Io ho molti difetti ma di una cosa sono certo e l’ho sempre fatta trasparire nei miei impegni.
Noi siamo tutti uguali. Non importa quanti anni abbiamo o qual e’ il nostro ruolo nella societa’ o la nostra mansione in un determinato contesto. Presidente, Dirigente, Spazzino, Gestore, Utente, Maestro, Bidello… siamo tutti uguali. Io non ho meno diritti di chi te che hai il compito di amministrare un’azienda, un paese o un forum, ne’ ho piu’ diritti di un uomo che chiede la carita’ in strada, un clandestino che arriva su una barca in cerca di cibo e una casa o un bambino del mondo che chiede d’essere ascoltato.
Tu puoi guardarmi, parlarmi, chiedere, proporre e criticarmi. Certo hai il dovere di farlo in modo rispettoso ed educato, ma lo puoi fare. Io non sono Dio. Io sono un essere vivente come te, ne’ piu’ ne’ meno. E infatti non penso neppure di avere piu’ diritti degli animali non umani, pure spesso trucidati o schiavizzati dall’uomo per il suo divertimento.
Eppure ancora una volta mi trovo a sorprendermi di persone che pure conosco da anni e che trovano inconcepibile poter essere criticate o addirittura trattate “da pari a pari” da altri esseri viventi che esprimono una perplessita’ circa le loro posizioni o evidenziano un problema che dovrebbe essere nell’interesse di tutti risolvere.
Il nostro ruolo non e’ di comandare e i nostri regni sono illusori. Il nostro ruolo, mio, tuo, di tutti, e’ seminare il bene. Essere di buon esempio. Sederci accanto al prossimo e ascoltarlo, avendo l’umilta’ di accettare la voce di chi e’ piu’ piccolo di noi, di eta’, economicamente, di possibilta’ o di evoluzione (ossia gli animali non umani).
Non e’ sempre facile. Lo dico ma a volte non ho la sufficiente umilta’ nemmeno io. Pero’ io ci provo. Io non creo uno spazio e poi decido che chi ci entra deve guardarmi come un Dio in terra. Altri lo fanno e lo ritengono normale e anzi se leggono critiche iniziano a sprizzare commenti offensivi (magari alle spalle) e a ribadire il loro illusorio ruolo superiore.
Tutti i regni illusori vissuti cosi’ cadono, perche’ con questo approccio gli esseri viventi appena hanno la possibilita’ di scegliere vanno altrove. Lo fanno gli animali che scappano dall’uomo, lo fanno i cittadini di dittature, i frequentatori di spazi reali o virtuali, ecc…
Pero’ intanto il danno e’ fatto. Si e’ insegnato a distinguere gli esseri viventi in base al loro status. Si e’ tramandato il concetto che chi comanda puo’ e gli altri devono accettare.
Davvero poco educativo, oltre che una strada perdente.
Come del resto lo e’ la strada intrapresa da troppi potenti del nostro mondo.
Se avessimo l’umilta’ di accettare e ascoltare il prossimo, questa nostra societa’ sarebbe migliore.
Lo dice chi proprio da oggi ha iniziato ad aiutare a distribuire volontariamente questo foglio. Potevo accontentarmi di inserirlo sul web ma ho deciso di mettere a disposizione il mio tempo e le mie forse per chi non ha Internet (per possibilita’ economiche, eta’, ecc) ma vorrebbe trovare parole di speranza nei luoghi che frequenta.
Ed e’ solo l’inizio.
Dobbiamo donarci agli altri. E’ il solo modo di vivere bene e cercare di mettere le basi per un futuro migliore per l’umanita’. Non certo sentendosi piccoli dei di un regno che non c’e’ o maestri in cattedra dentro e fuori da scuola.
Belle parole,bel post; un’ulteriore conferma della bella persona che sei…
Peccato che alla fine chi ne dovrebbe trarre beneficio rimane impassibile… e quindi rimane tutto vano.
Certo,la mia è un’ottica puramente pessimista,lo ammetto;
ma, aimè, non ho più fiducia nell’essere umano poichè,potendo scegliere cosa fare,come essere e CHI essere,sceglie di elevarsi al di sopra della “massa” pur non avendone veramente il diritto.
Penso infatti che l’intelligenza,uno degli strumenti caratterizzanti dell’uomo,si dimostri non nel credersi migliori degli altri e dimostrandolo apertamente,ma nel rimanere con i piedi per terra con la consapevolezza di ciò che si è,tenendo sempre presente che non si finisce mai di crescere e mai di migliorare sè stessi; e solo il confronto di idee,una mentalità aperta e una bella dose di umiltà può portare al conseguimento di tale obiettivo.
In soggettiva mi rammarico non tanto nel sapere che le scuole,le istituzioni sono affidate a persone che sono attratte da questi presupposti,ma per i luoghi in sè che rischiano ogni giorno (e spesso ciò succede) di cadere a pezzi.
Per quanto mi riguarda tutti sono liberi di essere “tutti”,ma che peccato quando trascinano giù, insieme a loro, anche delle cose preziose come un spazio collettivo…
Tutti pretendono di insegnare,ma sono i primi che dovrebbero imparare; non c’è insegnamento migliore dell’umiltà ed è ciò che spesso manca a costoro.
Ti ringrazio del commento. E’ bello avere lettori che condividono le proprie opinioni, ma e’ ancora piu’ bello sapere che ci sono giovani che pensano con la loro testa e sanno esprimere concetti usando un linguaggio corretto e non banale. Purtroppo, c’e’ chi pensa che i giovani sappiano solo guardare telefilm e ascoltare canzonette e che se esprimono un parere in dissenso dall’opinione di qualcuno di piu’ grande e’ perche’ sono facilmente influenzabili. A volte sara’ cosi’ ma generalizzare e’ sbagliato. Chi oggi e’ giovane domani avra’ il compito di guidare questo nostro mondo, quindi oggi va si’ guidato ma anche ascoltato esattamente come noi chiediamo che le nostre esigenze lo siano.
Per fortuna una parte del mondo sta cambiando. Il web ha introdotto il concetto di “peer to peer”, che qui non riferisco alle tecnologie di condivisione ma alla sostanziale equivalenza fra chi offre qualcosa e chi ne fruisce, visto che e’ molto semplice l’inversione dei ruoli. In comunita’ come Wikipedia l’opinione di un “giovane” (e il suo voto) hanno lo stesso peso di quelle di un professore universitario ed entrambi, nel rispetto reciproco, si considerano pari. Nel mondo del software libero idem: i contributi sono giudicati per il loro valore effettivo, non per l’eta’ o la competenza di chi li offre, come dimostra il premio in denaro a un ragazzino che ha segnalato un grave bug in Firefox.
Senza andare cosi’ lontano, basta guardare le realta’ associative e aziendali piu’ sane dove il parere di tutti vale.
Questo dovrebbe essere il futuro e chi lo respinge non fa una cosa giusta a se’ e agli altri.