gli amici di cui vorrai circondarti. Come stai cambiando tu, cambieranno loro. Non ti preoccupare, solo non guardare a cio’ che conosci come unica realta’ a cui sei condannata. Come dice la tua amica che retwitti ogni mattina, “andra’ meglio”. E aggiungo che realizzerai i tuoi desideri, compreso quello di passeggiare per Roma, che, te lo assicuro, e’ un posto piu’ ancora piu’ bello dei tuoi sogni! Anzi proprio leggerti mi ricorda che ho la fortuna di poterci tornare e dovrei approfittarne…

3. Non avere paura di crescere. Crescere non vuol dire diventare noiosi o perdere la propria parte bambina. Se la vuoi, puoi fare cose per conservarla. Io e un po’ di amici anche piu’ vecchi grandi di me abbiamo fatto questo per restare giovani e fra i giovani ;-) ma ci sono mille possibilita’ e modi per restare un po’ “piccoli” nel cuore.

4. Non sei affatto inutile e la tua vita non lo e’! Non lo e’ per le persone con cui vivi, non lo e’ per i tuoi amici e non lo e’ per gli oltre 1600 che ti leggono ogni giorno e a cui riesci a strappare un sorriso o una riflessione. Ti pare poco?
Ma soprattutto tu esisti e hai una vita davanti. Adesso e’ il tempo della crescita e della mutazione. Non giudicare un giorno dall’alba o dalle sue prime ore. Goditi i lati belli del presente e ricorda che il tuo mondo cambiera’, come cambierai tu, e se riuscirai a vivere bene questi cambiamenti, starai bene, proprio come oggi fai stare bene gli altri. Ci vuole solo un po’ di pazienza…

Per il resto, non sei sola e devi valere qualcosa se qualcuno che ti conosce appena decide di dedicarti un post ;)
E come diceva mia zia, “coraggio che el mal xè de passaggio”!
Per qualsiasi cosa, ci siamo, in tanti, io pure, e ti apprezziamo per come sei. Forza, bruchino! ;)

Mai piu’

Sta arrivando il 27 gennaio e come ogni anno si “celebra” la giornata della memoria delle vittime del nazismo. Giusto, bisogna ricordare per non ricaderci, peccato che non vada esattamente cosi’ e, per me, sia una manifestazione un po’ ipocrita e lo dico pero’ con profondo rispetto di chi la fa e la vive.

Ricordiamo lo sterminio, i lager, gli orrori subiti dagli ebrei e altre minoranze.
Giusto, ripeto. Ma dopo quel tempo e’ giunta la pace? Dopo quel tempo sono cadute le discriminazioni?

Nessuno oggi si sente SUPERIORE ad altri?
Nessuno DISCRIMINA gli altri?
Nessuno IMPONE le proprie idee?

E non avvengono piu’ orrori?
Non ci sono guerre?
Non ci sono sterminati campi profughi?
Non ci sono ESERCITI SCELLERATI che bombardano i civili e massacrano i bambini?
Non ci sono persone discriminate o magari uccise per i propri orientamenti sessuali?
Non ci sono piu’ distinguo fra uomo e donna e hanno ovunque gli stessi diritti?
Non ci sono leggi che portano frustate o la morte a chi dissente dal potere?
Non ci sono esaltati che in nome delle proprie convinzioni discriminano, fanno soffrire o magari uccidono?

No, adesso viviamo tutti in pace e possiamo dedicare un giorno a RICORDARE gli orrori del passato, senza pensare agli orrori del PRESENTE.

Io non ci sto. Sono vicino nella preghiera a tutte le vittime dei crimini nazisti ma io il 27 gennaio ricordero’ ANCHE, per esempio, le vittime civili palestinesi e ANCHE tutte le vittime nigeriane, in particolare quelle due creaturine che quelle merde di boko haram hanno usato come bombe viventi.

