OK, diciamocelo. Sono triste e amareggiato.
Sono passati undici giorni da quel 7 marzo, giorno che ha visto la conclusione di una ricerca iniziata a gennaio e portata avanti da persone splendide che con forza d’animo e generosita’ non comuni hanno messo fine a un’attesa angosciante che era destinata a non cessare mai.
Ora sappiamo. Ora so. Si’, io so… di avere ricevuto tre pugnalate:
1) quando mi hai mentito sulle sue generalita’.
2) quando hai inscenato tutto.
3) quando hai scritto un sms che ha riaperto una ferita che cercavo di nascondere.
La terza e’ forse la peggiore: qualsiasi vicenda umana t’abbia portato ad agire come hai agito, una volta caduto l’inganno credevo, speravo, che sarei riuscito a ritrovarti, a capire cosa c’era nel tuo cuore. Ti avevo gia’ perdonato, perche’ per tre anni hai fatto solo del bene.
E invece nulla piu’, silenzio. Silenzio dal tuo numero, perennemente staccato, silenzio tutto intorno.
Una volta eravamo una comunita’, io e chi ti ha cercato.
Abbiamo attraversato vicende dolorosissime: la scomparsa di un’amica, la malattia di un’altra. Tutti insieme, tutti uniti, scherzando per rasserenarci ma anche parlando, sostenendoci fra noi. In privato o nel canale comune.
Questa volta no: una vicenda cosi’ grave e che credo abbia ferito tutti passa sotto silenzio, quasi censura. Non se ne deve piu’ parlare. La parola d’ordine e’ scherzare, riempire il canale di risate o discorsi che mi appaiono cosi’ vuoti…
Speravo di ritrovarti. No, non si puo’, non si deve neanche quello. Solo una persona, che conosco da un attimo, sembra capire. Il resto del mondo se ne frega oppure (probabilmente) ha scelto di nascondere tutto e lo fa assai bene. Io pero’ non sono bravo a recitare, non ho voglia di scherzare o di partecipare a dialoghi sul nulla. Quando ne avro’ entrero’ di piu’, ora no. Cosi’ come si puo’ decidere per tutti di cosa parlare e di cosa no, io posso decidere per me quando entrare e quando cercare di curare le ferite a modo mio, eventualmente anche standomene in disparte.
Per me e’ come se un amico fosse venuto a mancare.
Non rinuncio a cercarlo ma ora so che dovro’ farlo (quasi) da solo. Il resto del mondo ha scelto di voltare pagina? Per carita’, sara’ un modo anche quello per affrontare il dolore, ma non e’ un modo che mi appartiene.
E quindi… vissero (quasi) tutti felici e contenti.
Io devo guarire, da tante delusioni, non ultima vedere davvero poche persone cercarmi solo per chiedere “Come stai?”.
Ora piu’ che mai mi servirebbe una persona che sapeva sempre offrire una parola di comprensione. Ma non c’e’ piu’, e’ scappata di fronte ai propri fantasmi e ogni giorno mi chiedo come potrei ritrovarla.
Buonanotte blogghino mio.
Aver scritto questo post mi ha regalato un po’ di serenita’, spero non sia solo passeggera.