Nel post precedente ho espresso alcuni miei pensieri e riflessioni sulla Bibbia e sul fatto che quanto ivi riportato possa avere o meno valore assoluto o non sia relativo, gia’ anche solo a noi animali umani, alla nostra fisiologia, alla societa’ in cui i testi sono stati scritti, ecc. Non voleva essere catechesi ma solo riflessioni personali che chi passa puo’ condividere o meno. Si trattava anche di una risposta piu’ estesa dei 140 caratteri di un tweet a un interlocutore con cui avevo avuto poco prima uno scambio di opinioni.
Non l’avessi mai fatto!
Invece di ricevere un commento nel merito (foss’anche “non sono d’accordo” o “stai dicendo cavolate”) mi sono sentito dire tutta una serie di cose dall’interlocutore.
– E’ ingenuo parlare della Scrittura senza avere competenze in materia.
– Per discutere sulla Bibbia bisogna non solo averla letta ma avere fatto opportuni studi. Cito: “ogni singola parola, ebraica o greca,va soppesata e compresa pienamente. bisogna conoscere grammatica e sintassi di entrambe”.
Esprimere commenti senza aver fatto cio’ non e’ serio e al mio interlocutore non piace discutere in altro modo la Parola di Dio.
E questo e’ il punto: il mio interlocutore e’ convinto (ha dato prova di esserlo) di ogni parola della Bibbia, mentre io non lo sono, non metto in discussione un singola pericope (usiamo i termini tecnici) ma che il testo intero possa avere valore assoluto e non, almeno in parte, relativo. A questo punto analizzare le singole parti non ha senso.
E mi chiamo fuori dal significato di “bene”, “male”, “peccato” della Bibbia. Nel mio post non ho messo in discussione quelli, ho detto come vedo IO le cose. Potro’ avere una mia opinione?
Pecco di poca umilta’ a voler riflettere su questi temi e costruirmi le mie idee senza poter soppesare parole e frasi ebraiche e greche?
Forse, ma fin qui tutte le persone di Chiesa con cui parlo spesso, anche se non d’accordo con me, non hanno mai criticato il fatto che una persona che non ha alle spalle studi biblici approfonditi rifletta e si costruisca idee.
Sinceramente non mi piace questo ragionamento, perche’ sembra implicare che all’uomo comune non sia dato discutere della Parola ma solo adeguarvisi. Del resto il discorso con l’interlocutore era nato dall’opportunita’ di “temere la Parola di Dio”!
Beh, questo approccio di timore e ubbidienza a testi che non si possono discutere non e’ per me, contrasta con l’idea di un Dio dell’Amore. Mi ricorda piu’ un approccio antico alla religione che magari portava ad avere piu’ fedeli ma per paura, non per voglia di amare.
Scrivero’ altri post. Sono tutte idee personali di un uomo in ricerca di un senso alle cose. Lo cerco in Chiesa, lo cerco in me, lo cerco in libri, lo cerco ragionando con la mia mente pur limitata.
Umilta’ e’ non pensare di avere per forza ragione. Vedo solo uno spicchio del creato, come potrei averla?
Pero’ per me certe cose non hanno senso o non possono essere assolute.
Solo l’amore, il mettere l’altro davanti a noi, ha davvero pienamente senso.