Troppo facile dire “mai piu'” davanti a immagini in bianco e nero di orrori di 70 anni fa. Piu’ difficile ma secondo me molto piu’ importante dire MAI PIU’ agli orrori odierni, siano perpetrati con la violenza fisica o con quella verbale.

La mia nipotina musulmana

Yasmin, che tutti chiamiamo Yuyu, e’ la figlia di una mia grandissima amica che alcuni anni fa e’ andata a vivere in Egitto con l’uomo di cui si e’ innamorata.
Io e Yuyu, che adesso ha quasi 5 anni, va a scuola e impara inglese e arabo, non ci siamo ancora incontrati ma la sua mamma le parla sempre di me ed e’ cresciuta affezionandosi a “zio Gabry” e mandandomi sempre tramite whatsapp salutini ecc che io ricambio con mille immagini degli animali che tanto adora e imita bene.
Adesso Yuyu come ogni Natale e’ in Italia con la sua mamma e passa molto tempo con i suoi cuginetti che hanno grosso modo la sua stessa eta’.
Ieri, prima dei fatti drammatici di Parigi, la sua mamma mi ha inviato un video che regala una speranza per un mondo che gli uomini di domani, i bambini di oggi, possano rendere diverso. Ci sono Yuyu e i suoi cuginetti seduti attorno a un tavolo e lei che spiega a loro con semplicita’. Cito testualmente:
“io sono musulmana, mio padre e’ musulmano e mia madre e’ cattolica”. I cuginetti l’ascoltano tranquilli e curiosi ed ecco realizzato un mondo in cui ognuno puo’ essere di una religione senza che nessuno si scandalizzi. Del resto, se vissute e comprese bene, tutte le religioni sono finalizzate al bene e vanno messe sullo stesso piano. Se a qualcuno questa frase da’ fastidio, sappia che non me ne importa niente, lo penso e continuero’ a dirlo credo di dare una gioia a dio, con qualsiasi nome lo si voglia chiamare ;)

Yuyu e’ musulmana e non e’ certo una terrorista. E’, in questo mondo di fanatici, una speranza per un futuro piu’ radioso.

Date il mondo ai bambini, sono molto piu’ intelligenti dei grandi.
Per loro non c’e’ niente di strano o di sbagliato che uno sia cattolico e un altro musulmano. Per noi si’. Ecco il problema.

PS edit del 2016: adesso Yasmin, che ha 6 anni e mezzo e fa la prima elementare, sta insegnando l’arabo ai suoi amichetti italiani, sul sito per bimbi di cui sono fra i curatori e che lei frequenta :)

43 anni domani: grazie mamma

Ho scritto questa lettera a mia madre cinque anni fa. Oggi la pubblico perche’ rappresenta al meglio molti dei miei sentimenti.

Perche’ mai nel giorno del proprio compleanno dovrebbero essere i genitori a farci un regalo? Ce l’hanno gia’ fatto mettendoci al mondo, pure con dolore e faticando nel caso della mamma! Siamo noi a dover dir loro grazie ed e’ quello che intendo fare io con queste parole.

Voglio regalare un grande ringraziamento a mia madre. Uno? Mille non basterebbero!

Grazie dunque per avermi voluto e per aver fatto l’impossibile e l’impensabile, nella societa’ bigotta in cui vivevi, per avermi e crescermi, da sola, senza un marito. Ancora oggi c’e’ chi insiste che non si fa cosi’, ma la storia ti ha dato ragione.

Grazie perche’ un bel po’ di anni fa a quest’ora, mentre io qui scrivo al PC, tu sudavi in un letto d’ospedale, senza nessuno accanto fisicamente.

Grazie perche’ da quando alle 15.35 del 18 giugno sono nato i tuoi pensieri, il tuo cuore, il tuo amore sono stati interamente per me e hai combattuto sola i pregiudizi di una societa’ stupida e bigotta, le cattiverie di tanti e un fato difficile.

