“Andare via non ti serve a niente…”

“Andare via non ti serve a niente…”
Cosi’ cantano i Pooh in una canzone di una trentina d’anni fa sulla fuga dai dispiaceri.
E io voglio dirlo a chiare lettere: andare via non serve a niente, ma puo’ fare male. Puo’ fare male a chi resta, a chi conta su di noi, alle persone per cui siamo importanti.
Si cade, cadiamo tutti, e’ perfettamente umano essere tristi o stanchi, depressi o disperati. Ma andare via non serve a niente e anzi e’ un atto profondamente egoista. Si puo’ andare via solo se chi ci vuole bene lo capisce e ci appoggia (e qui parlo del suicidio assistito dei malati incurabili) altrimenti no.
Lo scrivo per me, a futura mia memoria: andare via non ti serve a niente.
Il resto viene da se’.

10

Non sono solo dieci anni che ho un blog. Sono anche dieci anni da quel 17 ottobre 2003 che ha segnato cosi’ tante vite.

Oggi non sento nel cuore molti discorsi, anche perche’ ti ho ricordata altrove e meglio, facendo vivere il ricordo di te in chi nemmeno ti aveva conosciuta. Oggi voglio solo riflettere su una cosa: se perdiamo una persona cui volevamo bene ci resta un buco nel cuore. Allora non buttiamo il tempo e non consideriamo numeri, magari inevitabili, i morti elencati quotidianamente dai TG. Sono vite spezzate e lasciano dolori. Preghiamo per chi va e per chi resta o doniamo loro un pensiero di speranza. E lo stesso cerchiamo di fare per chi e’ ancora con noi ma spesso non apprezziamo abbastanza. Lo dico prima di tutto a me stesso…

Anche se
va un attimo via la luna
ogni addio può essere liberta’
la realta’
moltiplica luci e ombre
ci dara’ da vivere senza noi
e si puo’
dividersi e non sparire
se e’ cosi’
riabbracciami quando vuoi…
(Domani, Pooh 2004)

Ciao, Chiara…

Manca l’acqua

Siamo vicini a un anniversario ed e’ da poco successa un’altra cosa triste, quindi una persona di buon senso dovrebbe aprire il cuore. Eppure c’e’ qualcosa che… c’e’ una persona a cui ero e sono legato moltissimo ma a cui non riesco piu’ a dire niente da tempo ormai. E’ come se una fonte si fosse rinsecchita e non ci fosse piu’ acqua. Ci manchiamo a vicenda ma se ci parliamo non sappiamo cosa dirci o almeno io non so cosa dirle. Troppi dispiaceri nell’ultimo anno? Troppe ferite? Orgoglio?

Lo so e’ stupido, 10 anni fa, a poche ore dall’ascesa di Chiara verso il paradiso scrivevo che se vuoi bene a qualcuno non devi aspettare a dirglielo… perche’ poi puo’ essere troppo tardi. E gliene voglio, ma non riesco piu’ a rapportarmici. Forse e’ un limite mio o forse e’ colpa del suo modo di essere di oggi, cosi’ diverso, indecifrabile, lontano. Non dal mio perche’ cerco di raggiungere tutti, orgogliosamente lontano da com’era. O forse no, non lo so.

E davvero non so come fare perche’ e’ un’amicizia che non vorrei perdere.
Cosi’ ne scrivo qui, tenendo il tutto abbastanza anonimo, per cercare di verbalizzare e razionalizzare e capire o almeno provare a capire.

Gli immigrati

Parlando del padre di una persona che conosciamo, che e’ arrivato in Italia su un barcone come tentano in molti, la mia amica Lorenza mi ha scritto via SMS un pensiero che le ho chiesto di poter condividere nel mio blog.

E meno male che è arrivato in Italia, gli immigrati sono il futuro, sono un’opportunità, sono volenterosi di migliorare la loro condizione come lo erano i nostri nonni, i loro figli sono curiosi, attenti e giocano per strada o in cortile tutto il pomeriggio. Stanno invadendo i licei e le università superando gli italiani nei voti, perché studiano e tanto. A tanti bigotti con la puzza sotto il naso dà fastidio, si adatteranno? Non lo so, ho sentito commenti atroci sui morti di Lampedusa. Se un uomo non sa più provar dolore per la morte di un suo simile è ancora un uomo?