Non luoghi

Questa mattina parlavo a don Danilo della tristezza dei grandi centri commerciali (vedi post precedente) e della malinconia che trasmette vedere la gente che va li in cerca di emozioni digitali e basta. Anche lui conosce questi posti, dove si reca spesso per le sue esigenze informatiche.
Ha convenuto sulle mie impressioni e ha citato la lezione del sociologo Mario Pollo sui “non luoghi“, categoria a cui questi centri appartengono. Una ricerca su Google e l’ho trovata. Vale la pena leggerla perche’ tratta molti temi, non si sofferma solo sui “non luoghi” ma su tutta la concezione dello spazio e del tempo nella nostra societa’, in continua evoluzione soprattutto negli ultimi decenni.

Malinconico consumismo

Pomeriggio d’inverno fuori citta’.
Si parte in auto con un amico alla volta della cittadella del consumismo.
Tutti i negozi grandi sono li: MediaWord, Auchan e soci…
Tutto attorno il vuoto, la campagna, la tangenziale in lontananza.
Nebbia, buio che scende su di noi, umidita’ e lampioni gialli.

Ampi spazi, parcheggi deserti, decorazioni natalizie che sembrano giacere li per forza, appiccicate come da stagione su pareti ed aiuole. Non e’ entusiasmo, non e’ festa, e’ solo routine.

Si entra, il grande circo ci aspetta.
Scatole, mensole, offerte, ragazzotti in t-shirt che danno del tu agli ottenni come agli ottantenni. Sono qui per accompagnare un caro amico che deve comprare un PC nuovo e si fida della mia consulenza. Cerchiamo, chiediamo, troviamo.
Ora si fa un bel giro tanto per guardarci attorno.

Meraviglie della tecnica. Vedo di persona, dal vivo, cio’ di cui ho letto. Guitar Hero col controller USB a forma di chitarra e un adolescente vestito da metallaro che non sbaglia una nota. Casse creative con led blu che di notte devono essere accecanti. La PS3. Meglio, il Nintendo WII, con bimbo di pochi anni che gioca a tennis e astanti a bocca aperta, noi compresi, non per le sue prodezze ma per il controller delle meraviglie. E poi il primo disco blue-ray scrivibile che prendo in mano. Contiene 25gb e costa appena 25 euro. E ancora le cornici digitali per le foto. Fino a 20/30 euro sarei disposto a spendere per regalarne una, ma costano 190. Tanti saluti.

Adulti, ragazzi, bambini. Allora la vita in questa cittadella del consumismo c’e’. Eppure l’ambiente e’ cosi’ vasto che quasi non ci si incontra e se anche capita sono tutti presi a inseguire questo o quel sogno digitale luccicante. Agli occhi mi appaiono altri volti e sorrisi piu’ genuini. Anche questo Natale aiutero’ loro. Sara’ il regalo piu’ bello. Dovremmo farlo tutti.
Certo, regaliamoci anche tecnologia e svago ma… non dimentichiamo che oltre le nostre tristi cittadelle del consumo, immerse nella nebbia e malinconiche nella fredda tecnologia, c’e’ un altro mondo…