Grazie perche’ dal 14 febbraio 1972, quando il professor Rama ha diagnosticato con un semplice sguardo “catarrate bilaterali congenite”, tu hai affrontato con forza da leonessa i miei mille ricoveri, le attese fuori dalla sala operatoria, i miei risvegli…

Grazie per avermi sostenuto sempre, contro i bulli, contro i momenti difficili con alcuni insegnanti. Anche contro chi voleva farmi frequentare scuole diverse perche’ ipovedente. E anche contro la mia fase da adolescente ribelle.

Ma soprattutto grazie per avermi lasciato LIBERO. Libero di scegliere della mia vita, per le cose importanti. Mi hai fatto battezzare perche’ fossi libero di essere Cristiano se lo avessi desiderato e poi hai lasciato che decidessi io se volevo andare al catechismo e fare la Prima Comunione o andare a Messa la domenica mattina. Mi hai solo chiesto di essere coerente con le scelte e non farle “per imitare i tuoi compagni”. Non mi hai asfissiato di religione. Non mi hai imposto le tue convinzioni o il Dio degli anni ’40/’50 che era stato imposto a te.

E se hai agito cosi’ e’ perche’ tu sei stata, sei e sarai sempre comunista. E non mangi i bambini. Il tuo comunismo e’ un ideale di liberta’, diritti e uguaglianza. Non condivido molte cose dei partiti comunisti italiani e men che meno del comunismo russo, ma i tuoi ideali e quelli dei compagni che hai frequentato sono la ragione per cui io esisto, per cui fin dall’inizio sono stato libero di scegliere. Provo umano dispiacere quando leggo di bimbi costretti ad andare a Messa la domenica gia’ a pochi anni; trascinati in un percorso di Fede senza poterlo decidere da se’, seguiti, asfissiati da chi vuole imporgli le proprie idee.

E io mi sento davvero fortunato perche’ tu mi hai insegnato che “c’e’ sempre un’alternativa”; mi hai insegnato a essere onesto, corretto, rispettoso verso gli altri e coerente. Grazie a te ho imparato a rispettare. Grazie ai miei occhi di cui ti dai sempre, erroneamente, colpa, ho imparato a capire e ascoltare la sofferenza altrui. Grazie a te sono quello che sono quindi oggi sono io a dirti grazie e a dire a tanta gente che vive ancora ai tempi di “don Camillo e Peppone” che sarebbe il caso di non dare certi giudizi netti perche’ chi fa scelte di vita diverse da quelle dettate dagli uomini di Chiesa ma agisce rispettosamente, correttamente e onestamente, penso proprio sia amato dal Signore tanto quanto chi lo ricopre di preghiere e poi e’ pronto a denigrare, sparlare, attaccare, in voce o in punta di penna.

Grazie mamma, sono grato di essere tuo figlio e orgoglioso di essere figlio di una “comunista”!

Dovunque io vivro’, io ti avro’ con me…

Vivro’ con la faccia che tu amavi
coi miei giochi sempre nuovi, col difetto di sognare…

Cosi’ inizia “Vivro'” di Roby Facchinetti e cosi’ io vivro’, nel nome di cio’ che sei stata, di come mi hai insegnato a vivere e ad essere.

Oggi a salutarti c’erano tutti: i tuoi colleghi, i tuoi amici, i miei amici, pure angeli arrivati in modo avventuroso e il cui gesto non dimenticherò, i vicini (anche chi in un lontano passato oso’ insultarti per la scelta di avermi fuori dal matrimonio). C’erano parenti acquisiti e anche i parenti e gli amici che per motivi di salute o distanza non erano fisicamente con noi c’erano col cuore.

E c’era don Armando, che ti voleva cosi’ bene ma cosi’ bene che si e’ commosso mentre ti ricordava. Si’, a te, che dal cattolicesimo bigotto hai ricevuto dolore ma che amavi Gesu’ per i suoi messaggi d’amore e giustizia cui i tuoi ideali assomigliavano tanto.

