Le conseguenze dell’incoscienza

Un’amica si e’ iscritta a un social network italiano e mi ha dato la sua pagina.
Mi si e’ aperto un mondo!

Decine di persone che inseriscono nome, cognome, citta’ di provenienza, scuola o posto di lavoro frequentato e foto, talvolta in atteggiamenti che uno istintivamente terrebbe per se’.

E non basta: se uno si iscrive (io non ci tengo, grazie) ha a portata di mouse link di siti, blog e gli immancabili contatti/email, oltre alla possibilita’ di sapere chi diventa amico di chi (nei social network diventare amici equivale solo ad aggiungere un utente alla propria lista) e chi scrive a chi.

Difficile capire se questi comportamenti siano dati da incoscienza, da voglia di indipendenza o da ribellione verso quelle persone noiose che raccomandano sempre un minimo di prudenza nella vita online e offline. Forse sono tutte queste cose, forse e’ superficialita’, la stessa che ad alcuni nel mondo reale fa dire “ma cosa vuoi che succeda” o “non puo’ capitare proprio a me”…

Il brivido dell’avventura? Gli incontri dello stesso peso e profondita’ di quelli vissuti sotto il tunz tunz e le luci stroboscopiche? La ricerca di un posto per se’ in cui farsi conoscere? Ognuno cerca a modo suo un po’ di felicita’. Speriamo che questa ricerca non conduca a qualcosa di brutto e intanto complimenti all’unica persona che conosco, fra quelle che si sono virtualmente fatte radiografare su quel social network, che ha messo come cognome “lelelele”.

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