Una cittadina di un paese geograficamente europeo ma non nell’UE che deve entrare in Italia per turismo e’ costretta a presentare una sfilza di documenti e certificati che fan passare la voglia di ricordarsi che l’Italia esiste.
Non so bene se la colpa sia da attribuire alle illuminate direttive comunitarie o alla legge insulsa firmata dai signori Bossi e Fini qualche tempo fa, fattosta’ che se una ragazza vuole entrare in Italia col fratello (che ha gia’ il visto) poco ci manca che debba giustificare la sua esistenza in vita e comunque per lei dev’essere compilata una montagna di documenti alta come una casa.
Chiariamoci: sono daccordo che ci debbano essere leggi per regolamentare gli ingressi in un paese, soprattutto una penisola come e’ la nostra, ma non si puo’ precipitare nel ridicolo di certificati su certificati per certificare “chi sei”, “dove vai”, “cosa farai”. E che cacchio!
Un certificato da chi li ospita in duplice copia e’ un’assurdita’, dai…
Fattosta’ che due, anzi tre persone a cui tengo tanto questa estate non potranno essere felici insieme come meriterebbero. E intanto l’immigrazione clandestina, quella vera che non si blocca di fronte alla caccia al tesoro per ottenere un visto turistico, prosegue imperterrita.
Mi chiedo: se il nuovo Papa sara’, come spero, sudamericano,
dovra’ anche lui impazzire per avere un visto? I due signori
di cui sopra e l’UE si ricordano dei Papi? ;-)
Chiudo mandando un abbraccio forte alle tre vittime di questa profonda ingiustizia, con la speranza che si rieswca a trovare una soluzione in qualche modo…