E c’era don Danilo, oggi cosi’ impegnato in alti incarichi in Curua, li per me e per te, che t’aveva conosciuta in quella tua telefonata di gioia dopo il mio intervento. E c’erano le persone che mi stanno aiutando, e lo sapevi, e a loro l’avevi chiesto e forse sei partita piu’ serena anche per questo.

E c’eri tu, fra noi, finalmente senza piu’ dolori, finalmente accanto al tuo papa’, alla zia anna, alla tua mamma, ai parenti e agli amici che avevi salutato.

E c’ero io che ti ho promesso che vivro’, mi sforzero’ di farlo, per cio’ che sei stata e mi hai dato, perche’ se ho fatto qualcosa di buono lo devo ai valori che mi hai trasmesso tu.

Come ti ho detto tante volte e ripetuto questa mattina prima che chiudessero la bara, grazie di avermi messo al mondo.

Vivro’ senza morire perche’ e’ stupido e indecente
ricomincero’ da niente e lo faro’
ma giuro che vivro’ e lo devo a te e basta…
E diro’ di piu’: dovunque io vivro’, io ti avro’ con me…

PS: e come hai visto ho mantenuto la promessa anche per “What a wonderful world”. Quando credevo di non riuscirci per il troppo sole che rendeva illeggibile il display, qualcosa dentro mi ha dato il coraggio… e anche il momento di quella terra che scendeva e’ stato avvolto di serenita’.

Lettera per la festa della mamma

Domenica scorsa ho scritto, stampato e portato a mia madre questa lettera. Il 14 maggio dovra’ affrontare un intervento impegnativo e se queste parole le hanno dato forza, come credo penso e spero, e’ il regalo migliore di sempre. L’ho accompagnato con questa rosa i cui colori sin da piccolo ho associato a “mamma”. D’accordo con lei, che l’ha voluta far leggere a un nostro caro amico, la pubblico anche nel blog.

Mestre, 11/5/2014
Avevo pensato di regalarti un lettore musicale per farti ascoltare musica, magari il CD di Mina con tale rapper “Mondo Marcio” che è davvero bello, ma ho ricordato che tu e la tecnologia non andate d’accordo e quindi ho optato per qualcosa di più tradizionale e per me inedito: una lettera. La scrivo al PC perché la mia calligrafia è quella che è. Adesso almeno la posso stampare.
E cosa scriverti? Frammenti. Frammenti belli della vita bella che mi hai dato e mi darai, perché io SO che comunque vada il domani, tu sarai con me… e ora scaccio lacrimuccia e scrivo…

…io e te sdraiati su una barca a Bibbione… avrò avuto 3 o 4 anni… c’è il sole caldo, abbiamo gli occhi chiusi, ti sento vicina.
…io e te al mare, stessa età, gioco e nuoto fino a trovare le tue gambe, calde, protettive, le chiami “le colonne d’Ercole” e mi proteggono da dove è più profondo…

…venirti a prendere in ufficio…
…vederti quando uscivo da scuola o da catechismo…
…chiamarti in ufficio, chiedere di te e sentire la tua voce…

…la volta che dovevo leggere in Chiesa al microfono, ero troppo emozionato, la catechista mi offriva di non farlo e tu mi hai incoraggiato…
…il tuo vestito blu acqua pura alla mia Prima Comunione…

…noi sul Passo San Pellegrino…
…noi sui monti, sui torrenti, al mare, al lago di Garda…
…i grandi viaggi sulla 126…

…il viaggio in Canada, che pure ti ho reso difficile come tanti momenti…

…le mie crisi anche per sciocchezze e tu che ci sei, sempre… sacrificando te stessa anche ai miei difetti, paure e limiti…

…quando un giorno ti ho confidato che mi mancava un po’ la nonna e mi hai detto che era l’unica cosa a cui non potevi porre rimedio. Lì ho capito cos’è l’amore materno, che davvero per me avresti fatto ogni cosa umanamente possibile…

