Ammiro Bruno Lauzi.
Soffre del morbo di Parkinson ma non ha smesso di vivere: canta, si esibisce, convive con il suo male e non lo nasconde nemmeno durante gli spettacoli. Vive come fosse parte di lui, con una naturalezza e una forza d’animo che cancellano ogni traccia di disagio o timore in chi gli e’ accanto.
Ai bambini ha spiegato cosi’ il tremolio della sua mano: “non dovete mai prendere in mano una farfalla perche’ vi lascerebbe addosso il suo pulviscolo. Io l’ho fatto. La farfalla e’ morta ma adesso la mia mano ha addosso il suo battito d’ali”. Un poeta, come e’ stato descritto questa mattina nel programma TV a cui ha partecipato.
Vi invito a leggere questo bellissimo articolo su Bruno Lauzi che ho trovato poco fa. Chiarisce meglio che grande persona e’.
Vorrei essere come lui ma a volte, per sofferenze infinitamente piu’ piccole (legate ai miei occhi) io perdo la speranza. Solo per un attimo ma e’ cadere in una spirale di sconforto. Poi passa. La prossima volta rileggero’ quell’articolo e attingero’ a un po’ della sua forza costruttiva.