Pensieri imbiancati

Questa notte e stamattina, finalmente, anche a Mestre ha nevicato per bene.

Questa mattina mi sono svegliato alle 8. Alle 10 in cimitero c’era la Messa di suffragio per mia nonna, che son 4 anni che e’ in Cielo.
Devo dire che non avevo tutta questa voglia di andarci, non e’ che la Messa sia il mio momento preferito. In ogni caso mi alzo, vado in bagno, tiro su la veneziana e… bianco! Tutto bianco! Mi ha riempito il cuore di gioia. Potevo perdermela? E allora sbrigate le consuetudini mattutine, fatta colazione, eccomi in strada direzione Messa-di-don-Armando con il proposito poi di andare in parrocchia a Carpenedo a fare qualche foto per la prossima Gazzetta dei Carpini e poi nella deliziosa pasticceria di via Vallon… gnammy!

L’andata e’ stata da dottor Zivago. Cielo grigio, fiocchi e marciapiedi indistinguibili dalla strada. Ho rischiato due scivoloni, uno all’ingresso di via cimitero, l’altro vicino alla lapide di mia nonna. E ho capito che avro’ 40 anni ma ho ancora buoni riflessi e soprattutto un buon equilibrio.
Messa bella, ma sigh… nel frattempo e’ tornato il sole! Eppure nevicava. Sole e fiocchi. Per poco. Davvero affascinante (fra le lapidi uno spettacolo inedito). Adattissima e piuttosto piena la chiesa prefabbricata in legno per un clima da montagna. Qualcuno pur di esserci e’ arrivato in tassi’.

Quanti pensieri strada facendo. Faccio finta di si’ ma non e’ un periodo ne’ facile ne’ sereno. Comunque ho trovato alcune risposte, dal mio cuore e dall’omelia di don Armando Trevisiol che mi ha fatto piacere sentire anche piu’ in forze di voce.
Poi si esce, si va a trovare nonna e come dicevo si rischia uno scivolone e si dice mezza parolaccia (ehm :) ).

Mia nonna odiava la neve. Dopo la prima guerra mondiale la sua famiglia era poverissima e quando il mondo s’imbiancava pativano molto. moltissimo. Eppure un inverno di tanti anni fa, con me chiuso in casa perche’ malato (credo morbillo, scarlattina o forse reduce da uno dei tanti interventi fatti nella prima infanzia) raccolse tantissima neve caduta sul terrazzo e mi fece un pupazzo di neve nella vasca :*
Cosi’ oggi vedendo la sua tomba imbiancata (tanto che la lapide, bianca, sembrava gialla) non ho pensato tanto “scusa Livia ma io sono felice della neve che tu non volevi ;)”, come ci dicevamo quand’era qua. Ho pensato invece a un dono suo per farmi andare a Messa. Sara’ come sara’, le ho sorriso, segno della Croce, mezza parolaccia scivolando (ma non son caduto) e via.

Viale Garibaldi, piazza Carpenedo e via in patronato a fare un po’ di foto della mia adorata parrocchietta. Poi gnammy in pasticceria poi altre foto qua e la.
Oh niente di che, il mio E52 ha solo una fotocamera da 3.2MP, pero’ e’ molto piu’ pratico che portarmi dietro la Canon che prima devo mettere in carica le batterie ecc ecc.
Tutto sommato anche senza lo stabilizzatore ottico molte foto sono venute piu’ che decenti (per i miei occhi s’intende). Impressionante la precisione di latitudine e longitudine recepite dal GPS (con A-GPS disattivo, cosi’ e’ del tutto gratuito). Le togliero’ prima di diffonderle ;)

Insomma cosi’, mattinata bella. Ora il sole si porta via la neve e mi ha un po’ lavato il cuore. Non che il momento sia piu’ facile, anzi si sommano difficolta’ a dubbi, ma in fondo il mondo in bianco resta un giorno, qui da noi, e quando torna normale e’ un po’ come rinascere, almeno per me. E qualcosa di diverso c’e’ gia’. Speriamo di non perdere la strada e quanto guadagnato dal cuore oggi.

Grazie, neve!

