La storia di Federica Puma su “L’Incontro”

Sono molto soddisfatto e orgoglioso di aver contribuito a far parlare della terrificante vicenda di Federica Puma e della sua bimba settenne, rinchiusa da mesi in una casa famiglia, anche sull’Incontro, il settimanale di don Armando Trevisiol che a Mestre e provincia arriva un po’ ovunque.

Quando a marzo ho letto la storia e sentito lo audio della telefonata fra la piccola e la madre, mi sono ripromesso di darmi da fare. Parlarne nel mio umile blog non era abbastanza quindi ho segnalato la storia a Luciana Mazzer, un’acuta… persona comune che col buon senso delle persone comuni e una punta d’ironia, ma con infinito amore per i piu’ deboli, racconta il mondo d’oggi nelle colonne del settimanale di educazione e formazione cristiana piu’ bello di Mestre.

Mi ha risposto a stretto giro di e-mail (si’, come sempre qui si fa Carpenedo -> Los Angeles -> Carpenedo, ormai e’ abitudine!) che ne avrebbe certamente parlato, solo che non sapeva quando don Armando l’avrebbe pubblicato, vista la coda infinita di cose da inserire. In cuor mio speravo che l’articolo uscisse in ritardo, a vicenda risolta, ma i giudici come ho scritto tempo fa si son presi altro tempo (e intanto la piccola versera’ altre lacrime) e cosi’, purtroppo, la vicenda e’ ancora tragicamente attuale.

La signora Mazzer va oltre il singolo caso e ne racconta un altro, piu’ breve, concluso positivamente ma che ha lasciato tanto dolore, aggiungendo le sue riflessioni. E’ un articolo utile da leggere perche’ fa capire quanto certe iniziative, in taluni casi necessarie, se attuate in modo meno che perfetto e attento, possono causare dolore ai piccoli. Forse quell’angelo non potra’ tornare a casa grazie a questo articolo, ma almeno queste parole attente e garbate porteranno a riflettere altri lettori impegnati su fronti simili dalle nostre parti. Quindi ancora grazie, davvero grazie alla signora Mazzer per averne parlato!

Potete leggere l’articolo nel numero del 20/5/2012 de L’Incontro (che se siete di Mestre trovate gratuitamente in versione cartacea in un’infinita’ di negozi e chiese)

La storia, se non l’avete gia’ letta nei post precedenti, la trovate tutta qui.

Come qualcuno ha scritto nei commenti all’audio della telefonata “mi vergogno di essere italiano”. Lo dico raramente ma sentendo quelle lacrime viene da gridarlo.