Ci sono tre modi per entrare all’ospedale dell’Angelo e tre per uscirne.
Se sei fortunato entri dall’ingresso principale: affronti le scale, le scale mobili o l’ascensore, passi per un “ponte” coperto che non sembra un ponte e arrivi a un giardino che sembra il primo piano ma in realta’ e’ il terzo e sotto i tuoi piedi, che cammini, mangi, compri in un negozio, preghi o prenoti una visita, ci sono ambulatori e sale operatorie. Come sei entrato puoi uscirne se tutto va bene.
Se qualcosa e’ andato storto arrivi con un taxi o un’ambulanza al Pronto Soccorso entrando alla destra dell’edificio centrale. Dalla tua prospettiva non te ne accorgi ma stai andando “sottoterra” rispetto al resto della struttura. Da qui puoi uscire come sei venuto o puoi passare in un reparto attraverso una serie labirintica di ascensori e corridoi.
Infine c’e’ il terzo ingresso che e’ per quando le cose sono andate male. Da qui si puo’ solo uscire, in un’auto lunga e bassa. Insomma, e’ la camera mortuaria. Affaccia sul lato sinistro dell’Angelo e la struttura riprende quella del piazzale d’ingresso con una piazza rotonda ove trovano parcheggio le auto. Non invidio proprio le case che si trovano nelle vicinanze. Da questo luogo l’Angelo sembra distante, eppure e’ vicino ed e’ fisicamente collegato da passaggi labirintici che la tua mente cerca d’immaginare quando sai che un tuo caro li ha attraversati (e un giorno chiedero’ a un’amica che lavora all’Angelo che razza di giro fanno, perche’ non dev’essere proprio corto!)
Ecco, fra il primo aprile e il 21 maggio qui li si e’ fatti tutti.
Questo non e’ un post triste, sono pensieri sulle strutture in cui si svolgono momenti forti delle nostre vite. Questo lo volevo scrivere da un po’ ma dovevo aspettare che mi tornasse l’ispirazione di postare.
Ed eccolo per voi visto dall’alto, questo luogo che inganna le percezioni.
In basso a sinistra c’e’ l’ingresso/uscita per quando e’ proprio finita (rima non cercata). In mezzo sulla destra l’ingresso normale e in alto sulla destra l’ingresso al pronto soccorso. Notate la somiglianza dei vari punti di accesso. E’ fatto bene ed e’ un luogo che inganna le percezioni come pochi.