Riprendo qui un discorso iniziato su Twitter ma che e’ difficile confinare in 140 caratteri. Questi sono miei pensieri, non vogliono essere verita’ assolute.
L’interlocutore, decisamente cattolico, mi dice che dovrei temere la Parola di Dio e che esiste la possibilita’ che non ascoltandola ci si danni.
Premesso che non condivido e non credo in questo approccio di timore e paura che porta ad ubbidire, conformarsi, non per libera scelta ma per timore, io mi pongo un altro interrogativo che certo ad alcuni suonera’ eretico: ma possiamo davvero considerare la Bibbia verita’ immutabile e universale?
Premetto che sono un credente, forse non molto praticante ma credo tranquillamente in Gesu’ e in Dio-Gesu’-Spirito Santo.
Negli anni la Chiesa stessa ha cambiato varie posizioni. Dapprima tutto era letterale, compresi Adamo ed Eva, la Genesi tutta, ecc. Poi si e’ passati alla metafora, anche perche’ se no era difficile condannare l’incesto visto che comunque i figli di Adamo ed Eva in qualche modo avrebbero dovuto comunque riprodursi e ora lo studio della genetica ci dice che l’umanita’ non puo’ derivare da quella famiglia.
Inoltre la Bibbia e i libri del Vangelo sono composti da testi per anni tramandati verbalmente, da persone che vivevano in un contesto sociale/evolutivo/culturale profondamente diverso dal nostro.
Possiamo davvero prendere tutto alla lettera e ritenerlo immutabile?
Io non credo, anche perche’ molte cose sono troppo legate alla nostra civilta’ umana. Eppure non siamo gli unici nell’universo, no?
Ma se anche nel nostro stesso pianeta fra altri viventi, ad esempio, la famiglia e la riproduzione hanno dinamiche diverse, come possiamo pensare che la Bibbia sia universale e immutabile?
Se domani atterra un disco volante verde grosso cosi’ e scendono due alieni asessuati o dello stesso sesso, li riccacciamo indietro brandendo una croce e urlando “Siete contro Natura!”?!?!
Altro esempio, su cui fra l’altro prima o poi scrivero’ un racconto. Poniamo che domani si scopra che un grosso asteroide colpira’ la terra in 10 anni e non c’e’ modo di deviarlo. Magari la gente deciderebbe di non fare piu’ figli per non dar loro una vita breve e una morte atroce. Sarebbe un “peccato”? Andrebbe contro l’immutabile parola di Dio?
Certo, questo post e’ intriso di relativismo, perche’ io sono un relativista e chiunque abbia buon senso penso lo sia. Nulla puo’ essere assoluto per me, se non una cosa: IL BENE e IL MALE. Vivere per fare e dare del bene. Questo per me e’ IL comandamento (che non sempre so rispettare e me ne dolgo). Il resto non puo’ che essere relativo. Agli animali umani, alla nostra societa’, alla nostra fisiologia, ecc…
Quando scrivo che una famiglia composta da due uomini non e’ sbagliata non ho nessuna paura di Dio o della dannazione, perche’ non posso sapere in quante parti del Creato cio’ e’ normale anzi magari e’ anche indispensabile. Cosi’ come non puo’ saperlo la Bibbia, scritta da umani che hanno interpretato in base alle conoscenze del tempo messaggi dei Profeti.
Dimostrazione: nessuno oggi caccerebbe dalla citta’ una donna col ciclo, eppure il Levitico prescrive proprio questo. Perche’? Perche’ al tempo, mancando la scienza, servivano regole per gestire situazioni incomprensibili. Quindi la donna che perdeva sangue diventava impura perche’ magari qualcuno con quel sangue si infettava. La coppia omosessuale era un abominio perche’ era facile che si ammalassero e via di altre prescrizioni fra cui divieti sul cibo.
Con questo non dico che tutta la Bibbia non abbia senso o vada “contestualizzata”, ma che non si possa nemmeno parlare di Parola immutabile nel tempo.
E men che meno ventilare il rischio di dannazione se non si segue alla lettera l’interpretazione della Bibbia fatta da chi di volta in volta si ritiene depositario della Verita’, ivi compresi fior di teologi.
Se Dio e’ amore io credo in cio’ che e’ bene per il prossimo.
Anche nella Bibbia, ma ragionandoci su.