Il post precedente e’ una mediazione.
Una mediazione fra una ferita a cui dovevo rispondere e il mio credere che il mondo non inizi e non finisca con me, con questa vita, questo cuore, queste emozioni. Che la rabbia, la gioia, l’amore, il dolore non siano fini a se stesse ma facciano parte di un disegno piu’ grande.
Cosa c’e’ dopo? C’e’ Dio? C’e’ un mondo nel quale la “natura” o un “karma” universale ci dara’ qualcosa in base a come abbiamo scelto di agire? Non ne ho idea. Ho pero’ ben presente il profondo insieme di regole altamente pedagogiche che tutto sommato riesce a proporre la Chiesa cattolica.
Regole che nonostante le mie incertezze e titubanze, nonostante i miei dubbi, nonostante non le condivida in pieno, ho comunque scelto di ascoltare, anche perche’ ho gia’ visto che ad agire diversamente non ci si guadagna nulla e sicuramente non ci si sente meglio.
Altri se subiscono dei torti urlano di rabbia, usano cio’ che e’ stato donato alla collettivita’ per lanciare frecce avvelenate. Perche’ possono. Perche’ soffrono quindi possono. A volte l’ho fatto anch’io, anche in tempi recenti. E dopo non mi sono mai sentito meglio, anzi. Quando svanisce la rabbia, quando cade dentro di noi quell’orgoglio che ci fa sentire in diritto di odiare chi ha il torto di esserci amico (che non significa solo scrivere “tvb” e “fai bene”) allora ci si accorge che e’ tutto inutile, che attacchi, cattiverie, grida di dolore non ci ridaranno la serenita’ che avevamo prima.
Puo’ accadere appena ti è venuto in mente
che se chiedi scusa non ci perdi niente
…puo’ accadere e tu lo sai…
Quattro anni fa e’ morta una mia amica. Da un giorno all’altro. Un giorno c’era, il giorno dopo non c’era piu’. Ci volevamo un gran bene. L’ascoltavo, l’avevo scossa (un pochino) da un grande dolore. Me ne e’ stata grata fino all’ultimo e anche oltre, credo. Mi chiedo come starei oggi se la sera prima che lei volasse in cielo noi ci fossimo fatti del male.
La gente non sa…
la gente non capisce che siamo foglie e basta un soffio di vento piu’ forte per portarci via. Poteva succedere a novembre a una nostra amica. Poteva, lo sapete vero? E poteva succedere a me a febbraio. Puo’ succedere a tutti in ogni momento!
E allora perche’ farsi male? Perche’ odiare? Perche’ ferire chi CI HA FERITI, chi sputa sul nostro affetto, chi grida per il terrore di non averlo piu’?
Tanti pensieri cattivi attraversano spesso il mio animo quando vengo ferito come oggi, a mio modo di vedere pure ingiustamente, da persone a cui ho detto in sostanza che secondo me han sbagliato qualcosa. A volte ho ceduto a questi pensieri, alla tentazione di far del male, di vendicarmi. A volte no.
Ora come ho scritto chiudero’ qualche porta, perche’ non si puo’ e non si deve essere “bechi” e accettare tutto cio’ che agli altri viene in mente di farci. L’ho detto ma non so sinceramente se saro’ capace di farlo, perche’ non vorrei far seccare il cuore… che e’ una delle cose migliori che il Cielo mi abbia dato (l’altra sono la mia famiglia e gli amici).
In questo, essere vicini alla Chiesa, ascoltare e leggere pensieri e parole (anche quelli che non condividi, quando espressi con pacatezza e rispetto, hanno un valore) aiuta. E io oggi sono felice di avere attorno a me persone che mi stanno insegnando a cadere meno. Che mi rinnovano la voglia di credere nell’uomo.