…tornare a casa e chiamarti e spaventarmi/seccarmi se non rispondi subito…
…tornare a casa e trovarti…
…io che vengo a vedere come stai, sapendo di trascurarti ma felice di averti li a un passo e sentirmi dire “so che ci sei, che sei qui, e va bene”…
…io sdraiato sul divano e tu che guardi la TV…

…tutte le volte che c’eri prima e dopo le operazioni…
…la volta a 5 anni che ho mangiato una caramella la sera prima di un intervento, mi sono spaventato, ti ho chiamata, non ho avuto coraggio di dirtelo ma la tua voce mi ha tranquillizzato…
…la volta che dovevo decidere se fare l’intervento per curare lo sdoppiamento e tu hai avuto forza per me di dirmi “sì fallo”. Ora la ho io per te: sì fai questo, starai bene, ne vale la pena e meriti di vivere bene!

Quanta forza hai avuto per fare tutto da sola contro i bigotti e gli sciocchi. Quanta forza per affrontare un figlio difficile come sono io. Ti ammiro e voglio dirti ancora una volta…

Grazie mamma per avermi messo al mondo,
   mi hai dato, mi dai e mi darai una vita felice!

10

Non sono solo dieci anni che ho un blog. Sono anche dieci anni da quel 17 ottobre 2003 che ha segnato cosi’ tante vite.

Oggi non sento nel cuore molti discorsi, anche perche’ ti ho ricordata altrove e meglio, facendo vivere il ricordo di te in chi nemmeno ti aveva conosciuta. Oggi voglio solo riflettere su una cosa: se perdiamo una persona cui volevamo bene ci resta un buco nel cuore. Allora non buttiamo il tempo e non consideriamo numeri, magari inevitabili, i morti elencati quotidianamente dai TG. Sono vite spezzate e lasciano dolori. Preghiamo per chi va e per chi resta o doniamo loro un pensiero di speranza. E lo stesso cerchiamo di fare per chi e’ ancora con noi ma spesso non apprezziamo abbastanza. Lo dico prima di tutto a me stesso…

Anche se
va un attimo via la luna
ogni addio può essere liberta’
la realta’
moltiplica luci e ombre
ci dara’ da vivere senza noi
e si puo’
dividersi e non sparire
se e’ cosi’
riabbracciami quando vuoi…
(Domani, Pooh 2004)

Ciao, Chiara…

Gli immigrati

Parlando del padre di una persona che conosciamo, che e’ arrivato in Italia su un barcone come tentano in molti, la mia amica Lorenza mi ha scritto via SMS un pensiero che le ho chiesto di poter condividere nel mio blog.

E meno male che è arrivato in Italia, gli immigrati sono il futuro, sono un’opportunità, sono volenterosi di migliorare la loro condizione come lo erano i nostri nonni, i loro figli sono curiosi, attenti e giocano per strada o in cortile tutto il pomeriggio. Stanno invadendo i licei e le università superando gli italiani nei voti, perché studiano e tanto. A tanti bigotti con la puzza sotto il naso dà fastidio, si adatteranno? Non lo so, ho sentito commenti atroci sui morti di Lampedusa. Se un uomo non sa più provar dolore per la morte di un suo simile è ancora un uomo?

Fail?

Mi piace pensare a Angry Birds come a una metafora.
I maialini verdi senza braccia ne’ zampe costruiscono complicatissime architetture che uccellini senza ali ne’ zampette distruggono facendocisi catapultare contro da enormi fionde. E ogni volta i maialini verdi ritentano costruendo architetture sempre piu’ complesse, senza arrendersi mai.

