Un angioletto ferito

Sta in un lettino di un grosso ospedale.
Ci ha passato il Natale e l’ultimo mese.
E’ stata tenuta in anestesia, e’ stata intubata, e’ stata operata.
Ora respira da sola ma il suo corpicino e’ stato dilaniato dal meningiococco e hanno dovuto farle un intervento terribile. E forse dovranno fargliene un altro il 30.

Magari fra 5, 10 anni avremo imparato a dominare le cellule staminali e il mistero della vita e potremo ricreare, addirittura far ricrescere, quello che non c’e’ piu’. Ma non sara’ domani e nemmeno dopodomani. E lei con i suoi 11 anni, dovra’ imparare a vivere senza possibilita’ che tutti consideriamo naturali e dovra’ abituarsi a protesi che per quanto sofisticate sono innaturali, difficili da imparare a gestire. Forse perdera’ l’anno scolastico, certo quando tornera’ a casa tutto sara’ diverso, il continuo confronto col “prima” sara’ atroce e la fara’ soffrire.

Un caro amico mi ha parlato di questa vicenda e ha chiesto di organizzare un tam tam di preghiere. L’ho fatto, lo faccio, ma trovo il pensiero delle sofferenze di questa bimba talmente devastante, talmente atroce da rifiutarlo mentalmente.
So che abbraccerei forte quella creatura e ho pregato tantissimo e per molto tempo preghero’ per lei. Non tanto perche’ guariscano il suo fisico, quanto perche’ lei riesca a fare il passo decisivo: per quanto terribile, dovra’ imparare ad accettarsi, ad accettare le sue menomazioni. Poi potra’ riprendere il cammino, poi le auguro che medici e scienziati trovino soluzioni sempre piu’ evolute, ma ora le mie preghiere sono perche’ un’onda, una marea di energia positiva la avvolga e le dia la forza di accettarsi.

Ti voglio bene piccolo angelo.
Che il Signore (qualsiasi nome o forma abbia) ti sia vicino come ti sono vicine tutte le persone che in qualche modo sanno di te.

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