Addio prof. Rama e grazie

Nella notte fra il 27 e il 28 dicembre si è spento il prof. Giovanni Rama, l’oculista geniale, bravo, competente, innovatore che dal febbraio 1972 e per quasi tre decenni si è preso cura dei miei occhi.

Oggi gli interventi che ho subito durante l’infanzia sono diventati più semplici ma trentasei anni fa era un altro mondo, con infiniti più rischi. Lui mi ha operato, lui ha curato la mia catarrata congenita e ogni altra patologia conseguente. Lui ha sanato con amore e delicatezza i miei occhi di bimbo di appena 8 mesi e mi ha seguito per tutti gli anni successivi.

Lui che per primo aveva intuito l’importanza di lasciare i genitori vicino ai figli piccoli in ospedale e di farli entrare nell’anticamera del gruppo operatorio perché i bambini appena svegli sentissero la loro vicinanza. Lui che era di poche parole ma aveva un cuore grande e si emozionava di fronte ai traguardi raggiunti dai suoi pazienti. Lui che con umiltà mi indirizzò ai suoi collaboratori quando lo ritenne opportuno. Il caro dott. Monterosso che mi operò nel 1985 per un distacco retinico (e che morì esattamente vent’anni e un giorno prima del prof. Rama, il 27 dicembre del 1985); poi nel 2000, forse sentendosi vicino alla pensione, la dottoressa Franch, anche lei cresciuta professionalmente con lui, che tanto ha fatto per me negli ultimi anni.

Lascia un vuoto, un vuoto professionale per i suoi colleghi e umano per chi vede grazie a lui.
Non ho conosciuto mio padre e ho scomposto questa figura nei suoi diversi ruoli (colui che cura, colui che insegna, colui che gioca, ecc) attribuendoli ad alcune delle più belle persone che ho incontrato nella vita. A lui il ruolo di curare e ringrazio il Cielo per quanto bene l’ha fatto.

Apprendo dai giornali che è morto dopo una lunga malattia. Il dispiacere per la scomparsa è mitigato dalla consapevolezza che dove si trova ora sta sicuramente meglio e non soffre più, nonché dalla certezza che il Signore gli darà merito per tutto ciò che ha fatto per noi nei suoi quasi 83 anni di vita.

Grazie dal profondo del cuore prof. Rama e una preghiera per lei e per i suoi cari.

Gabriele Favrin

Bilanci di fine anno

Cosa dire del 2007?
Il link quassu’ con il ringraziamento alla dottoressa Franch che mi ha cambiato la vita basta a definire l’anno meraviglioso? Dovrebbe! Ho atteso 17 anni di curare quel buco e indubbiamente la mia vita e’ cambiata in meglio in un modo che non posso neanche descrivere. Potrei citare il mio camminare piu’ liberamente in citta’, il mio cavarmela meglio nelle situazioni sconosciute, il mio leggere facendo meno fatica, le porte di nuovi interessi (fotografia, grafica, fotoritocco, sin anche a montaggio video) che mi si sono aperte…

Che anno lungo a ben pensarci! Lo vedo diviso in fasi di luce, come fosse una lunga giornata…

La notte in gennaio e febbraio…. paura… dubbi… preoccupazioni circa l’intervento e per i problemi incontrati inizialmente in reparto e risolti dalla dottoressa, timori… poi il volo, il capogiro di un’anestesia e via verso la primavera, iniziata per me il 21 febbraio ed esplosa in un marzo di luce.

Gia’, marzo… mi sembra un’eternita’ da quando il caro, grande, don Danilo mi affido’ il suo portatile per portarlo a riparare (con tanto di delega su carta intestata che mi ha inorgoglito da matti!). L’ordine della macchina digitale, le prime foto, le rogne col caricabatterie, i primi passi con i programmi di grafica, io che capisco e apprezzo i livelli, i nuovi programmi, la facilita’ di leggere (ancora con la lente ma almeno non vedendo le lettere doppie), andare per la prima volta da solo fino da mia nonna, poi una lite che avrei voluto evitare, poi il perdono verso un altro amico, poi…

Poi aprile e maggio di foto, camminate, luce che entra diversa nell’occhio e mi fa ricordare l’infanzia e l’adolescenza visto che era dall’alba dei 18 che la mia vista era totalmente alterata. Poi abituarmi all’equilibrio definitivo degli occhi, con lo sdoppiamento eliminato, un po’ di astigmatismo acquisito in questi anni e un’anima ancora inquieta da rasserenare… poi giugno e il racconto per ricordare un amico e dare un senso alla sua vicenda che mi e’ costato tantissimo, forse troppo. Poi il cuore che inizia a chiudersi…

Poi mezzogiorno che porta con se’ distacchi estivi che non immaginavo sarebbero stati cosi’ lunghi, libri da leggere, serenita’ da inseguire e denti da curare. Un’amica da sfiorare, un amico per cui tremare, un nuovo caro grande amico incontrato a pochi passi da qui, in quella fucina di belle anime che e’ la mia parrocchia. A fine agosto il brivido della disintossicazione forzata dal web e la lotta con call center e operatori preparati ma cocciuti e gestori in competizione fra loro a spese mie.
Poi settembre, autunno di nuove scoperte e opportunita’, la voglia di scrivere che ritorna, una nuova storia e un’altra all’orizzonte, sperando non mi costi ancora, ammesso ci sia qualcosa da spendere.

Poi il giorno si fa sera e mi accorgo che il mondo sta cambiando e forse sono cambiato anch’io, piu’ di quanto volevo. Opportunita’, nuove esperienze, libri da leggere, citta’ sommerse da seguire, miei sogni da curare e migliorare… e il cuore? Ritrovare il cuore con un Sacramento, con un dono di un amico prima che un sacerdote che riesce a capirmi come pochi e mi ha dato il motivo per fare un passo in avanti, vivere piu’ serenamente e nel frattempo magari ritrovarmi.
Ritrovarmi come forse in parte ho ritrovato alcune persone e altre vorrei ritrovare. Ritrovarmi come ho trovato un po’ di chi ha cambiato strada nelle persone che conosco oggi. Ritrovarmi un po’ come decidere di non dover seguire per forza gli altri se il percorso che hanno intrapreso non mi convince.

Un anno brutto? Un anno bello? Un anno che ripeterei? Nah, sono tutte frasi che non hanno senso. E’ stato un anno vissuto intensamente, molto intensamente! Ho fatto quasi tutto cio’ che volevo fare quest’anno, con delle importanti eccezioni purtroppo… alcune per pigrizia altre per timore forse ingiustificato di non esserne ancora in grado o per ragioni che andrebbero spiegate e ascoltate… e si’, ho perso il mio peso e devo rimettermi a dieta. Soprattutto pero’ devo e voglio portare avanti i miei sogni e la ricerca di serenita’.

L’anno e il post si chiude pensando ad un’amica, una grande amica, che da domani cambiera’ vita. Abbiamo giocato a Sims, sognato, scherzato, riso, inventato e portato al successo la posta del cuore della Girandola, litigato, pianto, sperato… e ora vola, vola Mafalda verso la vita serena che ti stai costruendo. Ti auguro ogni bene grande amica mia, Dio e l’Angelo che sai veglieranno su di te! :*
Il tuo balzo e’ motivo di speranza e serenita’ per chi ti vuole bene e chiudere questo post cosi’ e’ bello e rasserenante.
E premo “pubblica” sulle note di Domani (l’ho messa io, stavolta :)