Ieri sono stato al funerale della mamma del mio ex parroco e grande amico don Danilo. Trovo bellissimo che abbiano partecipato i confratelli di mezza Mestre e molto oltre.
Sono rimasto colpito dall’immensa prova di fede nell’omelia di don Danilo.
Gliela invidio. Accettare, disporsi ad accettare, prendere tutto come un dono di Dio, il tempo della salute e poi la prova, le prove, gli anni della sofferenza, fino all’ultimo, e poi il distacco. E come li hanno vissuti nella Fede lui e la sua mamma.
Ma poi come ogni essere umano e ogni figlio, ha ceduto alle lacrime e lo avremmo abbracciato tutti
Ho trovato bellissima la chiesa di San Giovanni Evangelista. Con quelle vetrate nelle giornate di sole deve essere uno spettacolo. Un giorno ci andro’.
Ho pensato e dedicato una preghiera a una piccola -non piu’ tanto piccola – vicina che li’, da molto piccola, ha detto addio alla madre.
Ho esercitato l’arte della pazienza con due signore che chiacchieravano continuamente, manco fossero al cinema (ed e’ fastidioso pure al cinema, figurarsi a un funerale.
Ho apprezzato l’affetto degli amici che mi hanno tenuto un posto, atteso e accompagnato al ritorno vedendo che ero fortemente influenzato.
Ah e ho scoperto che per un funerale si può scegliere una lettura diversa da quella del giorno. Non lo sapevo. Si impara sempre qualcosa di nuovo.
Quanta pace mi danno le Messe. Quando mi comunico mi sento davvero parte di qualcosa di piu’ grande di me. E’ un attimo di pace. Anche durante un funerale. Sara’ che dopo Chiara ho una percezione diversa delle cose e della morte. So, sono certo del dopo…
Caro don Danilo, te lo ho detto ma lo lascio anche qui, Sono certo che tua madre e tuo padre erano accanto a te oggi, ad ascoltare orgogliosi l’immensa prova di Fede che hai dato.