Il titolo è quello di una canzone dei Pooh, leggermente modificato.
E a proposito dei Pooh, è stato bello leggere nel libro del mio amico Andrea Pedrinelli che anche i Pooh hanno affrontato liti e scontri anche accesi. Perché anche loro in certi momenti erano fragili, come tutti.
Sul palco fra le luci non si vede ma quaggiù siamo tutti fragili, tutti sbagliamo. Tutti ci facciamo prendere da tante cose.
E i Pooh hanno scritto parole anche per questi frangenti, così premi play, chiudi gli occhi e tornano alla mente tanti momenti di vita vissuta, vicina o lontana.
E quando sei in periodo di compleanno fai qualche bilancio. E sono sempre momenti tosti per le persone molto critiche ed instransigenti verso sé stesse.
E ti domandi se saprai buttare il cuore più in là. Dandolo sempre di più a chi ha bisogno, dal tuo parroco emerito ultranovantenne alle piccole pesti del Gomitolo e oltre.
Ti domandi pure se saprai tenerne un po’ per te e curarlo, che questi anni di paura da covid lo hanno inaridito.
E speri di essere capace di capire di più e prima cosa sentono e cosa vogliono le persone accanto a te, per non farvi più del male.
E speri. Perché di questi tempi anche la speranza è un dono.
Non è oggi ma domani ma è una notte di pensieri. E di cuore che vuole scrivere queste parole.
E infine, per le persone che non ho saputo capire o meritare e per quelle che credono che io possa odiarle…
“…se avrai ali per guardare, se avrai occhi per volare, non dimenticarti di me…“