Vorrei che tu, che nel nostro immaginario giocoso condividi tal colore, riuscissi ora a fare altrettanto. Non lo pretendo, lo vorrei. Se davvero, ma come San Tommaso ci credo quando lo vedo e’ il mio carattere, se davvero e’ andata male, vorrei che trovassi la forza di ritentare. Pare e molti testi lo dicono che sia scontato che i piu’ falliscano il primo test. C’e’ un intero forum in cui futuri medici discutono su come gestire un anno “fuori”. Certo guardando il mondo coi tuoi occhi di un po’ di anni fa credo d’aver capito come non mai cosa devi provare oggi quindi ti risparmio i miei soliti discorsi. Dico solo questo. Vorrei che non ti arrendessi, perche’ la cosa piu’ importante che puoi imparare e’ a rialzarti dalle sconfitte e scacciare l’idea che o va bene al primo colpo oppure e’ la fine. Analizza i tuoi punti deboli e impara a superarli, come hai gia’ fatto tante volte finora. Sai che non sarai da sola…

Caro diario 2, giorni straordinari

“Buonasera don Armando sono Gabriele Favrin, posso rubarle due minuti?”
“Anche una vita intera!”
“Devo farle una proposta…”
[…]
“Per me va benissimo!”

Si’, l’ho fatto.
Si’ gliel’ho chiesto.
Si’, ho proposto a don Armando una cosa folle. E gli ho anche detto che dobbiamo farla subito. E mi ha detto SI’!

Per scaramanzia svelero’ di cosa si tratta quando sara’ fatta, o sabato o lunedi’. Qui voglio appuntarmi solo che… credo che ho fatto buona musica, citando il Facchinetti, se un sacerdote ottantacinquenne mi da’ il via libera per una cosa che non ha mai visto fidandosi delle mie parole.

Felice, davvero felice e un po’ scosso dal coraggio che ho trovato e non credevo di avere e dal SI’ ricevuto!

E come ieri (5/9) e’ stato un giorno straordinario per me, altrettanto spero che sia oggi (6/9) per una persona splendida di cui sono infinitamente orgoglioso e che affronta un prezioso test di ingresso a Bologna. E pure il 9/9 dev’essere straordinario per lei!

Scegli la via giusta!

“grazie” “mi sei mancato” “che bello!”
Tre parole da tre persone diverse che mi hanno scaldato il cuore.

Ed e’ tutto qui. Si puo’ scegliere di fare come nel mio post precedente e si puo’ scegliere di farsi trascinare via dalla corrente del dolore. Ancora, si puo’ scegliere la rabbia, che poi ci divorera’. Io ho fatto tutte e tre le cose nella vita e non son qui a dare lezioni. Ma son qui a dire che e’ molto piu’ bello il calore di una parola. Ce ne son poche, a volte ci si sente persi nell’oscurita’, a volte la si cerca con tutte le proprie forze e si costruiscono totem sul dolore, si proietta se stessi in persone e situazioni lontanissime e diverse da noi.
Ma il calore di una voce rassicurante, di un sorriso, di una parola d’affetto, quando c’e’ puo’ strappare da molti dolori. E con la stessa volonta’ con cui si guarda al dolore, si puo’ fare un sorriso…

Valori non (piu’) negoziabili

Ognuno ha i propri valori non negoziabili. I miei, su cui ho negoziato fin troppo e adesso non intendo piu’ farlo, sono questi:

L’educazione e la coerenza. Una parolaccia scappa a tutti ma fingersi bravi e dediti al rispetto altrui in un contesto in cui conviene e in altri agire in modo opposto non e’ corretto ne’ giusto.

Il rispetto. Se qualcuno ha gusti o idee diverse e le argomenta, le si possono criticare ma finche’ rientrano nell’alveo della normale convivenza fra le persone o sono posizioni improntate al bene comune, non si possono condannare solo perche’ non ci piacciono. Men che meno e’ giusto mettere in discussione le persone per cio’ che esprimono.

La lealta’. Conoscere un punto debole degli altri e usarlo, volontariamente o meno, in senso negativo e’ inaccettabile. Analogamente lo e’ agire alle spalle per i propri fini. Sincerita’ e trasparenza degli obiettivi individuali e comuni sono valori troppo spesso sottovalutati.

