“Non mi piace ma devo usarlo”

Sento con una crescente frequenza insoddisfazione da amici e conoscenti che usano Facebook e che iniziano a rendersi conto che esporre la propria vita al resto del mondo non e’ proprio una buona idea.
A portarli su Facebook varie cose. L’illusione di recuperare rapporti con persone che non si sentono da anni e che hanno vite e interessi diversissimi. Mancando basi comuni il rapporto recuperato spesso termina in fretta.
Un’altra illusione e’ il rapporto col VIP di turno. Questa e’ ammaliante ma non dura molto.
Il problema non son le illusioni ma i vincoli da cui chi sta su FB finisce per farsi condizionare: “è diventato il metodo di comunicazione per troppo persone che conosco”. Che siano colleghi, amici, compagni di scuola. E scatta il classismo: se sei dentro ricevi le notizie utili alla tua rete sociale. Se sei fuori sei l’alieno e ti senti oppure vieni isolato, anche perche’ molti di quelli che usano FB per comunicare non hanno la minima idea ne’ dei pericoli ne’ delle alternative.

Dicevo comunque che cresce il numero delle persone che iniziano a rendersi conto delle ramificazioni dell’inserire tanti dati online, di quanto la propria sicurezza dipenda dalla sicurezza del piu’ imprudente fra gli amici e ancor piu’ di quante informazioni si ottengano incrociando i dati inseriti da un gruppo di amici o peggio da gruppi di amici e parenti!

Solo che chi vorrebbe uscirne o almeno diminuire la propria presenza ha il problema suddetto: non riescono a farlo, sono vincolati e di solito cio’ porta a improbabili tentativi di autoprotezione (cambiare nome, dire meno cose di se’…). Aiuta, ma non tantissimo perche’ conta anche cio’ che gli altri dicono o “taggano”.
Inoltre se le persone non si cancellano (mandando a FB il messaggio che cosi’ non va), alla fine gli utenti potran solo aumentare e con essi lo strapotere di FB che sara’ libero di ridurre sempre piu’ la privacy perche’ tanto le persone si sentiranno obbligate a stare li.

E a chi sta per bollare questo come un post retrogrado o allarmista, beh, raccomando la lettura di questo articolo che racconta cosa si puo’ ricavare dai dati messi nei social network… sicuri che sia una buona idea?