Una canzone per me e mia madre

Qualche giorno fa era l’11 settembre, il ventesimo anniversario di quell’11 settembre.
Ho confidato alla mia carissima amica Claudia (no, non la persona di Roma già citata in questo blog in passato, un’altra Claudia altrettanto cara) che lo stavo vivendo con tristezza, per il silenzio che c’era in casa mia rispetto a quel pomeriggio di vent’anni fa.

Lei è stata tenera come è sempre. Le sono bastate poche parole per regalarmi serenità. Poi sono passati i giorni…
Ieri sera mi ha raccontato che quel messaggio le aveva ispirato una canzone e si è tuffata a scriverla.

Con mille timori (“sono partita dal messaggio che hai scritto tu però ci ho messo più del mio credo anche perché non so come tu ti sentissi in quel momento? quindi se è indelicata o altro scusa?“) me l’ha presentata come si presenta un pulcino appena nato.

Oggi c’è molto più silenzio
e anche il televisore è spento
ma la tua voce nel mio cuore
non si è spenta mai.

Forse ti penso un po’ di più
e il cielo è sempre meno blu
ma tu portavi il sole
anche durante la pioggia

Adesso scende sul mio viso
che ha inciso il tuo amore
ricordo quando lo cullavi
ma adesso è troppo tardi.

Rit.: Vorrei sapere se nel cielo si respiri un po’ meglio
e se tu sia l’angelo più bello
come avevo detto, e anche disegnato
eri in mezzo al mare con l’animo annegato.

Vorrei sapere se soffrire abbia avuto un senso
e se le notti in ospedale abbiano preso luce
se la morte è come un fiume
e tu ora stai nuotando
o mi stai pensando.

Vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.
vorrei che fossi ancora qui.

Alcuni fossi non li superi mai
alcuni fossi non li superi mai
alcuni fossi ti restano dentro e ti mangiano vivo
io ti penso sempre, come da bambino.

Oggi è l’11 settembre
20 anni fa, avevamo lo sguardo assente
sul divano in preda al panico
pensavamo ai corpi in bilico.

E ci chiedevamo
come sarebbe stato
chiudere gli occhi e non riaprirli più
un po’ come dormire, ma senza sognare
adesso lo sai e questo mi fa male
e un pezzo di legno ti fa da tetto
resti immobile e hai sempre freddo
forse non senti niente,
forse non sei più niente.

Rit.

Io ti aspetterò
ti aspetterò
ci rincontreremo ancora
in qualche altro universo
dove sarò lo stesso.

io ti aspetterò
ti aspetterò.
il televisore è spento
ma il tuo ricordo no.

C’è un po’ di me, un po’ di mia madre e un po’ di Claudia in questo testo, che secondo me non ha scritto da sola ma con un aiuto dal Cielo. Gliel’ho detto e ho aggiunto che mi ha commosso profondamente il suo gesto e la sua dolcezza. Al punto che voglio conservare questa canzone nel mio blog. Un posto che frequento poco di recente ma che desidero sia testimone di questo meraviglioso dono da un’amica che tanto cerca di dare agli altri.

Grazie Claudia, per questo e per molto altro.