L’amicizia, il lavoro, la collaborazione, tutto per me si basa su questi valori. Se vengono meno sto male ed i rapporti sono destinati a incrinarsi o a portare sofferenza.
Saro’ anche un egoista destinato alla solitudine ma ho visto che “capire” o “ingoiare” spesso e’ inutile perche’ permette agli altri di pensare di poter continuare a fare cio’ che vogliono. Quindi da oggi questi tornano a essere i miei valori non negoziabili. Avere a che fare con me non e’ un obbligo e anzi forse per alcuni e’ un peso, quindi non sentitevi costretti. Questo sono io.

Una goccia sul cuore

…e quando alcune cose proprio non vanno, arriva una mail, direi un dono dal cielo, e vedi che un tuo gesto passato e quasi accantonato dalla memoria s’e’ trasformato in vestiti e scarpe per bimbi e persone di un mondo lontano, poveri oltre cio’ che qui immaginiamo povero, ma almeno forse ora un po’ meno soli.
Ed e’ una goccia che scalda davvero il cuore e scioglie un po’ quella tristezza data dai tanti egoismi in cui ognuno di noi abitanti di questa nostra opulenta societa’ tende a cadere…

Affresco di gennaio

Il rombo di un aereo che scende;
l’acqua per strada spostata dalle auto;
odore di pioggia e gocce di neve dissolta;
grigio, il verde degli alberi;
voci di gioia in uscita da scuola;
piccola vita ormai autonoma rientra a casa.

Mette serenita’ fermarsi a pensare da fuori
a un giorno normale, un equilibrio
di anime, vite, cose.
Affresco di natura, società, tecnologia.
Dall’esterno sereno.

Valerio Negrini

L’ho letto ieri su Twitter da Rai News e mi e’ sobbalzato il cuore…
“forse era malato…”
No, infarto. Come Tix…

Cosi’ colui che 10 anni fa scrisse “Domani” parte verso il cielo da un ospedale intitolato a S. Chiara (coincidenza pura o messaggio indecifrabile?) che sta sotto a verdi montagne che trasmettono pace…

Prima che ai Pooh, prima che alla moglie io penso a Ginevra, “GinnyJack” come la chiamava in uno dei suoi ultimi tweet. A 7 anni perdere il Papa’ cosi’, di colpo. Povera stella.

Valerio e’ eterno, e’ nelle parole che ci ha regalato anche se le scelte musicali Pooh degli ultimi anni l’avevano messo un po’ da parte; ma adesso da credente, ma soprattutto da persona dotata di un cuore non posso pensare alle canzoni, che restano, ma all’uomo e a chi lascia. Lui e’ in Cielo, anche se non ci credeva. Speriamo possa vegliare su tutti i suoi cari, a partire dalla sua piccola e ovviamente alle altre due figlie.

E i Pooh… Domani?
Non lo so… secondo me arriveranno ai 50 anni di carriera e ci saluteranno senza altri inediti. Io li capirei, ma solo Dio sa come affronteranno questa prova. Una preghiera e un abbraccio a loro tre.

Notizia MERAVIGLIOSA che scopro con colpevole ritardo

Il miglior medico oculista del mondo, a cui devo la mia rinascita, e’ stata gia’ da qualche settimana nominata PRIMARIO di oculistica all’ospedale dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia! Brava e complimenti di vero cuore!

Ed e’ bello vedere quanti la pensano allo stesso modo su questo meraviglioso medico!

Percezioni

Se succede in un paese lontano culturalmente, magari asiatico, il TG ne parla frettolosamente e se credi in qualcosa fai una preghiera e via.

Se succede in un paese occidentale, considerato a torto o a ragione culturalmente piu’ vicino al tuo, i TG danno ampio spazio e tu volente o nolente te ne interessi.

Se fra i milioni di persone coinvolte ne conosci e sei affezionato a una, che pure non dovrebbe essere in una zona di NY a rischio ma che all’1:39 ti ha smssato “black out totale…”, resti tutta la notte a seguire le news e quando lasci la stanza in cui ti trovi ti sorprendi del silenzio e della pace della tua citta’.

Siamo proprio strani, noi umani…
Una preghiera per tutte le persone che stanno vivendo un disastro…