Leggo sulla Nuova Venezia:
MARGHERA.«Dalla padella alla brace: dalla chimica al nucleare? No, grazie», rispondono le associazioni ambientaliste, inviperite dopo la proposta fatta dal presidente di Unindustria, Favrin, durante la conferenza di presentazione della nuova centrale ad idrogeno di Fusina, e la disponibilità dell’amministratore delegato di Enel, di fare ricerca e progettare una centrale nucleare a Porto Marghera.
Sono decenni che Porto Marghera rappresenta un immane rischio per la salute. Le fughe di sostanze chimiche pericolose non si contano, sugli operai morti si son gia’ fatti processi e Dio sa cosa rischiamo noi cittadini dei paesi vicini se li salta tutto.
Il buon senso avrebbe portato alla cessazione di ogni attivita’ pericolosa (se non importiamo noi cittadini magari importa Venezia…) e alla riconversione dell’area, cosi’ fra l’altro da garantire un impiego agli operai. Si e’ scelto di insistere con la chimica e ora si va anche oltre?
No grazie.
Caro omonimo, la centrale nucleare o il “distretto per lo sviluppo del nucleare” fallo altrove. E soprattutto fuori dall’Italia.