E’ ora di spegnere i terminali, scollegare lo switch, sdraiarsi nel letto, indossare le cuffie, accendere la radio
e spegnere la luce. E’ ora di guardare alla giornata di
oggi, con i suoi se e i suoi ma, i suoi errori e le gioie.
No, fermi. Sta male, come le altre volte, il 118 ce lo disse
una volta che gli anziani possono avere certi disturbi e
ci consiglio’ nel caso di assisterla ma non allarmarci a
meno che le cose non si aggravassero. E cosi’ si fa.
Lei ti stara’ vicino e io anche, seppur vuoi lei ora. Io mi
rifugio in questa realta’ a legger spicchi di realta’ di
conoscenti e non, a separare le realta’. La mia vera,
nell’altra stanza, e quelle altrui, belle, brutte, ironiche,
serie, di crescita. Ho pregato, preghero’ ma ora mi immergo
qui.
E si’ che oggi, si’ oggi, credo di essere cresciuto anch’io.
e’ come se un “blocco di cemento” si fosse spostato nel mio animo, facendomi vedere cose che non vedevo. Da una parte facendomi affrontare diversamente alcune azioni “non belle”; che ho fatto con persone che nulla han a che vedere con questo blog (invece di pentirmene e cercare la concordia a tutti i costi ho tentato di capire perche’ le ho fatte e dialogare con quella parte di me, non necessariamente da benedire o da condannare); dall’altra parte certe prese di posizione assolute su certi temi mi appaiono eccessive e forse un po’ egoiste (ma onde evitare fraintesi, non parlo di persone o fatti legati a persone, bensi’ di opinioni su certi temi).
Non ho cambiato idee ma il mio animo e’ un po’ piu’ fluttuante di ieri. E mi sono riconosciuto un po’ piu’
cattivo, un po’ piu’ umano, forse.
Torno alla realta’ reale ma non e’ cambiato nulla. Si deve
aspettare. c’e’ un accenno di miglioramento ma si deve
ancora aspettare.
Se dovesse succedere qualcosa di brutto lo scrivero’, se non leggete notizie vuole dire che e’ stato solo un momento e che e’ tutto passato.
Ecco, ora sembra che vada un po’ meglio. Ce l’abbiamo fatta anche questa volta? Forse. Grazie Dio per starci accanto.