Distacchi (una storia)

Quello che segue e’ un racconto di fantasia, piu’ o meno. ;)

Basta, non sopporto piu’ tutto questo – le disse l’uomo, spalancando con un colpo secco la porta del granaio.
Vuoi uscire da qui? Non ti piace piu’ niente di quel che abbiamo costruito e condiviso? L’amicizia che ci ha portati a costruire tutto questo si deve dunque piegare alle tue intemperanze, alla tua cieca ricerca di te che ti porta a devastare tutto quello in cui credevi?
E sia, non siamo sposati ne’ legati. Siamo soci in affari ed eravamo amici. Venuta meno l’amicizia per me non ha piu’ senso continuare l’attivita’.

Certo, certo, non serve che tu mi faccia quello sguardo. Non abbiamo litigato. Ci siamo solo persi di vista. Ognuno potrebbe elencare le colpe dell’altro o credi che ne abbia soltanto io? Invece no. Abbiamo percorso un po’ di strada insieme ma a quanto pare ora… anzi no, da un pezzo, camminiamo su strade diverse e fingiamo di non accorgercene. Adesso pero’ basta. Non mi devi niente e non ti devo niente. Prendi la tua meta’ dei nostri sogni e io faro’ lo stesso.

Non dirmi “se e’ questo che vuoi”, e’ palese che lo e’ – concluse l’uomo, incamminandosi verso il campo pieno da arare.

Lavoro’, lavoro’ per ore senza voltarsi mai, sospinto dall’amarezza, finche’ quel propellente non fini’ e torno’ verso il granaio. Vuoto.
Tutt’intorno silenzio.
Doveva affrontarla, doveva chiudere quella inutile sofferenza ma ora che l’aveva fatto si accorse che non era cambiato nulla. La fattoria era comunque vuota come la sua anima. Forse un po’ di piu’ perche’ aveva dato spazio a rabbia e sentimenti di delusione che sebbene legittimi non portavano certo buoni frutti ma erano solo semi di altro dolore.

Desidero’ non aver mai detto nulla, poter tornare indietro allo stato precedente che se non altro gli lasciava la dolce-amara illusione, se non di un futuro, almeno di un passato e -forse- di un presente.

In quel momento si sveglio’, nella fattoria vuota.

Ancora una volta si mise a pensare, accumulando amarezza, che era ora di finirla con quello stato di cose.

Vite a perdere

Raccontino pensato oggi…

che notte figa ragazzi siamo andati nella disco yo’
che forza c’ho il ballo nel sangue
e poi c’era dj rox col rhum e lo shock yo’
guarda, guarda, sfiora quella ci sta!
siamo i giovani siamo vivi siamo la notte yo’
prendi la macchina questa disco e’ per la sera
via a 250 verso il posto piu’ cool attento alla pula yo’
scorre tutto veloce ma io sono forte io mi sento ok
sono nella lista mi fanno entrare io sono dj dax yo’
una pasticca? una canna? rhum? dammi tutto!
a me non capita niente, sono ok mi sento grande yo’
cazzo gia’ le 8 di mattina, andiamo!
forse becchiamo il rave di cui parlava dj pox…

Vieni, e’ ora di andare, disse la donna dalla voce dolce e gli occhi sempre tristi.
Anna con i suoi 5 anni e tanti perche’ senza risposta lascio’ cadere dolcemente dalla sua manina una margherita e, mano nella mano con la sua mamma, usci’ dal portone del cimitero dov’era sepolto il fratello che ormai faticava a ricordare.

Un suono lontano

Passa un aereo,
lo sento nelle tenebre di questa notte.
Un suono lontano che presto sfumera’.
Vite in volo. Da dove? Verso dove? Non importa.
Cento, duecento, trecento anime sole
che lasciano qualcosa, qualcuno
e viaggiano nel freddo della notte
fra una valigia, un caffe’ e sorrisi sconosciuti.
Maliconia, nostalgia di giorni sereni.
Come in questa piazza virtuale
in cui tutti ridono
e si confondono in un unico rumore.
Come un suono lontano
che presto sfumera’.

Radio libere del 2000

Lo studio del DJ era pieno di fumo. Il giovane: occhiali scuri, barba incolta, mozziconi qua e la, butto’ sul piatto uno degli ultimi dischi, una ballata lenta del Bennato. Abbastanza vecchia da essere considerata classica ma non cosi’ vecchia per essere etichettata come antica. Avrebbe detto due parole con la sua voce sensuale e impostata e poi via, un altro disco e SBLAMM! A casa, sotto la pioggia, in quella porca sera spesa a raccontare musica su vecchia radio con quattro ascoltatori e come sponsor le pompe funebri del paese.

Dedicata a Radio Terrona del mio amico Anto’. Dalla puglia con furore.